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Le condizioni di lavoro e di vita in provincia di Bologna 25 febbraio 2012, Bologna a cura di :Ires Emilia-Romagna.

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Presentazione sul tema: "Le condizioni di lavoro e di vita in provincia di Bologna 25 febbraio 2012, Bologna a cura di :Ires Emilia-Romagna."— Transcript della presentazione:

1 Le condizioni di lavoro e di vita in provincia di Bologna 25 febbraio 2012, Bologna a cura di :Ires Emilia-Romagna

2 Il modello di analisi della qualità del lavoro Concetto di qualità del lavoro (Gallino e La Rosa) Dimensione ergonomica D Dimensione del controllo Dimensione ergonomica Dimensione della complessità Dimensione dellautonomia Nostre dimensioni della qualità del lavoro Ambiente fisico Relazioni sociali Carico di lavoro Retribuzione Conciliazione Autonomia Crescita professionale Coerenza con interessi/passioni Stabilità contrattuale Bisogni di sussistenza e tempi di lavoro Bisogni psicofisici e di comunicazione Bisogno di impegno, gratificazione e formazione Bisogni di discrezionalità Bisogni di controllo e di partecipazione

3 La multidimensionalità della qualità del lavoro Profili esplicativi Profilo di senso del lavoro Profilo contrattuale Profilo anagrafico Profilo partecipativo Profilo socioeconomico

4 Complessivamente sono stati raccolti 4.347 questionari, ovvero circa l1% della Forza Lavoro in provincia di Bologna: 16% on line, 34,3% Sindacato e 49,7% Festa dellUnità Sotto-rappresentati rispetto alluniverso: Stranieri: 2,2% a fronte dell11% Autonomi: 11,8% a fronte del 24% Sovra-rappresentati rispetto alluniverso: Temporanei: 13,4% a fronte del 9% Parasubordinati: 5,7% a fronte dell1,5% Alti titoli di studio: 36% a fronte del 19% Obiettivo numerico raggiunto

5 La composizione del campione Il mercato del lavoro femminile si mostra a più intensa terziarizzazione e precarizzazione: Il 68% degli uomini lavora nel terziario contro l82% delle donne. il 61,1% dei contratti a tempo determinato ed il 54,4% dei parasubordinati sono donne Esiste una correlazione diretta tra stabilità contrattuale ed età anagrafica: 75% degli under 24 ha un contratto non standard il 50% di chi si dice disoccupato ha meno di 30 anni Le sacche di precarietà si concentrano nei settori ad alta partecipazione femminile: nellindustria non supera il 10%, nel Commercio e Sanità il 22% e nellIstruzione il 44% La maggior parte degli interlocutori ha un profilo socioeconomico basso (20,5%) o medio basso (35,5%): La stabilizzazione contrattuale non si traduce immediatamente in un miglioramento socioeconomico Il titolo di studio è ancora determinante per la definizione della posizione socioeconomica Chi ha una visione espressiva del lavoro rappresenta una quota marginale il (12,3%) mentre chi ha una visione strumentale rappresenta la maggioranza (71,3%): Per i laureati a post laureati la visione espressiva è prevalente nel 19,6% Oltre il 50% del campione lavora in ambienti a basso o medio-basso contenuto partecipativo: Si ravvisa una correlazione diretta tra partecipazione e visione espressiva del lavoro e tra partecipazione e posizione socioeconomica

6 Le aspettative Visione integrata ed inclusiva del concetto di qualità del lavoro. Affinché il lavoro possa dirsi soddisfacente nessuna dimensione della qualità del lavoro è sacrificabile.

7 Le condizioni reali: la distinzione di genere Maschi Femmine In media le donne vivono condizioni di lavoro peggiori, ed in particolare: Si rileva un gap salariale di genere: tra le donne il 71% ha un reddito al di sotto dei 1.500 mensili e il 17,4% inferiore ai 1.000 a fronte rispettivamente del 51% e del 5,7% per i maschi Pensi che la tua pensione sarà adeguata per vivere dignitosamente?: il 67% delle donne non pensa che riceverà una pensione degna a fronte del 59% degli uomini Più alta percezione del rischio psicosociale per le donne e fisico per gli uomini: il 57,4% delle lavoratrici afferma di lavorare sotto stress ed il 39,6% di essere nervoso/ansioso sul posto di lavoro, a fronte rispettivamente del 52,3% e 35,3% maschile

8 Condizioni reali per classi di età Non mostra variazioniMostra variazioni Bassa crescita professionale Il contratto spiega di più di chi non fa formazione: 37% contratto a tempo indeterminato 45% contratto a tempo determinato 60% parasubordinato Il 55% afferma che i propri meriti e competenze siano per niente o poco riconosciuti nel lavoro Retribuzione inadeguata A prescindere dalletà tutti si dichiarano insoddisfatti della retribuzione ma: Lautonomia aumenta al crescere delletà: Pausa e ferie Modalità esecutive e velocità Ma aumenta anche la risoluzione autonoma degli imprevisti

9 Condizioni reali per nazionalità Un mercato del lavoro segmentato: stranieri in settori più labour intensive In che misura pensi che il tuo lavoro:

10 Condizioni reali per titolo di studio Relazione diretta tra titolo di studio e coerenza con interessi e passioni: l87,5% di chi ha almeno la laurea afferma di svolgere attività interessante e il 79,7% di poter esprimere la propria personalità e creatività, a fronte del 58% di chi ha un titolo di scuola primaria Al crescere del titolo di studio cresce lo scambio tra flessibilità nella gestione del tempo di lavoro e la rigidità dei tempi di performance: Da un lato, l82,5% di chi ha almeno la laurea deve rispettare scadenze rigide (contro il 60,8% di scuola primaria) e dallaltro, l80% di chi ha almeno la laurea può scegliere quando fare pausa (contro il 65%) e il 51,7% lorario di lavoro (contro il 27%) Per i titoli di studio più alti si registra una più spiccata consapevolezza dei propri strumenti che si riflette anche in un minor timore per il futuro occupazionale Utilità percorso di studi per lavoro

11 Condizioni reali per contratto Il lavoro non standard è legato ad alto rischio occupazionale, bassa retribuzione e ritardo di emancipazione sociale Identità lavorativa

12 Condizioni reali per visione del lavoro Visione espressiva Visione strumentale Come lo immagini il futuro? Profilo dell espressivo: Ottimista rispetto al futuro Sicuro della propria professionalità Impegnato in attività extra- lavorative

13 Profilo socioeconomico Più è alto il numero dei figli a carico più è alta la probabilità di rimanere intrappolati dentro una condizione socioeconomica peggiore. Avere o non avere la casa di proprietà fa la differenza ma ancor più la fa non pagare un mutuo o un affitto: nel 70% dei profili bassi, il mutuo o affitto supera il 30% del reddito famigliare. I profili socioeconomici più bassi sono i meno soddisfatti dei servizi di welfare locale: In generale, dei 2/3 che rispondono alle domande sul welfare l84% dà un giudizio negativo sul contributo economico offerto dal welfare ed il 56% sulla capacità dei servizi di favorire la conciliazione.

14 La partecipazione dei lavoratori Basso profilo partecipativoAlto profilo partecipativo Buona e ottima informazione ricevuta Partecipazione strumento contro i rischi psicosociali

15 Soddisfazione sul lavoro Quanto sei soddisfatto del tuo lavoro? Il 66% del campione si dice molto» o abbastanza» soddisfatto Esiste una correlazione forte e positiva tra la soddisfazione percepita ed il grado di partecipazione sul lavoro Dimensioni più insoddisfacenti: Adeguatezza retributiva Carico di lavoro Rischio occupazionale Ad agire in maniera più significativa sulla soddisfazione è la partecipazione, più ancora della condizione socioeconomica Confronto tra aspettative e condizioni reali

16 Conclusioni Lindagine ha il pregio di spostare il baricentro della discussione sul lavoro dal rapporto dicotomico «avere» o «non avere» un lavoro ad un concetto più esteso di qualità del lavoro Dentro una logica di soddisfazione del lavoro, nessuna dimensione della qualità del lavoro è sacrificabile: ogni scambio produrrebbe una perdita di soddisfazione ideale La soddisfazione dei lavoratori non trova la sua esplicazione dentro il paradigma insider/outsider o dentro la contrapposizione giovani/anziani ma dentro il concetto di partecipazione: la partecipazione rilancia il tema della democrazia nei luoghi di lavoro e non è limitata alla sola pro-attività la partecipazione rilancia il rapporto tra conoscenza e lavoro e tra lavoro e capacità del soggetto la partecipazione rilancia un approccio delle politiche per loccupazione che considerino come importanti non solo le dinamiche del mercato del lavoro ma anche quelle della cittadinanza


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