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PubblicatoLothario Ricciardi Modificato 10 anni fa
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Istituto Comprensivo Statale “G. Camozzi” Bergamo
Ricerca sul tema: “Nord e sud del mondo” Francesca Arioli Classe 3a B Istituto Comprensivo Statale “G. Camozzi” Bergamo
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Il sottosviluppo 1- Definizione 2- Sottosviluppo civile e sociale
2.1- PIL 2.2- ISU 2.3- Ruolo delle donne 2.4- Guerra 2.5- Acqua 2.6- Sanità 3- Cause 3.1- Mancanza di materie prime 3.2- Colonialismo 3.3- Neocolonialismo 3.4- Sovrappopolazione 4-Conseguenze 4.1- Debito internazionale 4.2- Microprestiti 4.3- Scambio ineguale 4.4- Circolo vizioso della povertà 4.5- Aiuti e Organizzazioni Non Governative 5- Possibili soluzioni 5.1- Modelli di sviluppo 6- Sviluppo sostenibile
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Definizione Gli squilibri tra nord e sud del mondo consistono nelle differenze nella produzione di ricchezza. In base al livello del reddito, i paesi possono essere divisi in: Paesi sviluppati Paesi in via di sviluppo Paesi sottosviluppati del terzo mondo Paesi sottosviluppati del quarto mondo La maggior parte delle nazioni sottosviluppate si trova nell’emisfero sud.
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Sottosviluppo civile e sociale: Prodotto Interno Lordo
Tra gli indicatori che gli studiosi hanno elaborato per indicare i progressi compiuti da una nazione il più comune è il PIL (Prodotto Interno Lordo). Questo dato ha forti limiti perché in un paese la ricchezza non è mai divisa in modo uniforme e spesso è in mano a poche persone.
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Sottosviluppo civile e sociale: Indice di Sviluppo Umano
Per determinare il livello di sviluppo di un paese è stato messo a punto l’ISU (Indice di Sviluppo Umano) che tiene conto delle condizioni di vita dei cittadini in una nazione. ISU alto ISU medio-basso ISU medio-alto ISU basso
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Sottosviluppo civile e sociale: ruolo delle donne
Nel nord del mondo le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, mentre in altri contesti questo è ancora un obiettivo da raggiungere. E’ stato osservato che dove le donne hanno ricevuto un’istruzione le condizioni di vita sono migliorate e la natalità è diminuita.
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Sviluppo civile e sociale: guerra
USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna controllano l’86% dell’esportazione di armi. Nel 2005 più di un milione di africani sono morti in guerra. Nonostante le crisi finanziarie, gli stati sottosviluppati spendono tantissimi soldi per l’acquisto di armamenti. Attualmente esistono nel mondo circa bambini-soldato.
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Sviluppo civile e sociale: acqua
Alcuni studiosi ritengono che il XXI secolo sarà il secolo delle guerre per l’acqua. L’acqua usata da oltre 3 miliardi di persone è malsana. Se nel nord ogni individuo dispone di 150 litri d’acqua al giorno, nel terzo mondo questa quantità è diminuita del 70% rispetto al 1970.
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Sviluppo civile e sociale: sanità
Nel 2005, cinque milioni di africani sono morti a causa di malattie perfettamente curabili nel nord del mondo. Ogni giorno 6000 giovani africani diventano sieropositivi. Sono circa 14 milioni gli orfani di Aids.
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Cause: mancanza di materie prime
In base a ciò distinguiamo due posizioni: i paesi del terzo mondo hanno le materie prime ma non le industrie, mentre le nazioni senza risorse sono state denominate “quarto mondo”. In molti casi però le miniere e i giacimenti sono nelle mani di multinazionali del nord del mondo. Il controllo dei giacimenti di petrolio del Tibet è una delle cause che hanno portato ai recenti conflitti nel Sud-est asiatico.
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Cause: colonialismo La quasi totalità dei paesi sottosviluppati è costituita da ex-colonie portoghesi, spagnole, francesi, olandesi, belghe e inglesi. I paesi colonizzatori si impossessavano delle risorse delle colonie e reinvestivano nella madrepatria i profitti ottenuti. Le colonie europee erano obbligate a produrre prodotti necessari ai paesi europei.
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Cause: neocolonialismo
Negli anni ‘50 e ‘60 si avviò il processo di decolonizzazone. I paesi sottosviluppati continuano a ricorrere alla tecnologia e ai capitali dei paesi sviluppati. Con il neocolonialismo i paesi sottosviluppati continuano a dipendere economicamente dai paesi sviluppati.
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Cause: sovrappopolazione
La distribuzione della popolazione sul nostro pianeta non è omogenea. Nel 2005 il 36% della popolazione mondiale era concentrata in Cina e India, mentre gli Stati Uniti rappresentavano solo il 4%. L’incremento demografico nel terzo mondo deriva dall’aumento della natalità e dalla diminuzione della mortalità infantile.
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Conseguenze: debito internazionale
Nel corso degli anni, i paesi sottosviluppati, e molti paesi in via di sviluppo si sono indebitati con i paesi ricchi. Il debito del terzo mondo ha raggiunto proporzioni vertiginose ed è difficile da quantificare. Siamo nell’ordine di centinaia di miliardi di $ USA. Spesso i paesi del terzo mondo utilizzano i ricavi delle esportazioni per rimborsare i prestiti e il debito aumenta continuamente a causa degli interessi che alimentano la spirale del sottosviluppo. I paesi poveri si indebitano e in seguito devono indebitarsi ancora per pagare quegli interessi.
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Conseguenze: microcrediti
Muhammad Yunus (premio nobel per l’economia) ha avviato un’attività di microcrediti che consiste nel prestare pochi dollari a persone estremamente povere (molto spesso donne) per permetter loro di avviare un’attività. E’ stata fondata la Grameen Bank, oggi diffusa in 57 paesi in cui 70 milioni di persone (di cui 50 milioni poverissime) beneficiano di microprestiti. Nell’arco di dieci anni la metà dei suoi clienti è riuscita a superare la soglia di povertà, avviando piccole attività produttive e commerciali.
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Conseguenze: scambio ineguale
I paesi del terzo mondo esportano soprattutto prodotti agricoli e minerari e importano manufatti industriali dal nord del mondo. Negli ultimi decenni il prezzo dei prodotti industriali è aumentato più rapidamente di quello delle materie prime esportate, e questo ha penalizzato il terzo mondo. Lo scambio ineguale è dovuto a più fattori: I paesi sviluppati alzano il costo dei prodotti industriali e fanno abbassare quello delle materie prime Si hanno notevoli oscillazioni dei prezzi agricoli nel terzo mondo a causa del basso sviluppo tecnologico I prodotti sintetici del nord stanno sostituendo quelli naturali del sud
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POVERTA' Conseguenze: circolo vizioso della povertà
Il circolo vizioso della povertà è uno dei maggiori ostacoli all’aumento della capacità produttiva e, quindi, allo sviluppo del terzo mondo. INVESTIMENTI INSUFFICIENTI BASSO LIVELLO TECNOLOGICO SCARSO RISPARMIO POVERTA' BASSA PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO BASSO REDDITO PRO CAPITE RIDOTTA PRODUZIONE TOTALE
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Conseguenze: aiuti e ONG
Nel 2004 gli aiuti dei paesi ricchi all’Africa hanno superato i 17 miliardi di dollari. Agli stati del nord conviene aiutare quelli del sud poiché essi trovano una valvola di sfogo per la loro produzione industriale. In questi casi per ogni dollaro donato, i paesi ricchi ne ricavano tre. Le Organizzazioni Non Governative sono associazioni di volontariato nate in tutto il mondo per aiutare i paesi in difficoltà. Le ONG raggiungono risultati significativi perché sono svincolate dai programmi statali e più attente ai bisogni delle realtà locali.
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Possibili soluzioni Per avviare lo sviluppo bisogna: Creare un’efficace rete d’infrastrutture. Superare lo scambio ineguale aumentando i prezzi delle materie prime esportate dai paesi del sud del mondo. Rimuovere i sussidi all’agricoltura del nord per favorire le esportazioni di quella del sud. Intensificare le agevolazioni per ridurre l’indebitamento dei paesi sottosviluppati. Finanziare il settore agricolo in modo da renderlo competitivo. Attuare politiche di “Bottom up”.
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Possibili soluzioni: modelli di sviluppo
Quando si decise a quale settore dare maggiore impulso, si distinsero due diversi orientamenti: Argentina, Brasile, Messico e alcuni paesi africani adottarono il “modello sudamericano” che orientava la produzione verso il mercato interno. I paesi del sud-est asiatico adottarono il “modello asiatico” che basava la produzione, soprattutto manifatturiera, sull’esportazione.
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Lo sviluppo sostenibile
Si ha lo sviluppo sostenibile quando la crescita economica è in armonia con il funzionamento dei progressi ecologici. Nasce negli anni ’70 quando comincia ad affermarsi l’esigenza di una crescita economica che non comprometta l’ambiente. Lo sviluppo sostenibile si basa su tre principi fondamentali: L’equità tra le generazioni presenti La conservazione delle risorse naturali Il rapporto biunivoco tra economia e ambiente
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