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Romanticismo
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I Romanticismi Le coordinate essenziali
Aspetti generali del Romanticismo europeo-Impossibilità di una definizione sintetica - Le tematiche negative Il Romanticismo investe tutti gli aspetti della civiltà occidentale dalla fine del Settecento alla metà dell’Ottocento condizionando e inglobando dialetticamente in sé anche quelle tendenze che vi si oppongono (come i vari classicismi); coinvolge inoltre non solo la letteratura, ma le arti figurative, la musica, il pensiero, la mentalità generale e persino il costume e la vita quotidiana.
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ORIGINE E DIFFUSIONE DEL TERMINE
aggettivo romantic in accezione negativa sin dal Seicento per indicare la letteratura cavalleresca e romanzesca dominata dalla fantasia, dal gusto per le avventure inverosimili. Nel Settecento il termine assume gradualmente un valore positivo per alludere a tutto ciò che colpisce e coinvolge la sensibilità umana Il termine romantico ha origine in Inghilterra: Da romance Movimento culturale complesso-polivalente… il termine “Romanticismo” può essere usato come categoria storica, ad indicare un intero momento culturale nelle sue varie manifestazioni; oppure può essere usato in un’accezione più ristretta, a designare una determinata corrente artistica, che si concreta in gruppi intellettuali legati da principi comuni ed ispirati da una precisa poetica, che si esprime in manifesti programmatici e in opere teoriche. in passato sia il Romanticismo sia il Classicismo sono stati visti come categorie universali dello “spirito”, che si collocano al di fuori del divenire storico e si presentano costantemente nelle varie epoche. Si è parlato così di Romanticismo “storico” e Romanticismo “perenne”. È questa una posizione oggi decisamente superata. La categoria “Romanticismo”, sia nell’accezione più vasta, sia in quella più ristretta, è usata comunque per designare fenomeni storici, legati alle condizioni spirituali e materiali di un dato momento della civiltà occidentale, e comprensibili solo in relazione con esso. Origine del termine Romanticismo La parola romantic compare per la prima volta in Inghilterra verso la metà del Seicento e, coerentemente con il clima razionalistico, viene usata in senso spregiativo ad indicare ciò che vi era di fantastico, assurdo e falso negli antichi romanzi cavallereschi e pastorali. Nel Settecento, quando si tende a riconoscere l’importanza della fantasia nell’arte, il termine comincia a perdere l’accezione peggiorativa passa a significare semplicemente «ciò che è atto a dilettare l’immaginazione». Viene anche usato per definire paesaggi simili a quelli che si trovano negli antichi romanzi, cioè aspetti selvaggi, solitari e malinconici della natura. A fine Settecento viene poi a designare non solo la scena oggettiva, ma anche l’emozione soggettiva suscitata in chi la contempla. Nella Nouvelle Héloise Rousseau col termine romantique definisce qualche cosa di vago e indefinito, «un non so che di magico, di sovrannaturale, che rapisce lo spirito e i sensi". Il termine fu poi usato dagli scrittori e filosofi che si raccoglievano intorno alla rivista “Athenaeum” per definire la letteratura moderna, nata dalla sensibilità formatasi nel Medio Evo, in contrapposizione con la letteratura classica per questi romantici tedeschi la visione classica era contrassegnata dall’armonia, l’anima moderna da una lacerazione, da un senso doloroso di mancanza. Tale stato d’animo è il prodotto del Cristianesimo, che ha introdotto il senso del distacco da una totalità originaria, dell’umano dal divino, del finito dall’infinito. il termine “romantico” viene usato a designare uno stato d’animo di nostalgia per ciò che è lontano, indefinito, sconosciuto (Sehnsucht), di tensione verso l’infinito. In Italia, nei “manifesti” dei Romantici milanesi, la parola designa la poesia moderna, la poesia «dei vivi» in contrapposizione alla poesia «dei morti» e all’imitazione pedantesca dei classici (Berchet).
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In Francia Romanesque=ROMANTIC
viene coniato il termine romantique al fine di designare gli spettacoli della natura che producono commozione, tenerezza, malinconia.
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. in opposizione al classicismo degli antichi.
in Germania fine Settecento :l’aggettivo romantisch e il sostantivo astratto Romantik sono assunti da alcuni scrittori tedeschi, tra cui Friedrich Schlegel, per connotare l’inquieta sensibilità moderna e le sue manifestazioni poetiche e artistiche . in opposizione al classicismo degli antichi.
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definizione ? orientamento filosofico e culturale dominante in Europa tra la fine del Settecento e la prima metà del secolo successivo.
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In Italia
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l’uso dell’aggettivo è attestato a partire dal 1814
il termine ottiene nel corso dell’Ottocento grande successo ancora oggi è impiegato con varie accezioni e sfumature.
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SENSIBILITÀ ROMANTICA
Nella seconda metà del Settecento : singole voci o gruppi (come lo Sturm und Drang in Germania, Gray-Young; Macpherson ) avevano teorizzato un’attenzione nuova per l’espressione immediata del sentimento un’arte capace di dare voce al fondo oscuro e irrazionale dell’animo umano. Sturm und Drang Letteralmente “tempesta e impeto”, espressione con la quale il critico Kaufmann definì il dramma Wirrwarr (Caos, 1776) di Friedrich Maximilian Klinger. La formula è poi passata a indicare il movimento letterario e culturale fiorito in Germania tra il 1770 e iL 1785 per rivalutare il sentimento e la fantasia in opposizione al razionalismo illuminista.
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LA NASCITA DEI ROMANTICISMI EUROPEI
impossibile, una definizione complessiva: per questo occorre parlare di un Romanticismo tedesco, inglese, italiano e così via L’esperienza romantica presenta un’estrema varietà di motivi, nonché una complessità di spunti e di sviluppi in temi Su uno sfondo di temi e interessi comuni (favoriti peraltro da un vivace interscambio culturale tra i diversi paesi europei), si delineano infatti fisionomie distinte.
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divergenze cronologiche
A ciò va aggiunta una mancata coincidenza cronologica. La nascita ufficiale risale al 1798, quando un gruppo di giovani letterati fonda la rivista “Athenaeum”, sulle cui pagine vengono elaborati i concetti teorici e critici fondamentali della cultura romantica (“libertà”, “fantasia”, “immaginazione”). 1798: W.Wordsworth e S. T.Coleridge pubblicano le Ballate liriche (Lyrical Ballads), la raccolta poetica considerata il manifesto del Romanticismo inglese. In Italia, invece, si può parlare di Romanticismo soltanto a partire dal 1816. Ancora più tardiva è la nascita della “scuola” romantica francese, le cui prime manifestazioni in campo poetico sono costituite dalle Meditazioni (Méditations poétiques, 1820) di Alphonse de Lamartine e dalle Odi (Odes et poésies diverses, ) di Victor Hugo. Germania Inghilterra Italia Francia
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L’ITALIA E LA CULTURA ROMANTICA EUROPEA
grande interscambio Nel Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani (1824), Giacomo Leopardi ( ) osserva che mai come in quest’epoca «ciascuna nazione vuoi conoscere più a fondo che può le lingue, le letterature e i costumi degli altri popoli». Gli scambi commerciali, i viaggi, la diffusione delle traduzioni, ma anche i terrificanti conflitti militari dell’età napoleonica, contribuiscono a disegnare il particolarissimo profilo culturale dell’Europa del primo Ottocento, in cui la riscoperta delle tradizioni nazionali convive con un confronto intenso tra le diverse culture.
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Italia-Europa il movimento romantico italiano nasce ufficialmente nel 1816, quando Madame de Staél, scrittrice francese, invita polemicamente i letterati italiani ad aggiornare il loro patrimonio culturale confrontandosi con la letteratura romantica tedesca, che in quegli anni sta producendo opere grandissime. il Romanticismo tedesco diventa un fondamentale punto di riferimento per il movimento romantico italiano che recepisce attivamente il fondamentale Corso di letteratura drammatica di August Wilhelm Schlegel, pubblicato in Germania nel e tradotto in Italia nel 1817. I poeti inglesi della seconda generazione romantica (Byron, Shelley e Keatsfanno dell’Italia la loro patria d’elezione, ritenendola il luogo ideale per la vita e per l’arte. Numerosi scrittori francesi, dopo la caduta del regime napoleonico (1814), soggiornano in Italia;
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VALORI NAZIONALI E IDEOLOGIE RISORGIMENTALI
“Romanticismi delle nazioni’. Sia in Inghilterra, sia soprattutto in Germania, infatti, il Romanticismo costituisce anche un tentativo di rivalutare l’eredità culturale e popolare di ciascun paese. Identità nazionali in chiave anche antinapoleonica
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Si assiste alla riscoperta e alla riaffermazione dei valori nazionali (nazionalistici)
Anticosmopolitismo l’ideale illuministico dell’universalità della ragione è soppiantato dalla rivendicazione dei caratteri originali e della dignità culturale delle tradizioni autoctone. Il Romanticismo tedesco recupera il ricco repertorio di miti e leggende del Medioevo (epoca che il classicismo razionalista aveva sempre considerato decadente), interpretandolo ora come stagione da cui hanno tratto alimento la cultura e il carattere nazionale germanici.
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Romanticismo e questione nazionale.
In Germania e in Italia — i due paesi europei che non hanno ancora raggiunto l’unificazione politica — il movimento romantico dà voce alle aspirazioni patriottiche di indipendenza che cominciano a diffondersi presso l’opinione pubblica. Fin dalla sua nascita, il Romanticismo italiano si lega alle istanze del Risorgimento (indipendenza e unità della nazione), nutrendo una ricca (anche se spesso modesta) letteratura patriottica : liriche, romanzi storici, drammi (che a loro volta influenzano il melodramma, la più importante e originale espressione artistica dell’Italia ottocentesca). Soprattutto a partire dal 1830 emerge in Italia una cultura militante, che utilizza i valori romantici come stimoli all’azione politica e all’educazione della futura nazione, in chiave liberale e moderata oppure democratica e repubblicana.
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Rivoluzione industriale
Il Romanticismo come espressione della grande trasformazione moderna la letteratura sembra interpretare le paure, le ossessioni, le angosce della sua età. E’ opinione diffusa e costantemente ripetuta che il Romanticismo abbia le sue radici storiche nella delusione del razionalismo illuministico e delle speranze della Rivoluzione francese. Ma in realtà le tendenze romantiche, sotto le specie di tematiche negative quali quelle indicate, erano già in atto prima della rivoluzione Romanticismo:espressione non soltanto della delusione storica dell’Illuminismo e della rivoluzione, ma di tutto il grande moto di trasformazione di quella età, con le contraddizioni che esso genera Un paesaggio in rapida trasformazione
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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
iniziata nell’Inghilterra del secondo Settecento, raggiunge nei primi decenni dell’Ottocento il Belgio, la Francia e l’Olanda, la Germania. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE L’Italia-fatta eccezione per poche aree nel nordovest- rimane esclusa dal processo di modernizzazione per quasi tutto il secolo. La vita quotidiana dell’uomo europeo ne esce profondamente sconvolta: nel giro di pochi anni le abitudini, i paesaggi urbani e rurali, l’organizzazione del tempo e del lavoro mutano in maniera radicale. Le innovazioni tecnologiche alla base della rivoluzione industriale — l’utilizzo della forza del vapore, le nuove tecniche siderurgiche, lo straordinario sviluppo della meccanica — sono destinate a mutare il rapporto tra uomo e macchina e tra uomo e natura. Gli effetti della rivoluzione riguardano dunque gli aspetti più diversi della quotidianità, ma soprattutto modificano in profondità la visione della società e della storia.
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IL DINAMISMO SOCIALE E FINANZIARIO
i primi decenni del secolo mostrano un quadro sociale contrassegnato dal dinamismo. Tale mobilità ha due conseguenze: da una parte si aprono possibilità nuove riservate all’individuo, libero come mai prima di farsi strada e di tentare la fortuna dall’altra, molti strati sociali avvertono un crescente senso di instabilità e di insicurezza, L’attività agricola continua a occupare per tutto l’Ottocento la maggior parte della forza lavoro anche nei paesi più avanzati d’Europa
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Fattori economici e politici sono inestricabilmente connessi nelle trasformazioni indotte dal processo di industrializzazione. Lo sviluppo capitalistico porta al dominio dell’economia e del denaro in tutte le sfere della vita pubblica e privata. Muta così la visione che l’uomo ha di se stesso e della società in cui vive. In Francia, per esempio, tra 1830 e 1848, per effetto dell’instabilità politica si assiste a straordinari passaggi di fortune: tra espropri statali, confische di beni ecclesiastici e nobiliari, svalutazione dei titoli di stato, interi patrimoni passano di mano, si formano o si dissolvono nel giro di pochi anni. Ne deriva un quadro economico e sociale la cui vivacità è descritta con insuperata efficacia nei romanzi di Honoré de Balzac ( ).
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URBANIZZAZIONE* E PROLETARIATO
localizzazione sulla forza lavoro concentrazione urbana di grandi masse proletarie. Il fenomeno è accentuato dall’aumento della popolazione europea, una vera e propria esplosione demografica facilitata dalla diminuzione sensibile della mortalità infantile e giovanile. *È una tendenza costante, che in Inghilterra risulta già affermata nei primi anni dell’Ottocento, mentre in Francia presenta uno sviluppo più lento, anche se è ampiamente attestata nella letteratura della prima metà del secolo l’immagine di una Parigi che cresce costantemente e inarrestabilmente su se stessa.
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proletariato si raccoglie attorno ai centri industriali una grande abbondanza di forza lavoro generica, malpagata quando non soggetta a forme spesso intollerabili di sfruttamento, esposta a fame e malattie, del tutto priva di sicurezze. attecchiscono facilmente forme di devianza sociale (delinquenza, alcolismo, prostituzione), in virtù delle quali i borghesi dei quartieri benestanti parlano di classes dangereuses (“ceti pericolosi”).
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il sobborgo proletario delle nuove metropoli viene assunto a tema d’approfondimento in molta letteratura ottocentesca la paura delle masse diseredate alimenta il senso di incertezza tipico dei ceti borghesi di fronte ai mutamenti storico- sociali in corso. Di questi timori è espressione, sul piano della riflessione economico-politica, il pensiero dell’economista britannico Thomas Robert Malthus ( ), il quale, denunciando il pericolo della sovrappopolazione, teorizza la rinuncia a ogni politica di solidarietà per mantenere alto il tasso di mortalità tra i più poveri
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Le ripercussioni della modernizzazione
LA LOTTA DI CLASSE Ad accrescere il senso di incertezza e le paure collettive contribuisce, nei primi decenni dell’Ottocento, l’acuirsi della lotta di classe in seguito alle tensioni sociali prodotte dallo sviluppo industriale, dalle disuguaglianze e da forme di sfruttamento spesso inammissibili.
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La crescita quantitativa del lavoro salariato dà vita a un movimento operaio che nel corso del secolo acquisisce caratteri sempre meglio definiti. Il proletariato operaio cerca di organizzare la propria presenza all’interno del mondo industriale : dalle prime forme cooperative e dalle società di mutuo soccorso al delinearsi (soprattutto nella Francia degli anni trenta grazie al pensiero di Claude- Henri de Saint-Simon e Louis Blanc) di un vero e proprio movimento socialista. Ma è con Karl Marx < ) e Friedrich Engels ( ) che il socialismo, da semplice movimento di idee, trova una più complessa sistemazione teorica. Prendono vita veri e propri partiti, che si propongono di incidere attivamente nelle società e sulle legislazioni europee. Si delinea quindi sempre più chiaramente una conflittualità sociale che contrappone i ceti subalterni e sfruttati alla borghesia capitalistica arricchitasi con le attività finanziarie e industrial
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LA SACRALITÀ PERDUTA DELLA NATURA
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Il progresso tecnologico modifica profondamente il tradizionale rapporto uomo-natura.
Alla ciclicità delle stagioni e dei raccolti, in base alla quale la terra è coltivata rispettandone i ritmi, si sostituisce un’immagine della natura come riserva di risorse da sfruttare Le nuove tecniche produttive amplificano la capacità dell’uomo di modificare il volto del paesaggio, stravolgendone l’aspetto. Le strade e le ferrovie, i ponti e le dighe, il moltiplicarsi delle fabbriche con le conseguenze dell’inquinamento producono la sensazione che un’armonia immutabile ed eterna sia stata definitivamente distrutta. L’amore per i paesaggi incontaminati e selvaggi che anima la poesia e l’arte romantiche va interpretato anche come una sorta di rimpianto nostalgico per una perduta sacralità della natura.
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La natura come totalità organica*
Vedi Goethe, Faust La natura come totalità organica* Molti scrittori romantici concepiscono infatti la natura come un immenso organismo vivente, di cui l’uomo è parte in quest’ottica, il mondo naturale è specchio delle passioni e dei sentimenti individuali, poiché la circolazione di un misterioso flusso vitale determina un rapporto di intima corrispondenza questa intimità è minacciata dalla progressiva affermazione della concezione utilitaristica e meccanicistica del mondo industrializzato. *Nella conclusione della seconda parte del Faust, scritta intorno al 1830, Johann Wolfgang Goethe ( ) esprime perfettamente questa dolorosa consapevolezza. L’esaltante spirito costruttore di Faust (simbolo dell’individuo moderno) innalza una diga gigantesca per strappare al mare terre fertili e sogna la realizzazione di un nuovo paradiso terrestre. Ma il prezzo è altissimo: non solo le immani sofferenze delle masse impiegate nell’edificazione della diga, ma anche la distruzione dei tigli e della capanna in cui sono vissuti i due anziani coniugi Filemone e Bauci, espressioni di uno stile di vita premoderno e precapitalistico ormai definitivamente tramontato.
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Il carattere elusivo della realtà
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L’INTELLETTUALE ROMANTICO E IL MONDO
una trasformazione epocale, che sovverte idee e modelli di vita secolari. Di fronte a simili mutamenti si diffonde un senso di straniamento e di inquietudine i punti di riferimento tradizionali risultano ormai inutili. Per lo più l’intellettuale romantico matura un atteggiamento di diffidenza e di rivolta, nei confronti dell’epoca in cui vive: rifiutando di integrarsi, sceglie la strada della solitudine e della ribellione contro i valori dominanti della società, rifugiandosi in un passato mitico e ancestrale o in lontananze esotiche. I grandi rivolgimenti politici in corso nei decenni compresi tra Settecento e Ottocento a partire dalla Rivoluzione francese e il radicale cambiamento della società, dell’economia e della vita quotidiana, innescato dalla rivoluzione industriale, producono Molte manifestazioni tipiche della letteratura e dell’arte romantiche sono la conseguenza di questo sfondo di timori e di ansie collettive.
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UN PROMETEO MODERNO Matura la consapevolezza che l’umanità moderna ha innescato meccanismi le cui logiche non è effettivamente in grado di controllare. Lo sviluppo impetuoso del capitalismo industriale immette sul mercato una quantità di beni impensabile prima di allora, ma l’illusione di un arricchimento inarrestabile si infrange presto contro le crisi di sovrapproduzione che ciclicamente colpiscono l’industria nei primi decenni del secolo. La città- nuova selva Si diffonde l’idea che le città siano diventate realtà troppo complesse per poter essere realmente controllate. È significativo che in molta letteratura dell’Ottocento lo spazio urbano cessa di essere il luogo protetto e sicuro per eccellenza, per divenire lo sfondo dell’avventura, ,del mistero, del delitto, quasi ereditando il ruolo che nell’immaginario occidentale era stato occupato dalla foresta, lo spazio selvaggio non colonizzato.
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Frankenstein Espressione emblematica di questa mancanza di presa sulla realtà è la figura dello scienziato creata da Mary Shelley nel romanzo Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno (Frankenstein, or the Modem Prometheus, ) il dottor Frankenstein è infatti un giovane ambizioso, un moderno Prometeo che vuole svelare i più profondi misteri della natura e sfidare Dio creando a sua volta la vita. Con l’impiego di organi umani sottratti a diversi cadaveri, egli realizza in laboratorio una creatura artificiale dotata di istinti e sentimenti, ma condannata alla solitudine dalla sua orribile natura. il fallimento finale di Frankenstein, nelle intenzioni della scrittrice, è il fallimento della modernità, ossia dell’immagine ottimistica proposta dalla civiltà industrializzata proiettata verso il progresso, ma soggiogata da turbamenti e interrogativi che la scuotono sino alle fondamenta.
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LA SCIENZA ROMANTICA Nasce in Germania una vera e propria “scienza romantica”, basata sull’idea che il metodo matematico- quantitativo di ascendenza galilelana non sia in grado di svelare l’essenza dei fenomeni fisico-naturali. Dubbi e incertezze sulla capacità della ragione di comprendere e controllare la realtà non si esprimono solo nell’ambito della creazione letteraria e artistica, ma riguardano anche significativi aspetti del pensiero filosofico e scientifico.
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La natura- organismo contrapposta al cosmo- orologio
Viene rivalutato il ruolo dell’intuizione si giunge a riconoscere all’arte una capacità di penetrazione della verità preclusa alla scienza. La natura- organismo contrapposta al cosmo- orologio Alla visione settecentesca della natura come immensa macchina, come orologio meccanico, i filosofi-scienziati ottocenteschi sostituiscono l’immagine della natura come “organismo” in cui si manifesta l’Assoluto, lo spirito divino e creatore.
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( ) Schelling Il sistema della natura — egli scrive — è insieme il sistema del nostro spirito. Ciò significa che si deve applicare allo studio della natura il medesimo modello impiegato per analizzare la vita spirituale . Ispirandosi alla dottrina di Schelling, lo scienziato Johann Wilhelm Ritter ( ) crea una fisica non sperimentale e non matematica. Siamo di fronte a episodi che possiamo considerare “devianti” rispetto alla strada seguita dalla scienza moderna: è bene tuttavia ricordarli come indicatori di un sostrato di sensibilità che costituisce parte integrante del Romanticismo.
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La fiducia nel progresso
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Progresso e perfettibilità indefinita
La consapevolezza di attraversare un periodo di cambiamenti straordinari non si traduce soltanto in termini negativi. Accanto al senso di incertezza e di pericolo convivono temi ottimistici: mito del progresso; - perfettibilità l’idea che scienza e tecnologia garantiscano la possibilità di controllare la complessità dei fenomeni con cui la società è chiamata a misurarsi. Durante la prima metà del XIX secolo convivono dunque due atteggiamenti, in un’ambiguità complessa di luci e ombre, fiducia e sfiducia, ottimismo e pessimismo che è uno dei tratti più profondi della stagione romantica.
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Il positivismo Attorno alla metà del secolo si afferma a livello europeo una corrente del pensiero filosofico denominata Positivismo. il Positivismo trova originariamente espressione in Francia — dove più vivi si sono conservati i legami con la tradizione settecentesca — negli scritti di Auguste Comte ( ), ma si diffonde presto anche in Inghilterra con il pensiero di John Stuart Mill ( ) e Herbert Spencer ( ). Il Positivismo alimenta una quasi illimitata fiducia nelle possibilità offerte dalla scienza, dal cui sviluppo è lecito attendersi la soluzione dei problemi non solo materiali ma anche morali dell’umanità.
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Nuove scienze, nuove organizzazioni dei saperi
L’ottimismo positivistico non “esplode” Fine 700: scienze umane, chimica, biologia Si definiscono gli statuti della ricerca Nasce la professione di scienziato
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esaltazione della storia
è un processo dialettico (superare conservando)- si prediligono le epoche oscure, gli albori dei popoli- e le tradizioni popolari oggettivate nel folklore l’Illuminismo aveva considerato il passato spesso come culla dell’oscurantismo
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La nascita del metodo critico- filologico
Niebhur Ranke Mommsen Metodo critico-filologico basato sulle fonti primarie Ermeneutica (interpretazione critica delle fonti) Straordinario sviluppo degli studi storici Discipline ausiliarie Numismatica Epigrafia Archeologia Glottologia etnologia
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Pensare “storicamente”
Individuo non cristallizza to in una natura astorica ma figlio del proprio contesto Pensare storicamente costituisce l’unica forma di conoscenza
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La teoria della evoluzione
Storicizzazione della Natura 1859 Darwin L’evoluzione della specie Ma già nel 1829, Lamarck Naturalizzazione della storia In ambito positivistico, dopo metà Ottocento Spencer
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Le IDEE FILOSOFICHE
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la ragione non è sufficiente né a spiegare il mondo né a cambiarlo
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Dal finito all’infinito
Natura=organismo vivente-manifestazione dell’Assoluto L’IO: produce il reale: esso esiste solo in quanto elaborazione di un soggetto pensante Io infinito= Dio Fichte Schelling Non io, altro da sé: Natura Arte musica etc intuiscono l’Assoluto
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Il concetto di volontà in Schopenhauer
Se ne ha solo una RAPPRESENTAZIONE soggettiva cioè illusoria Inconoscibilità del NOUMENO Essenza della realtà -come dell’uomo- è il WILLE
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Il razionalismo hegeliano
Ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale Identità tra Pensiero e Realtà Poiché la realtà è in incessante divenire la sua razionalità si coglie nella storia RAGIONE: riconduce il molteplice all’unità attraverso il processo dialettico (sintesi degli opposti)
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IL LETTERATO E LE ISTITUZIONI
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La nascita dell’editoria industriale
Imposizione dei valori borghesi* anche nella produzione letteraria Creazione di un mercato e di una industria editoriale Si allarga il pubblico Editore: imprenditore e organizzatore di cultura- decide cosa pubblicare
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Lo scrittore-produttore
Produce un “bene” che deve essere vendibile Nuove forme di condizionamento Mercificazione dell’arte Produttori “seriali” (Dumas) Adeguarsi ai gusti del pubblico- quasi mai di alto livello Risoluta opposizione, sdegnoso isolamento
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Pubblico di massa e sistema letterario
Insieme indistinto di sconosciuti destinatari: Paraletteratura: Suspence Lingua semplificata Peripezie Manicheismo Lieto fine Tramontano generi letterari tradizionali Poema epico, tragedia, poemetto didascalico Si afferma il romanzo Diffusione dei giornali Generi “facili” Feuilletton, romanzo d’appendice
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LA SITUAZIONE ITALIANA
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La condizione degli scrittori in Italia
Ritardo nella formazione di una editoria capitalistica Manca il pubblico alfabetizzato Non è giuridicamente definita la proprietà letteraria Fatica ad affermarsi il letterato professionista Le cause del ritardo Escluse le grandi masse Ridotti i ceti medi per scarsa industrializzazione Solo nel 1865 legge sul diritto d’autore
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CARATTERI GENERALI DEL ROMANTICISMO EUROPEO
Impossibile definirli !!!
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Movimenti e personalità dissonanti
Cronologie incompatibili Fisionomie diversificate equivocità La rivoluzione romantica Consapevolezza critica del tramonto di un’epoca che aveva potuto trovare espressione nel classicismo
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L’ESPERIENZA DEL DISSIDIO
La dolorosa coscienza della modernità Infelicità che deriva dalla sproporzione tra ideale assoluto e reale mediocre Crisi storica ed esistenziale Fallimento dei grandi ideali politici e filosofici Dalla rivoluzione un nuovo assolutismo Fine dell’illusione della libertà Hegel- La coscienza infelice Noi cerchiamo dappertutto l’assoluto, l’incondizionato e troviamo sempre e soltanto cose (Novalis)
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uomo Può pensare, capire l’assoluto e vi aspira
Frederich Schiller, Sulla poesia ingenua e sentimentale- la modernità pone l’uomo in una condizione di dissidio, tra io e mondo, tra corpo e spirito La letteratura non può che dare voce ad esso uomo Può pensare, capire l’assoluto e vi aspira Sperimenta la caducità- La morte Esperienza umana definita attraverso le categorie del tragico Mondo classico= armonia Modernità = disarmonia
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Il valore della esperienza artistica
La verità può essere colta solo intuitivamente, trasponendola in simboli L’arte non può ricorrere alla ragione per esprimere una realtà fatta di contraddizione e mistero I simboli condensano magicamente l’essenza segreta e inesprimibile In una immagine Artista: sacerdote, mago, veggente in grado di svelare l’essenza ultima del mondo Arte=GNOSI – non solo dà diletto ma permette di conoscere il reale
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LE ZONE BUIE DELLA PSICHE
Il sogno La follia Il desiderio Attenzione all’insondabile e attrazione per l’irrazionale Il sogno del fiore azzurro: Henrich von Ofterdingen di Novalis Incerti confini tra sogno e realtà: sogno= illuminazione si affaccia attraverso le pagine di tanti scrittori romantici, l’immagine del Principe delle tenebre, Satana. Il male esercita fascino sull’anima romantica. Di qui nascono le sfrenate fantasie di sangue, crudeltà, lussuria e morte che turbano per decenni l’orizzonte della letteratura europea (magistralmente indagate da M. Praz in La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica). Il tema del doppio, dell’alter ego, del sosia Jekyll e Hyde
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L’auscultazione interiore
Attenzione alla introspezione e agli aspetti peculiari della personalità INDIVIDUALISMO Il soggettivismo come strumento di conoscenza Novalis Hymnen an die Nacht Leopardi L’infinito
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L’IRRAZIONALE COLLETTIVO
L’orrore L’imponderabile L’impotenza della ragione La violenza Soprattutto le manifestazioni collettive razionalmente inspiegabili
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L’idea di nazione Valore sacrale, mistico- religioso
L’anima dei popoli Volksgeist Espressa nel folklore e nelle tradizioni popolari religiosamente raccolte
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La riscoperta del sacro
misticismo Valorizzazione della irrazionalità della fede “la salda fiducia in ciò che non si vede”: espressione dei profondi bisogni dell’individuo recupero anche della superstizione Leopardi dallo Zibaldone 26 Set.1826 È chiaro e noto che l'idea e la voce *spirito* non si può in somma e in conclusione definire altrimenti che sostanza che non è materia, giacchè niuna sua qualità positiva possiamo noi nè conoscere, nè nominare, nè anco pure immaginare. Ora il nome e l'idea di materia, idea e nome anch'essa astratta, cioè ch'esprime collettivamente un'infinità di oggetti, tra se differentissimi in verità (e noi poi non sappiamo se la materia sia omogenea, e quindi una sola sostanza identica, o vero distinta in elementi, e quindi in altrettante sostanze, di natura ed essenza differentissimi, com'ella è distinta in diversissime forme), l'idea dico ed il nome di materia abbraccia tutto quello che cade o può cader sotto i nostri sensi, tutto quello che noi conosciamo, e che noi possiamo conoscere e concepire; ed essa idea ed esso nome non si può veramente definire che in questo modo, o almeno questa è la definizione che più gli conviene, in vece dell'altra dedotta dall'enumerazione di certe sue qualità comuni, come divisibilità, larghezza, lunghezza, profondità e simili. Per tanto il definire lo spirito, sostanza che non è materia, è precisamente lo stesso che definirla sostanza che non è di quelle che noi conosciamo o possiamo conoscere o concepire, e questo è quel solo che noi venghiamo a dire e a pensare ogni volta che diciamo spirito, o che pensiamo a questa idea, la quale non si può, come ho detto, definire altrimenti. Frattanto questo spirito, non essendo altro che quello che abbiam veduto, è stato per lunghissimo spazio di secoli creduto contenere in se tutta la realtà delle cose; e la materia, cioè quanto noi conosciamo e concepiamo, e quanto possiamo conoscere e concepire, è stata creduta non essere altro che apparenza, sogno, vanità appetto allo spirito. È impossibile non deplorar la miseria dell'intelletto umano considerando un così fatto delirio. Ma se pensiamo poi che questo delirio si rinnuova oggi completamente; che nel secolo 19.o risorge da tutte le parti e si ristabilisce radicatamente lo spiritualismo, forse anche più spirituale, per dir così, che in addietro; che i filosofi più illuminati della più illuminata nazione moderna, si congratulano di riconoscere per caratteristica di questo secolo, l'essere esso éminemment religieux, cioè spiritualista; che può fare un savio, altro che disperare compiutamente della illuminazione delle menti umane, e gridare: o Verità, tu sei sparita dalla terra per sempre, nel momento che gli uomini incominciarono a cercarti. Giacchè è manifesto che questa e simili innumerabili follie, dalle quali pare ormai impossibile e disperato il guarire gl'intelletti umani, sono puri parti, non mica dell'ignoranza, ma della scienza. L'idea chimerica dello spirito non è nel capo nè di un bambino nè di un puro selvaggio. Questi non sono spiritualisti, perchè sono pienamente ignoranti. E i bambini, e i selvaggi puri, e i pienamente ignoranti sono per conseguenza a mille doppi più savi de' più dotti uomini di questo secolo de' lumi; come gli antichi erano più savi a cento doppi per lo meno, perchè più ignoranti de' moderni; e tanto più savi quanto più antichi, perchè tanto più ignoranti. (Bologna. 26. Sett ). V. p.4219. Vedi Leopardi Zib
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IL RIFIUTO DELLE REGOLE
Rifiuto di regole che cristallizzino il libero fluire della fantasia Polemica contro l’estetica classicistica La teorie dei generi Creazione di nuovi canoni Nuovi modelli Shakespeare Simbolismi connessi: la libertà del vento
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La fortuna del romanzo Soppianta gli altri generi e realizza la fusione dei generi Realizza La commistione dei personaggi Degli stili Dei toni (dal saggio alla tragedia) Ricostruisce accuratamente gli ambienti storico-sociali (milieu) Tendenzialmente realista Genere ibrido capace di rappresentare la vita nella sua complessità
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Antiche e nuove mitologie
Area italo francese: rifiuto della mitologia classica Area tedesca: dar vita a una nuova mitologia Creare un sistema di simboli che corrisponda all’immaginario collettivo romantico simbolo= traduzione VISIVA della intuizione – esprime ciò che discorsivamente è indicibile
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L’eroe romantico L’isolamento Alfieri Foscolo Goethe Schiler
Eccezionale sensibilità Aspirazione all’assoluto Disprezzo per la mediocrità del mondo conflitto con l’utilitarismo, la logica del profitto , la mercificazione dell’arte, i valori borghesi Épater le bourgeois (Baudelaire) Risposta polemica del letterato alla constatazione della propria marginalità
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Titanismo e vittimismo
Titanismo: ribellione ai propri limiti e al destino di sconfitta e finitudine vittimismo Sucht sehnen Desiderio di desiderare Cupio dissolvi Todessehnsucht
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L’amore Esperienza assoluta e totalizzante- mistica- permette di intuire l’ANIMA DEL MONDO Generalmente si traduce in insoddisfazione, infelicità
71
La natura
72
Visione panteistica Manifestazione dello spirito divino
Friederch Holderlin Liriche filosofiche Baruch Spinoza
73
irrazionalismo in ogni campo
74
La fuga dalla realtà L’ironia esotismi Fuga nel tempo
Rivela le contraddizioni della vita esprime il conflittuale rapporto col mondo È consapevolezza dei limiti
75
fonti Liberamente rielaborato da Il materiale e l’Immaginario
Tempi e immagini della letterature
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