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Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti LEZIONE 9 Pavia Ottobre – Novembre 2006.

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Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti Lezione 11 Pavia 2008.

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1 Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti LEZIONE 9 Pavia Ottobre – Novembre 2006

2 Le organizzazioni – sia quelle con un preciso obiettivo economico, sia quelle di servizio pubblico e, in generale, le grandi burocrazie – sono state orientate da culture e meccanismi operativi fondati sulla centralità del comando, su unattenzione ossessiva ai processi di esecuzione.

3 Appare linadeguatezza di un tale procedere a fronte di un mondo complesso (metafora del Labirinto, Labirinti.ppt), nonché in rapido e continuo mutamento nel tempo e nello spazio Labirinti.ppt

4 Con la crisi del fordismo entrano in crisi i significati prescritti e prevedibili

5 Occorre invece pensare allorganizzazione come sforzo collettivo di generazione di senso, secondo la prospettiva del sensemaking di Karl WeicK (cfr. Il Simurg.ppt).Il Simurg.ppt

6 Da tutto ciò deriva che al management occorre non un nuovo paradigma, non una nuova verità assoluta, assiomatica, ma piuttosto un nuovo tipo di discorso. Un discorso che ci parli di come si coglie lemergere del nuovo, di come si impara ad imparare, di come si è determinati dal mondo a cui apparteniamo, e allo stesso tempo di come il mondo è (anche) frutto di un nostro contributo creativo; che metta al centro larte, quale ci è mostrata in massimo grado dagli umanisti nel senso rinascimentale: narratori di storie, facitori di senso (sensemakers) tramite il romanzo, la poesia, lautobiografia, il teatro, il cinema.

7 Il compito di produrre senso (sensemaking) in azienda può essere assolto facendo riferimento a un umanesimo riflessivo (che riporta in primo piano la riflessione sui fini, sulla condivisione del rischio, sulla diffusa assunzione di responsabilità) incentrato sulla contaminazione, sulla diversità, sulla metadisciplinarietà che non deve divenire confusione babelica. Un umanesimo in cui Dioniso e Apollo, il professionista e il manager, il tecnologo e il romanziere si incontrano, scoprendo, come accade ai due teologi, acerrimi nemici di un famoso racconto di Borges, che agli occhi dellEssere Supremo sono tutti parte di una stessa molteplice unità.

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9 D: Di cosa parliamo quando parliamo di sensemaking? Capitolo V di Nulla due volte

10 Sensemaking Il sensemaking è un processo per Weick connotato da sette caratteristiche: Il sensemaking è un processo per Weick connotato da sette caratteristiche: 1.la costruzione di identità, individuale e collettiva; 1.la costruzione di identità, individuale e collettiva; 2.la retrospettività, per cui la creazione di significato si riferisce a ciò che è già avvenuto, più che a ciò che avverrà; 2.la retrospettività, per cui la creazione di significato si riferisce a ciò che è già avvenuto, più che a ciò che avverrà; 3.listituzione di ambienti sociali tramite le persone che vi operano, senza dimenticare che 3.listituzione di ambienti sociali tramite le persone che vi operano, senza dimenticare che 4.il substrato sociale modella linterpretato e linterpretante; 4.il substrato sociale modella linterpretato e linterpretante; 5.la continuità: il sensemaking è un never ending process, 5.la continuità: il sensemaking è un never ending process, 6.centrato su informazioni selezionate (pensiamo ad Internet. Per non naufragare nel mare di dati reperibili, ogni lettore-autore dovrà costruire personali percorsi di senso, tramite leliminazione di ciò che con tali specifici percorsi è incoerente); 6.centrato su informazioni selezionate (pensiamo ad Internet. Per non naufragare nel mare di dati reperibili, ogni lettore-autore dovrà costruire personali percorsi di senso, tramite leliminazione di ciò che con tali specifici percorsi è incoerente); 7. la plausibilità. 7. la plausibilità.

11 Lispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti o degli artisti in genere. Cè, cè stato e sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dallispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono giardinieri siffatti, ci sono insegnanti siffatti e ancora un centinaio di altre professioni.... Di persone così non ce ne sono molte. La maggioranza degli abitanti di questa terra lavora per procurarsi da vivere, lavora perché deve. Non sono essi a scegliersi il lavoro per passione, sono le circostanze della vita che scelgono per loro. Un lavoro non amato, un lavoro che annoia, apprezzato solo perché comunque non è a tutti accessibile, è una delle più grandi sventure umane. Il senso del lavoro Il poeta e il mondo discorso di Wislawa Szymborska tenuto in occasione del conferimento del premio Nobel del 1996

12 Chiedere la carità di Charles Bukowski come la maggior parte di voi, ho fatto così tanti lavori che mi sento come se mi avessero sventrato e avessero buttato le mie budella al vento. ho incontrato qualcuno in gamba lungo la strada e anche gente tuttaltro che simpatica. e quando penso a tutti quelli con cui ho lavorato – anche se sono passati decenni – il primo che mi viene in mente è Karl. mi ricordo di Karl: il nostro lavoro richiedeva che indossassimo grembiuli legati dietro e intorno al collo con dei lacci.

13 io stavo sotto di Karl, e lui mi diceva: abbiamo trovato un lavoro facile. ogni giorno uno per uno venivano i nostri superiori, Karl faceva un leggero inchino con il busto, sorrideva, e con un cenno della testa li salutava uno per uno: buon giorno dottor Stein, oppure buongiorno signor Day oppure signora Knight o se la donna non era sposata buongiorno, Lilly o Betty o Fran. io non dicevo mai niente

14 Karl sembrava preoccupato che stessi sempre zitto e un giorno mi prese da parte e mi disse: ehi, dove cazzo lo trovi un posto come questo dove fai la pausa pranzo di due ore? da nessuna parte, immagino… okay, senti, per tipi come me e come te, questo è il massimo che puoi chiedere, è così e stop aspettai. insomma, senti, allinizio è pesante leccargli il culo, non è venuto facile neanche a me

15 ma dopo un po ho capito che non me ne importava. mi sono costruito un guscio intorno. e adesso ho il mio guscio, capisci? lo guardai e vi giuro sembrava proprio che avesse intorno un guscio, sembrava avere una specie di maschera in faccia e i suoi occhi erano spenti, vuoti e imperturbabili; io stavo lì a guardare una conchiglia tutta scassata. passarono un po di settimane. non cambiò nulla: Karl continuava a fare inchini, a prostrarsi e a sorridere imperterrito, completamente a suo agio.

16 io continuavo a fare il mio lavoro. poi, un giorno, Karl mi prese di nuovo da parte. senti, il dottor Morely mi ha parlato di te. ah sì? mi ha chiesto che cosa avevi che non andava e che gli hai detto?

17 gli ho detto che sei giovane grazie. dopo aver ricevuto lo stipendio successivo, lasciai il lavoro. ma poi dovetti comunque accettare un lavoro simile a quello e considerando gli altri Karl

18 alla fine li ho perdonati tutti ma non me stesso: essere una merce deperibile alle volte può rendere strano un uomo, quasi inutilizzabile sul lavoro estremamente odioso – e non un servo della libera impresa.

19 Certi mestieri non sono male, cè un che di puro, di gentile, in alcuni, come quando scaricavo dai vagoni merci il pesce surgelato. il pesce arrivava imballato in confezioni grosse quanto casse da morto stupendamente pesanti e quasi impossibili da spostare. ti davano dei guanti spessi e un uncino, e dovevi arpionare uno di quei maledetti affari e sbatterli giù sul pavimento facendoli scivolare fuori, fino a dentro il camion che aspettava. la cosa strana è che non cera nessun caporeparto. ci lasciavano semplicemente a noi stessi, lì dentro, sapendo che avremmo fatto ciò che dovevamo Un buon lavoro di Charles Bukoswki

20 spedivamo sempre qualcuno dei ragazzi a prendere unaltra bottiglia di vino. quelle celle frigorifere erano fredde e scivolose. tiravamo fuori quel pesce surgelato ci scolavamo il vino e le stronzate volavano. ogni tanto ci scappava qualche rissa ma mai niente di davvero violento. io ero quello che metteva pace. basta con queste cazzate! portiamo questo pesce fuori di qua! dai! poi riprendevamo a ridere e a sparare stronzate. verso sera diventavamo tutti silenziosi. il pesce ci sembrava sempre più pesante.

21 i polpacci cedevano, le ginocchia si riempivano di lividi e il vino nello stomaco si faceva sentire. e quando arrivavi allultima cassa la scaraventavi fuori solamente con la forza dei nervi. quando timbravi luscita anche il cartellino ti sembrava pesante. ti ritrovavi poi nella tua vecchia macchina e tornavi a casa, alla tua baracca, chiedendoti se quel che ti aspettava era una bella serata o linferno. ma tutto quel lavoro col pesce surgelato, era un pensiero gradevole e confortante.

22 e saresti tornato a farlo ancora, ad arpionare e trascinare quelle casse. la notte scendeva e tu accendevi i fari e in quel momento esatto il mondo non era niente male.

23 Sensemaking: prime difficoltà (Marìas 1) Quando qualcuno racconta un aneddoto…per il semplice fatto di raccontarlo sta già deformandolo. Cfr. Javier Marias, Nera schiena del tempo, pp. 3-4.

24 Sensemaking: prime difficoltà (Marìas 2) Insicurezza estrema della parola, in sé stessa metaforica e quindi imprecisa (la lingua non può riprodurre i fatti, come già scriveva Platone nel Cratilo. Cfr anche tutta la tradizione filosofica moderna da Locke a Wittgenstein). Insicurezza estrema della parola, in sé stessa metaforica e quindi imprecisa (la lingua non può riprodurre i fatti, come già scriveva Platone nel Cratilo. Cfr anche tutta la tradizione filosofica moderna da Locke a Wittgenstein). Ciò accade anche con la parola più rozza, con linsulto persino: se poi si introduce un come se per introdurre la finzione nella realtà le cose si complicano ulteriormente. Ciò accade anche con la parola più rozza, con linsulto persino: se poi si introduce un come se per introdurre la finzione nella realtà le cose si complicano ulteriormente.

25 Sensemaking: prime difficoltà (le cose e le parole – Szymborska) Le tre parole più strane Quando pronuncio la parola Futuro, La prima sillaba già va nel passato. Quando pronuncio la parola Silenzio, Lo distruggo. Quando pronuncio la parola Niente, Creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.

26 Sensemaking: prime difficoltà (Marìas 3) Lipotesi ontologica sottostante di Marìas (come già di Shakespeare: We are such stuff the dreams are made off) è che sia impossibile non mescolare realtà e finzione (di fatto, che sia impossibile distinguere fra le due). Lo stesso dubbio che Amleto ha di fronte al fantasma del padre e che Cartesio (e la modernità tradizionale) risolvono a favore della realtà.

27 Sensemaking: prime difficoltà (Marìas 4) La vecchia aspirazione di ogni cronista o sopravvissuto, riferire laccaduto, dare conto di quel che avvenne, lasciare traccia dei fatti e dei delitti e delle gesta, è una pura illusione o chimera, o meglio la frase stessa, quel concetto stesso, sono già metaforici e fanno parte della finzione.

28 Sensemaking: prime difficoltà (Marìas 5) Riferire laccaduto è inconcepibile e vano, o piuttosto è possibile soltanto come invenzione. Anche lidea di testimonianza è vana e non cè testimone che possa in verità assolvere il proprio impegno. E oltretutto ognuno dimentica sempre troppi istanti, perfino ore o giorni e mesi e anni…anni interi, e non necessariamente i più insignificanti.Riferire laccaduto è inconcepibile e vano, o piuttosto è possibile soltanto come invenzione. Anche lidea di testimonianza è vana e non cè testimone che possa in verità assolvere il proprio impegno. E oltretutto ognuno dimentica sempre troppi istanti, perfino ore o giorni e mesi e anni…anni interi, e non necessariamente i più insignificanti.

29 Sensemaking: prime difficoltà (Volli 1) E veramente possibile pensare ad unetica della comunicazione che, come in genere si sostiene, prescriva la verità? Non se se accada in realtà, osserva Volli, ma certamente nei telefilm americani i testimoni ai processi giurano di dire la verità, solo la verità, tutta la verità. Se, pensando ad unetica della comunicazione, ci ponessimo il problema nei termini di unetica della verità, potremmo dire che ci si chiede di essere tutti quanti testimoni…..

30 Sensemaking: prime difficoltà (Volli 2) Si dà il caso però che nella vita quotidiana il ruolo del testimone non sia affatto pacifico: chiunque si trovi a cercare di ricostruire un fatto anche minore come un incidente stradale e proceda interrogando i presenti sulla dinamica dei fatti, si trova di fronte al fatto che sovente la verità non emerge, che le versioni sono spesso diverse. Anche se eliminiamo il caso della cattiva fede, dellimbroglio, dellinteresse, semplicemente è difficile ricostruire i fatti, semplicemente la corrispondenza fra il discorso e ciò che accade è problematica. Ognuno ha visto una cosa diversa.

31 Sensemaking: prime difficoltà (le cose e le parole - Volli 3) A ciò si aggiunge la difficoltà legata al fatto che il linguaggio deve essere necessariamente imperfetto, poiché, come aveva già notato Platone nel Cratilo, se non ci fosse nessuna distanza fra nomi e cose, se i nomi fossero così perfetti da avere le stesse proprietà delle cose, non ci sarebbero più una cosa e un nome, ma due oggetti identici.

32 Sensemaking: prime difficoltà (le cose e le parole – Dick) La relazione tra parola e oggetto…Che cosè una parola. Un simbolo arbitrario. Eppure noi viviamo tra le parole. La nostra realtà è fatta di parole, non di cose…La parola è più reale delloggetto che rappresenta. La parola non rappresenta la realtà. La parola è la realtà. P. K. Dick, Tempo fuor di sesto, p. 74. A questo libro si è ispirato il film Truman Show. In entrambi i casi i protagonisti scoprono che la realtà perfetta della cittadina in cui vivono è una ricostruzione teatrale. Il Titolo è una citazione dallAmleto di Shakespeare, che contiene il famoso dialogo con Polonio con inizia con la battuta Parole, parole, parole… e dove sistematicamente Amleto usa le parole in un senso che laltro non capisce (pescivendolo per ruffiano, eccetera) anche se al termine Polonio intuisce che cè un metodo in questa follia.

33 Sensemaking: prime difficoltà (le cose e le parole – Dick e Marquez) Nel romanzo di Dick, il protagonista comincia a sospettare lirrealtà di quanto lo circonda quando comincia a trovare, al posto degli oggetti consueti, solo dei bigliettini con sopra il loro nome (ad esempio, ad un certo punto vede svanire un chiosco delle bibite e al suo posto trova solo un pezzetto di carta con su scritto CHIOSCO DELLE BIBITE) Una cosa simile accade in Centanni di solitudine, quando gli abitanti di Macondo perdono la memoria. Aureliano Buendia… segnò ogni cosa con il suo nome: tavolo, sedia, orologio, porta, muro, letto…sullentrata della strada avevano messo un cartello su cui era scritto Macondo e un altro più grande che diceva Dio esiste. In tutte le case erano stati scritti segni convenzionali per ricordare gli oggetti e i sentimenti. Ma il sistema richiedeva tanta sollecitudine e tanta forza morale che molti cedettero allincanto di una realtà immaginaria, inventata da loro stessi, che risultava meno pratica ma più confortante. Una cosa simile accade in Centanni di solitudine, quando gli abitanti di Macondo perdono la memoria. Aureliano Buendia… segnò ogni cosa con il suo nome: tavolo, sedia, orologio, porta, muro, letto…sullentrata della strada avevano messo un cartello su cui era scritto Macondo e un altro più grande che diceva Dio esiste. In tutte le case erano stati scritti segni convenzionali per ricordare gli oggetti e i sentimenti. Ma il sistema richiedeva tanta sollecitudine e tanta forza morale che molti cedettero allincanto di una realtà immaginaria, inventata da loro stessi, che risultava meno pratica ma più confortante.

34 Sensemaking: prime difficoltà (le cose e le parole – Borges) Nel racconto Tlön, Uqbar, Orbis Tertius, che apre il più leggendario dei suoi libri, Finzioni (1956), Borges narra di unenciclopedia progettata per descrivere la geografia e la cultura di un pianeta immaginario: Tlön. Ad un certo punto, la realtà cede e oggetti di Tlön vengono ritrovati in diversi paesi, le copie dellenciclopedia di Tlön proliferano, le scienze e la storia vengono riformate in base a essa. Nel racconto Tlön, Uqbar, Orbis Tertius, che apre il più leggendario dei suoi libri, Finzioni (1956), Borges narra di unenciclopedia progettata per descrivere la geografia e la cultura di un pianeta immaginario: Tlön. Ad un certo punto, la realtà cede e oggetti di Tlön vengono ritrovati in diversi paesi, le copie dellenciclopedia di Tlön proliferano, le scienze e la storia vengono riformate in base a essa. «Come non sottomettersi a Tlön, alla vasta e minuziosa evidenza di un pianeta ordinato? Inutile rispondere che anche la realtà è ordinata. Sarà magari ordinata, ma secondo leggi divine - traduco: inumane - che non finiamo mai di scoprire. Tlön sarà un labirinto, ma è un labirinto ordito dagli uomini, destinato a esser decifrato dagli uomini.» «Come non sottomettersi a Tlön, alla vasta e minuziosa evidenza di un pianeta ordinato? Inutile rispondere che anche la realtà è ordinata. Sarà magari ordinata, ma secondo leggi divine - traduco: inumane - che non finiamo mai di scoprire. Tlön sarà un labirinto, ma è un labirinto ordito dagli uomini, destinato a esser decifrato dagli uomini.» Se oggi esistesse un progetto Orbis Tertius avrebbe nelle reti informatiche il suo mezzo di realizzazione. Internet è unenciclopedia tlöniana? Senza dubbio ci troviamo di fronte al primo ambiente artificiale condiviso da milioni di persone. La realtà allora, come scrive Baudrillard, si sta per dissolvere in unultrarealtà? Andiamo verso laffermazione del "platonismo digitale" - dove si suppone che l´umanità consideri vera quella che è solo l´ombra della realtà, magari confondendo l´Iperuranio con lo schermo del Pc? Se oggi esistesse un progetto Orbis Tertius avrebbe nelle reti informatiche il suo mezzo di realizzazione. Internet è unenciclopedia tlöniana? Senza dubbio ci troviamo di fronte al primo ambiente artificiale condiviso da milioni di persone. La realtà allora, come scrive Baudrillard, si sta per dissolvere in unultrarealtà? Andiamo verso laffermazione del "platonismo digitale" - dove si suppone che l´umanità consideri vera quella che è solo l´ombra della realtà, magari confondendo l´Iperuranio con lo schermo del Pc?

35 Sensemaking: prime difficoltà in sintesi I mprecisione del linguaggio e dei diversi linguaggi specialistici o specifici che non si parlano fra loro (sfida della metadisciplinarietà) Perdita dellidentità monolitica (ciascuno ridefinisce continuamente sé stesso e la propria molteplicità individuale) La memoria e il tempo (ciascuno re-inventa gli eventi che ha vissuto) La natura del reale (è difficile distinguere fra realtà e finzione), in un momento in cui tempo e spazio coincidono (istantaneità) Conseguenze di ordine etico (le verità condivise –quindi anche i valori, i sentimenti, le emozioni condivise- sono menzogna o invenzione)

36 Sensemaking: il gioco del mondo Tutto è scrittura, ossia fabula. Ma a che ci serve la verità che tranquillizza lonesto proprietario? La nostra verità possibile deve essere invenzione, ossia scrittura, letteratura, pittura, scultura, agricultura, pescicultura, tutte le ture di questo mondo. I valori, le ture, la santità, una tura, la società, una tura, lamore, nientaltro che tura, la bellezza, tura delle ture (p.362)

37 Sensemaking: il gioco del mondo Invece dell'indice e della prefazione si trova una tavola d'orientamento: "A modo suo questo libro è molti libri, ma soprattutto è due libri. Il primo, lo si legge come abitualmente si leggono i libri, e finisce con il capitolo 56. (...) Il secondo, lo si legge cominciando dal capitolo 73 e seguendo l'ordine indicato a piè pagina d'ogni capitolo...". Segue la tabella dell'ordine di lettura dei capitoli che è, tanto per darne un'idea: 73 - 1 - 2 - 116 - 3 - 84, e così via. Cortazar lascia al lettore la scelta del percorso da seguire: lettura lineare nel primo caso, lettura articolata e zig-zagante (ma guidata) nel secondo Ogni paragrafo è infatti numerato, dal numero 1 al numero 155. E al termine di ogni paragrafo c'è un numerino che indica una possibile continuazione, nel caso non si voglia procedere con quella sequenziale.. Esattamente quel che si può fare oggi con internet: questo libro è una rete di moduli più o meno autonomi che si possono leggere con differenti sequenzialità. Il risultato è che la trama prende vita nella testa del lettore, ma a quella stessa trama ogni lettore ci arriva per vie differenti.

38 Sensemaking: il gioco del mondo Cortazar dà alle stampe il suo corposo romanzo (circa 500 pagine) nel 1962. Il titolo è: "Rayouela". Cortazar dà alle stampe il suo corposo romanzo (circa 500 pagine) nel 1962. Il titolo è: "Rayouela". "Rayouela", che in spagnolo vuol dire "rete", "ragnatela", viene pubblicato in Italia nel 1969 da Einaudi nella traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini con il titolo "Il gioco del mondo". Non s'era ancora nell'era digitale (quasi) di massa. Altrimenti, il titolo italiano, forse, sarebbe stato diverso. "Rayouela", che in spagnolo vuol dire "rete", "ragnatela", viene pubblicato in Italia nel 1969 da Einaudi nella traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini con il titolo "Il gioco del mondo". Non s'era ancora nell'era digitale (quasi) di massa. Altrimenti, il titolo italiano, forse, sarebbe stato diverso. Se vogliamo adesso passare a parlare de "Il gioco del mondo" con la terminologia che siamo soliti adottare quando parliamo di scrittura ipertestuale, potremo ben dire, io credo, che il lettore è invitato a creare lui stesso i collegamenti, i "link", le connessioni tra le centinaia di frammenti di cui il testo si compone. Cortazar, come Borges, Dick, Perec, Calvino, attua dunque già, nel testo a stampa, ciò che oggi vediamo realizzato con l'ipertesto elettronico Se vogliamo adesso passare a parlare de "Il gioco del mondo" con la terminologia che siamo soliti adottare quando parliamo di scrittura ipertestuale, potremo ben dire, io credo, che il lettore è invitato a creare lui stesso i collegamenti, i "link", le connessioni tra le centinaia di frammenti di cui il testo si compone. Cortazar, come Borges, Dick, Perec, Calvino, attua dunque già, nel testo a stampa, ciò che oggi vediamo realizzato con l'ipertesto elettronico

39 Riferire laccaduto è inconcepibile e vano, o piuttosto è possibile soltanto come invenzione. Marias

40 Esercizi di stile Raymond Queneau, 1947 Traduzione di Umberto Eco (1983)

41 Notazioni Sulla S. in unora di traffico. Un tipo di circa 26 anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. E con un amico che gli dice "dovresti far mettere un bottone in più al soprabito. Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perchè.

42 Partita doppia Nel mezzo della giornata e a mezzodì mi trovavo e salii sulla piattaforma e balconata posteriore di un autobus e di un tram a cavalli autopropulso affollato e pressocché brulicante di umani viventi della linea S che va dalla Contrescarpe a Champerret. Vidi e rimarcai un giovinotto non anziano, assai ridicolo e non poco grottesco, dal collo magro e dalla gola scarnita, cordicella e laccetto intorno al feltro e cappello. Dopo uno spingi-spingi e un schiaccia- schiaccia, quello affermò e asserì con voce e tono lacrimoso e piagnucoloso che il suo vicino e sodale di viaggio sintenzionava e singegnava volontariamente e a bella posta di spingerlo e importunarlo ogni qual volta si scendesse uscendo o si salisse entrando. Questo detto e dopo aver aperto bocca, ecco che si precipita ed affanna verso uno scranno e sedile vergine e disoccupato. Due ore dopo e centoventi minuti più tardi, lo reincontro e lo ritrovo alla Cour de Rome a cospetto della Gare Saint-Lazare, mentre è e si trova con un amico e contubernale che gli insinua di, e lo incita a, far applicare e assicurare un bottone e bocciolo dosso al suo mantello e ferraiuolo.

43 Raddoppiare per Potenziare Una ricchissima serie di esempi di questa modalità di giocare con lambiguità delle parole la troviamo in Hamlet. Ne ricordo solo alcuni fra i più noti: The flash and outbreak of a fiery mind The flash and outbreak of a fiery mind (Il baleno e lirruzione di un animo infiammato, II, i, 33) The slings and arrows of outrageus fortune The slings and arrows of outrageus fortune (I proiettili e i dardi della fortuna, III,i, 58) The whips and scorns of time The whips and scorns of time (Le frustate e i dileggi del tempo, III, i,70). (Le frustate e i dileggi del tempo, III, i,70).

44 In questi casi, chiosa Empson, basterebbe sempre una sola delle due parole per comunicare il senso. Ma attraverso la duplicazione, che non è mai gratuita, il senso di volta in volta si arricchisce di echi, di sottintesi, di rimandi ad altre parti dellopera o a segreti doppi sensi. Frank Kermode ha sviluppato questo approccio con leccellente analisi dellAmleto contenuta nel suo volume sul linguaggio di Shakespeare (pubblicato in Italia da Bompiani). Egli dimostra come lopera sia dominata dallossessione per i raddoppiamenti di ogni genere, in particolare dalluso della figura nota come endiadi. In senso letterale, essa significa luno attraverso il due e possiamo illustrarla con espressioni quali law and order (legge e ordine).

45 Non solo, ma il raddoppiamento influisce anche sulla struttura dellAmleto. Ci sono coppie di personaggi: Cornelio e Voltemando, due ambasciatori che pronunciano (insieme) solo dieci parole; e gli indistinguibili Rosenkrantz e Guildenstern. Il teatro nel teatro è un doppio inquietante dellAmleto, e la pantomima lo è del teatro. Il ruolo del vendicatore è raddoppiato (Laerte e Fortebraccio)…, eccetera: gli esempi sono numerosissimi. LAmleto è stato paragonato ad un grandioso gioco di specchi in cui ogni verso, ogni personaggio, ogni particolare della trama si riflettono, raddoppiandosi, incessantemente luno nellaltro: nella sua versione cinematografica, K. Branagh fa svolgere gran parte dellazione nel grande salone centrale della reggia di Elsinore, dalle pareti coperte di specchi, che si infrangeranno solo alla fine, con lirruzione dei soldati di Fortebraccio. Tramite luso di tutti questi strumenti poetici, la vision di Shakespeare ne risulta ampliata, fortificata, potenziata.

46 Litoti Non sera in pochi a spostarci. Un tale, al di qua della maturità, e che non sembrava un mostro dintelligenza, borbottò per un poco con un signore che a lato si sarebbe comportato in modo improprio. Poi si astenne e rinunciò a restar in piedi. Non fu certo il giorno dopo che mi avvenne di rivederlo: non era solo e si occupava di moda. Litote: figura retorica che consiste nell'attenuare apparentemente un concetto che si esprime negando il suo contrario: sostanzialmente, con tale artificio, gli si dà maggior risalto; p.e. è una litote dire che "una merce non è a buon mercato", per significare che "costa molto"; analogamente, dire che una persona "non si distingue per la sua onestà", significa che "è assai disonesta".

47 Sorprese Comeravamo schiacciati su quella piattaforma! E come non era ridicolo e vanesio quel ragazzo! E che ti fa? Non si mette a discutere con un poveretto che - sai la pretesa, il giovinastro! - lo avrebbe spinto? E non ti escogita niente po po di meno che andar svelto a occupare un posto libero? Invece di lasciarlo a una signora! Due ore dopo, indovinate chi ti incontro davanti alla Gare Saint-Lazare? Ve la do a mille da indovinare! Ma proprio lui, il bellimbusto! Che si faceva dar consigli di moda! Da un amico! Stento ancora a crederci!

48 Ignoranza Io proprio non so cosa vogliono da me. Va bene, ho preso la S verso mezzogiorno. Se c'era gente? Certo, a quell'ora. Un giovanotto dal cappello floscio? Perché no? Io vado mica a guardare la gente nelle palle degli occhi. Io me ne sbatto. Dice, una specie di cordoncino intrecciato? Intorno al cappello? Capisco, una curiosità come un'altra, ma io queste cose non le noto. Un cordoncino... Boh. E avrebbe litigato con un altro signore? Cose che capitano. E dovrei averlo rivisto dopo, un'ora o due più tardi? Non posso negarlo. Capita ben altro nella vita. Guardi, mi ricordo che mio padre mi raccontava sempre che...

49 Volgare Aho! Annavo a magnà e te monto su quer bidone de la Esse - e 'an vedi? - nun me vado a incoccià con 'no stronzo con un collo cche pareva un cacciavite, e 'na trippa sur cappello? E quello un se mette a baccaglià con st'artro burino perchè - dice - je' acciacca er ditone? Te possino! Ma cche voi, ma cchi spinge? e certo che spinge! chi, io? ma va a magnà er sapone! 'Nzomma, meno male che poi se va a sede. E bastasse! Sarà du' ore dopo, chi s'arrivede? Lo stronzo, ar Colosseo, che sta a complottà con st'artro quà che se crede d'esse er Chistian Dior, er Missoni, che so, er Mister Facis, li mortacci sui! E metti un bottone de quà, e sposta un bottone de là, a acchittate così alla vitina, e ancora un po' ce faceva lo spacchetto, che era tutta 'na froceria che nun te dico. Ma vaffanculo! E bastasse! Sarà du' ore dopo, chi s'arrivede? Lo stronzo, ar Colosseo, che sta a complottà con st'artro quà che se crede d'esse er Chistian Dior, er Missoni, che so, er Mister Facis, li mortacci sui! E metti un bottone de quà, e sposta un bottone de là, a acchittate così alla vitina, e ancora un po' ce faceva lo spacchetto, che era tutta 'na froceria che nun te dico. Ma vaffanculo!

50 Altri esempi di tono e punti di vista EsitazioniPrecisazioniSvolgimento Lettera ufficiale Comunicato stampa AmpollosoInterrogatorioCommedia….

51 Sogno Mi pareva che tutto intorno fosse brumoso e biancastro tra presenze multiple e indistinte, tra le quali si stagliava tuttavia abbastanza netta la figura di un uomo giovane, il cui collo troppo lungo sembrava manifestarne da solo il carattere vile e astioso. Il nastro del suo cappello era sostituito da una cordicella intrecciata. Poco dopo ecco che discuteva con un individuo che intravvedevo in modo impreciso e poi - come colto da sùbita paura - si gettava nell'ombra di un corridoio. Un altro momento me lo mostra mentre procede in pieno sole davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito». Un altro momento me lo mostra mentre procede in pieno sole davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito». A questo punto mi sono svegliato. A questo punto mi sono svegliato.

52 Esercitazione Il luogo Il luogo Il personaggio Il personaggio Lazione Lazione Due ore dopo Due ore dopo

53 In tutte le applicazioni della scrittura - dalle brochure al direct mail al web – occorre scegliere lo stile più adatto mezzo e al lettore. E come scegliere un regalo per una persona: ti serve un po di tempo per pensare a come è fatta, quali sono i suoi interessi, quali i suoi bisogni, quali le sue reazioni di fronte a un regalo. Allo stesso modo, quando scrivi, devi focalizzarti sul tuo lettore: chi è, che cosa fa, cosa sa dellargomento, cosa si aspetta da te, che reazione potrebbero destargli le tue parole. La cosa fondamentale è scrivere per lui, evitando la trappola dellautoreferenzialità. Inoltre, non ti capiterà sempre di scrivere dati di bilancio, informazioni neutre, descrizioni di prodotti o di servizi. A volte ti toccano messaggi su idee, valori, opinioni personali. E devi tirare in ballo i sentimenti. Ed esprimere emozioni è difficile, specie per scritto. Oltre a possedere un ampio repertorio linguistico, devi saper scegliere lunghezza, punteggiatura, posizione e suono delle parole, destreggiarti con citazioni e rimandi. Alcune conclusioni pratiche

54 Vi sono trecentosessantaquattro giorni, disse Humpty Dumpty, nei quali ti può essere offerto un dono per il non compleanno. E uno solo per i doni di compleanno. Questo è una gloria per te. Io non so che intendiate per gloria, replicò Alice. Certo che non lo intendi…se non te lo dico. Eccoti un magnifico trionfale argomento. Ma gloria non significa un magnifico trionfale argomento. Quando io uso una parola, ribadì Humpty Dumpty, essa significa ciò che voglio che significhi. Si tratta di capire, osservò Alice, se puoi dare alle parole tanti diversi significati. Si tratta di capire, concluse Humpty Dumpty, chi è il padrone. Vi sono trecentosessantaquattro giorni, disse Humpty Dumpty, nei quali ti può essere offerto un dono per il non compleanno. E uno solo per i doni di compleanno. Questo è una gloria per te. Io non so che intendiate per gloria, replicò Alice. Certo che non lo intendi…se non te lo dico. Eccoti un magnifico trionfale argomento. Ma gloria non significa un magnifico trionfale argomento. Quando io uso una parola, ribadì Humpty Dumpty, essa significa ciò che voglio che significhi. Si tratta di capire, osservò Alice, se puoi dare alle parole tanti diversi significati. Si tratta di capire, concluse Humpty Dumpty, chi è il padrone. Non troppo diversamente, un secolo più tardi, Lyotard apriva il suo libro dedicato alla condizione postmoderna sottolineando il ruolo centrale della conoscenza nella società informatizzata, per poi chiedersi, come tornerà a fare Rifkin: nellera dellaccesso, chi è il padrone del sapere? Non troppo diversamente, un secolo più tardi, Lyotard apriva il suo libro dedicato alla condizione postmoderna sottolineando il ruolo centrale della conoscenza nella società informatizzata, per poi chiedersi, come tornerà a fare Rifkin: nellera dellaccesso, chi è il padrone del sapere? Alcune conclusioni pratiche (Alice postmoderna)

55 La risposta oggi potrebbe essere: chi ha il dominio sui motori di ricerca che consentono di navigare sul Web. O chi controlla i canali della TV digitale. O che ha la padronanza del maggior numero di stili comunicazionali. La risposta oggi potrebbe essere: chi ha il dominio sui motori di ricerca che consentono di navigare sul Web. O chi controlla i canali della TV digitale. O che ha la padronanza del maggior numero di stili comunicazionali. Ma quanti stili esistono? Uninfinità: aggressivo, autoritario, caldo, freddo, colloquiale, comprensivo, consolatorio, didascalico, diretto, formale, passionale, professional, risentito, romantico, sarcastico... Ma quanti stili esistono? Uninfinità: aggressivo, autoritario, caldo, freddo, colloquiale, comprensivo, consolatorio, didascalico, diretto, formale, passionale, professional, risentito, romantico, sarcastico... Alcune conclusioni pratiche (Alice postmoderna 2)

56 Inoltre bisogna sapere applicare gli stili comunicazionali ai diversi mezzi di comunicazione. Esaminiamo allora il mezzo in assoluto più innovativo: il Blog. Inoltre bisogna sapere applicare gli stili comunicazionali ai diversi mezzi di comunicazione. Esaminiamo allora il mezzo in assoluto più innovativo: il Blog. Cosa è un Blog? Il web log (sintetizzato in Blog) è uno spazio virtuale autonomamente gestito che consente di "pubblicare in tempo reale" notizie, informazioni o storie di ogni genere. Cosa è un Blog? Il web log (sintetizzato in Blog) è uno spazio virtuale autonomamente gestito che consente di "pubblicare in tempo reale" notizie, informazioni o storie di ogni genere. E' dunque un nuovo modo per "esprimersi" in rete in modo facile (non è necessario conoscere l'HTML) e veloce (si apre in 5 minuti ed è come scrivere con Word). Una nuova tipologia di sito Internet a metà tra i newsgroup, le pagine personali e i portali d'informazioni. E' dunque un nuovo modo per "esprimersi" in rete in modo facile (non è necessario conoscere l'HTML) e veloce (si apre in 5 minuti ed è come scrivere con Word). Una nuova tipologia di sito Internet a metà tra i newsgroup, le pagine personali e i portali d'informazioni. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 1

57 Perchè si chiama weblog? Perchè si chiama weblog? Il web log é un sito (Web) che tiene traccia e propone tracce (log). A cosa serve? A cosa serve? E' un ambiente dove i navigatori possono esprimersi, interagire con le scritture di altri, commentandole o integrandole, creare mini community aggregando navigatori con interessi comuni. Insomma, intorno a un blog possono incontrarsi esperti di arte, di marketing, appassionati di letteratura, curiosi delle tecnologie, appassionati di sport o, semplicemente, persone che desiderano intergire col proprio gruppo di amici. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 2

58 Un pò di storia Un pò di storia Il fenomeno dei blog ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America. ll loro utilizzo si è subito diviso in due settori principali: il diario personale e le notizie. Nel primo caso il blog viene utilizzato per mettere online storie personali. La cadenza giornaliera degli aggiornamenti riproduce quasi naturalmente il ritmo del diario, personale e pubblico allo stesso tempo. Come collettore di notizie raccolte al fine di renderle oggetto di discussione il blog rappresenta una forma di comunicazione "diffusa" e "dal basso", talmente "rivoluzionaria" da mettere in allarme i grandi gruppi editoriali. Non a caso quotidiani il New York Times si stanno muovendo alla ricerca di sinergie con questo fenomeno. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 3

59 Cosa devo fare per creare un blog? Cosa devo fare per creare un blog? Aprire un blog in è veramente facile: solitamente bisogna registrarsi al sito che offre questo servizio, scegliere un template grafico fra i vari messi a disposizione e l'indirizzo del blog (es.: ilmionome.splinder.it) e poi scrivere. La pubblicazione on line è istantanea. Per imparare: www.splinder.com www.splinder.com Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 4

60 I Corporate Blog I Corporate Blog Mentre i Blog nella loro forma originaria vengono usati per comunicare impressioni, sensazioni e opinioni di una persona o di una comunità d'interessi, i Corporate Blogs pubblicano notizie e informazioni inerenti un'azienda, un distretto industriale o un progetto destinato al relativo mercato di riferimento. L'importanza strategica del Blog Aziendale è data da molti fattori: 1. I contenuti di un blog sono estremamente facili da diffondere e altamente condivisibili. 2.Consentendo margini di interazione agli utenti, il blog Aziendale contribuisce in modo decisivo a creare una community di interesse intorno alle attività e al busines aziendale (per esempio, un blog che aggreghi una community sul tema dell'arredamento può essere un elemento strategico per la promozione online di un azienda che produce mobili). Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 5

61 3.Il blog aziendale consente di assolvere numerose funzioni: dal customer care all'interazione azienda- cliente, dalla diffusione della cultura aziendale, alla promozione del marchio, dal webmarketing alla fidelizzazione dell'utenza. 4.Il Blog Aziendale rafforza e amplia la presenza sul web dell'Azienda, rendendola più vicina gli utenti e rendendo a questi ultimi un utile servizio informativo e un luogo di identificazione. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 6

62 Il Corporate Blog si integra bene con un modello di business come ad esempio quello sviluppato da Ducati.com, che può essere definito community- based, nel senso che sfrutta le caratteristiche e i servizi messi a disposizione da Internet per promuovere, animare e potenziare la comunità dei consumatori e degli appassionati di Ducati. Linsieme dei processi che si sviluppano allinterno della comunità online genera valore anche per Ducati, in quanto rafforza il senso di identificazione dei suoi componenti con la marca, la fedeltà al prodotto e la disponibilità dei consumatori a essere agenti attivi di brand building. Il Corporate Blog si integra bene con un modello di business come ad esempio quello sviluppato da Ducati.com, che può essere definito community- based, nel senso che sfrutta le caratteristiche e i servizi messi a disposizione da Internet per promuovere, animare e potenziare la comunità dei consumatori e degli appassionati di Ducati. Linsieme dei processi che si sviluppano allinterno della comunità online genera valore anche per Ducati, in quanto rafforza il senso di identificazione dei suoi componenti con la marca, la fedeltà al prodotto e la disponibilità dei consumatori a essere agenti attivi di brand building. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 7

63 Lesperienza di Ducati conferma alcuni principi fondamentali: Lesperienza di Ducati conferma alcuni principi fondamentali: la comunità dei consumatori esiste e si organizza online a prescindere da qualsiasi decisione del management della marca (corollario: se una comunità non esiste, è impossibile crearla artificialmente); la comunità dei consumatori esiste e si organizza online a prescindere da qualsiasi decisione del management della marca (corollario: se una comunità non esiste, è impossibile crearla artificialmente); laccesso completo alla comunità da parte del management è operazione delicata e lunga (due anni, nel caso di Ducati); laccesso completo alla comunità da parte del management è operazione delicata e lunga (due anni, nel caso di Ducati); la comunità è disponibile a mantenersi attiva e a sostenere la marca, a patto che il management ne rispetti e tuteli le prerogative di autonomia; la comunità è disponibile a mantenersi attiva e a sostenere la marca, a patto che il management ne rispetti e tuteli le prerogative di autonomia; commettere errori politici nel management della comunità determina crisi di controdipendenza che si diffondono fra i consumatori come un virus. commettere errori politici nel management della comunità determina crisi di controdipendenza che si diffondono fra i consumatori come un virus. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 8

64 Corporate Blog e Comunicazione interna Corporate Blog e Comunicazione interna Da un paio di anni (febbraio su Corriereeconomia, luglio- agosto 2004 Persone & Conoscenze) si sta discutendo circa lopportunità di sviluppare Blog interni allazienda. Il CIO di una grande azienda americana: "Forse i weblog possono rappresentare una nuova forma di business intelligence, in grado di catturare la conoscenza dei propri dipendenti migliori a beneficio di tutti i membri dell'azienda. Ma c'è anche il rischio che, se la storia tecnologica può esserci di guida, che i weblog finiscano nella stessa categoria delle chat-room: un diversivo potenzialmente interessante se non hai gran che da fare ma non una efficiente e sicura fonte d'informazioni". Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 8

65 Ciò nondimeno sarebbe un errore sottovalutare il blogging perché siamo dinanzi alla nascita di un nuovo strumento di customer relationship. Le aziende debbono capire che dietro i blog da loro stesse sponzorizzati troveranno clienti che usano i loro blog personali per parlare dei nuovi prodotti. E questo può avere un impatto significativo sul posizionamento e sulle percezioni relative a quegli stessi prodotti". E' quello che in sostanza ha pensato di fare in Italia Vodafone Omnitel sponsorizzando in maniera estremamente discreta il primo blog di news sul mondo delle telecomunicazioni, "Tel&Co" (http://www.telconews.it). Ciò nondimeno sarebbe un errore sottovalutare il blogging perché siamo dinanzi alla nascita di un nuovo strumento di customer relationship. Le aziende debbono capire che dietro i blog da loro stesse sponzorizzati troveranno clienti che usano i loro blog personali per parlare dei nuovi prodotti. E questo può avere un impatto significativo sul posizionamento e sulle percezioni relative a quegli stessi prodotti". E' quello che in sostanza ha pensato di fare in Italia Vodafone Omnitel sponsorizzando in maniera estremamente discreta il primo blog di news sul mondo delle telecomunicazioni, "Tel&Co" (http://www.telconews.it). "In realtà la trasparenza che questi strumenti consentono di sviluppare verso l'esterno è ancora vissuta con una certa preoccupazione in azienda", "Eppure la trasparenza non dovrebbe mai essere vista come una pericolosa: se la conoscenza viene tenuta nascosta non ha valore. "In realtà la trasparenza che questi strumenti consentono di sviluppare verso l'esterno è ancora vissuta con una certa preoccupazione in azienda", "Eppure la trasparenza non dovrebbe mai essere vista come una pericolosa: se la conoscenza viene tenuta nascosta non ha valore. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 9

66 Comunque, essendo i weblog tecnologie alla portata di tutti, che nascono e si sviluppano dal basso, non si può impedire che la gente, e quindi anche i propri dipendenti, li usi e ci si appassioni. Sarebbe una battaglia persa, come lo è il tentativo di controllare l'uso delle email aziendali, visto che ognuno può sempre crearsi un account di posta personale online. Invece sarebbe opportuno che le aziende trovassero i modi più appropriati, anche grazie ai weblog, di far comunicare fra loro le persone in azienda o i dipendenti con i clienti".(Butera) Comunque, essendo i weblog tecnologie alla portata di tutti, che nascono e si sviluppano dal basso, non si può impedire che la gente, e quindi anche i propri dipendenti, li usi e ci si appassioni. Sarebbe una battaglia persa, come lo è il tentativo di controllare l'uso delle email aziendali, visto che ognuno può sempre crearsi un account di posta personale online. Invece sarebbe opportuno che le aziende trovassero i modi più appropriati, anche grazie ai weblog, di far comunicare fra loro le persone in azienda o i dipendenti con i clienti".(Butera) Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 10

67 Anche rimanendo all'interno dell'azienda I weblog possono diventare strumenti utilissimi, soprattutto per sincronizzare il lavoro di un team virtuale. Anche rimanendo all'interno dell'azienda I weblog possono diventare strumenti utilissimi, soprattutto per sincronizzare il lavoro di un team virtuale. Esempio: all'interno di una squadra di lavoro un collega invia un documento in formato Word ad altri cinque colleghi. Ognuno comincia a lavorarci su, così che nel giro di breve tempo esistono cinque diverse versioni di quel primo documento. Se invece quel documento fosse stato inserito in un weblog, i cinque colleghi avrebbero potuto apportare di volta in volta i loro commenti e varianti sfruttando l'ordine cronologico di comparsa degli appunti (con il più recente in testa a tutti gli altri). Esempio: all'interno di una squadra di lavoro un collega invia un documento in formato Word ad altri cinque colleghi. Ognuno comincia a lavorarci su, così che nel giro di breve tempo esistono cinque diverse versioni di quel primo documento. Se invece quel documento fosse stato inserito in un weblog, i cinque colleghi avrebbero potuto apportare di volta in volta i loro commenti e varianti sfruttando l'ordine cronologico di comparsa degli appunti (con il più recente in testa a tutti gli altri). Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 11

68 "I weblog rappresentano un ottimo strumento di cooperazione lavorativa e per questo pensavamo di introdurli a livello di intranet", dice Massimo Ascani, responsabile comunicazioni esterne di Pharmacia Italia, azienda farmaceutica da poco acquisita da Pfizer, "sono agili, facili da usare, fatti per scambiarsi informazioni in modo rapido e, se usati a fini strettamente operativi, non rischiano di appesantirsi di informazioni spesso inutili". Ascani è inoltre convinto che i blog siano utilissimi anche per tenere aggiornato il sito aziendale - "su www.pharmacia.it già lo stiamo facendo; siamo i primi a livello corporate, perlomeno in ambito farmaceutico, a usarli in questo modo" -, sfruttando le possibilità dei weblog di creare reti di link interni ed esterni. "I weblog rappresentano un ottimo strumento di cooperazione lavorativa e per questo pensavamo di introdurli a livello di intranet", dice Massimo Ascani, responsabile comunicazioni esterne di Pharmacia Italia, azienda farmaceutica da poco acquisita da Pfizer, "sono agili, facili da usare, fatti per scambiarsi informazioni in modo rapido e, se usati a fini strettamente operativi, non rischiano di appesantirsi di informazioni spesso inutili". Ascani è inoltre convinto che i blog siano utilissimi anche per tenere aggiornato il sito aziendale - "su www.pharmacia.it già lo stiamo facendo; siamo i primi a livello corporate, perlomeno in ambito farmaceutico, a usarli in questo modo" -, sfruttando le possibilità dei weblog di creare reti di link interni ed esterni. Alcune conclusioni pratiche Queneau e la Blogosfera 12

69 http://www.linguaggioglobale.com /blog/default1.htm Antonio Zoppetti, Blog. PerQueneau? La scrittura cambia con internet. Luca Sossella editore, Roma 2003 pagine 164 prezzo 12,00 euro

70 La quarta di copertina: Cosè un blog? è uno spazio in rete in cui ognuno può costruire in pochi minuti, senza sapere come si realizza un sito internet, un proprio ambiente virtuale. Perché Esercizi di stile? Perché Queneau è stato un grande rabdomante e pioniere della scrittura combinatoria e labirintica tipica degli ipertesti. Queneau ha inventato un gioco e ne ha esplicitato le regole nel corso di una partita, splendidamente giocata nel 1947. Fedeltà significava capire le regole del gioco, rispettarle, e poi giocare una nuova partita con lo stesso numero di mosse scriveva Umberto Eco nell'introduzione a Esercizi di stile di Raymond Queneau nell'edizione Einaudi del 1983. Qui continua il gioco. La quarta di copertina: Cosè un blog? è uno spazio in rete in cui ognuno può costruire in pochi minuti, senza sapere come si realizza un sito internet, un proprio ambiente virtuale. Perché Esercizi di stile? Perché Queneau è stato un grande rabdomante e pioniere della scrittura combinatoria e labirintica tipica degli ipertesti. Queneau ha inventato un gioco e ne ha esplicitato le regole nel corso di una partita, splendidamente giocata nel 1947. Fedeltà significava capire le regole del gioco, rispettarle, e poi giocare una nuova partita con lo stesso numero di mosse scriveva Umberto Eco nell'introduzione a Esercizi di stile di Raymond Queneau nell'edizione Einaudi del 1983. Qui continua il gioco. L'autore Antonio Zoppetti è nato a Milano nel 1965, laureato in filosofia, dopo le prime collaborazioni editoriali "tradizionali" come redattore e autore di voci enciclopediche, dal 1992 si occupa di editoria elettronica e new media. Ha curato svariate opere ipermediali tra cui Il dizionario della lingua italiana di Devoto Oli in cd-rom (EDITEL-Le Monnier, 1993). E' autore di numerosi lavori multimediali di divulgazione artistica e scientifica per ragazzi e di molteplici opere pubblicate su WEB. Nel 1997 ha fondato la casa editrice LINGUAGGIO GLOBALE con un catalogo di cd-rom che dal 2000 vivono in rete e la loro consultazione è gratuita. www.linguaggioglobale.com, con oltre 5.000 pagine di risorse on-line rappresenta oggi una delle offerte del web più ampie del panorama italiano. L'autore Antonio Zoppetti è nato a Milano nel 1965, laureato in filosofia, dopo le prime collaborazioni editoriali "tradizionali" come redattore e autore di voci enciclopediche, dal 1992 si occupa di editoria elettronica e new media. Ha curato svariate opere ipermediali tra cui Il dizionario della lingua italiana di Devoto Oli in cd-rom (EDITEL-Le Monnier, 1993). E' autore di numerosi lavori multimediali di divulgazione artistica e scientifica per ragazzi e di molteplici opere pubblicate su WEB. Nel 1997 ha fondato la casa editrice LINGUAGGIO GLOBALE con un catalogo di cd-rom che dal 2000 vivono in rete e la loro consultazione è gratuita. www.linguaggioglobale.com, con oltre 5.000 pagine di risorse on-line rappresenta oggi una delle offerte del web più ampie del panorama italiano. www.linguaggioglobale.com

71 L'indice Introduzione PARTE I: La scrittura e i suoi supporti 1) La scrittura cambia e ci cambia 2) Leggo e srotolo 3) Libri manoscritti 4) Libri stampati NOTE PARTE II: La scrittura e il computer 1) Linvenzione del computer 2) La teorizzazione dellipertesto 3) Il primo incontro tra scrittura e computer: lanalisi linguistica 4) La letteratura combinatoria pre-elettronica 5) Queneau, lOULIPO e gli epigoni informatici NOTE PARTE III: La rivoluzione del digitale 1) Il computer negli anni 70 2) I computer degli anni 80 3) La rivoluzione degli anni 90 NOTE PARTE IV: Il popolo del WEB 1) Il WEB nei primi anni del nuovo millennio 2) WEB community e siti personali NOTE PARTE V: Lo strano caso dei blog e della blogosfera 1) Cosa sono i blog 2) La blogosfera 3) I blog e il futuro NOTE L'indice Introduzione PARTE I: La scrittura e i suoi supporti 1) La scrittura cambia e ci cambia 2) Leggo e srotolo 3) Libri manoscritti 4) Libri stampati NOTE PARTE II: La scrittura e il computer 1) Linvenzione del computer 2) La teorizzazione dellipertesto 3) Il primo incontro tra scrittura e computer: lanalisi linguistica 4) La letteratura combinatoria pre-elettronica 5) Queneau, lOULIPO e gli epigoni informatici NOTE PARTE III: La rivoluzione del digitale 1) Il computer negli anni 70 2) I computer degli anni 80 3) La rivoluzione degli anni 90 NOTE PARTE IV: Il popolo del WEB 1) Il WEB nei primi anni del nuovo millennio 2) WEB community e siti personali NOTE PARTE V: Lo strano caso dei blog e della blogosfera 1) Cosa sono i blog 2) La blogosfera 3) I blog e il futuro NOTE

72 PARTE VI: [Esercizi di stile blog] Selezione di 99 esercizi di stile divisi nelle seguenti categorie: 1) Le regole del gioco e lincipit 2) Figure retoriche 3) Linguaggi settoriali 4) Generi letterari 5) Poesia 6) Enigmistici 7) Automatici 8) Tecnici 9) Burocratici 10) Metaforici 11) Bibliografico-enciclopedici 12) Giovani 13) Parlato 14) Satira politica 15) Storielle e punti di vista comici 16) Musica, TV, Spettacolo 17) Modi di essere 18) Stati danimo 19) Mondo dei blog Biblio-sitografia PARTE VI: [Esercizi di stile blog] Selezione di 99 esercizi di stile divisi nelle seguenti categorie: 1) Le regole del gioco e lincipit 2) Figure retoriche 3) Linguaggi settoriali 4) Generi letterari 5) Poesia 6) Enigmistici 7) Automatici 8) Tecnici 9) Burocratici 10) Metaforici 11) Bibliografico-enciclopedici 12) Giovani 13) Parlato 14) Satira politica 15) Storielle e punti di vista comici 16) Musica, TV, Spettacolo 17) Modi di essere 18) Stati danimo 19) Mondo dei blog Biblio-sitografia

73 In un'ora di grande traffico e di molteplici affluenze sul WEB, un pomeriggio di un mercoledì qualsiasi, stavo curiosando tra i bloggers quando mi sono imbattuto in un blog che aveva un template azzurro, un po' confuso... ma ricco di link interessanti... Il blogger in questione doveva essere piuttosto giovane, almeno stando a quello che scriveva. Ad un tratto ho notato un commento a un suo post, un po' banale... commento a cui il proprietario del blog aveva a sua volta risposto in modo molto secco e alterato, inveendo contro questo mal costume di lasciare in giro commenti gratuiti e inopportuni sui blog degli sconosciuti.... Due ore più tardi, mentre navigavo su un sito dedicato a un poco noto ma geniale cantautore italiano, ho rincontrato quello stesso blogger, o meglio una sua mail, che diceva al webmaster del sito in questione "Dovresti far mettere un bottone in più al menu principale". Gli fa vedere dove (vicino all'icona dell'uscita) e gli dice perché. [by zop] Esercizi di stile Blog Incipit

74 143 - STILE ALLA FIERA DELL'EST alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne il traffico utenti che rallentò la connessione che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne fuori un sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione,che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne un giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò

75 alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne di nuovo il giovane blogger che insultò l'altro utente che litigò col giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne il sito di branduardi che attirò anche il giovane blogger che insultò l'altro utente che litigò col giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne il webmaster che curava il sito di branduardi che attirò anche il giovane blogger che insultò l'altro utente che litigò col giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò

76 alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne il giovane blogger pignolissimo che sgridò pure il webmaster che curava il sito di branduardi che attirò anche il giovane blogger che insultò l'altro utente che litigò col giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivò... e venne un nuovo bottone che azzittì il giovane blogger pignolissimo che sgridò pure il webmaster che curava il sito di branduardi che attirò anche il giovane blogger che insultò l'altro utente che litigò col giovane blogger che scriveva sul sito blu che bloccò pure l'adsl che evitò il traffico utenti che rallentò la connessione, che alla telecom mio padre attivò alla fiera dell'high-tech, per due soldi, una connessione mio padre attivòòòòòò! [by GiorgiaMU-Brandurada: http://mu.splinder.it/]http://mu.splinder.it/

77 160 - STILE ALE E FRANZ DI ZELIG - Oh buongiorno! - Eh, lo era fino a 5 minuti fa! - La vedo bene oggi. - Grazie. - Le stanno bene i capelli, sa? - Grazie. - Uh flalalai. Sta leggendo il giornale? - No, c'è la polizia che mi sta cercando e sto facendo in modo che nessuno mi veda! - Ah ecco. Dovrebbe mettersi una parruca allora. E i baffi finti. - Ma cosa dice? E' ovvio che sto leggendo il giornale! - E se la polizia la scopre? - Ma quale polizia e polizia! Non mi sta cercando nessuno! - Ah. - Eh. - Sa, stamattina sono andato su internet! - Ah sì? e non poteva rimanerci anche oggi pomeriggio? - Eh, sa, costa. Poi quando mi sono collegato ci ha messo quindici minuti per aprire la pagina... - Si vede che c'era molto traffico... - Sa cosa faccio quando ci mette molto tempo? - No

78 - Eh, io lo frego internet! Apro altre venticinque finestre così se non se ne carica una almeno si carica un'altra! - Bravo! Ottimo sistema! - Eh grazie! però da quando faccio così internet se n'è accorto e ci va molto tempo prima che si carichi una pagina... Ho visitato un blog, sa cos'è? - Si che lo so. - Ah, bene. Era un bel blog, tutto azzurro, c'erano tanti altri siti collegati interessanti... C'era questo giovane che raccontava la sua giornata... in poche parole c'aveva messo 45 minuti per andare da Settimo Torinese a Torino, altri quindici minuti per poi cambiare pullman e ancora 20 minuti per arrivare al posto di lavoro... Allora gli ho lasciato un commento: sa cosa ho scritto? - No - Che forse faceva prima a prendere l'aereo! - Eh come no! Se avesse preso un concorde di sicuro ci avrebbe messo ancora meno! - Eh, ha ragione! oppure un caccia! O un f14! - Ma quale caccia! Ma quale f14! Ma le pare? - Oh. Pensi che mi ha risposto nella stessa maniera. Mi ha pure detto di andare a quel paese con l'aeroplano. - E sta ancora qui? cosa aspetta? - E, ci andrei! Ma che sfortuna, oggi c'è sciopero. - La sfortuna è tutta mia, grazie!

79 - Ah, prego. Lo sa cosa ho fatto dopo? Ho visitato il sito del mio cantante preferito... Gigi D'Agostino. - Ullallà! davvero un cantante eccezionale! E mi dica, chi è la sua chitarrista preferita, Alexia? E il suo batterista preferito? Venditti? - Eh sì, sono bravi artisti anche loro... Io però preferisco Gigi D'Agostino, mi piace quello che ha da dire. - Come no! Il più grande oratore del ventesimo secolo! Guardi, lo volevano al parlamento europeo per rappresentare l'Italia! - Ah sì? caspita. Non lo sapevo. Comunque, sa che cosa ho trovato? - No - Un commento del giovane che mi aveva risposto prima... Diceva a Gigi D'Agostino di spostare un bottone per tornare alla pagina principale, vicino all'icona... Oh, jesus. Certo che ce n'è di gente strana in giro, eh? - Guardi, non lo dica a me! [by damiano http://damiano.blogspot.com]http://damiano.blogspot.com

80 - Ah, prego. Lo sa cosa ho fatto dopo? Ho visitato il sito del mio cantante preferito... Gigi D'Agostino. - Ullallà! davvero un cantante eccezionale! E mi dica, chi è la sua chitarrista preferita, Alexia? E il suo batterista preferito? Venditti? - Eh sì, sono bravi artisti anche loro... Io però preferisco Gigi D'Agostino, mi piace quello che ha da dire. - Come no! Il più grande oratore del ventesimo secolo! Guardi, lo volevano al parlamento europeo per rappresentare l'Italia! - Ah sì? caspita. Non lo sapevo. Comunque, sa che cosa ho trovato? - No - Un commento del giovane che mi aveva risposto prima... Diceva a Gigi D'Agostino di spostare un bottone per tornare alla pagina principale, vicino all'icona... Oh, jesus. Certo che ce n'è di gente strana in giro, eh? - Guardi, non lo dica a me! [by damiano http://damiano.blogspot.com]http://damiano.blogspot.com


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