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PubblicatoPina D agostino Modificato 11 anni fa
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L’impegno di Confindustria per efficienza energetica
fonti rinnovabili ed efficienza energetica Barbara Marchetti Public Utilities, Confindustria Udine, 7 novembre 2007
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Evoluzione domanda mondiale di energia primaria 1970-2030
Vorrei iniziare condividendo con voi alcuni dati sullo scenario energetico mondiale, che destano profonde preoccupazioni Secondo il World Energy Outlook 2006 dell’AIE, nel caso di crescita inerziale, da oggi al 2030, la domanda mondiale di energia primaria aumenterà di circa il 50%, con oltre il 70% dell’aumento a carico dai Paesi emergenti e il 30% dalla sola Cina. In generale, i combustibili fossili rimarranno la principale fonte di energia. La domanda mondiale di petrolio è prevista in aumento del 38%. La domanda di carbone registra il maggior incremento in termini assoluti, soprattutto per la produzione di energia elettrica. Cina e India assorbiranno circa i quattro quinti della domanda aggiuntiva di carbone, che continua a rimanere il secondo combustibile primario più importante È previsto in crescita anche il consumo di gas naturale. Modesta la crescita percentuale del settore idroelettrico, mentre è in diminuzione la quota di energia proveniente da nucleare e da biomasse. Idro e rinnovabili Nucleare Biomasse Gas Carbone Olio Fonte: World Energy Outlook 2006
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Evoluzione delle emissioni di CO2 1990-2030
Date queste premesse, se nel frattempo non si verificheranno cambiamenti drastici nelle politiche energetico-ambientali, le emissioni mondiali di CO2 subiranno un incremento del 55% rispetto al 2004, raggiungendo nel 2030 i 40 miliardi di tonnellate l’anno. I paesi emergenti saranno responsabili per oltre tre quarti dell’aumento di tali emissioni. Alla sola Cina – che dal 2010 soppianterà gli USA quale maggiore responsabile delle emissioni mondiali - sarà ascrivibile il 39% dell’aumento delle emissioni. Inoltre, sommando i contributi di Cina e India, nel 2030 essi saranno responsabili per il 70% dell’aumento delle immissioni in atmosfera di CO2. Complessivamente entro il 2030 i Paesi emergenti saranno responsabili di circa la metà delle emissioni mondiali. Fonte: World Energy Outlook 2006
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La risposta dell’Unione Europea
LIBRO VERDE sull’energia : 3 PILASTRI Lotta contro i cambiamenti climatici Sicurezza approvvigionamenti combustibili Crescita economica e dell’occupazione ROAD MAP al 2020 Di fronte all’incremento della domanda energetica mondiale, ad uno scenario geopolitico incerto ed ai cambiamenti climatici, l’Unione Europea, con il recente libro verde, si sta dotando di una strategia energetica a lungo termine, che si fonda sui tre pilastri: lotta contro i cambiamenti climatici, imitazione della vulnerabilità esterna dell’UE nei confronti delle importazioni di idrocarburi promozione di occupazione e crescita economica e competitività dell’imprese La Commissione Europea ha sottolineato la non sostenibilità ambientale delle attuali politiche energetiche dell’Unione Europea in materia di energia. L’energia è all’origine dell’80% di tutte le emissioni di gas serra nell’UE, ed è alla base dei cambiamenti climatici e, in massima parte, dell’inquinamento atmosferico. Con le attuali politiche in materia di energia e trasporti, nonostante le emissioni di gas serra, nell’Europa dei 25, siano diminuite del 4,9% tra il 1990 e il 2004 e nel 2004 l’Europa abbia prodotto 36 Mt di CO2, cioè lo 0,8% in meno rispetto al 1990, le emissioni di CO2 invece di diminuire, aumenterebbero di circa il 5% da qui al 2030 e le emissioni mondiali aumenterebbero del 55%. In quest’ottica, la Commissione Europea, il 10 gennaio scorso, ha presentato al Consiglio e al Parlamento Europeo il “Pacchetto energia” finalizzato a definire una nuova strategia di politica energetica per l’Europa, fondata sul principio prioritario della sostenibilità ambientale. Tale principio trova la sua esplicazione in tre elementi fondamentali: lotta al cambiamento climatico; efficienza energetica; fonti rinnovabili. In particolare il piano d'azione della Commissione si propone tre obiettivi, ambiziosi ma necessari, da raggiungersi entro il 2020, quali la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 20%, il miglioramento dell'efficienza energetica del 20% e l’incremento del 20% nell'uso delle fonti di energia rinnovabile. Fonti rinnovabili: obiettivo 20% di energie rinnovabili Efficienza energetica: risparmio di energia primaria del 20% Emissioni CO2: riduzione del 20%
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Fonti rinnovabili: gli obiettivi comunitari
La Commissione Europea ha proposto un obiettivo generale vincolante del 20% di energie rinnovabili ed un obiettivo minimo, anch'esso vincolante, del 10% di biocarburanti, da raggiungere entrambi entro il L’obiettivo del 20% riguarda tutti gli usi delle energie rinnovabili, quindi generazione elettrica ma anche trasporti e climatizzazione. Il Consiglio Europeo dell’8 marzo 2007 ha approvato le proposte della Commissione, che divengono quindi oggetto di un accordo vincolante per gli Stati Membri Entro i primi mesi del 2008, saranno definiti gli accordi di “burden sharing” per fissare la ripartizione degli impegni tra gli Stati Membri Parliamo delle Fonti rinnovabili Nell'ambito della sua politica energetica per l'Europa, la Commissione Europea ha presentato una tabella di marcia a lungo termine Il Consiglio Europeo dell’8 marzo 2007 ha approvato le proposte della Commissione, che divengono quindi oggetto di un accordo vincolante per gli Stati membri, il cd Burden Sharing Agreement. Si prevede un obiettivo generale vincolante del 20% di energie rinnovabili ed un obiettivo minimo, anch'esso vincolante, del 10% di biocarburanti, da raggiungere entrambi entro il 2020. L’obiettivo del 20% riguarda tutti gli usi delle energie rinnovabili, quindi generazione elettrica ma anche trasporti e climatizzazione.
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Mix di fonti per la produzione di energia elettrica: confronto UE-27 ed Italia
100% Per meglio inquadrare il tema, è necessario un breve focus sul mix energetico italiano Nello scenario europeo, il nostro Paese dispone di un sistema energetico particolarmente fragile a causa dell’estrema dipendenza da fonti esogene Il nostro mix di produzione è infatti fortemente sbilanciato verso il gas naturale, che proviene prevalentemente da due soli paesi: Russia ed Algeria, caratterizzati da un elevato rischio di instabilità dal punto di vista geopolitico. L’olio combustibile sfiora il 20 % contro il 4 % dell’Europa. Quasi il 65% della nostra produzione proviene da olio e gas, ed è soggetta alla volatilità dei prezzi dei combustibili, mentre in Europa tale quota è del 4 % La nostra quota di produzione a carbone è piuttosto modesta, 15% contro il 30% dell’UE, e questo è un combustibile caratterizzato da prezzi costanti e soprattutto indifferenti alla volatilità del Brent, ed acquistabile da oltre 100 paesi fornitori nel mondo. Infine, come noto, l’Europa produce energia utilizzando in larga parte la fonte nucleare, per il 31%, mentre noi ci limitiamo ad importare ad alto costo il nucleare francese e sloveno. Fonte: Commissione Europea, EU policy data, 2007
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EU 25: produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel 2005
Attualmente, le fonti rinnovabili rappresentano circa il 18% della produzione complessiva di energia elettrica in Italia. Tale valore pone l’Italia al quarto posto per produzione da rinnovabili nell’Europa a 25, dopo Svezia Germania e Francia. Questa positiva situazione rischia, in prospettiva, di essere compromessa a causa della più limitata crescita degli impianti rinnovabili riscontrata negli ultimi anni in Italia, rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.
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Fonti rinnovabili: l’obiettivo per l’Italia al 2010
La direttiva 2001/77/CE sulla promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, fissa un obiettivo di contributo delle fonti rinnovabili sul totale del consumo interno lordo di energia elettrica pari al 25%, per l’anno 2010 L’Italia ha tuttavia dichiarato che un obiettivo realistico è il 22% Per far fronte agli obblighi comunitari, il d.lgs 387 del 2003 di attuazione della direttiva impone che nel triennio la quota minima di energia prodotta da fonti rinnovabili che deve essere immessa in rete, venga incrementata dello 0,35% annuo Il d.lgs Bersani fissava tale quota, a partire dal 2002, pari al 2% dell’energia da fonte non rinnovabile, prodotta o importata, oltre la quota di 100 GWh In realtà, la Commissione europea aveva già fissato un obiettivo relativo, però, all’utilizzo delle rinnovabili per la produzione di energia elettrica Slide
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Fonti rinnovabili: gli obiettivi comunitari al 2010
Tutti in ritardo tranne Germania e Danimarca 25,0 Dalla panoramica europea del livello di produzione da fonti rinnovabili, rispetto all’obiettivo specifico al 2010 fissato dalla direttiva, emerge che la quasi totalità dei paesi è in ritardo rispetto al target. L’analisi dello stato di attuazione della Direttiva inserisce l’Italia nel gruppo dei paesi “lontani dall’obiettivo”
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Sviluppo fonti rinnovabili in Italia: la valutazione della Commissione Europea
“ Gli obblighi imposti hanno determinato uno sviluppo delle fonti rinnovabili nel periodo , vanificato, tuttavia, dall’incremento del consumo lordo di elettricità, che ha determinato una riduzione della penetrazione delle fonti rinnovabili rispetto al 1997” “Esiste un importante divario fra l’attuale penetrazione delle fonti rinnovabili ed il target del 25%” “Persistono in Italia grandi problemi amministrativi che costituiscono il maggiore ostacolo allo sviluppo di fonti rinnovabili in un paese che presenta elevate potenzialità” Ecco uno stralcio della valutazione della Commissione Europea relativa all’Italia Slide
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Fonti rinnovabili: le criticità in Italia
Mancanza di coordinamento della programmazione energetica regionale, moratorie regionali ed effetto Nimby Allungamento dei tempi per le autorizzazioni dei nuovi impianti Procedure autorizzative differenziate per Regioni, che deliberano in base a procedure disomogenee e spesso restrittive Tempi e modalità di allacciamento degli impianti alla rete ed elevati costi sostenuti dai nuovi entranti Sostenibilità della produzione da impianti eolici con riguardo allo stato della rete di trasmissione dove numerose sono le richieste di connessione di nuovi impianti Mancato sviluppo di un’industria manifatturiera di settore, in particolare negli ambiti con significativa crescita della domanda (eolico e, fotovoltaico), crescente trasferimento di risorse all’estero Perché nel nostro paese è così difficile realizzare impianti rinnovabili? Sono diversi i fattori in Italia che contribuiscono a questa situazione: La mancanza di coordinamento della programmazione energetica regionale. Le moratorie regionali e l’effetto “nimby” (not in my back yard) hanno contribuito a bloccare numerose iniziative. L’allungamento dei tempi connessi al rilascio delle autorizzazioni da parte delle Istituzioni. Sebbene l’iter sia stato semplificato con legge, a causa della numerosità dei progetti, le risposte da parte delle Regioni fanno registrare tempi ancora molto lunghi. L’esistenza di procedure autorizzative differenziate da parte delle diverse Regioni. Queste, in mancanza di linee guida per il procedimento unico autorizzativo, hanno finora deliberato sulla base di procedure disomogenee e spesso restrittive (come nel caso della distanza minima da centri abitati). La criticità relativa ai tempi e alle modalità di allacciamento degli impianti alla rete e degli elevati costi sostenuti dagli operatori nuovi entranti. Le problematiche relative alla sostenibilità della produzione da impianti eolici, con riguardo allo stato della rete di trasmissione, dove numerose risultano le richieste di connessione di nuovi impianti. Un ulteriore elemento non positivo, per l’intera economia italiana, è il mancato sviluppo di un’industria manifatturiera di settore (in particolare nell’ eolico e, più di recente, fotovoltaico), con la conseguenza di un crescente trasferimento di risorse all’estero.
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Fonti rinnovabili: le azioni prioritarie
Precisi obiettivi regionali, coerenti con quelli nazionali, responsabilizzando Regioni ed Enti locali anche con meccanismi premianti e sanzionatori Riduzione delle barriere amministrative per le autorizzazioni Garanzia di accesso alle reti con l’adozione di procedure semplici, trasparenti e non discriminatorie Adeguamento delle reti, dove la loro attuale configurazione vincola lo sfruttamento delle fonti rinnovabili Sviluppo di filiere agro-energetiche ambientalmente compatibili e a costi economicamente sostenibili Politiche per la promozione di un’industria nazionale manifatturiera di settore, per creare nuova occupazione e divenire occasione di sviluppo per l’intera economia Rilancio di una forte iniziativa di ricerca nel settore Per rimuovere queste barriere, Confindustria ritiene prioritarie una serie di azioni: la determinazione di precisi obiettivi regionali, coerenti con quelli complessivi del paese, responsabilizzando Regioni ed Enti locali anche attraverso la predisposizione di meccanismi premianti e sanzionatori; la riduzione delle barriere amministrative e del numero di interlocutori per l’ottenimento delle autorizzazioni attraverso una sostanziale semplificazione degli iter; la garanzia di accesso alle reti con di procedure semplici, trasparenti e non discriminatorie; Il rapido adeguamento delle reti, in particolare nelle aree dove la loro attuale configurazione rischia di creare vincoli e limitazioni allo sfruttamento delle fonti rinnovabili; la promozione dello sviluppo di filiere agro-energetiche ambientalmente compatibili, e a costi economicamente sostenibili, politiche in grado di favorire la crescita e la qualificazione di un’industria nazionale manifatturiera nel campo delle rinnovabili il rilancio di una forte iniziativa di ricerca nel settore.
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Fonti rinnovabili: i meccanismi di incentivazione
E’ necessaria una razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione, per avere un quadro che incoraggi l’investitore e che sia sostenibile per i consumatori Gli oneri di sistema per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili nel 2006 hanno rappresentato circa il 9,4% del prezzo dell’energia elettrica Lo sviluppo delle fonti rinnovabili deve evitare di produrre un incremento dei costi dell’energia, in particolare per le industrie manifatturiere ad alta intensità energetica che, operando su mercati internazionali, maggiormente ne risentirebbero in termini di perdita di competitività Un secondo ordine di criticità riguarda i meccanismi di incentivazione per sviluppo delle fonti rinnovabili E’ necessaria una razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione, per avere un quadro di supporto organico che incoraggi l’investitore e che sia sostenibile economicamente per i consumatori Il peso in bolletta degli oneri di sistema relativi alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili, che per il 2006 hanno rappresentato circa il 9,4% del prezzo dell’energia elettrica (l’onere A3 costituisce la voce predominante all’interno degli oneri) è piuttosto elevato. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili dovrebbe evitare di produrre un incremento dei costi dell’energia, in particolare per le industrie manifatturiere ad alta intensità energetica che, operando su mercati internazionali, maggiormente ne risentirebbero in termini di perdita di competitività
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Il concetto di efficienza energetica
= produrre gli stessi beni e servizi con meno energia minor impatto sull’ambiente minori costi per aziende e sistema Italia Chiariamo innanzitutto qualche concetto di fondo: Efficienza energetica e risparmio energetico: A noi piace parlare più di efficienza, che vuol dire produrre gli stessi beni e servizi con minor energia Promuovere l’efficienza energetica deve essere considerata una priorità nella politica energetica in quanto: Permette di ridurre la dipendenza italiana dai paesi esportatori di fonti energetiche primarie (petrolio e gas) Consente di migliorare l’impatto ambientale delle attività umane senza diminuire gli standard di vita Rappresenta un'importante occasione di progresso tecnologico per il Paese attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e l’applicazione di quelle esistenti su vasta scala.
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L’Unione Europea e la promozione dell’efficienza energetica
La Commissione Europea ha fissato un obiettivo di risparmio di energia primaria del 20% entro il 2020 Il Piano d’azione comunitario sull’efficienza energetica, di ottobre 2006, richiede ai paesi un impegno di investimento e di diffusione di una nuova cultura energetica, con interventi su vari settori: Trasporto pubblico Elettrodomestici Edifici Tassazione Cogenerazione A livello comunitario, la promozione dell’efficienza energetica è tra le priorità d’intervento: la Commissione Europea ha indicato un obiettivo di risparmio di energia primaria del 20% entro il 2020. Il piano d’azione sull’efficienza energetica, adottato dalla Commissione nell’ottobre del 2006, richiede ai paesi un impegno significativo sia in termini di investimenti sia in termini di diffusione di una nuova cultura energetica. Il piano prevede interventi ad ampio spettro su vari settori: Trasporto pubblico: aumentare l’utilizzo di veicoli più efficienti Elettrodomestici: implementare standard e labelling più rigidi Edifici: incentivare gli interventi di efficienza energetica sugli edifici esistenti e rendere più stringente la normativa per la realizzazione di nuovi Tassazione: prevedere un uso coerente dello strumento fiscale al fine di promuovere un utilizzo più efficiente dell’energia Cogenerazione: migliorare l’efficienza nel settore della produzione di elettricità e calore
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L’Italia e gli obiettivi comunitari
Totale consumi finali in Italia ~ 146 MTEP CE ritiene possibili con efficientizzazioni risparmiare il 20% di energie primarie. Ciò equivale per Italia a ~ 30 MTEP 30 MTEP corrispondono all’energia primaria richiesta in un anno da MW di centrali a ciclo combinato funzionanti ore/anno per fornirci oltre 190 TWh/anno di energia elettrica Totale energia immessa in rete in Italia ~ 330 TWh Indubbiamente, l’obiettivo comunitario del 20 % di risparmio di energia primaria è molto ambizioso. In Italia, considerando che i consumi finali sono pari a circa 145 MTEP, il 20% è pari a circa 30 MTEP. Per darvi un’idea 30 MTEP equivalgono all’energia primaria necessaria in un anno per produrre 190 TWh di energia 190 TWh di energia sono pari al 57% del totale di energia elettrica immessa in rete
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L’Italia è un paese “virtuoso” energeticamente
Il nostro paese consuma circa 0,32 kg PE per 1 $ di PIL ed ha emissioni di CO2 pari a 7,7 ton/persona per anno Esistono ancora notevoli spazi per un’efficienza energetica, la cui diffusione è fondamentalmente legata ad aspetti informativi e culturali Per una “efficiente efficienza” è indispensabile arrivare ad una estesa applicazione del concetto “life cycle cost” In termini di efficienza, l’Italia è considerato già un paese virtuoso, in quanto: consuma circa 0,32 kg PE per 1 $ di PIL ed ha emissioni di CO2 pari a 7,7 ton/persona per anno Esistono ancora notevoli spazi per un’efficienza energetica, la cui diffusione è fondamentalmente legata ad aspetti informativi e culturali Per una “efficiente efficienza” è indispensabile arrivare ad una estesa applicazione del concetto del “life cycle cost”, e cioè del costo complessivo nell’intero ciclo di vita del prodotto: Ad esempio, forse molti non sanno che per un motore elettrico, il costo di acquisto e quindi l’investimento iniziale, pesa solo per un 3% rispetto al costo totale che quel motore presenterà durante il suo ciclo di vita Il resto è imputabile, quasi per intero, il 95%, alla sua relativa bolletta elettrica Visto in questa prospettiva, è evidente che il vero risparmio si ottiene riducendo la componente di costo maggiore, quella della bolletta elettrica, acquistando un motore ad alta efficienza E lo stesso concetto è applicabile, ad esempio, agli elettrodomestici di classe A.
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La Task Force “Efficienza Energetica” di Confindustria
Obiettivi: valutare i risparmi energetici conseguibili evitando oneri addizionali alle imprese, ed individuare i settori che per dimensione e per potenziali risparmi risultino i più interessanti per interventi specifici evidenziare le tecnologie ora disponibili per implementare programmi di efficienza energetica sulla base di analisi di costi/benefici indirizzare i competenti Ministeri verso uno stimolo all'efficienza energetica in un quadro coerente di politica energetica di medio-lungo termine definire ed implementare azioni di comunicazione e informazione, fondamentali per il successo delle iniziative Nel luglio 2006 la dott.ssa Emma Marcegaglia -Vice Presidente di Confindustria per Ambiente, Energia ed Infrastrutture- ha deciso di costituire, nell'ambito della Commissione Energia di Confindustria, una Task Force ad hoc sull'efficienza energetica coinvolgendo tutte le associazioni e strutture locali facenti riferimento a Confindustria stessa e considerando tutte le varie applicazioni (dagli edifizi ai macchinari ed apparecchi degli utenti, dai trasporti ai vari servizi del terziario ed alle infrastrutture). La task force, coordinata dall’ing. Alessandro Clerici di Anie, ha effettuato un complesso lavoro di approfondimento per capire al meglio quali siano le opportunità che il miglioramento dell’efficienza energetica presenta, sia per il sistema energetico nazionale sia per lo sviluppo dell’industria per individuare le opportunità che il miglioramento dell’efficienza energetica presenta, sia per il sistema energetico nazionale sia per lo sviluppo dell’industria E per indirizzare le istituzioni a promuovere l’efficienza energetica attraverso un quadro coerente di politica energetica di medio-lungo termine
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Confindustria ha prodotto un ottimo documento che analizza il consumo energetico in Italia, settore per settore. Abbiamo scoperto alcune cose che ci hanno sorpreso. Ad esempio: i motori elettrici rappresentano il 45 per cento dei consumi finali, la coibentazione delle case potrebbe portare un risparmio del per cento, e molto si può ancora fare per quanto riguarda elettrodomestici ed energia elettrica. Si tratta di agire a livello culturale su tutta la società, a partire dai cittadini. La ricerca di nuovi mezzi per aumentare il risparmio energetico potrebbe tra l’altro essere uno straordinario driver di innovazione tecnologica, un campo in cui l’Italia potrebbe cominciare a sviluppare una leadership a livello europeo. Il Ministro Bersani ha proposto un bando su questo tema (industria 2015) che ha ricevuto una risposta inaspettata: sono stati presentati circa progetti. Le tecnologie rilevanti ai fini dell’efficienza energetica individuate ad ora sono: • MOTORI ELETTRICI/INVERTERS • COIBENTAZIONE • CLIMATIZZAZIONE • ELETTRODOMESTICI E CLIMATIZZAZIONE TERMICA E FRIGORIFERA RESIDENZIALE E ASSIMILATA • COGENERAZIONE/TRIGENERAZIONE • ILLUMINAZIONE • RIFASAMENTO • HOME & BUILDING AUTOMATION • AUTOMAZIONE AVANZATA DI PROCESSI CONTINUI • ICT • SISTEMI DI PROPULSIONE Ciascun gruppo di "tecnologia rilevante" ha effettuato, con la collaborazione di Enea e Cesi Ricerca, un'analisi dell'evoluzione del proprio mercato con orizzonte temporale al 2014 e ha predisposto una valutazione, sulla base di differenti ipotesi costi/benefici/incentivi, dei possibili risparmi effettivamente conseguibili, tenendo anche in conto quanto attuato con la finanziaria 2007 e dalle nuove leggi relative al settore edilizio e trasporti.
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I consumi in Italia nel 2005 I consumi finali di 146 MTEP:
Trasporti 30% Industria 28% Residenziale 21% Terziario 11% Altri 10% I consumi lordi di 198 MTEP per fonte: Petrolio 43% Gas 36% Carbone 9% Elettricità primaria 6% Altri 6% Trend al 2030: +20%=+30MTEP 85% di energia è importata: dipendenza è in crescita Vorrei condividere alcuni dati fondamentali sullo quadro dei consumi del nostro Paese: In Italia consumiamo 146 MTEP, il settore dei trasporti ha una fetta del 30%, l’industria il 28%, il settore residenziale il 21% Dal punto di vista della fonti, i consumi lordi vengono coperti per il 43% dal petrolio, per il 36% dal gas, per il 9% dal carbone Importiamo l’85 % dell’energia primaria, e tale dipendenza si mostra in crescita Fonte: Cesi Ricerca
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Consumi finali italiani per settore e per fonte nel 2005
Consumi (MTEP) Prodotti Petrolif. Gas Combustibili Solidi Elettricità Trasporti 44 97% 0,70% -- 2% Industria 41 19% 41% 11% 29% Residenziale 30 16% (76%) 60% 20% Terziario 16 10% 49% Altri 15 Totale 146 Analizzando in dettaglio i consumi finali per settore eper fonte: evidente nei trasporti il dominio ( 97%) dell'utilizzo dei prodotti petroliferi (trasporto su gomma) Per l'industria, gas ed elettricità risultano i consumi dominanti sui quali dover agire, mentre per il residenziale i 3/4 dei consumi sono per usi termici (grande preponderanza per impianti di riscaldamento ambientale) ed il 20% per consumi elettrici (elettrodomestici, apparecchi TV/ HiFi/ICT ed illuminazione); nel terziario gas ed elettricità si spartiscono praticamente la quasi totalità del consumo. Relativamente al settore terziario quelli che presentano i maggiori consumi sono alberghi, ristoranti e bar (~ 25%), commercio (~ 17%), comunicazioni (~ 16%), sanità ed altri servizi sociali (~ 10%). Fonte: Cesi Ricerca
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Consumi di energia elettrica in Italia nel 2005 per settore
Nel 2005 il settore industriale ha assorbito il 49% del consumo italiano di energia elettrica pari a circa GWh. Secondo un rapporto CESI l’80% dei consumi del settore è assorbito da motori elettrici. Nel 2005 il settore industriale ha assorbito il 49% del consumo italiano di energia elettrica Secondo un rapporto CESI l’80% dei consumi del settore è assorbito da motori elettrici. Il terziario consuma il 27% dell’energia elettrica italiana Ed il settore domestico il 22% [Fonte Terna] Nota: La tabella fa riferimento ai consumi globali nazionali al netto delle perdite di trasmissione e distribuzione pari a GWh
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Consumi elettrici finali italiani
I principali consumi elettrici sono così suddivisi: Motori ~ % lluminazione ~ % Elettrodomestici ~ % Nota bene: ICT, stand by, carica batterie, etc. > 4%! Focalizzandoci sui consumi elettrici finali emerge che oltre il 70% sono attribuibili a tre categorie di utilizzo: Motori ~ 45-50% Illuminazione ~ 15-20% Elettrodomestici ~ 12-15% Un punto di attenzione: gli stand by assorbono oltre il 4% dei consumi! Serve una centrale elettrica accesa solamente per alimentare questi consumi inutili!
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Le tecnologie per l’efficienza energetica
Le tecnologie con i risultati più significativi in un tempo ragionevole risultano: Generazione congiunta di calore ed elettricità e di freddo, applicabile in svariati settori industriali Regime fiscale agevolato, di priorità di dispacciamento dell’energia e permette di emettere certificati bianchi Cogenerazione e trigenerazione La finanziaria 2007 prevede una detrazione dall’imposta lorda del 20% per l’istallazione Il settore con i consumi maggiori dovuti all’utilizzo dei motori è il settore Chimico e Petrolchimico seguito dai settori Meccanica e Metallurgia Motori elettrici ad alta efficienza Inverters La finanziaria 2007 prevede una detrazione dall’imposta lorda pari al 20% per l’istallazione Climatizzazione, coibentazione, illuminazione, elettrodomestici, ICT e automazione La finanziaria 2007 innalza dal 36% al 55% la detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica di edifici Razionalizzaz. energia in edifici La cogenerazione è applicabile in svariati settori industriali (concerie, cartiere, industrie galvaniche e trattamento metalli, industrie tessili, lavanderie tintorie, industrie chimiche, essiccazione legno, formaci e laterizi, industrie alimentari, impianti di depurazione e trattamento acque). gode di un regime fiscale agevolato, di priorità di dispacciamento dell’energia e permette di emettere certificati bianchi. Per quanto riguarda motori elettrici ed inverters, la legge finanziaria 2007 prevede una detrazione dall’imposta lorda del 20% per l’istallazione Nel settore elettrodomestici, ci sono grossi margini di ulteriori risparmi specie negli apparecchi del freddo, del lavaggio e del condizionamento, valutabili in circa 15 TWh/anno nel parco attuale; Per quanto riguarda il rifasamento sono state evidenziate potenzialità per evitare ai clienti industriali le penali attualmente applicate e per evitare maggiori perdite nelle reti di distribuzione, mediante l'applicazione di semplici banchi di condensatori. Rifasamento Tecnologia strettamente applicabile alle reti energetiche
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Motori Elettrici ed Inverters
Potenziale risparmio di 20 TWh / anno 7% di totali consumi elettrici italiani Con una estesa applicazione di motori elettrici ad alta efficienza ed Inverters, il risparmio totale conseguibile sul parco attuale è pari a circa 20 TWh l’anno e cioè pari al 7% del totale dei consumi elettrici italiani Ci sono margini di risparmio elevatissimi, se consideriamo che in Italia meno del 2% delle ordinazioni di nuovi motori è per motori ad alta efficienza (siamo ad 1/5 della media UE e ad 1/40 della Scandinavia) Situazione analoga per gli inverters, utilizzati in Italia per meno del 6% delle possibili applicazioni, rispetto ad un 70% dei paesi scandinavi
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Climatizzazione Si prevede che tra il 2005 ed il 2014 Il parco installato aumenterà del 78%: in condizioni “business-as-usual” il consumo di energia elettrica aumenterà del 54% arrivando a 17 TWh/anno nel 2014; solo con incentivi all'acquisto di prodotti più efficienti si potrà contenere l'aumento dei consumi energetici totali al 42%; solo affiancando agli incentivi un miglioramento tecnologico accelerato si potrà limitare l'aumento dei consumi al 35%. È fondamentale che sia istituita fin dalla progettazione dell’edificio una fattiva collaborazione tra il costruttore dell’edificio e quello dell’impianto
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Potenziale risparmio al 2015
Illuminazione Potenziale risparmio al 2015 Anno 2015 Anno 2005 Illuminazione 68TWh 25 TWh Illuminazione 51 TWh (17%) 51 Altri usi finali Altri usi finali Oggi i consumi per l’illuminazione sono pari al 17 per cento del totale consumi finali in Italia. Nel settore dell’illuminazione esistono potenziali risparmi di oltre il 40% grazie all’utilizzo di sorgenti luminose e alimentatori di ultima generazione abbinati a sistemi di regolazione e controllo 25 TWh anno (12,5 Mt di CO2 ) oltre 8% degli attuali consumi elettrici in Italia
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Documento MSE a CE basato anche su studio di Confindustria
Sulla base delle prescrizioni contenute nella Direttiva 2006/32/CE sono stati determinati i seguenti obiettivi di risparmio energetico: Tenuto conto dei compiti attribuiti all’Italia dalla citata direttiva è stata individuata una serie di misure di efficienza energetica riportata nella sottostante tabella, che permette di raggiungere e superare l’obiettivo assegnato di GWh/anno nel 2016 mediante interventi nei settori Residenziale, Terziario, Industriale e dei Trasporti. Consumo medio degli ultimi 5 anni (GWh) Obiettivo di risparmio energetico del 9% nel 2016 GWh) Risparmio energetico annuale al 2016 per settore di consumo Misure di miglioramento dell’efficienza energetica per settore Risparmio energetico annuale atteso al 2016 (GWh/anno) Residenziale 56.830 Terziario 24.700 Industria 21.537 Trasporti 23.260 TOTALE Sulla base delle prescrizioni contenute nella Direttiva 2006/32/CE, il Ministero dello Sviluppo Economico, anche sulla base delle indicazioni fornite dalla task Force di Confindustria, ha presentato a Bruxelles una proposta di Piano Nazionale per l’Efficienza. Applicando i criteri della direttiva, l’obiettivo di risparmio energetico al 2016 per l’Italia è pari a GWh. Tenuto conto dei compiti attribuiti all’Italia dalla direttiva, il Governo ha individuato una serie di misure di efficienza energetica, che permette di raggiungere e superare l’obiettivo assegnato di GWh/anno nel 2016 mediante interventi nei settori Residenziale, Terziario, Industriale e dei Trasporti. Fonte MSE - Cesi Ricerca
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Risparmio energetico annuale al 2016
Misure di miglioramento efficienza energetica per tecnologia Risparmio energetico annuale atteso al 2016 (GWh/anno) Dettaglio Risparmio energetico annuale atteso al 2016 (GWh/anno) Totale Motori elettrici/inverters sostituzione motori elettrici di potenza 1-90kW da classe Eff2 a classe Eff1 3.400 9.800 installazione di inverters su motori elettrici di potenza kWh 6.400 Coibentazione coibentazione superfici opache edifici residenziali ante 1980 12.800 13.730 sostituzione di vetri semplice con doppi vetri 930 Climatizzazione impiego di condizionatori efficienti 540 49.880 impiego impianti di riscaldamento efficienti 43.350 camini termici e caldaie a legna 3.480 incentivazione all’impiego di condizionatori efficienti 2.510 Elettrodomestici e Climatizzazione termica, frigorifera residenziale e assimilata sostituzione lavastoviglie con apparecchiature in classe A 1.060 7.530 sostituzione frigoriferi e congelatori con apparecchiature in classe A+ e A++ 3.860 sostituzione lavabiancheria con apparecchiature in classe A superlativa 410 sostituzione scalda acqua elettrici efficienti 2.200 Cogenerazione 6.280 Illuminazione lampade efficienti e sistemi di controllo 6.500 12.590 lampade efficienti e sistemi di regolazione del flusso luminoso (illuminazione pubblica) 1.290 sostituzione lampade ad incandescenza (GLS) con lampade a fluorescenza CFL 4.800 Fonte MSE - Cesi Ricerca
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Osservazioni generali
Informazione e comunicazione sono strumenti essenziali: Ruolo fondamentale delle Unioni Industriali Dialogo continuo fornitori/utilizzatori/operatori/ESCO L’attività di audit energetico può avere importanti effetti e deve essere supportata dalle istituzioni. L’approccio integrato al problema, tipico dell’audit energetico, può costituire uno strumento importante anche nella realizzazione degli interventi (servizi energetici, contratti a risultato) Azioni “innovative” da parte di traders/ESCO verso le industrie con interventi finanziari supportati da un sistema bancario “efficiente per l’efficienza energetica” Gli incentivi devono essere indirizzati a chi sostiene l’investimento e debbono essere portati a carico della fiscalità generale, senza incidere sulle tariffe. E’ necessario dare vita ad un circuito virtuoso di comunicazione e informazione e a un dialogo continuo fornitori/utilizzatori/operatori/ESCO E’ opportuno che traders ed ESCO intraprendano azioni "innovative" verso le industrie e che gli interventi finanziari vengano supportati da un sistema bancario "efficiente per l'efficienza energetica". L’audit energetico è uno strumento basilare con il quale i consumatori possano rendersi conto dei costi/benefici di interventi di efficientizzazione per i loro casi specifici. È importante prevedere dei fondi di incentivazione per gli audits energetici. [Fonte Assoutility]
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Conclusioni sull’efficienza energetica
Come incidere sull'efficienza energetica agendo sia sul parco installato sia sul "nuovo" senza creare oneri al consumatore e considerando orizzonti temporali adeguati? Sebbene i differenti settori tecnologici abbiano ciascuno le proprie caratteristiche occorrerà cercare di arrivare ad una linea di condotta il più possibile "omogenea e coerente" sfruttando le leve di: incentivi ai consumatori certificati bianchi eventuali requisiti normativi per il nuovo da installare eventuali sgravi fiscali per fornitori di prodotti “high efficiency” Gli incentivi proposti dovrebbero essere portati a carico della fiscalità generale, senza incidere sulle tariffe Tali politiche debbono essere inquadrate in un orizzonte almeno di medio periodo Sebbene i differenti settori tecnologici abbiano ciascuno le proprie caratteristiche è auspicabile una linea di condotta il più possibile "omogenea e coerente" sfruttando le leve di: incentivi ai consumatori certificati bianchi eventuali requisiti normativi per il nuovo da installare sgravi fiscali per l'industria fornitrice di prodotti “high efficiency” Confindustria ritiene auspicabile che la Legge Finanziaria 2008 includa una serie di misure di carattere generale a favore dell’efficienza energetica: Inquadrare la politica di efficienza energetica in un orizzonte temporale di medio periodo, pari ad almeno tre anni, per garantire la necessaria continuità sia ai soggetti che investono sia all’industria fornitrice di prodotti ad alta efficienza in vista dell’attuazione delle misure strutturali contenute nel Piano Nazionale di Efficienza Energetica. · Prevedere fondi di incentivazione per l’audit energetico, strumento basilare con il quale i consumatori possono rendersi conto dei costi/benefici di interventi di efficientizzazione per i loro casi specifici. · Prevedere fondi per attività informative/formative volte a diffondere la cultura dell’efficienza energetica presso tutti gli stakeholder coinvolti: settore industriale, terziario, domestico e Pubblica Amministrazione. · Prevedere meccanismi di autocertificazione delle prestazioni dei prodotti da parte dei costruttori con il controllo delle autorità competenti al fine di garantire una qualità reale dei prodotti immessi sul mercato nazionale nel rispetto delle normative comunitarie in termine di efficienza energetica. È necessaria, inoltre, una stretta sorveglianza contro le contraffazioni dei prodotti immessi sul mercato.
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