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Il metodo sperimentale

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Presentazione sul tema: "Il metodo sperimentale"— Transcript della presentazione:

1 Il metodo sperimentale

2 L’osservazione del fenomeno
I due obiettivi fondamentali della scienza sono: a) la spiegazione di un fenomeno; b) la previsione del fenomeno stesso. Una teoria è dotata di capacità esplicativa quando descrive analiticamente il fenomeno e consente di spiegarne le cause. Una teoria è predittiva quando indica le condizioni indispensabili per la riproduzione del fenomeno osservato.

3 La sperimentazione Sperimentare consiste nel variare gli elementi costitutivi di una situazione, allo scopo di provocare un fenomeno e misurarne l’evoluzione (Rossi, 1993). Lo sperimentatore costruisce situazioni che: permettono di raccogliere dati suscettibili di convalidare ipotesi, di confermare previsioni o, più generalmente, rispondere a quesiti. Solitamente l’esperimento è elaborato al fine di analizzare come si modificano le risposte variando le caratteristiche degli stimoli, le situazioni, i compiti oppure i soggetti.

4 La sperimentazione L’esperimento va distinto dall’inchiesta e dall’insieme dei metodi comparativi o quasi sperimentali nei quali il ricercatore controlla le variabili attraverso la scelta delle caratteristiche del campione e dell’organizzazione dei protocolli, ma non le manipola propriamente, sia perché: i campioni possibili non dipendono da lui, e/o tratta di fattori che sfuggono all'azione umana.

5 La prassi della ricerca

6 Il processo di ricerca identificazione del problema di ricerca;
Le fasi di questo percorso sono: identificazione del problema di ricerca; pianificazione del disegno sperimentale; fase delle osservazioni; fase delle analisi dei dati; fase dell'interpretazione dei dati; fase della comunicazione dei risultati.

7 I passi di un esperimento

8 LE VARIABILI Una sperimentazione consiste dunque nell’osservazione di variabili. Tutte le variabili vengono tenute costanti, mentre viene modificata solo la variabile indipendente. In questa maniera se avviene un cambiamento nel dato di nostro interesse (variabile dipendente), sarà dovuto alla variabile indipendente

9 Relazione di causa-effetto
Tra variabili indipendenti e variabili dipendenti viene spesso ipotizzata una relazione di tipo causale. Questa relazione causale non può essere dimostrata senza poter manipolare direttamente una delle due variabili.

10 In Psicologia la variabile indipendente è lo stimolo
La variabile indipendente è una variabile stimolo cioè un evento che ha un reale o potenziale effetto sulle risposte di un organismo. Queste risposte sono quindi le variabili dipendenti, dette in questo caso variabili risposta. Le variabili stimolo possono essere molto specifiche come un fascio di luce per un tempo controllato, ma anche generali, come l’habitat naturale in cui si osserva il comportamento di un animale o la classe in cui si studia il rendimento dei bambini.

11 ANALISI FATTORIALE Quando il controllo delle variabili che possono influenzare la variabile dipendente è irrealizzabile, si ricorre ai “piani fattoriali”: essi permettono di valutare l’effetto combinato di due o più variabili, chiamate fattori, quando vengono utilizzate contemporaneamente. L’informazione che si ottiene è più completa di quella ottenuta dagli esperimenti con una sola variabile sperimentale (indipendente), proprio perché permette di valutare le interazioni tra più variabili.

12 ANALISI FATTORIALE Per esempio, in un esperimento con maschi e femmine, il fattore “A” (sesso: A1 = maschi, A2 = femmine) viene definito “FRA I SOGGETTI” (“BETWEEN”); altri due fattori come il tipo di stimolo (B1 = visivo e B2 = acustico) e mano impiegata nella risposta agli stimoli (C1 = destra, C2 = destra) sono “ENTRO I SOGGETTI” (“WITHIN”). I fattori B e C sono “entro i soggetti” in quanto ogni soggetto si trova in ognuna delle loro possibili combinazioni. La suddivisione fra fattori “between” e “within” è importante poiché permette di stabilire quali dati sono ottenuti dallo stesso soggetto e quindi sono correlati tra loro.

13 ESAME DEL PROBLEMA Tra diversi tipi di terapia psicologica si possono distinguere quella individuale (per esempio la psicoanalisi di Freud), quella relazionale (terapia della famiglia), quella di gruppo (per esempio psicodramma). Le terapie di gruppo sono numerose, ma solo poche sono accettate dalla comunità scientifica. L’unico mezzo per entrare a far parte delle terapie tradizionali è provare la propria validità attraverso il metodo sperimentale.

14 ESAME DEL PROBLEMA Tra le terapie di gruppo, quelle ad alto coinvolgimento corporeo sono quelle che adottano, assieme alla comunicazione delle proprie problematiche attraverso la parola, esercizi di respirazione e rilassamento. Per esempio nello psicodramma il paziente “mette in azione”, “mette in scena” la propria vita, i suoi dubbi, i suoi blocchi, i suoi desideri, i suoi bisogni. L’elemento più Importante è il coinvolgimento del CORPO nella terapia.

15 OSSERVAZIONE In gruppi che hanno scelto una terapia psicologica ad alto coinvolgimento corporeo si può osservare la frequente presenza di blocchi e tensioni muscolari. Si esamina quindi la letteratura sull’argomento scelto: molti studiosi affermano che una postura riflette un atteggiamento psicologico. Per esempio, se una persona ha una determinata tensione muscolare (atteggiamento fisico), questa è collegata all’erezione psicologica (atteggiamento mentale) di una barriera nei confronti del mondo esterno.

16 Ipotesi La terapia (variabile indipendente) contribuisce all’abbassamento della tensione posturale (variabile dipendente)? Misurazione della tensione corporea del gruppo sperimentale rispetto ad un gruppo di controllo, allo scopo di: verificare se esiste una tensione maggiore nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo; per verificare se la tensione è diminuita nel gruppo sperimentale dopo il trattamento terapeutico.

17 Soggetti: Gruppo sperimentale: estratto casualmente da una lista di gruppi coinvolti in una terapia di gruppo ad alto coinvolgimento corporeo. L’indagine mira infatti a cogliere le peculiarità di un fenomeno collettivo facendo ricorso ad un CAMPIONE, cioè a un sottoinsieme opportunamente scelto della popolazione interessata. Il numero dei partecipanti è 12 Fascia d’età = tra i 35 ed i 45 anni. Sesso= 5 maschi e 7 femmine.

18 Errori Non esistono errori apportati dall’intervistatore (condizionamenti, errate registrazioni delle risposte). Non si può parlare di errore dell’intervistato nel senso di risposte menzognere o mancanza di memoria. Potrebbe essere presente però l’errata comprensione della domanda. Per quanto riguarda l’OSSERVAZIONE, l’errore dovuto allo strumento (domande mal formulate) dovrebbe essere raro. L’errore dovuto alle modalità di somministrazione non si è presentato poiché la somministrazione è avvenuta sempre con le stesse modalità. 

19 Strumenti Scelta dello strumento:
Test di percezione della tensione posturale (Body Perception Test, di Ruggieri e Tosi, 1983). Il test è costituito da semplici istruzioni e da una figura umana suddivisa in quadranti e visibile anteriormente e posteriormente. Per ciascun quadrante il soggetto deve indicare il grado di intensità percepita (in quel momento) in 27 zone corporee.

20 Test di percezione della tensione posturale

21 Questionario sulla tensione posturale
Età ____ L’elenco che segue riporta in modo analitico le varie parti del corpo. Si sieda comodamente; legga con attenzione ogni termine e quantifichi l’intensità della tensione percepita in quel distretto con un punteggio da 0 a 10 scrivendolo direttamente sulla parte corrispondente della figura.

22 Questionario

23 Consegna Nel test il soggetto deve specificare:
il valore di intensità della tensione con un valore compreso tra 0 e 10. la percezione della tensione relativa all’insieme dei distretti corporei (nuca, fronte, ecc.) la localizzazione della tensione (destra e sinistra).

24 Procedura Affinché la procedura di somministrazione del test sia identica e ripetibile per tutti i soggetti del gruppo vengono precedentemente fissati: Luogo di somministrazione del test per esempio una sala appositamente predisposta dell’IPAE (Istituto di Antropologia Esistenziale e di Psicoterapia Analitica Esistenziale. Durata, per esempio circa 15 minuti; Modalità, ossia se avviene singolarmente o in gruppo. La somministrazione al gruppo di controllo avviene con le stesse modalità.

25 Compilazione del questionario

26 Elaborazione dei dati Si verifica se esiste una differenza nelle medie del gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. La media della variabile “nuca” varia nei soggetti del gruppo sperimentale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo?

27 I valori medi statistici: Media
Si definisce media aritmetica di n valori il numero che si ottiene dividendo la loro somma per n, ovvero il totale diviso il numero degli addendi. Per esempio se i valori sono 30 – 10 – 50, bisogna addizionare (=90) e dividere per 3 (30,10 e 50 sono 3 numeri) = la media è 30.

28 I VALORI MEDI STATISTICI LA MEDIANA
LA MEDIANA di un insieme di dati statistici, ordinati in senso crescente, è il dato che occupa la posizione centrale. Per esempio con i valori I II III I II III la mediana è 25.

29 I VALORI MEDI STATISTICI MODA
LA MODA è il dato che in una distribuzione statistica si presenta con la frequenza maggiore. Per esempio CLASSE FREQUENZA Femmine Maschi Totale La moda è “Femmine”.

30 VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE
I valori medi statistici ci permettono di ottenere un’unica misura riassuntiva dei dati, ma non ci dicono in che modo i dati sono distribuiti. Per esempio consideriamo due gruppi di allievi. Sebbene i due gruppi possano mostrare lo stesso livello medio di apprendimento, i due gruppi possiedono caratteristiche diverse.

31 VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE
Per esempio, consideriamo il numero di pasti consumati presso la mensa universitaria nell’arco di una settimana da tre gruppi di 10 studenti ciascuno: La media aritmetica non consente di cogliere le differenze tra le distribuzioni, ossia la VARIABILITA’.

32 VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE
In termini statistici la VARIABILITA’ è “la dispersione dei singoli dati di un insieme statistico rispetto a un valore medio assunto come riferimento”. Un indice di dispersione è la varianza: maggiore è la varianza, maggiore è il numero di valori lontani dalla media.

33 Analisi dei risultati L’esperimento ha dimostrato che le medie tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo sono differenti. Le differenze sono state individuate solo in alcune variabili: nuca, mandibola, zona intorno ombelico, zona sotto ombelico dx, Mandibola sx Le differenze riguardano i valori: nel gruppo sperimentale sono superiori a 5, nel gruppo di controllo inferiori a 5.

34 Immagine(media delle tensioni)

35 Conclusione Il gruppo sperimentale presenta una tensione maggiore rispetto al gruppo di controllo. Nella seconda somministrazione il gruppo sperimentale presenta una minore tensione muscolare. L’ipotesi risulta confermata.

36 ESERCIZI Uno studente universitario ha riportato negli esami del primo biennio le seguenti votazioni: Calcolane la media aritmetica. -Qual è la moda delle votazioni conseguite dallo studente dell’esercizio precedente? - Scrivi un insieme di 7 numeri aventi come media 15.


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