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THÉATRON Lo spazio teatrale nel mondo antico

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Presentazione sul tema: "THÉATRON Lo spazio teatrale nel mondo antico"— Transcript della presentazione:

1 THÉATRON Lo spazio teatrale nel mondo antico

2 La Grecia: origini e sviluppo dello spazio scenico

3 Il mondo greco e i principali teatri dell’antichità

4 La parola théatron, da cui deriva nelle lingue moderne il termine “teatro”, compare per prima volta nei testi letterari greci arrivati fino a noi attorno al V secolo a. C. Si tratta di un sostantivo derivato dal verbo theàomai, “vedere”, che può designare sia il luogo adatto per assistere ad uno spettacolo sia la collettività degli spettatori che guardano quello spettacolo (per cui un attore può dire, ad esempio, che si sta rivolgendo al théatron). Il teatro come forma d’arte drammatica nasce nel VI secolo a.C. in Atene. Tuttavia, già nella società greca arcaica a partire dall’VIII secolo esistevano forme di intrattenimento di lunga tradizione, probabilmente micenee (danze, acrobati, giochi e competizioni atletiche) che richiedevano l’individuazione e la preparazione di spazi adatti. I testi letterari e le testimonianze iconografiche ci documentano primitive forme di spettacolo nelle quali il pubblico tendeva a disporsi a cerchio attorno ai performers. Ad esempio nell’Odissea (VIII 256 ss.: siamo attorno all’VIII secolo a. C.) si narra della preparazione ed esecuzione di una danza in onore di Ulisse da parte dei Feaci. Ma su, voi che siete i migliori danzatori Feaci, danzate, perché l’ospite racconti ai suoi cari, Tornato a casa, quanto siamo più bravi degli altri Nell’arte navale, e a correre, nella danza e nel canto. (…) Tutti e nove si alzarono gli arbitri scelti del popolo, che nelle gare preparavano bene ogni cosa, spianarono un coro, allargarono bene il campo di gara. S’accostò l’araldo recando la cetra sonora a Demodoco, ed egli avanzò fino al centro. L’attorniavano Giovani nel primissimo fiore, esperti di danze: scandirono coi piedi la danza divina. Ulisse guardava il balenare dei piedi e stupiva nell’animo. Notiamo che il tratto di terreno che viene spianato è definito choròn, la stessa parola che in greco indica la danza e anche il gruppo dei danzatori. Su di esso i giovani eseguono le figure del ballo (orkhethmos. dalla radice del verbo orkheisthai, danzare, da cui deriva anche la parola orchestra, sul cui significato teatrale torneremo più avanti).

5 Alcune rappresentazioni iconografiche assai antiche, inoltre, ci mostrano situazioni in cui gli spettatori di un evento spettacolare si dispongono in modo da ottenere una visuale dall’alto verso il basso. In particolare, un frammento di vaso ateniese del pittore Sofilo (VII secolo a. C.) da cui è tratto il disegno qui sotto, mostra il pubblico che assiste ad una gara atletica disposto su una sorta di rudimentale tribuna probabilmente eretta per l’occasione. La visione dall’alto verso il basso sarà destinata a restare una costante nella storia degli edifici teatrali greci.

6 L’edificio teatrale è certamente uno dei prodotti architettonici più caratteristici della civiltà greca antica, una forma d’arte nella quale la ricerca della perfezione geometrica e dell’armonia formale raggiunge risultati altissimi. Dalle città della Grecia continentale, dove si origina, il teatro nel corso di quattro secoli si diffonde a tutto il mondo colonizzato e abitato da Greci, diventando un elemento di prestigio dell’arredo urbano, fino a raggiungere in alcuni casi dimensioni imponenti, come quelle del teatro di Pergamo. Le rovine del grande teatro di Pergamo, in Asia Minore (Turchia), realizzato durante il regno del re Eumene I ( a. C.)

7 Una delle più perfette e meglio conservate realizzazioni del teatro greco di età classica è rappresentata dal teatro di Epidauro, nell’Argolide, costruito all’interno di un grande santuario dedicato al dio della medicina Asclepio. Il teatro di Epidauro costituisce per molti versi un modello della ‘forma teatro’, caratterizzato da un finissimo studio della struttura circolare e da una perfetta acustica, tanto più stupefacente in quanto realizzata su basi solamente empiriche. Epidauro, visione aerea assiale del teatro, costruito nel IV secolo a. C. La parte superiore della cavea, aggiunta in epoca posteriore, è ben distinguibile dall’impianto originale

8 Questa immagine del teatro di Epidauro, ripresa dalla parte centrale superiore della cavea, evidenzia l’inserimento della struttura teatrale nello spazio naturale circostante. Al di là dello spazio dell’orchestra e degli edifici scenici di cui restano solo le fondamenta, lo sguardo degli spettatori poteva spaziare in lontananza sul santuario e fino al monte Aracnèo, nella piena luce del paesaggio greco. In quella piena luce si svolgevano le rappresentazioni, senza alcun concorso di illuminazione artificiale.

9 Ricostruzione del teatro di Epidauro
con indicazione dei principali elementi costitutivi della struttura di un teatro greco della prima età ellenistica

10 Il teatro di Epidauro ci offre una immagine dello stadio di sviluppo cui le costruzioni teatrali erano giunte nel IV secolo a.C., alle soglie dell’età cosiddetta ellenistica (che si suole far cominciare con la morte di Alessandro Magno, nel 321 a. C.). A quell’epoca i teatri erano già diventati solidi edifici in pietra, ed avevano raggiunto dimensioni cospicue. Le origini del teatro tragico e comico risalgono però a circa un secolo e mezzo prima, e tutta la grande fioritura del teatro tragico e della commedia antica è contenuta nell’arco del V secolo a.C., una fase in cui la produzione teatrale è fenomeno quasi esclusivamente ateniese. E’ dunque nella città di Atene e nei suoi dintorni che si devono cercare le tracce della forma originaria dello spazio teatrale. Questa ricerca, come vedremo, risulta molto difficile per una complessa serie di motivi, e abbiamo ragione di sospettare che il teatro in cui misero in scena le loro opere i grandi drammaturghi del V secolo fosse sensibilmente diverso da quello che abbiamo appena descritto.

11 Il teatro di Dioniso in Atene
Il teatro di Atene fu costruito, in epoca non precisabile (fine VI secolo a.C.?) all’interno del santuario di Dioniso Eleutereo, a sua volta realizzato alle pendici meridionali dell’Acropoli nella seconda metà del VI secolo a.C. L’area del teatro è stata oggetto di scavi accurati tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ad opera degli archeologi tedeschi W. Dörpfeld e E. Fiechter, che riportarono alla luce le rovine oggi visibili. Le rovine del Teatro di Dioniso, sul pendio sud dell’Acropoli, come appaiono oggi. Sullo sfondo a destra si notano i resti del piccolo tempio di Dioniso, preesistente al teatro (freccia verde) e quelli di un altro tempio dello stesso dio, più recente (freccia rossa)

12 L’orchestra e la parte inferiore della cavea del teatro di Dioniso visti da NE. Da questa immagine, come dalla precedente, si nota come il pendio della collina fu in parte sbancato per far posto alla struttura teatrale. Particolare dell’orchestra, che evidenzia la pavimentazione intarsiata. Si notino anche la fila dei sedili privilegiati (proedrie, indicate dalla freccia rossa) e i gradini che davano accesso alla zona rialzata su sui recitavano gli attori (freccia verde).

13 Le rovine oggi visibili non corrispondono però all’aspetto originario del teatro, ma ad una delle numerose ristrutturazioni di epoca successiva, e precisamente a quella operata in età imperiale romana (II secolo d. C.). A quell’epoca il teatro doveva apparire all’incirca come in questa ricostruzione virtuale. Una parte dei resti appartiene ad una fase precedente, quella dell’epoca ellenistica (IV-I secolo a.C.), durante la quale il teatro appariva più o meno così (si noti la somiglianza con le strutture ricostruite per il teatro di Epidauro). Caratteristica di questa fase è la presenza di un alto palco (chiamato logheion) sul quale recitavano gli attori (freccia)

14 Ma qual era dunque l’aspetto originario del teatro, o quanto meno quello del teatro in cui furono messi in scena i drammi più antichi che conosciamo, nella prima metà del V secolo a. C.? Per cercare questa risposta, gli archeologi hanno scavato al di sotto delle rovine ellenistiche e romane, fino a trovare lo strato di roccia originario della collina, a contatto del quale dovevano trovarsi le strutture originarie. Il risultato di questa ricerca è scarno e problematico, ma di grande interesse. Pianta delle rovine riportate alla luce dagli scavi di Dörpfeld e Fiechter. Il solo elemento che possa essere riportato con buona probabilità al V secolo a. C. sono le sei pietre siglate SM1 e indicate dalla freccia, che si trovano a circa un metro sotto il livello degli altri resti e appaiono disposte secondo una linea curva che disegna un arco appartenente ad un cerchio assai grande.

15 Le sei pietre SM1 come appaiono oggi (Dörpfeld in realtà ne trovò 7, ma una è sparita). L’andamento curvo delle pietre fece ipotizzare all’archeologo tedesco che si trattasse dei resti di un grande muro di sostegno, costruito per delimitare e sostenere una vasta spianata circolare realizzata con terreno di riporto. Sarebbe stata questa l’orchestra originaria del teatro ateniese. Particolare delle pietre SM1

16 Se accettiamo l’ipotesi di Dörpfeld e ricostruiamo la circonferenza dell’orchestra sulla base della curvatura del muro SM1, si vede che l’orchestra arcaica (molto grande, del diametro di m) si estendeva sulla zona dove poi sorsero gli edifici scenici in pietra, che dunque in origine non dovevano esserci o dovevano essere molto semplici e leggeri, perché si sarebbero trovati nei pressi del bordo del riempimento. Si capisce anche che l’orchestra attualmente visibile è il risultato di un arretramento rispetto alla posizione originaria, effettuato in occasione di successive ristrutturazioni del teatro. Sezione che ricostruisce il pendio originario della collina e il primo sbancamento del terreno. In nero il muro di sostegno SM1, in grigio il riporto di terreno che formava l’orchestra arcaica. I cerchi evidenziano la posizione reciproca dell’orchestra arcaica e di quella più tarda

17 La ricostruzione di Dörpfeld, largamente condivisa tra gli studiosi, parte dall’idea che nei teatri greci fin dalle origini la forma dell’orchestra sia sempre stata circolare. Le ragioni principali di questo convincimento sono: 1. La naturalezza della disposizione circolare del pubblico, che si riscontra in molte forme di spettacolo popolare, come danze, rappresentazioni ecc., e che è proseguita nella tradizione popolare greca. 2. L’assoluta prevalenza del modello circolare nei teatri dal IV secolo a.C. in poi, che hanno orchestre o circolari, come lo splendido esempio di Epidauro, o semicircolari. Questa circostanza potrebbe essere dovuta all’imitazione del modello più autorevole, quello del teatro ateniese del V secolo a. C. Il teatro di Epidauro durante una rappresentazione moderna. L’immagine evidenzia la grandezza dello spazio circolare dell’orchestra, che trova riscontro nelle grandi dimensioni dell’orchestra ateniese. Le costruzioni sulla sinistra sono una scenografia moderna ricostruita sulla base delle fondazioni antiche

18 Orchestre circolari, rettangolari, trapezoidali?
Non tutti gli studiosi tuttavia concordano con Dörpfeld. Molti, tra cui l’italiano Carlo Anti, e di recente il tedesco Egert Pöhlmann, sono convinti che l’orchestra originaria del teatro di Atene fosse di forma rettangolare allungata o trapezoidale. Tale convinzione riposa su due ordini di considerazioni. 1. Nella civiltà minoica e micenea (XV-XII secolo a. C.) ci sono tracce di spazi destinati al pubblico di spettacoli e giochi in forma di gradinate rettilinee. 2. In alcune zone periferiche dell’Attica, la regione cui appartiene Atene, sono stati ritrovati resti di teatri che presentano orchestra rettangolare o trapezoidale, il più antico dei quali è il teatro di Torico. Orchestra e cavea del “teatro” di Torico, una piccola struttura realizzata a partire dalla metà circa del VI secolo a. C., nella quale un’orchestra di disegno rettangolare appare adattata alla curva del pendio. I primi diciannove gradini della cavea appartengono alla struttura più antica, che fu rimaneggiata in un secondo momento, come risulta dalla pianta che segue. La pianta evidenzia in nero la parte più antica del teatro, delimitata da un muro (analemma) che cinge la cavea, e la linea del muro che costitutiva il limite dell’orchestra primitiva, che si arrestava un paio di metri prima di quella attualmente visibile.

19 L’aspetto del teatro di Torico nella sua fase più arcaica (VI sec. A. C.), secondo la ricostruzione di Chr. Von Schieckel, conservata presso il Deutsches Theatermuseum di Monaco di Baviera. La validità di questo esempio per la ricostruzione dell’orchestra del teatro di Atene è per altro limitata, perché l’edificio preesiste alle più antiche manifestazioni teatrali ateniesi, e non ne conosciamo la destinazione d’uso.

20 Un altro caso di teatro con orchestra rettangolare è offerto dal piccolo teatro di Trachones, un borgo alla periferia di Atene, che è stato oggetto di scavo a partire dal Esso presenta una pianta sostanzialmente rettangolare, qui sotto riprodotta, e risale a giudizio degli archeologi che conducono gli scavi alla prima metà del IV secolo a. C. Alcuni studiosi traggono la conclusione che questi teatri periferici riprendessero la forma del teatro principale di Atene, che dunque sarebbe stato rettilineo e non circolare.

21 Ecco dunque quale potrebbe essere stato l’aspetto del teatro di Dioniso nella prima metà del V secolo a. C., se si accoglie la tesi di questi studiosi. Il modello è ancora di Chr. Schieckel, ed è conservato al Deutsches Theatermuseum di Monaco di Baviera (il tempietto sullo sfondo a destra è il vecchio tempio di Dioniso, della seconda metà del Vi sec. A.C.

22 Il problema della skene
Torniamo adesso alla prima sistemazione dell’area teatrale di Atene, che comprendeva probabilmente solo tre elementi essenziali, raffigurati nel modello riprodotto qui sotto, e cioè A) la cavea per gli spettatori, ricavata sul pendio della collina. In origine sappiamo che vi venivano sistemati dei sedili di legno (ikria), poi, in epoca non precisabile il pendio fu sistemato ricavandovi sedili in pietra. B) l’orchestra, un grande cerchio spianato di circa 25 m di diametro C) due rampe di accesso laterali (eisodoi o parodoi, indicate dalle frecce) che davano accesso all’orchestra da est e da ovest. Nel modello la posizione delle rampe è scelta arbitrariamente, perché nulla è rimasto di esse.

23 Possiamo dunque immaginare un teatro originario in cui alle spalle degli attori non compariva alcun fondale, o al massimo poteva esservi un fondale neutro di legno, con funzione solo di riflessione acustica. Questo troverebbe conferma nel fatto che alcuni drammi di Eschilo, come i Sette a Tebe e le Supplici non presuppongono la presenza di alcun edificio, e sono ambientati all’aperto. Tuttavia, almeno a partire dall’Orestea di Eschilo, quasi tutte le tragedie che possediamo presuppongono la presenza di una casa, o tempio, o capanna dalla quale i personaggi entrano ed escono, e lo stesso vale per tutte le commedie di Aristofane. Dunque, dobbiamo collocare in un qualche momento del V secolo a. C., la prima realizzazione di un edificio scenico cui si dà il nome di skene (da cui il latino scaena e il nostro termine moderno scena). Una possibile ricostruzione della prima skene del teatro di Dioniso, secondo Fiechter.

24 Il teatro di Megalopoli
Visione aerea del teatro di Megalopoli in Arcadia, il più grande della terraferma greca ( posti), realizzato nel IV secolo a. C. Sulla destra la freccia indica i resti di un edificio d’appogio (skenotheke) dal quale uscivano dei binari sui quali poteva scorrere un pannello (la scaena ductilis di Vitruvio) che andava a posizionarsi davanti alla skene cambiando la scena

25 Il teatro di Priene Il bel teatro di Priene, in Asia Minore ha subito numerosi rimaneggiamenti. L’orchestra e la cavea risalgono al 300 a. C. circa, e dovevano avere in origine una skene lignea. Più tardi fu eretta una scena in pietra con proscenio sul tetto del quale quale recitavano gli attori (logheion, metà II sec. A. C. indicato dalla freccia). La cavea fu dotata di sedili di marmo. In età romana, poi la skene fu elevata di un piano e resa più compless.

26 Delfi Il teatro è collocato nella parte alta del celebre santuario di Apollo, sulle pendici scoscese del M. Parnaso. Costruito nel IV secolo, fu restaurato in epoca imperiale romana. Sulla sinistra, al di là della cavea si scorgono alcune colonne e il basamento del tempio di Apollo, uno dei centri religiosi più importanti del mondo greco.

27 Delo


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