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Dipartimento Oncologico AOUCareggi, Firenze
Razionale e obiettivi dello studio multicentrico GAVECELT sul metodo ECG Reggio Emilia 12/06/2010 Dr. Cecilia Pelagatti Dipartimento Oncologico AOUCareggi, Firenze
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Definizione di accesso venoso centrale
Terapia intensiva 1/3 superiore atrio destro (dopo lo sbocco del seno coronarico: ‘mixed venous blood’) Nutrizione parenterale Tra 1/3 inferiore VCS e 1/3 superiore AD Opp.: VCI Chemioterapia 1/3 inferiore VCS Opp.: parte alta VCI (sotto le vv. sovraepatiche) Dialisi Foro distale in AD, foro prossimale in VCS
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Posizione ottimale della punta del catetere venoso centrale
Indipendente da: Tecnica utilizzata (venolisi o puntura percutanea) Scelta del sito di accesso (v. brachiale, v. basilica, v.giugulare interna, v.succlavia, etc.) Può variare a seconda del tipo di accesso: A lungo termine per NTP o Chemioterapia (1/3 inferiore della Vena Cava Superiore) Per dialisi (Atrio destro)
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Rischi associati a malposizioni “primarie” (all’impianto)
Malposizioni ” alte” (1/3 medio o 1/3 superiore VCS): Malfunzione (PWO) Trombosi venosa Danno intimale, erosione/perforazione parete venosa Migrazione della punta Malposizioni “basse”(Atrio dx, Ventricolo dx o v. Sovra-epatiche): Aritmie Lesioni cavità cardiache Disfunzioni o lesioni della tricuspide Trombosi
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Classificazione delle Malposizioni
Primarie: al momento dell’impianto Secondarie: migrazione spontanea della punta del catetere in tempi successivi all’impianto
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Classificazione delle malposizioni “primarie”
Punta in giugulare/succlavia omolaterale,“ malposizioni alte”: da mancato ingresso del catetere in v. anonima Punta in v. anonima/giugulare/succlavia controlaterale, “malposizioni basse”: mancato ingresso del catetere in V.Cava Superiore Catetere “corto”( punta catere 1/3 medio o 1/3 superiore della VCS) Catetere “lungo” (punta 1/3 medio o 1/3 inferiore Atrio Dx, Ventricolo Dx, V.sovraepatiche o in V. Cava inferiore) Punta catetere in vasi venosi secondari o anomali (azygos, emiazygos,v.soprascapolari, etc) assai rare
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Incidenza malposizioni “primarie”
Varia dal 2% al 30% Variabilità legata a: - tecnica di impianto - criteri di definizione e di verifica della malposizione Venipunture brachiali o sottoclaveari sono a maggior rischio di malposizione Venipunture sopraclaveari non riducono il rischio di catetere troppo lungo o troppo corto
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Metodi di controllo intraprocedurali
-Metodo radiologico: Fluoroscopia intraoperatoria e/o radiografia intraoperatoria -Metodo ecocardiografico : Eco standard o trans-esofageo -Metodo elettrocardiografico
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Metodo radiologico Considerato il “gold standard” ma:
Radioesposizione di Paziente e Staff Costi elevati Problemi logistici (disponibilità di apparecchiature e Tecnico Rx) Possibili errori di interpretazione dell’immagine radiologica (parallasse) Variabilità della posizione della punta secondo la posizione del Pz. (pos. Ortostatica vs posizione Supina vs Trendelemburg
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Bronco Principale Destro
Metodo radiologico Giunzione VCS – AD 2 cm sotto il Bronco Principale Destro
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Metodo ecografico Non è una metodica standardizzata per valutare la posizione della punta del catetere L’ecocardiografia transparietale richiede specifico “Know how “da parte operatore, può essere indaginosa (utilizzo contrasto) L’ecocardiografia trans-esofagea è il metodo più accurato ma eccessivamente invasivo
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Metodo ECG Vantaggi: Innocuo, rapido, economico, facile da eseguire ed apprendere Controllo intraprocedurale Evita i costi e i rischi della fluoroscopia Svantaggi: Inadeguata standardizzazione della metodica Persistenza di venipunture ” blind” sottoclaveari che obbligano a controllo radiologico per ev. complicanze pleuropolmonari ( linee guida ASPEN e SINPE considerano indispensabile il controllo radiologico solo se si è usata tecnica di impianto che comporta rischio PNX e se la posizione della punta del catetere non è stata verificata con altri metodi)
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Metodo ECG Sfrutta l’utilizzo del catetere stesso come
elettrodo intracavitario con 2 metodiche: Guida metallica inserita all’interno del catetere Colonna di liquido (sol. Fisiologica) contenuta nel catetere
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Obiettivi dello Studio
Verificare l’efficacia del metodo ECG per il posizionamento dei cateteri venosi centrali nell’adulto Fattibilità del metodo e standardizzazione della metodica applicata a : - Accessi venosi centrali non tunnellizzati a breve-medio termine (venipuntura centrale diretta) - Accessi venosi centrali a inserzione periferica (PICC) inseriti mediante venipuntura al braccio - Accessi venosi centrali a lungo termine: cateteri tunnellizzati e sistemi totalmente impiantabili tipo port (venipuntura centrale diretta) Sicurezza del metodo (potenziale rischio aritmogeno) Accuratezza del metodo (controllo standard Rx torace post-procedura : incidenza malposizioni e congruità tra posizione stimata e controllo)
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Tipo di Studio STUDIO PROSPETTICO MULTICENTRICO NON CONTROLLATO
Suddiviso in 3 sottoprotocolli: CVC a breve-medio termine non tunnellizzati Accessi centrali ad inserzione brachiale Accessi a lungo termine
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