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PubblicatoGianni Giglio Modificato 10 anni fa
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APPROCCIO INTEGRATO INFORMAZIONI Lattenzione è qui focalizzata sulleconomia reale, ossia sulle prospettive del soggetto che muove lo sviluppo: LIMPRESA Uno dei punti di forza delle informazioni di fonte camerale sta nellapprofondimento della dimensione territoriale (regionale, provinciale, distrettuale) dei fenomeni economici e, soprattutto, nella capacità di cogliere le interdipendenze tra imprese e territori La complessità e larticolazione dei percorsi evolutivi delle economie locali impone inoltre ladozione di un approccio integrato alle informazioni, sia quelle riferite al soggetto impresa, sia quelle relative al contesto territoriale in cui è inserita
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S TRUTTURA Quasi 37.000 imprese registrate Saldo iscrizioni/cessazioni attivo da 6 anni Particolarmente dinamica la componente extra-agricola Ricomposizione della struttura attorno a forma societaria: + 6,4% società di capitale contro +0,6% del totale archivio nel 2002 Settori più in vista: costruzioni, pubblici esercizi, servizi alle imprese Bene anche lartigianato: +1,5% le imprese in un anno molto difficile contro +1,2% della Toscana
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Occupazione in crescita dal 97 al 99: +5,7%in provincia di Arezzo +2,9%in Toscana+4,6%in Italia Peso significativo del settore manifatturiero 54,8%degli occupati in imprese fino a 9 addetti 81,8%degli occupati in imprese fino a 49 addetti Nelle imprese sotto i 50 addetti lavorano il 79,7%degli occupati in Toscana 69,4% degli occupati nazionali
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I forti movimenti di ristrutturazione imprenditoriale e accorpamento societario fanno sì che le imprese effettivamente nuove si fermino al 55,3% delle iscritte, quando il dato nazionale tocca il 58%, anche se la Toscana si ferma al 54,7% Rappresentano il 29,4% dei nuovi imprenditori, valore in linea con lo standard nazionale (29,8%) e vicino al dato regionale (30,3%) I giovani sotto i 35 anni si fermano poco oltre il 50%, una quota inferiore al livello nazionale. Lapproccio più meditato allo status imprenditoriale paga tuttavia in termini di durata delle iniziative e di bassa mortalità
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Nel 2001 il VALORE AGGIUNTO supera 6.500 milioni di euro 2% agricoltura 35% manifatturiero-edile 63% servizi Variazione 2001/2000 Arezzo + 6,6% Toscana + 4,8% Italia + 4,8%
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Variazione 2001/1995 VALORE AGGIUNTO Arezzo + 33,5% Toscana + 33,3% Italia + 30,0% Arezzo passa dal 47° al 44° posto della graduatoria del reddito pro-capite con 20.113,3 ed indice 107,0 su Italia
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Significativa dinamica in provincia dal 98 al 2001 43,5% Arezzo33,1% Toscana30,8% Italia Le sofferenze su impieghi appaiono in rapida discesa e si posizionano al 3,1% nel 2001 a fronte di 3,3% della Toscana e di 4,7% dellItalia. Il credito aretino è dunque di ottima qualità, anche se i costi non sembrano conseguenti secondo linformazione che vedremo sugli oneri finanziari delle imprese Va invece compreso il motivo della stasi dei depositi +0,01% Arezzo+2,2% Toscana+8,7% Italia che mette un po in discussione un tradizionale punto di forza dellarea
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ARETINIPIU PRODUTTORI CHE CONSUMATORI I consumi pro-capite si collocano sulla media nazionale La composizione tra consumi alimentari e non tende ad assimilarsi a quella delle aree meno ricche del paese, con il peso significativo dei beni alimentari La dinamica dal 1998 al 2000 supera il valore nazionale + 11,2%contro+ 10,7%ma rimane al di sotto della variazione regionale + 11,5%
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COMPETITIVITA Il ROI si colloca stabilmente al di sopra del 5% in provincia di Arezzo dal 1997 al 2000. Il settore di punta è rappresentato dalle attività manifatturiere, seguite dal commercio La redditività delle imprese aretine supera nellintero periodo i parametri regionali e nazionali. Si osserva una certa staticità dellindice ROI nellultimo biennio che annulla il vantaggio sul riferimento Italia nel 2000
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Il valore aggiunto per addetto raggiunge nel 2000 48.000 nel sistema Italia e si ferma a 43.900 in Toscana Arezzo appare attardata con 35.900 ed un divario di circa il 27% dallo standard nazionale sia nel mani- fatturiero che nei servizi. La prevalenza delle piccole organizzazioni aziendali e la specializzazione in attività a bassa intensità di capitale possono fornire due elementi di spiegazione. Può giocare anche la tendenza a creare occupazione tradizionale
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Le imprese toscane, in parte anche in conseguenza della loro capitalizzazione, sono gravate da oneri finanziari notevolmente più pesanti rispetto alle medie del sistema Non fanno eccezione le società aretine che nel periodo dal 1997 al 2000 sopportano da uno a due punti percen- tuali in più di oneri finanziari sul valore aggiunto Ciò pone alcuni interrogativi sul mercato del credito, che non sembra premiare laffidabilità delle imprese aretine
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RETI DI IMPRESE Il fenomeno è ben radicato in provincia e riguarda il 22,1% delle società di capitale. Le quote regionale (22,7%), del centro Italia (22,5%) e nazionale (24,6%) non sono lontane I settori di punta sono rappresentati da agricoltura, moda e metalmeccanica (comprensiva del settore orafo) dove si superano i valori di riferimento E un sistema di piccola e media impresa a forte caratterizzazione familiare con elevata incidenza di capogruppo rappresentate da persone fisiche. Prevale la dimensione interna: è fortissima la maggioranza dei leader localizzati in provincia
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AREZZO partecipa in misura significativa: ai FLUSSI DI ATTRAZIONE Misurati sui dipendenti di U.L. di imprese con sede fuori del territorio (13,4%) ai FLUSSI DI DELOCALIZZAZIONE Calcolati sui dipendenti in U.L. fuori provincia di imprese con sede nel territorio (7,1%) Ci sono significativi punti di contatto, oltre che con gli altri distretti della Toscana, con le aree del Nord-est a forte connotazione distrettuale pur non raggiungendo nei due casi valori di eccellenza.
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AREZZO ha una presenza dignitosa e crescente nel campo dei brevetti per invenzioni modelli ornamentali modelli di utilità Cè una vera escalation dei marchi: da 5,8% a 9,3% su Toscana, da 0,37% a 0,62% su Italia, che testimonia una positiva attenzione alla commercializzazione
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Il VERO PUNTO DI DEBOLEZZA DELLAREA ARETINA è rappresentato dalle INFRASTRUTTURE Lindice di dotazione nel 1999 è l82,4% della media Italia, rispetto ad un valore regionale di 114,7% Nel corso degli ultimi dieci anni non cè stata una tendenza al recupero. Al contrario il tasso di crescita locale si è posizionato al di sotto dei valori della Toscana e dellItalia Sembra operare una forte discriminante geografica: soltanto Siena e Grosseto condividono con Arezzo questo problema in ambito regionale
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CONGIUNTURA Elaborazione indagine settore manifatturiero Nel 2002 Arezzo -2,3% Toscana -1,7% Campione allargato alla micro-impresa - 2,7% Settore MODA: Arezzo va meglio della Toscana Dato rilevato dallIstat per lItalia: -2,7%
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FATTURATO IMPRESE ARTIGIANE Toscana Totale - 3,3% Manifatturiero - 5,2% Distretti - 4,4% Arezzo Totale - 5,3% Manifatturiero - 6,4% OCCUPAZIONE E tuttavia in crescita grazie allandamento del secondo semestre
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INDICE DELLE VENDITE AL DETTAGLIO In Toscana significativa contrazione da + 3,3% del 2001 a + 1,7%del 2002 E un dato simile a quello nazionale anche se il 2° semestre si è rivelato localmente più lento Vengono dunque confermate le percezioni di staticità manifestate dagli operatori aretini
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EXPORT Ad Arezzo si conferma un trend decisamente positivo Variazione a valori correnti dal 1992 al 2002 + 209,1% Arezzo + 128,5% Toscana+ 121,1% Italia Straordinario grado di apertura al commercio estero 49,3% Arezzo 28,9% Toscana 24,0% Italia Il 2002 è tuttavia un anno difficile: la variazione totale è - 5,1% Arezzo - 4,5% Toscana - 2,8% Italia Mentre per il solo settore orafo-argentiero è - 7,7% Arezzo- 7,8% Italia Prezzo metalli preziosi + 8,4%
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EXPORT Prodotti diversi dalloreficeria - 2,3% Arezzo - 4,2% Toscana - 2,7% Italia Moda - 5,5% Arezzo - 11,7% Toscana - 6,1% Italia Meccanica Lieve crescita che migliora il dato nazionale ma rimane al di sotto di quello regionale
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CONCLUSIONI Sono emersi problemi nel settore manifatturiero e nellartigianato. Il commercio è risultato statico. Landamento positivo dellagricoltura, delledilizia, dei servizi allimpresa, del turismo e dei servizi alla persona dovrebbe portare il valore aggiunto locale in linea con quello regionale la cui crescita è attualmente stimata allo 0,6% Non è un risultato disprezzabile visto lelevato coeffi- ciente di rischio determinato dalla specializzazione aretina in rapporto alla congiuntura internazionale
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PREVISIONI AL 2005 Il PIL toscano è in linea con quello nazionale e con quello delle regioni sviluppate, con un piccolo margine favorevole, ma tenderà a rallentare la dinamica occupazionale Arezzo viene stimata nel prossimo triennio in posizione vicina alla crescita media del valore aggiunto: + 1,7% a fronte di + 1,8%. E previsto un rallentamento partico- larmente vistoso della crescita occupazionale
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