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Istituzioni di Filosofia (IV) Varietà della conoscenza
Giacomo Romano a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II Introduzione alla Filosofia Teoretica
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La Conoscenza La conoscenza è al centro di alcuni ambiti fondamentali della ricerca filosofica Quasi una dimensione preliminare ad ogni tipo di riflessione filosofica L’epistemologia (teoria della conoscenza) investe i problemi relativi alla natura, ai fondamenti, ai limiti della conoscenza (umana)
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Filosofia della scienza e epistemologia
La filosofia della scienza esaurisce la riflessione sulla conoscenza? Che tipo di conoscenza è la scienza? Qual è il rapporto tra filosofia e scienza? L’epistemologia è gnoseologia? Quando si prendono in considerazione i problemi teorici relativi alla conoscenza, ci si riferisce alla conoscenza di che cosa?
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Le varietà della conoscenza
Quali sono i modi canonici di conoscere? Knowing How, la capacità di fare qualcosa Acquaintance, o stato di informazione e/o competenza parziale Knowing That: “sapere che”, o “conoscenza proposizionale”
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La definizione classica di “conoscenza”
CREDENZA VERA GIUSTIFICATA Io SO che “le balene sono mammiferi” Credo che le balene siano mammiferi, E’ vero che le balene sono mammiferi Ho delle (buone) ragioni per credere che le balene sono mammiferi - Io so che P quando credo che P, P è vera e sono giustificato nel credere che P
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Conoscenza proposizionale
Che cosa è una proposizione (proposition)? Una proposizione non è un semplice enunciato (sentence) Un enunciato è una stringa di parole dotata di significato Le proposizioni coinvolgono il pensiero (di un essere umano)
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Credere Che cosa significa “credere una proposizione”?
Io credo che P: manifesto il mio assenso su P Io credo che P quando accetto quello che è espresso da P Io credo che P sia vera non significa che P è vera
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Verità P è vera P è espressione di fatti, eventi, stati di cose che corrispondono a realtà La verità di P non dipende da alcuna condizione contingente, non è relativa, ma assoluta P o è vera oppure è falsa. Non ci sono vie di mezzo!
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Giustificazione Credere semplicemente una proposizione vera non è sufficiente Che significa avere delle ragioni per credere? Che caratteristiche devono avere queste ragioni? Quando una ragione ha i requisiti adatti a farci credere?
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Dubbi sulla definizione classica
Perplessità sulla giustificazione Perplessità sulla necessità di ragioni per credere Perplessità sulla natura di una giustificazione inferenziale Perplessità sulla verità delle nostre credenze Perplessità sulle origini delle nostre credenze
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Le fonti della conoscenza
Come arriviamo a cogliere il contenuto (concettuale*) delle proposizioni che sono oggetto della nostra conoscenza? Con la percezione sensoriale Con l’introspezione Con la memoria Con la fede Con l’intuizione Con la testimonianza
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Ex. A > B > C A > C
Ragione e Conoscenza La conoscenza si ottiene tramite un sistema di inferenze auto-evidenti: Ex. A > B > C A > C Ma che cosa prova che effettivamente una inferenza sia autoevidente? Chi ci garantisce che le cose stanno così? Anche la ragione ha bisogno di certezze Carroll, Lewis. "What the Tortoise Said to Achilles". Mind, n.s., 4 (1895), pp. 278–80.
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Fondamenti della conoscenza
Quali sono le basi della nostra ragione e della nostra conoscenza? Non è forse vero che tutto quello di cui siamo maggiormente certi deriva dall’evidenza dei sensi? Si potrebbe dubitare del fatto espresso dalla mia frase «Ecco qui una mano. Ed eccone qui un’altra.»*, quando io ostento le mie mani? G. H. Moore: Proof of an eternal world, 1939.
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Dubbi Cartesiani (e non solo)
L’appello ai sensi e al senso comune non è un buon criterio di certezza In situazioni quotidiane nessuno dubiterà della sua condizione reale In filosofia bisogna dubitare di quanto sembra indubitabile Solamente dopo una analisi critica posso stabilire che “… è vero tutto ciò che percepisco chiaramente e distintamente”
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Un dubbio iperbolico E’ metodologicamente utile dubitare di tutto quanto riteniamo certo per abitudine Così Cartesio giunge a ipotizzare, iperbolicamente, che un demone maligno potrebbe ingannarci in ogni apparente certezza’ Come è possibile sconfiggere questo dubbio iperbolico? Cartesio, Meditationes de prima philosophia, in qua Dei existentia et animae immortalitatis demonstrantur (1641)
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Cogito ergo sum Per Cartesio il principio indubitabile su cui si articola tutta la nostra conoscenza è il cogito ergo sum (penso, dunque esisto) Il cogito non è una forma di ragionamento, ma una immediata forma di presa di coscienza della propria esistenza L’ergo della formula non introduce la conclusione di un ragionamento, ma l’immediata presa di coscienza del nesso fra il mio pensare e il mio essere attuale
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I limiti del cogito Qual è la garanzia epistemologica rappresentata dal cogito? In realtà il cogito offre solamente una certezza assoluta sull’attività del pensiero (se di certezza si tratta) In compenso il cogito cartesiano ha imposto una svolta radicale alla filosofia occidentale
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L’io e tutto il resto Cartesio trova nella coscienza il principio di ogni certezza La certezza della coscienza non presenta particolari conferme ad altre forme di conoscenza La coscienza non offre alcuna garanzia del fatto che non siamo cervelli in una vasca
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Le implicazioni del cogito
L’operazione di Cartesio introduce un’impronta soggettivistica La certezza del cogito è garantita dalla differenza qualitativa tra pensiero e materia (res cogitans, res extensa): un dualismo ontologico La prospettiva cartesiana sancisce la distinzione tra mente e corpo
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Perplessità sull’io Che cosa è la coscienza?
Il flusso dei nostri processi cognitivi è davvero unitario? Siamo effettivamente sempre coscienti dei nostri pensieri? Come possiamo avere dei pensieri su qualcosa di cui in realtà non abbiamo esperienza? (Putnam)
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Una ragionevole incertezza
Non c’è alcun modo per avere certezza che non siamo dei cervelli in una vasca (Barry Stroud), ma … Perché dovremmo essere dei cervelli in una vasca? Se siamo cervelli in una vasca, perché non pensiamo come tali? Comunque, anche come cervelli in una vasca, pensiamo a qualcosa
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Le varietà dello scetticismo
Scetticismo globale (nega la possibilità della conoscenza) Scetticismo sensoriale (nega la conoscenza del mondo esterno) Scetticismo razionale (nega la conoscenza della ragione) Scetticismo particolare (nega la effettiva corrispondenza tra quanto sappiamo e il mondo esterno)
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L’io e gli altri In che rapporto si pone l’attività del pensiero nei confronti degli altri? Se l’unica certezza è la coscienza, che sappiamo delle altre coscienze? L’unico indizio del loro pensiero è nel comportamento, analogo al nostro. Eppure il fondamento della comprensione sta nel riconoscere gli altri come nostri simili …
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Mente, coscienza e conoscenza
“Coscienza” è un concetto non chiaro: indica approssimativamente la “consapevolezza soggettiva” Si tratta di un concetto radicato nell’ambito di una esperienza soggettiva non oggettivabile Come può una nozione del genere essere a fondamento di conoscenza?
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La coscienza nella filosofia della mente
La centralità della coscienza in relazione alla conoscenza ha stimolato molte indagini relative all’universo del mentale Quasi tutti i problemi più rilevanti nella filosofia della mente (ontologici, epistemologici, metodologici, ecc.) si sovrappongono a questioni relative alla coscienza
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Riferimenti Bibliografici
Conclusione Le attuali indagini filosofiche sulla conoscenza non possono trascurare le riflessioni relative ai processi cognitivi e al mentale in generale ### Riferimenti Bibliografici Hospers, J. 1956: Introduzione all’analisi filosofica (cap. I) Nagel, T. 1987: Una brevissima introduzione alla filosofia (capp. I, II, III) Irwin, W. (a cura di) 2002: Pillole rosse. Matrix e la filosofia
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