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La Rivoluzione Francese
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Luigi XVI e Maria Antonietta
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1776 – Turgot alle finanze Salito al trono nel 1774, due anni dopo Luigi XVI chiama al ministero delle finanze l’economista Turgot, seguace della idee fisiocratiche e collaboratore dell’Encyclopédie, affinché avvii un programma di riforme. Turgot propone una serie di provvedimenti liberisti; la soppressione delle corvées e l’abolizione delle corporazioni. Travolto dalle opposizioni, il ministro è costretto alle dimissioni.
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1776 – Necker alle finanze Dopo Turgot è la volta del banchiere ginevrino Jacques Necker ( ) che constata l’indebitamento dello stato e denuncia le spese eccessive della corte proponendo - di tagliare le pensioni e gli stipendi di corte - di tassare parzialmente i beni della nobiltà e del clero - di ridurre le spese militari Nel 1781 il ministro presenta al re un Rendiconto sullo stato delle finanze che provoca il suo licenziamento.
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1783 – Calonne alle finanze Dopo più di un anno di incertezza, nel 1783 Luigi XVI nomina ministro delle finanze C. A. de Calonne ( ) il quale, dopo aver tentato di far fronte alle spese per la nuova guerra americana, decide di intervenire con nuove imposte, scontrandosi con l’opposizione dei ceti privilegiati riuniti nell’Assemblea dei notabili (1787).
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1787 – Loménie de Brienne alle finanze
Licenziato anche Calonne, il re chiama nel 1787 alle finanze l’arcivescovo di Tolosa Loménie de Brienne ( ), riformatore avanzato, che propone a sua volta la trasformazione in denaro delle corvées ed una tassazione più equa sulla terra che intacchi anche la proprietà dei ceti privilegiati. La reazione del Parlamento di Parigi è immediata: gli editti regi non vengono registrati e il sovrano deve intervenire a sostegno del ministro con un Lit de justice e con lo scioglimento del parlamento parigino.
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1788 – il richiamo di Necker Dimessosi Brienne dopo lo scontro con il Parlamento, Luigi XVI decide di richiamare al governo Necker che accetta l’incarco solo se verranno convocati gli Stati Generali di Francia. Il 7 giugno si ribella la città di Grenoble Il 21 luglio a Vizille si riunisce un’assemblea dei notabili che chiede la convocazione degli Stati Generali L’8 agosto 1788 vengono finalmente convocati per l’anno successivo gli Stati Generali di Francia.
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Le finanze francesi Lo stato delle finanze francesi è disastroso:
Le entrate sono pari a 503 milioni di franchi Le spese sono pari a 629 milioni di franchi.
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5 maggio 1789 – riunione degli Stati Generali di Francia
Dopo 175 anni dall’ultima riunione (convocata da Maria de’Medici in nome di Luigi XIII) vengono riconvocati gli Stati Generali per consentire una riforma fiscale.
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Gli Stati generali Alla riunione degli Stati Generali sono convocati:
291 rappresentanti del Clero 270 rappresentanti della Nobiltà 578 rappresentanti del Terzo Stato Il voto è previsto per ordine e non per testa. L’abate Sieyès, deputato del clero, pubblica il libretto di denuncia Che cos’è il Terzo Stato?
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17 giugno 1789 – giuramento della pallacorda: i tre ordini riuniti danno vita all’Assemblea Nazionale I deputati del Terzo Stato abbandonano la seduta degli Stati Generali e si riuniscono nella sala da gioco della pallacorda dove si proclamano Assemblea nazionale giurando di non abbandonare Versailles prima di aver approvato una Costituzione.
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Dall’Assemblea Nazionale all’Assemblea Costituente
Spinto dagli eventi Luigi XVI è costretto ad accettare il fatto compiuto e a proclamare la riunione dei tre Stati nella nuova Assemblea Nazionale Costituente. Il contestuale licenziamento di Necker provoca un’insurrezione popolare a Parigi dove il 14 luglio viene assaltata la fortezza della Bastiglia.
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14 luglio 1789 – presa della Bastiglia
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Lafayette e la Guardia Nazionale
A Parigi si costituisce una Municipalità rivoluzionaria guidata dall’avvocato Brissot. Il marchese de Lafayette, eroe della guerra americana, assume il comando della nuova Guardia Nazionale, milizia cittadina volontaria agli ordini dell’Assemblea Nazionale che adotta come distintivo una coccarda bianca rossa e blu.
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26 agosto 1789 – la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
La prima Dichiarazione dei diritti, resa pubblica alla fine di agosto 1789 sul modello americano, proclama le libertà personali e civili i tutti i cittadini, l’uguaglianza giuridica, l’inviolabilità della proprietà privata, l’indipendenza della magistratura.
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La rivoluzione costituente (1789-91)
La prima fase della rivoluzione vede prevalere la componente costituzionale filobritannica, favorevole ad una monarchia rappresentativa sul modello inglese. L’autorità del re viene fortemente limitata, ma non è mai messa in discussione. A squalificare l’istituto della monarchia e a preludere alla sua fine interviene l’episodio di Varennes.
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21 giugno 1790 - la fuga di Varennes
Costretto controvoglia ad applicare i decreti dell’Assemblea Nazionale, a un anno esatto dalla costituzione dell’Assemblea Nazionale, il 21 giugno 1790 Luigi XVI, mal consigliato, decide di fuggire da Parigi per rifugiarsi nei territori dell’Impero, ma viene sorpreso a Varennes e ricondotto a Parigi sotto stretta sorveglianza. È il segnale che la monarchia francese è ormai inaffidabile.
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13 settembre 1791 - La Costituzione monarchica del 1791
Riportato a Parigi e sorvegliato nel palazzo delle Tuileries, Luigi XVI è costretto a firmare la nuova Costituzione francese votata dall’Assemblea costituente, che gli riserva il potere esecutivo e il diritto di veto, mentre il potere legislativo è affidato ad un’unica Assemblea elettiva.
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1 ottobre 1791 - L’Assemblea Legislativa
Sulla base della nuova Costituzione il potere legislativo è affidato ad una nuova Assemblea elettiva (suffragio ristretto censitario), mentre al re è affidato il potere esecutivo sulla base dei decreti approvati dall’Assemblea e nell’ambito dei poteri definiti dalla Costituzione.
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I gruppi politici francesi dopo la rivoluzione
Con l’apertura della nuova Assemblea Legislativa si definiscono anche i nuovi gruppi politici (Clubs): Foglianti (Mirabeau, Lafayette) monarchici costituzionali Girondini (Brissot, Condorcet, Roland) repubblicani moderati liberali Giacobini (Robespierre) repubblicani radicali Cordiglieri (Danton, Desmoulins) repubblicani massimalisti Montagnardi (Marat, Hébert) repubblicani estremisti
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I protagonisti della rivoluzione: Condorcet, Robespierre, Danton, Marat
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10 agosto 1792 – la Comune di Parigi
Di fronte alle resistenze del re ed al suo rifiuto di approvare la costituzione di un’armata nazionale, il 10 agosto 1792 la folla parigina, guidata da cordiglieri e giacobini, proclama la Comune insurrezionale, invade le Tuileries ed arresta la famiglia reale. In quest’occasione viene cantata per la prima volta l’inno rivoluzionario della Marsigliese
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22 settembre 1792 - la caduta della monarchia
Il 22 settembre 1792, due giorni dopo la vittoria di Valmy contro i prussiani, l’Assemblea Legislativa proclama la fine della monarchia francese e la nascita della Repubblica. La nuova assemblea repubblicana prende il nome di Convenzione ( ). La Marsigliese sarà l’inno ufficiale della repubblica e il tricolore la nuova bandiera repubblicana.
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21 gennaio 1793 – la morte del re
Condannato a morte il 14 gennaio dalla Convenzione Nazionale, Luigi XVI viene decapitato di fronte alla folla parigina il 21 gennaio 1793 in Place de la Revolution.
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“Madame la guillotine”
La testa decapitata del sovrano viene mostrata alla folla plaudente.
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Aprile 1793 - Il Comitato di salute pubblica
Dopo la morte del sovrano e la solenne proclamazione della Costituzione repubblicana dell’anno I, la Convenzione nomina un Comitato di salute pubblica come supremo organo esecutivo della rivoluzione: guida incontrastata di questa fase politica estrema, poi definita di Terrore rivoluzionario, è Maximilien Robespierre, l’incorruttibile.
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Gli assegnati Per far fronte alla crisi economica e alle spese di guerra la Repubblica stampa carta moneta di valore nominale: i cosiddetti assegnati, soggetti a rapida svalutazione.
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Il Tribunale rivoluzionario di Parigi
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La decapitazione di Robespierre e l’assassinio di Marat
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Termidoro: fine della rivoluzione?
Con il luglio 1794 (Termidoro) e con l’arresto e la morte di Robespierre si chiude la fase più sanguinosa della rivoluzione. Nel 1795 viene approvata la Costituzione dell’anno III, nuovamente su base censitaria e basata su un Direttorio esecutivo di cinque membri eletti a rotazione. Il governo del Direttorio ( ) traghetterà la Francia verso il nuovo secolo.
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