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PubblicatoShort form of italian names ending with Modificato 11 anni fa
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Caratteri generali Courbet Arti figurative Millet Cinematografia Europa Europa Letteratura Inghilterra
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Caratteri generali Caratteri generali Courbet Vita Vita Opere Arti figurative Millet Vita Opere Rossellini Biografia “Il messia” Visconti Biografia “Il gattopardo” Cinematografia De Sica Biografia “Piccoli miracoli” De Santis Biografia “Giorni di gloria” Zavattini Biografia “Ladri di biciclette” Flaubert Europa Stendhal Letteratura Dickens Inghilterra Hardy
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CARATTERI GENERALI L’Europa della seconda metà del secolo XIX fu caratterizzata da una crescita in tutti i settori dell’economia e del lavoro con nascita di industrie e tecnologie. Mutarono le condizioni degli artisti e si svilupparono nuove tecniche come la fotografia (1840) che ebbe rapporti difficili con la pittura. Sottrasse occasioni di lavoro ai pittori, fornendo prodotti meno costosi e riscuotendo un grande successo. Gli artisti però iniziarono a sfruttarla utilizzandola per raffigurare soggetti poi inseriti in composizioni più ampie. L’unica classe sociale a trarre beneficio da questo sviluppo fu la borghesia, infatti dopo il 1848,a causa dei salari bassissimi e delle condizioni di lavoro disumane a cui erano sottoposti gli operai, ci furono continue e violente sommosse popolari in tutta Europa. Di fronte a una situazione del genere gli artisti non potevano più rifugiarsi nell’arte del romanticismo. Così, dalla corrente filosofica del positivismo, nacque il realismo con l’obbiettivo di togliere la realtà sociale e di rappresentarla nuda e cruda. Il compito dell’artista era quello di riportare in modo scientifico le caratteristiche del mondo che lo circondavano, senza nessun coinvolgimento emotivo. Il realismo, si affermò nel 1855, anno in cui il pittore Courbet definì i suoi ideali artistici in un opuscolo scritto in occasione dell’Esposizione Universale da Parigi. La poetica realistica esprimeva il dilatarsi dell’interesse degli storici verso i problemi della società moderna. Infatti storici scrittori invitavano a vedere gli uomini nelle loro officine, negli uffici, nei campi, nelle loro usanze e tradizioni.
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GUSTAVE COURBET Gustave Courbet ( ) è il pittore francese che per primo usò il realismo pittorico in funzione polemica nei confronti della società del tempo. La sua attività di artista iniziò intorno al 1840 a Parigi con opere di ispirazione romantica. La svolta realista avvenne intorno al 1848 anno in cui, con la rivoluzione di febbraio, la Francia proclamò la seconda repubblica. Da quel momento Courbet iniziò a realizzare quadri di grandi dimensioni con figure monumentali ma che rappresentavano persone comuni prese in situazioni del tutto ordinarie. Capolavoro di questo periodo è il «Funerale a Ornans». In questa tela il funerale viene presentato con una fedeltà fotografica tale da rendere la scena, sul piano estetico, decisamente brutta. Sempre di questo periodo è la tela raffigurante «Gli spaccapietre», anch’essa di taglio fotografico e monumentale. Sintetizzano il pensiero di Courbet sull’arte queste sue affermazioni: "Ho studiato l’arte degli antichi e quella dei moderni. Non ho voluto né imitare gli uni, né copiare gli altri. Ho voluto essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio modo di vedere; fare dell’arte viva, questo è il mio scopo". Fondamentali, nella formazione culturale di Courbet, furono il poeta Baudelaire e il filosofo anarchico Proudhon. Il primo gli diede gli elementi polemici nei confronti del sentimentalismo romantico; il secondo gli fornì l’ispirazione politica della sua poetica. Ma non meno importanti, nella sua formazione di artista, risultarono gli studi effettuati sui pittori olandesi del Seicento, tra cui Rembrandt, la cui «Ronda di notte» è uno dei precedenti più significativi per il taglio compositivo dei quadri di Courbet. La sua pittura suscitò notevole scandalo tanto che le sue opere furono sempre rifiutate dai Salon. Egli, polemicamente, nel 1855 le espose in una capanna precaria che chiamò «Il padiglione del realismo». Del 1855 è un’altra delle sue tele più famose: «L’atelier». Del 1857 è il quadro «Le fanciulle in riva alla Senna» in cui due ragazze di vita vengono ritratte in una posa di stanca rilassatezza, in riva al fiume, protette dall’ombra bassa di un albero. Nel 1870 il pittore partecipò all’esperienza della Comune di Parigi e per questo motivo, nel 1873, fu arrestato e condannato a sei mesi di prigione. Si rifugiò in Svizzera dove morì del 1877.
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JEAN-FRANCOIS MILLET Fu il primo degli otto figli di una coppia di piccoli contadini, molto religiosi. La povertà della famiglia non gli consentì di ricevere un’istruzione di primo livello, ma un suo prozio prete gli fece leggere, oltre la Bibbia, anche un po’ di latino. Avendo dimostrato di essere predisposto al disegno, all’età di diciannove anni cominciò a prendere lezioni di pittura e disegno cambiando vari maestri, ma continuando ad aiutare la famiglia. Suo padre morì nel 1837, lo stesso anno in cui ricevette una borsa di studio che gli consentì di recarsi a Parigi per frequentare l’E’cole des Beaux-arts. nel 1847 espose al Salon di Parigi. Ottenne ancora maggior successo l’anno dopo con il vagliatore. Millet si dedicò ai ritratti, che gli permettevano di guadagnare, tentò anche un genere che richiamava il rococò e rappresentò scene mitologiche e allegoriche, con scene campestri spensierate. Inoltre si cimentò con le incisioni. In seguito si dedicò alla rappresentazione di scene riguardanti la vita contadina in cui i protagonisti, contadini o persone delle classi più umili, sono ritratti con una grande dignità E forza d’animo.
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ROBERTO ROSSELLINI È stato uno dei più importanti registi della storia del cinema italiano, che ha contribuito a rendere noto al mondo con film come Roma città aperta nato in una famiglia borghese di Roma (il fratello Renzo è stato a sua volta un noto compositore di musiche per il cinema ed autore di opere liriche), visse in via Ludovisi, dove si trovava il primo hotel in cui risiedette Benito Mussolini, nel 1922, quando il Fascismo prese il potere. Il padre di Rossellini costruì la prima sala cinematografica di Roma (in pratica, un teatro nel quale si potevano proiettare film), garantendo a Roberto un accesso illimitato; Rossellini iniziò a frequentare il cinema in giovanissima età. Quando suo padre morì, lavorò come rumorista, e per un certo periodo sperimentò tutti i lavori accessori legati alla creazione dei film, guadagnandosi la competenza in ogni campo. Nel 1936 sposò Marcella de Marchis, scenografa e costumista, con la quale collaborò a lungo anche dopo la rottura del matrimonio. Da questa unione nacque nel 1941 il figlio Renzo jr. Nel 1938 realizzò il suo primo documentario, Prélude à l'aprés-midi d'un faune. Dopo questa uscita, venne chiamato ad assistere Goffredo Alessandrini nella realizzazione di Luciano serra pilota, uno dei film italiani di maggior successo della prima metà del XX secolo. Nel 1940 venne chiamato ad assistere Francesco de Robertis in Uomini sul fondo. La sua stretta amicizia con Vittorio Mussolini, figlio del Duce e responsabile per il cinema, è stata interpretata come una ragione possibile del perché venne preferito ad altri apprendisti. Da segnalare 'Fantasia sottomarina' il corto sperimentale girato nel 1939 per la Genepesca utilizzando solo due acquari nella sua casa di Ladispoli.
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FLAUBERT Quando uscì Madame Bovary, la ricostruzione attenta e spietata della realtà, l'osservazione minuziosa dell'ambiente e dei costumi sociali fecero sì che Flaubert venisse salutato come il maestro del realismo, o addirittura il capofila del nascente naturalismo scientifico. Tuttavia l'impersonalità di Flaubert è diversa dall'oggettività scientifica del naturalismo. In lui mancano i presupposti ideologici del naturalismo, quali la volontà di rappresentare la vita delle classi inferiori e una qualsiasi motivazione d'ordine politico. La sua precisione, il suo distacco, la stessa volontà di documentazione sono al servizio di un'idea di letteratura vicina a quella parnassiana dell'arte per l'arte. Inoltre il suo realismo si applica spesso all'immaginario: sogni, allucinazioni, speranze. In questo senso appare esemplare La tentazione di sant'Antonio, in cui la vicenda si riduce a una serie di visioni, tratte dalle infinite dispute teologiche, dalle eresie e dalla mitologia. Frutto di venticinque anni di lavoro, il libro può essere considerato la summa del "realismo" di Flaubert, una discesa nell'inferno del cuore umano, senza altra bussola che quella penna adoperata, ha scritto Sainte-Beuve, "come un bisturi". Il suo realismo non conosce ambiti privilegiati in cui esercitarsi. Da cupe e sanguinarie storie medievali come La leggenda di san Giuliano l'Ospitaliere, passa senza soluzione di continuità al breve racconto di Un cuore semplice, in cui la storia della serva umile e fedele allude all'ultima desolata constatazione dello scrittore: solo l'uomo limitato, stupido, è capace di essere integralmente buono.
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