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PubblicatoMarino Diana Modificato 10 anni fa
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RIFRAZIONE Quando un raggio di luce passa da un mezzo trasparente ad un altro (ad esempio aria-vetro) Subisce una deviazione che prende il nome di RIFRAZIONE
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Raggio incidente Il raggio che proviene dal primo mezzo e incide sul secondo si chiama ancora RAGGIO INCIDENTE
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Angolo di incidenza L’angolo che forma con la normale si chiama sempre ANGOLO DI INCIDENZA
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Raggio rifratto Il raggio che entra nel secondo mezzo si chiama RAGGIO RIFRATTO
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Angolo di rifrazione L’angolo che forma con la normale ANGOLO DI RIFRAZIONE
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Prima legge della rifrazione
RAGGIO INCIDENTE, RAGGIO RIFRATTO E NORMALE GIACCIONO SULLO STESSO PIANO
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Seconda legge della rifrazione
Posto un cerchio di centro O come in figura, il rapporto tra PH e QK è uguale al rapporto inverso degli indici di rifrazione dei due mezzi P K O H Q
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Seconda legge della rifrazione
Ovvero, detto n1 l’indice del primo mezzo, n2 quello del secondo: P K O H Q
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Seno di un angolo Se il raggio del cerchio è uguale a 1 allora PH si dice SENO dell’angolo POH e si indica col simbolo PH=sen(POH) P O H
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Seconda legge della rifrazione
Sapendo questo, possiamo così riformulare la legge: i r i ed r sono gli angoli di incidenza e di rifrazione
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Rifrazione e immagini La rifrazione fa sì che un oggetto immerso in acqua appaia spezzato: infatti, la deviazione dei raggi “inganna” la nostra vista
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Rifrazione e immagini Nella rifrazione da acqua (o vetro) ad aria l’angolo di rifrazione diventa MAGGIORE dell’angolo di incidenza; ovvero il raggio si “allontana” dalla normale
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Angolo limite Quando l’angolo di rifrazione diventa pari a 90°, l’angolo di incidenza è detto ANGOLO LIMITE 90° Angolo limite
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Riflessione totale Oltre l’angolo limite il raggio rifratto non può più esistere, perché l’angolo di rifrazione dovrebbe essere maggiore di 90°. Si ha così la RIFLESSIONE TOTALE
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Riflessione totale Un subacqueo potrebbe vedere l’immagine di un pesce riflessa sull’aria
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Fibre ottiche Anche le fibre ottiche possono “condurre” la luce grazie alla riflessione totale, che impedisce ai raggi da fuoriuscire dalla fibra
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Lenti sferiche Una LENTE SFERICA è un corpo trasparente (solitamente di vetro) delimitato da superfici piane o sferiche
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Lente biconvessa La lente biconvessa fa convergere raggi paralleli in un punto, detto FUOCO
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Lente biconvessa Infatti, entrando nella lente il raggio si piega verso la normale, in quanto la rifrazione è aria-vetro
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Lente biconvessa Uscendo dalla lente il raggio si allontana dalla normale, poiché la rifrazione è vetro-aria: Il risultato è che i raggi convergono tutti nel fuoco
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Lente biconvessa La lente biconvessa produce immagini reali rovesciate delle cose lontane, ed immagini virtuali, dritte e ingrandite delle cose vicine
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Lente di ingrandimento
La lente di ingrandimento è biconvessa
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Lente biconcava La lente biconcava fa divergere i raggi paralleli. Il punto di incontro dei prolungamenti è il FUOCO
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Lente biconcava Infatti, entrando nella lente il raggio si piega verso la normale, in quanto la rifrazione è aria-vetro
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Lente biconcava Uscendo dalla lente il raggio si allontana dalla normale, poiché la rifrazione è vetro-aria: Il risultato è che i raggi divergono
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Lente biconcava La lente biconcava produce sempre immagini virtuali
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Cannocchiale La lente di ingrandimento è biconvessa
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Cannocchiale Nel 1609 Galileo utilizzò una lente convessa e una concava per costruire il primo cannocchiale astronomico
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Cannocchiale Il cannocchiale crea un’immagine virtuale rimpicciolita. I fuochi delle due lenti devono coincidere
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Il cannocchiale di Galileo non era molto potente; i suoi disegni della luna sono poco somiglianti al vero Cannocchiale
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