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PubblicatoGioconda D andrea Modificato 11 anni fa
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Teoria dei sistemi Definizione: Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attribuiti, in cui gli oggetti sono componenti o parti del sistema e gli attribuiti sono le proprietà degli oggetti e le relazioni tengono insieme il sistema. LE PROPRIETA’ DEI SISTEMI TOTALITA’ (non sommatività) RETROAZIONE EQUIFINALITA’
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Complessità L’idea di complessità è implicita nel concetto di sistema e di approccio sistemico. Implica un sistema di relazioni tra l’oggetto indagato e l’osservatore. Elementi caratterizzanti la complessità sono la varietà degli elementi del sistema, la variabilità delle loro relazioni, la qualità delle relazioni tra il sistema e l’ambiente e la varietà delle caratteristiche del sistema non riscontrabili nei suoi elementi.
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Proprieta’ dei sistemi
Apertura all’ambiente: interscambio continuo di input-output con l’esterno; i sistemi biologici e quelli sociali sono tipicamente sistemi aperti (scambiano con l’esterno energia e materia); ogni sistema si caratterizza per il grado di impermeabilita’ dei propri confini. Un sistema è caratterizzato, tra l’altro, da una frontiera. Il sistema aperto, se considerato nelle sue relazioni con l’ambiente esterno, viene detto “allargato”.
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Proprieta’ dei sistemi
Scomponibilità in sottosistemi: I sottosistemi sono insiemi di elementi le cui interazioni sono particolarmente intense o rilevanti o specifiche Nei sistemi complessi non vi e’ mai separabilita’ completa tra sottosistemi Alcune caratteristiche dei sistemi sono dunque spiegabili osservando i sottosistemi. Ogni disordine può essere ricondotto ad un ordine sottostante.
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Proprieta’ dei sistemi
esistenza di relazioni causali e funzionali tra le variabili del sistema: molto spesso i sistemi complessi sono caratterizzati da relazioni di multicausalita’ e multifunzionalita’ (a differenza dei sistemi semplici caratterizzati da causalita’ semplice o a una via).
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Proprieta’ dei Sistemi
Differenziazione e Integrazione: i sistemi aperti tendono alla specializzazione funzionale (es. gli organi del corpo umano). L’aumento di specializzazione richiede complessi meccanismi di integrazione per mantenere l’integrita’ del sistema ed il suo funzionamento. Corrispondenza tra eterogeneita’ interna (differenziazione) e varieta’ esterna
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Proprieta’ dei sistemi
Equifinalita’: i sistemi aperti possono raggiungere lo stesso stato finale partendo da condizioni diverse, con risorse diverse e percorrendo sentieri diversi
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Governabilità dei Sistemi
Un sistema si dice cibernetico se è in grado di regolarsi, tramite un meccanismo di retroazione (feed-back). IL sistema infatti è esposto a diverse perturbazioni ed ha a disposizione un certo numero di risposte.
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Storia della terapia familiare
Terapia familiare (o relazionale o sistemica): Approccio terapeutico messo a punto a Palo Alto (California), tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni ’60. P. Watzlasvich, J. Beavin e D. Jackson ne effettuarono una sintesi teorica nel testo Pragmatic of Human Communication A Study of Interactional Patterns, Pathologies and Paradoxes. Essi presero le mosse dal lavoro di G. Bateson, applicando in campo terapeutico la sua teoria del doppio “vincolo”.
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L’APPROCCIO ALLA FAMIGLIA COME SISTEMA
Tutti coloro che si occupano di interventi familiari concordano sul fatto che la famiglia è un “qualcosa di unico che va al di là delle singole parti”. In questo senso un approccio sistemico è condiviso da tutti gli autori che si occupano di interventi in psicoterapia familiare, tuttavia sotto questo ampio cappello vengono spesso coinvolti significati e definizioni diverse che si tratta in qualche modo di esplicitare. La famiglia come sistema significa considerare l’intera totalità come qualcosa di diverso dai singoli membri che la costituiscono, il cui funzionamento o non funzionamento è in relazione all’intero sistema. Lavorare con la famiglia significa condividere l’idea che la famiglia è un sistema complesso.
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LE RELAZIONI FAMILIARI
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Definizione di terapia familiare
A partire dagli anni 50 grande è stato l’interesse clinico rivolto alla famiglia nei soggetti con disturbo psicotico. Gli studi sulla famiglia, condotti in ambito clinico hanno posto l’attenzione, in maniera preponderante, sulla famiglia sintomatica e/o disfunzionale, rappresentandosi modelli impliciti di funzionamento familiare normale e/o ideale.
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Salvador Minuchin
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MODELLO STRUTTURALE nato in Argentina da una famiglia di ebrei russi Immigrati cresciuto in un contesto patriarcale ha tratto dalle sue esperienze di vita infantili il senso della struttura familiare come sede di organizzazione, di interdipendenza, di regole per salvaguardare sia il funzionamento del sistema familiare che i margini di libertà di ciascun componente Divenuto medico pediatra, ha lavorato dapprima in Israele per i bambini orfani e immigrati Si trasferisce poi in U.S.A. per specializzarsi in psichiatria
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MODELLO STRUTTURALE Negli anni ‘50, è stato chiamato a New York a dirigere un centro residenziale per ragazzi delinquenti Qui ha sperimentato i limiti del trattamento psicoanalitico e il bisogno del coinvolgimento delle famiglie interesse per il lavoro con le famiglie, in particolare quelle povere e socialmente svantaggiate, caratterizzate da disorganizzazione e indefinitezza di ruoli
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Funzionamento della famiglia
struttura gerarchica tra le generazioni definizione di regole di comportamento stile transazionale compreso fra due estremi: famiglie disimpegnate famiglie invischiate
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MODELLO STRUTTURALE Disimpegno
Presente nelle famiglie in cui i confini sono rigidi e impenetrabili. Famiglia poco strutturata, con minimi legami emotivi, scarse gerarchie e forti connessioni con l’esterno Invischiamento Estrema intensità emotiva tra i membri, confini interni fragili, confini esterni poco permeabili. I membri sono intrusivi e poco rispettosi dell’originalità dei pensieri e dei sentimenti altrui
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Concetti base della Terapia Strutturale
Ogni sistema umano ha necessità di organizzarsi(regole, gerarchie) Complementarietà Sottosistemi Confini: regole generate da contratti impliciti ed espliciti
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TERAPIA Il terapeuta agisce tecniche orientate al presente
entra attivamente nella dinamica della famiglia, per modificarla si allea ai membri valuta e definisce la struttura e crea le condizioni per modificarla. La modifica della struttura è una ridistribuzione di posizioni gerarchiche di livelli all’interno della famiglia.
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TERAPIA delimita i confini rende consapevoli i familiari
potenzia i sottositemi deboli apre possibilità relazionali diverse attribuisce compiti terapeutici a membri in ombra e svalutati all’interno della famiglia
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MODELLO STRATEGICO Jay Haley
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Concetti base Potere le relazioni umane sono una lotta incessante per decidere chi detta le regole delle relazioni stesse i sintomi sono manovre di potere all’interno di una relazione e il terapeuta deve riuscire a disfare queste lotte, mantenendo con ogni mezzo la propria relazione di potere
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MODELLO STRATEGICO Il paziente designato è il controllore, gli altri membri sono i controllati Scopo della terapia è riavvicinare le persone a un potere che vada a favore di tutti i membri, e non a favore del singolo
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MODELLO STRATEGICO Negoziati
Possibilità, da parte del terapeuta, di negoziare i rapporti di potere tra i membri: I negoziati possono essere esplicitati attraverso veri e propri contratti da rispettare
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Prescrizioni Prescrizione di un rituale Prescrizioni del sintomo
Scelta terapeutica paradossale obbligando il paziente a manifestare un dato atteggiamento, il terapeuta permette al paziente di togliere all’atteggiamento stesso valenze negative
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Tecnica Prima fase Seconda fase
il terapeuta elabora una relazione di cooperazione con i pazienti, con atteggiamenti di rispetto e cordialità Seconda fase gestisce l’inchiesta sul problema presentato Terza fase mette di fronte al paziente alcuni punti di vista contraddittori emersi. Generalmente richiede di riproporre atteggiamenti sintomatici.
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MODELLO STRATEGICO Quarta fase
stabilisce gli obiettivi della terapia e definisce un contratto con il paziente: i termini del contratto sono di tipo pratico Fase finale dà direttive al paziente che rimandano al problema presentato in prima seduta
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Somiglianze tra terapie strutturali e terapie strategiche
Importanza del ciclo vitale Osservazione nel contesto I comportamenti individuali cambiano con il cambiare del contesto Le famiglie sono sistemi gerarchici governati da regole Si lavora sul presente La terapia cerca di cambiare le sequenze comportamentali ripetitive
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Somiglianze tra terapie strutturali e terapie strategiche
Il processo è più importante dei contenuti Il terapeuta ha un ruolo direttivo Il terapeuta usa tutto ciò che funziona Si usano ristrutturazioni e riformulazioni e non interpretazioni Si usano prescrizioni comportamentali e paradossi terapeutici La terapia tende ad essere breve
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Differenze tra terapie strutturali e terapie strategiche
Terapia strutturale Opera essenzialmente sulla struttura familiare Si cerca di lavorare con l’intera famiglia Si focalizza sul comportamento immediato all’interno della seduta Sottolinea le azioni all’interno della seduta
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Differenze tra terapie strutturali e terapie strategiche
Terapia strategica Opera essenzialmente sul sintomo Si lavora spesso con uno o due membri del sistema Si focalizza su sequenze di comportamento che avvengono fuori dalla seduta Usa le direttive extraseduta
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Mara Selvini Palazzoli
MODELLO DI MILANO Mara Selvini Palazzoli
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MODELLO DI MILANO Nata a Milano è riuscita a sopravvivere psicologicamente agli stress dell’infanzia e del difficile rapporto con i genitori grazie alla sua capacità di resilienza, ossia di quel fattore positivo in grado non solo di superare, ma di rendere produttivi eventi e condizioni di vita altrimenti negativi
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MODELLO DI MILANO Medico, psichiatra e psicoanalista ha dedicato la prima parte della sua vita professionale al trattamento di ragazze anoressiche, divenendo, negli anni 60 una esperta di fama europea Affascinata dall’esordiente movimento di T.F. in U.S.A., la Selvini nel 1967 ha fondato a Milano, con colleghi medici, il primo Centro per lo studio della Famiglia, inizialmente ad orientamento psicoanalitico, successivamente adottando il modello/strategico di Palo Alto per il lavoro con le famiglie di giovani psicotici e anoressiche.
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Paradosso e controparadosso
Ricerca delle radici relazionali dei disturbi mentali Descrive pattern rigidi e ripetitivi di interazione familiare (giochi) Usa l’equipe in modo paritetico Offre connotazioni positive Prescrive rituali terapeutici
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Seduta Preseduta Seduta Discussione
Conclusione (i terapeuti si uniscono alla famiglia per commentare e prescrivere) Discussione sulle reazioni della famiglia
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Connotazione positiva
Il gruppo definisce tutti i comportamenti osservati come positivi, perché servono a mantenere la coesione Non si prescrive solo il sintomo, ma l’intera configurazione familiare
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MODELLO DI MILANO Successivamente abbandona il modello strategico a favore di una progressiva ricerca sia sul gioco familiare, sia sulla contestualizzazione dei sintomi/problemi nella storia familiare, sia ancora sulla riscoperta dell’individuo con le sue emozioni, aspettative e sofferenze
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