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Teorie e tecniche della comunicazione di massa A.A

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Presentazione sul tema: "Teorie e tecniche della comunicazione di massa A.A"— Transcript della presentazione:

1 Teorie e tecniche della comunicazione di massa A.A. 2012-13
Lezione del 21 febbraio 2013 prof.ssa Elisa Giomi Ricevimento Mercoledì h 18,00 stanza 346 Informazioni su Contenuti corso, modalità esame, bibliografia ecc.su Prof. Blog! d!alla home page di Lettere e Filosofia

2 base per elaborazione della teoria SOCIETÀ DI MASSA
Fine '800: nascita della “società moderne” Nascono da processi di industrializzazione, urbanizzazione, divisione e specializzazione del lavoro Teorie sociologiche moderne, che nascono per analizzarle (Comte, Spencer, Tonnies, Durkheim)‏ base per elaborazione della teoria SOCIETÀ DI MASSA su cui si basa la TEORIA DELL'AGO IPODERMICO (prima “teoria” sui mezzi di comunicazione di massa)

3 Teoria della società di massa
Costruita attorno a concetto di “massa” Società atomizzata e controllo centralizzato Media come elemento fondamentale del controllo, favoriscono potere economico e politico Individuo isolato fisicamente, psicologicamente, all'interno della massa concepita come amorfa

4 Teoria dell'ago ipodermico
Anni ‘30: non scientifica, basata su osservazione popolarità dei “nuovi” media e loro impieghi... Il pubblico è una massa indifferenziata, al cui interno si trovano individui isolati (si basa su teoria della “società di massa”)‏ I messaggi dei media sono potenti fattori di manipolazione/persuasione = proiettile magico/ago ipodermico Gli individui sono indifesi di fronte al potere dei mezzi di comunicazione I messaggi veicolati sono ricevuti da tutti i membri del pubblico nello stesso modo e producono una risposta immediata e diretta

5 Retroterra della teoria dell'ago ipodermico
Coerente con assunti ricerca psicologica e sociologica dell'epoca Psicologia:concezione di tipo S-R (comportamentismo, dominante in psicologia)‏ Sociologia: concezione della società come società di massa (dominante nella teoria sociologica dell'epoca)‏

6 Schema evoluzione teorie
D. McQuail M. Sorice: due gruppi paralleli In termini di “Effetti dei media” (cap. 4) Inizio '900-fino anni' 50 Teorie del dialogo (in ombra) Fino ad anni '30: Teorie dei “media onnipotenti”/effetti forti (Qui Teoria dell'ago ipodermico) Anni '30-'40: Verifica dei media onnipotenti sviluppo ricerca empirica (“paradigma effetti limitati”) Basate su sociologia funzionalista e su comunicazione come trasmissione Altra sociologia Comunic come processo cooperativo Dai '60 Paradigma critico/alternativo Riscoperta della “altra sociologia” e (teorie del dialogo) Riscoperta potere dei media Dai '70: Influenza negoziata dei media Gli sviluppi registrati nelle teorie della comunicazione di massa dagli anni '60/70 sono determinati da: -In sociologia rottura epistemologica con il costruttivismo - Sviluppo semiotica e modelli testo-lettore - Sviluppo dell'Audience Research (Analisi del pubblico), con attenzione a contesto - Le elaborazioni dei Cultural Studies Paradigma dominante Teorie della trasmissione

7 Paradigma dominante (quadro storico)‏
Vi si iscrive tutta Communication Research USA fino '50 Parte da idea di “società di massa” (negativa) ma sviluppa visione della società completamente differente Anni '40 e '50: società USA molto stabile PD ha alla base visione “normativa” della società: funzionante, democratica, liberale, pluralista, pacifica (grande accento su integrazione)‏ …= se stessa: retorica della società USA come “società ideale”, cui tendono tutte le società capitalistiche e democratiche

8 Caratteristiche paradigma dominante
1) Analisi della società: fornita dalla sociologia funzionlista: Riferimento: struttural-funzionalismo, Talcott Parsons, USA, anni '40 e 50 (riprende in parte Durkheim) Prima applicazione ai media: Lasswell,1948, The structure and functions of communication in society (basi della sociologia funzionalista dei media)‏ 2) Modello di comunicazione: Teoria matematica della comunicazione, Shannon, Weaver 1949 3) Ricerca “amministrativa”, commissionata da aziende e istituzioni 4) Tutto ciò fa sì che CR sviluppata entro questo paradigma sia incentrata sulla ricerca sugli effetti 5) Si basa sulla ricerca empirica, utilizzando metodologie quantitative

9 1) Struttural-funzionalismo
Società come sistema costituito da sotto-componenti interrelate Sistema tende alla stabilità, ha bisogni e “funzioni” che li soddisfano Ogni sottocomponente preposta allo svolgimento di una funzione Ogni fenomeno sociale è concepito come “funzione”, studiato in relazione al sistema, che ne è causa efficiente e finale Agire individuale: egoistico, potenzialmente destabilizzante Sistema: fonte della stabilità: funzione della cultura (considerata nella sua funzione normativa, come in Durkheim)‏ Cultura: “insieme coerente di credenze, valori, rappresentazioni, norme e istituzioni che producono consenso e integrazione”

10 Agire individuale vs. mantenimento dell'integrazione e dell'ordine
Non teorizza conflitto ma solo “disfunzioni” Media come fattori che contribuiscono a stabilità

11 Lasswell, 1948 The structure and functions of communication in society
Anche media componenti del sistema, con funzioni specifiche: 1) Vigilanza ambientale 2) Correlazione tra le parti della società nel reagire alle stimolazioni dell'ambiente Spiegare il significato degli avvenimenti Sostenere l’autorità costituita e le norme Socializzare Coordinare attività separate Costruire il consenso Fissare le priorità 3) Trasmissione dell’eredità sociale (o patrimonio culturale) In seguito si aggiunge: 4) Intrattenimento (Lazarsfeld e Merton) 5) Mobilitazione (Mendelsohn,1966):solo qui compaiono “forme di conflitto”


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