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Lo psicodramma.

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Presentazione sul tema: "Lo psicodramma."— Transcript della presentazione:

1 Lo psicodramma

2 ". E così io guarderò te con i tuoi occhi e tu guarderai me con i miei
(Moreno, 1914)

3 Moreno – il fondatore Jacob Levi Moreno nacque a Bucarest probabilmente nel 1889. Inizia a studiare prima filosofia, poi si laurea in medicina e due anni dopo inizia a praticare la psichiatria. I primi esperimenti di psicodramma vengono improvvisati con bambini e prostitute di un quartiere viennese. L’incertezza relativa alla sua nascita deriva dal fatto che egli apparteneva ad una famiglia ebrea sefardita venuta dalla Spagna attraverso la Turchia, il mar Nero ed il Danubio. I giovani genitori di Moreno non conoscevano le formalità cui adempiere, per cui egli non avrebbe avuto nazionalità se non con la successiva naturalizzazione americana, dopo aver vissuto a Bucarest e a Vienna, dove maturò la sua formazione culturale e professionale. A quel periodo risalgono i primi esperimenti di psicodramma improvvisato con i bambini e le prime esperienze di psicoterapia di gruppo con le prostitute di un quartiere viennese. L’ambiente culturale in cui Moreno realizza la sua prima formazione è la Vienna del primo ‘900, in cui spiccano singolari personalità che diedero vita al Circolo di Vienna (Wittgenstein, Carnap, e altri) che, come lui, si rifugeranno negli Usa. E’ nella stessa parola Psicodramma insito il concetto di Azione, infatti la parola psicodramma deriva dal latino psychè (anima) e drama (azione), l’azione contraddistingue lo psicodramma, il quale basandosi sull’azione e sul movimento, esprime un orientamento opposto a quello della passività e dell’immobilità che contraddistingue la seduta psicoanalitica. Va considerato che Moreno diffondeva il suo pensiero nella stessa Vienna degli anni venti in cui si diffondeva la psicoanalisi

4 Le influenze sul pensiero moreniano: il teatro greco
Il termine “catarsi” deriva dal greco e significa letteralmente “purificazione”. Il coro: esiste una partecipazione del gruppo a tutte le fasi dello psicodramma. Il dramma del teatro greco è un “dramma psicologico ed umano”. Il primo a parlare di catarsi, come risultato di un’azione drammatica, fu Aristotele, che nella Poetica, sottolineò come, caratteristica del dramma e della tragedia in particolare, fosse il fatto di suscitare forti emozioni nel pubblico. Secondo Aristotele, gli spettatori vivendo seppur in modo vicario, le emozioni e le passioni rappresentate dagli attori in scena avrebbero un grande coinvolgimento, Moreno va oltre, sostiene che la catarsi non è più affidata soltanto all’identificazione degli spettatori con gli attori che recitano un copione precostituito, non avviene cioè attraverso un’azione rappresentata da altri, ma implica un esperire attraverso un’azione giocata in prima persona e che abbia come contenuto il proprio materiale autobiografico, ne consegue che l’effetto catartico è prodotto sull’attore più che sugli spettatori e scaturisce dal fatto che si mettono in scena episodi reali. Il coro Se è vero che l’attore dello psicodramma è quello che trae beneficio immediatamente dallo psicodramma stesso, insostituibile è la funzione del gruppo, esiste infatti una partecipazione del gruppo a tutte le fasi dello psicodramma, partecipazione che culmina nella catarsi del gruppo, quando gli estranei nel pubblico espongono i sentimenti che hanno sperimentato durante la drammatizzazione. Il teatro greco tratta l’uomo che vive le angosce e le miserie della vita quotidiana. Teatro di Siracusa

5 Lo Psicodramma Lo psicodramma è una tecnica psicologica che consente alla persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse dimensioni della sua vita. Facilita lo sblocco di situazioni psicologiche cristallizzate e ripetitive, portando alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività. Lo psicodramma facilita, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività. Lo psicodramma facilita lo sblocco di situazioni psicologiche cristallizzate e ripetitive, la soluzione di problemi, portando al superamento di uno stato di crisi attraverso l'adozione di nuovi approcci e comportamenti nelle relazioni con gli altri. Il gruppo: L'autonomia del gruppo; L'esistenza di una struttura del gruppo e la conseguente necessità di conoscerla; Il problema della collettività: schemi di comportamento, ruoli e determinanti socioculturali influenzano la situazione indipendentemente dalle caratteristiche dei singoli individui; Nel gruppo c'è tendenza verso l'anonimato dei partecipanti, i confini tra i vari Io diventano più tenui, è il gruppo stesso che, nella sua globalità, diventa il più importante. RUOLO SOCIALE: nella vita di tutti i giorni ognuno vive relazioni sociali, confrontandosi con controruoli proposti dall'altro ed essendo ognuno controruolo per l'altro. Il ruolo psicodrammatico è un ruolo che può essere creato a piacimento nella situazione di semi-realtà della scena psicodrammatica. Nel regno dei ruoli psicodrammatici la situazione è fittizia, ma l'emozione è vera. I ruoli sociodrammatici esprimono le risonanze individuali del mondo socio/professionale, o di uno specifico gruppo sociale, nel loro esternarsi sulla scena nello spazio di semi-realtà. Nello psicodramma, i protagonisti sono chiamati a improvvisare il loro ruolo partendo da una situazione passata, presente o riguardante un possibile futuro. Tutto ciò nel presupposto implicito che il soggetto tenderà a proiettare nella rappresentazione la sua reale condizione psicologica, con le relative difficoltà, problemi di rapporto con persone, attrazioni e repulsioni

6 L'azione e la spontaneità
L'azione diventa elemento fondante e precursore del cambiamento, della relazione e dell'apprendimento. La dinamica “spontaneità” fa necessariamente parte del lavoro psicodrammatico. Il “qui e ora” è alla base della condivisione delle esperienze vissute dai partecipanti. L’azione = Implica un atteggiamento nei confronti delle esperienze e dei contenuti che privilegia l'esserci rispetto al racconto. Attività di riscaldamento (warming-up) e attività di gruppo = Attività di gruppo si usa per indicare tutte le esperienze strutturate di gruppo, svolte in condizioni di realtà o di semi-realtà, finalizzate ad un particolare obiettivo formativo o terapeutico. L'elemento caratterizzante è un contesto di conduzione dell'attività che privilegia il punto di vista dell'azione, quando possibile giocosa, quando necessario azione "di realtà" o azione drammatica, oppure azione volta alla strutturazione di contenuti teorico/operativi. Addestrarsi alla spontaneità: - migliorare il comportamento, - la capacità di orientamento verso la vita, - diventare più concreti e più saggi. Il Qui ed Ora, rappresenta un assunto imprenscindibile per il metodo moreniano, proprio perché l’azione e la spontaneità hanno un senso solo se si considera il preciso contesto nel quale lo psicodramma si realizza, poiché anche se la rappresentazione riguarda una situazione passata o l’anticipazione di un evento futuro, il focus dello psicodramma è incentrato sull’hinc et nunc, sull’attivazione della consapevolezza di ciò che si prova nel momento specifico in cui l’azione prende forma, si realizza. Si parte dal presupposto secondo cui l’apprendimento più reale è quello legato alla capacità di far emergere dei sentimenti via via che si presentano , più che nella rievocazione verbale del passato e nell’affiorare di sentimenti rimossi. Il qui ed ora è inoltre alla base di quella condivisione delle esperienze vissute dai partecipanti che costituisce la catarsi del gruppo.

7 I protagonisti Moreno prevedeva: lo psicodrammatista,
un palcoscenico (ovvero una scena dove si svolge l’azione), un protagonista della rappresentazione, un'équipe psicodrammatica, gli spettatori, con la stessa funzione del coro della tragedia greca. un'équipe psicodrammatica i cui componenti, denominati 'io ausiliari' avevano la funzione di recitare quelle parti  di cui il paziente poteva avere bisogno per presentare adeguatamente la propria situazione, dando corpo a persone reali dell'ambiente del paziente, o a figure simboliche. elementi: il palcoscenico, gli Io-ausiliari e l’uditorio. - Il palcoscenico, è lo spazio fornito al paziente per esprimere liberamente le proprie problematiche interiori. Il palcoscenico offre al paziente ciò che nella realtà gli è negato. ovvero la possibilità di liberarsi di qualsiasi ansia riacquistando l’equilibrio perduto; - gli IO Ausiliari (che possono essere altri pazienti o componenti dell'équipe psicodrammatica) che vengono scelti dal protagonista oppure dallo psicodrammatista, gli io -ausiliari hanno il compito di intervenire nel dramma per rappresentare ruoli significativi; - il Pubblico o auditorio, rappresentato dal resto del gruppo, ha la funzione di partecipare emotivamente, l’auditorio ha l’opportunità di intervenire quando lo ritiene giusto, può a sua volta aiutare il paziente , intervenendo commentando l’azione psicodrammatica o partecipandovi direttamente.

8 La tecnica: la scelta della storia da rappresentare
Tre soggetti raccontano una storia importante per il proprio mondo interiore vissuta nella vita reale (senza alcun riferimento ai soggetti presenti); Il gruppo, dopo aver ascoltato i tre racconti, sceglie quello che sarà rappresentato.

9 I ruoli Il conduttore – (la prof.ssa) definisce la trama; i ruoli degli attori, le scene e le regole: Se ci saranno inversione di ruolo; Se ci saranno cambi di attori; Se ci possono essere suggeritori. Il narratore – può essere o meno presente nella scena rappresentata; Gli attori – devono immedesimarsi nei personaggi definiti dal regista.

10 L'inversione di ruolo L'inversione di ruolo è la tecnica principale dello psicodramma, quella che esprime con maggiore evidenza sia l'importanza dell' Incontro autentico con l'altro, che l'autoconsapevolezza che deriva dalla possibilità di un decentramento percettivo.

11 Il doppio Il doppio è un membro del gruppo che, assumendo la stessa postura del protagonista e mettendosi al suo fianco (oppure ponendosi dietro di lui con un discreto contatto della mano sulla spalla), mette in parole i contenuti e le emozioni che ritiene che il protagonista stia provando La funzione di doppio viene attivata in vari momenti della sessione di psicodramma, quando un membro del gruppo ha l'opportunità di fermarsi e porre attenzione a ciò che gli sta passando dentro. Il doppio è la tecnica secondo cui un io - ausiliario si mette alle spalle del protagonista ed esprime ad alta voce i sentimenti che prova o immagina che il protagonista viva e a cui quest’ultimo non dà voce per svariati motivi, vuoi per timidezza, vuoi per mancanza di consapevolezza. Il doppio svolge al tempo stesso un’azione di chiarificazione e di sostegno al tempo stesso, spesso può bastare anche la vicinanza ed il calore di un io ausiliario, per permettere al protagonista una migliore comunicazione.

12 Lo specchio Consiste nel porre il protagonista fuori dalla scena, nella posizione di osservatore della scena stessa. La scena viene interpretata da un alter ego e da altri membri del gruppo, così che il protagonista possa ‘vedersi da fuori’. poi lo specchio, consiste nel far uscire di scena il protagonista il cui ruolo è giocato da un io-ausiliario, la cui funzione è quella di mostrare al protagonista in uno specchio come gli altri lo vedono, infatti l’io-ausiliario che fa da specchio ha il compito di far vedere parti nascoste del protagonista, deve attenersi strettamente al comportamento ed ai sentimenti che il protagonista suole mostrare nella vita reale, l’obiettivo è quello do provocare nel protagonista una reazione nel momento in cui riesce a vedersi come gli altri lo vedono, ancora altra tecnica spesso utilizzata è il rovesciamento dei ruoli, si applica quando il drammatista ritiene che il protagonista, profondamente implicato in un rapporto duale, trarrebbe giovamento dal calarsi in modo nuovo nella situazione, vale a dire assumendo come proprio il ruolo della persona con cui è in conflitto.

13 Il coinvolgimento del gruppo
Il gruppo offre il proprio feedback, esprimendo reazioni individuali e di gruppo suscitate dall’azione psicodrammatica. Alla fine della rappresentazione il gruppo discute: sui contenuti emersi e sugli stati d’animo sia dei partecipanti che di coloro che hanno assistito. Nella terza ed ultima fase dello psicodramma, si passa al coinvolgimento dell’auditorio, a termine dell’azione, quando il protagonista e coloro che hanno preso parte al gioco drammatico esprimono ciò che hanno sentito, si arriva al momento del feedback dell’uditorio che si esprime le reazioni individuali e di gruppo suscitate dall’azione psicodrammatica, Nel momento in cui si esprime il gruppo che ha fatto da pubblico si arriva al momento in cui si realizza la sintesi di catarsi individuale e di catarsi di gruppo. C’è uno sfalsamento temporale tra la catarsi del protagonista e quella del gruppo, perché mentre il soggetto è all’acme della propria spontaneità, il gruppo comincia appena a liberare la propria spontaneità, questo è un momento molto particolare perché vi è la condivisione delle esperienze vissute tra i membri del gruppo. Il gruppo quindi dimostra attraverso l’espressione non giudicante delle emozioni provate durante l’azione, tangibilmente di aver beneficiato dell’azione stessa. La seduta di psicodramma si conclude con un discorso al gruppo. il gruppo aveva preparato e scelto un tema, offerto la sua collaborazione per la rappresentazione e infine, in questa ultima importante fase, permette un feed-back indispensabile di quanto emotivamente avvenuto, possiamo dire che il ruolo dello psicodrammatista è complesso e diversificato in quanto è al tempo stesso regista in quanto influenza l’azione drammatica, è terapeuta quando partecipa all’azione e sollecita la catarsi, è analista quando osserva le dinamiche individuali ed interpersonali.

14 Campi di applicazione 1) nella crescita personale;
L'uso dello psicodramma ha attualmente due applicazioni fondamentali: 1) nella crescita personale; 2) nella formazione professionale. Il role playing è la tecnica di derivazione moreniana più utilizzata in ambito formativo. nella crescita personale, cioè quando l'attività è essenzialmente orientata alla conoscenza di sé e all'armonizzazione dei bisogni interiori del soggetto con le richieste della realtà esterna; ampliando la conoscenza di sé e della propria storia. I mezzi di azione promuovono la consapevolezza relazionale e gruppale, e facilitano lo sviluppo della capacità comunicativa, attraverso un riaddestramento emotivo e l'uso del corpo nella sua globalità. 2) nella formazione professionale, diretta a far acquisire al soggetto una maggiore padronanza nel gestire le relazioni interpersonali. Si utilizza soprattutto nei corsi di formazione rivolti a figure professionali in cui il rapporto con gli altri assume un'importanza fondamentale (capi del personale, responsabili delle relazioni industriali, dirigenti sindacali, responsabili della selezione aziendale, intervistatori, animatori di colloqui di vendite, ecc.) Il role playing utilizzato in un contesto psicodrammatico classico ha significati, funzioni e finalizzazioni diverse da quelle che assume in altri contesti. Il role playing è innanzitutto una fase normale di apprendimento dei ruoli nella vita reale: esso assume pertanto una funzione nell'apprendimento. Può riuscire utile distinguere: l'assunzione del ruolo (role taking), vale a dire il fatto di accettare un ruolo definito, completamente strutturato, che non consenta al soggetto di prendersi la minima libertà nei confronti del testo; il gioco del ruolo (role playing), che ammette un certo grado di libertà; e la creazione del ruolo (role creating), che lascia ampio margine alla iniziativa del soggetto, come si verifica nel caso dell'attore spontaneo. (Moreno, 1980). Al di là delle tecniche utilizzate, sono il gruppo e le relazioni nel gruppo i motori della consapevolezza e del cambiamento. Per cui, se è vero che le tecniche d'azione al di fuori di una cornice teorico-metodologica perdono il loro significato, è altrettanto vero che un cambiamento senza relazione e senza gruppo è impensabile.

15 “Lo psicodramma è un modo per cambiare il mondo, qui ed ora, usando le fondamentali regole dell'immaginazione” (J.L.Moreno) Commentate! Muovendo da tale ottica, ripresa poi da Hillman (1983), nella concezione junghiana non solo il sogno, ma anche le fantasie interiori, di tutto ciò che si muove nell’inconscio possono essere compresi dal di dentro attraverso una logica teatrale “se lo spettatore capisce che è il suo stesso dramma che si sta rappresentando sul palcoscenico interiore non può restare indifferente alla trama o al suo scioglimento, si accorgerà via via che gli attori si succedono, e che l’intreccio si complica che …è l’inconscio che si rivolge a lui e fa sì che queste immagini di fantasia gli appaiono davanti. Si sente perciò costretto, o è incoraggiato dal suo analista, a prendere parte alla recita”. I ruoli costituiscono cioè dei veri e propri mediatori sia tra il mondo interiore e quello esterno sia tra i molteplici aspetti e livelli di struttura ed integrazione presenti in ciascuno dei due mondi.

16 Testi consigliati J.L. Moreno (1980), Il teatro della spontaneità, Nuova Guaraldi: Firenze Dal teatro della spontaneità allo psicodramma classico (1987), Franco Angeli: Milano


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