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Semiotica 4-5
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La semiosi illimitata Essendo a sua volta un segno, per essere conosciuto l’interpretante richiede di essere interpretato da un altro interpretante, cioè da un altro segno Ogni interpretante rinvia a un interpretante successivo, in una fuga potenzialmente infinita di interpretanti Ogni nuova interpretazione, che corrisponde allo stabilirsi di un abito, ossia di un interpretante finale, rivela qualche aspetto inesplorato dell’oggetto iniziale e del segno corrispondente, poiché il “segno è qualcosa attraverso la conoscenza del quale noi conosciamo qualcosa di più” (8.332)
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Su questa idea Peirce fonda la dottrina filosofica del pragmatismo (poi pragmaticismo): il significato di un concetto è l’insieme dei suoi effetti concepibili, cioè dei suoi abiti, nell’insieme delle azioni concepibili (cfr. citazione di Peirce in Traini pp )
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2. 92 (…) La mediazione genuina è il carattere di un Segno
2.92 (…) La mediazione genuina è il carattere di un Segno. Un segno è qualsiasi cosa riferita a una Seconda cosa, il suo Oggetto, rispetto a una Qualità, in modo tale da portare una Terza cosa, il suo Interpretante, in rapporto con lo stesso Oggetto, e in modo tale da portarne una Quarta in rapporto con quell’Oggetto nella stessa forma, e così via ad infinitum. Il Segno perde il suo perfetto carattere significante se, e in quanto, tale serie è interrotta
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Ragionamento logico Deduzione
* Regola Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi * Caso Questi fagioli vengono da questo sacchetto * Risultato Questi fagioli sono bianchi Induzione Abduzione
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Nella deduzione la conclusione scaturisce in modo automatico dalle premesse: date la regola e il caso, il risultato non può essere diverso e rappresenta semplicemente il rendere esplicito ciò che era già implicito nelle premesse. L'induzione consente invece di ipotizzare una regola a partire da un caso e da un risultato: essa si basa sull'assunzione che determinate regolarità osservate in un fenomeno continueranno a manifestarsi nella stessa forma anche in futuro.
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L'abduzione, secondo Peirce, è l'unica forma di ragionamento suscettibile di accrescere il nostro sapere, ovvero permette di ipotizzare nuove idee, di indovinare, di prevedere. In realtà tutte e tre le inferenze individuate permettono un accrescimento della conoscenza, in ordine e misura differente, ma solo l'abduzione è totalmente dedicata a questo accrescimento. È altresì vero che l'abduzione è il modo inferenziale maggiormente soggetto a rischio di errore.
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Classificazione dei segni
I segni possono essere classificati rispetto al rapporto che hanno con il loro Oggetto Peirce parla di possibili “gradi di Degeneratezza”, che possono produrre o: Indici (segni obsistenti), segni la cui virtù di significare il proprio Oggetto è dovuta al fatto che hanno una Relazione genuina con quell’oggetto, indipendentemente dall’Interpretante
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Esempi di Indici L’esclamazione “Ehi!” come indicativa di un pericolo presente Un colpo alla porta come indicativo di un visitatore Le orme lasciate da qualcuno o qualcosa su di un terreno bagnato (Le fotografie, in quanto la luce si imprime direttamente sulla pellicola) Si tratta di un rapporto di “causa ed effetto” o di contiguità
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2.248 Un indice è un segno che si riferisce all’Oggetto che esso denota in virtù del fatto che è realmente determinato da quell’Oggetto
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Icone 2.92 Un’Icona è un segno che si riferisce all’Oggetto che esso denota semplicemente in virtù di caratteri suoi propri (…) un segno è un’icona di qualcosa nella misura in cui è simile a quella cosa ed è usata come segno di essa.
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Icone Le Icone sono invece quei segni (originari, dice Peirce) la cui virtù di significare è dovuta semplicemente alla sua Qualità Sono cioè segni che hanno un rapporto di una qualche somiglianza con il proprio oggetto, di cui appunto selezionano e riproducono alcuni tratti o qualità essenziali
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2. 276 (…) Un Representamen iconico può essere detto ipoicona
(…) Un Representamen iconico può essere detto ipoicona. Ogni immagine materiale, come per esempio un dipinto, è largamente convenzionale nel suo modo di rappresentazione; ma in se stesso, senza titolo o targhetta, esso si può chiamare ipoicona: Immagini Diagrammi Metafore
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Simboli Un simbolo è invece, dice Peirce, un segno genuino, il quale deve la sua virtù di significare a un carattere che può essere realizzato solo per mezzo del suo Interpretante Il linguaggio è l’esempio principale 2.249 Un Simbolo è un segno che si riferisce all’Oggetto che esso denota in virtù di una legge, di solito una associazione di idee generali, che opera in modo che il Simbolo sia interpretato come riferentesi a quell’Oggetto
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Riepilogo La semiotica di Peirce è cognitiva, si fonda cioè su di una teoria della conoscenza, che a sua volta contribuisce a delineare Una teoria della conoscenza anti-intuizionista che si fonda sull’idea che sia attraverso continue inferenze, ipotesi, interpretazioni che ci avviciniamo, per approssimazione, alla realtà
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Enciclopedia e cooperazione: la semiotica di Umberto Eco Il Trattato di semiotica generale - la teoria dei codici e la teoria della produzione segnica - definire il codice: dal modello comunicativo semplice ai fenomeni attinenti al concetto di codice - il sistema-codice (s-codice): un codice inteso come sistema una def. di codice: “regola” che associa gli elementi di un S-Codice con gli elementi di un altro S-Codice
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VOCAZIONE INTERDISCIPLINARE, “predisposizione ad assorbire, metabolizzare e combinare insieme elementi tratti da indirizzi teorici apparentemente eterogenei” applicati a oggetti eterogenei: studi di estetica medievale, sul segno nel’antichità, sulla sperimentazione artistica, sulla sociologia della comunicazione, analisi narratologiche, di linguaggi settoriali come televisione, giornalismo, discorso politico, arti visive, letteratura, architettura, teorie della traduzione.
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Si ha cioè una rete intricata di innesti e sovrapposizioni disciplinari, riconducibili, forse, a una tematica comune, cioè all’ipotesi della cooperazione interpretativa del lettore.
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Cooperazione interpretativa
Genesi del concetto: preannunciato in Opera Aperta (1962) viene esposto da Eco in modo compiuto nel Lector in fabula (1979). Ripreso e approfondito poi in Limiti dell’interpretazione (1990) Alla base c’è comunque una riflessione sui concetti di Peirce di segno e interpretante (in quanto altro segno che serve a definire, spiegare, parafrasare il segno di partenza nel processo di semiosi illimitata e di fuga degli interpretanti.
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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE
La semiotica interpretativa sostiene che un testo è incompleto senza l’intervento di un lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la sua attività inferenziale. Un testo è “intessuto di non detto” poiché lascia implicita una gran quantità di informazioni che il destinatario è chiamato a estrapolare in base alla sua conoscenza del contesto comunicativo.
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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE
Rimane sempre dell’implicito in ogni comunicazione e si presuppone una certa competenza enciclopedica del destinatario. In assenza di una comunità di interpreti competenti, cioè in possesso dei codici necessari per comprenderne il contenuto, il testo non significa nulla, se non in potenza.
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INTERPRETAZIONE COME INFERENZA
Il lettore è sempre chiamato ad avanzare delle ipotesi di senso e a sottoporre queste ultime ad un processo di verifica o di confutazione testuale. Chi legge un testo è continuamente chiamato ad avanzare ipotesi circa il significato da attribuire alla superficie espressiva che ha di fronte.
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ENCICLOPEDIA Definita come “insieme registrato di tutte le interpretazioni”, “distillato di testi”, “la biblioteca delle biblioteche”. E’ “una sorta di rete polidimensionale (un rizoma) dotata di proprietà topologiche, dove i percorsi si accorciano e si allungano e ogni termine acquista vicinanza con gli altri, attraverso scorciatoie e contatti immediati, rimanendo nel contempo legato a tutti gli altri secondo relazioni sempre mutevoli” (Eco, 1975, 176).
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AUTORE E LETTORE MODELLO
Non si parla di autore e lettore “in carne e ossa”, ma di Autore e Lettore Modello in quanto strategie testuali. Il Lettore Modello è l’“insieme di condizioni di felicità, testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte perché il testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto potenziale” (Eco, Lector in fabula, 1979, 62). L’Autore Modello è la strategia testuale impiegata dall’autore empirico per indirizzare nel senso voluto l’attività cooperativa del lettore. AUTORE E LETTORE MODELLO
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Teoria dei mondi possibili
I racconti vengono considerati come dispositivi per generare mondi possibili narrativi, popolati da individui (umani o meno) legati insieme da rapporti reciproci, ai quali vengono "appese" certe proprietà semantiche. A cosa ci serve? E’ utile per confrontare stati di cose reciprocamente incompatibili e racconti di fatti più o meno conciliabili con il mondo della nostra esperienza collettiva.
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Teoria dei mondi possibili
MP verosimili: sono mondi che possiamo concepire senza essere costretti ad alterare alcuna delle leggi fisiche generali che vigono nel mondo di riferimento. MP inverosimili: sono i mondi che noi non potremmo costruire a partire dalla nostra esperienza attuale.
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Teoria dei mondi possibili
MP inconcepibili: mondi che vanno al di là della nostra capacità di concezione, perché contraddicono alcune leggi epistemologiche fondamentali, in primo luogo la legge della coerenza interna (della non contraddittorietà). MP impossibili: in questo caso, il lettore può realizzare quanto basta per rendersi conto che i mondi in questione sono inconcepibili.
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A volte di mondi possibili sono in contraddizione e i testi ci “ingannano”. Esempio di A. Allais, “Un dramme bien parisien” (Eco, Lector in fabula, 1979)
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Lettore ingenuo e lettore critico
“Ci sono due modi per passeggiare in un bosco. Nel primo modo ci si muove per tentare una o più strade per uscirne al più presto. Nel secondo modo ci si muove per capire come sia fatto il bosco, e perché certi sentieri siano accessibili e altri no. Ugualmente ci sono due modi per percorrere un testo narrativo” (Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, 1994)
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TESTI APERTI/TESTI CHIUSI
Testi aperti sono strutturati in modo da lasciare al lettore un ampio margine di manovra interpretativa, sfruttando la fondamentale ambiguità e incompletezza di ogni testo a fini strategici. Testi chiusi cercano invece di indirizzare in modo stringente l’interpretazione del lettore, in modo che ogni termine, ogni modo di dire e ogni riferimento enciclopedico sia quello che prevedibilmente il lettore può capire.
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USO E INTERPRETAZIONE DEI TESTI
Uso: modo strumentale o idiosincratico (cioè personale) di interpretare il testo senza riguardo per quanto esso effettivamente dice. Interpretazione: rispettare sostanzialmente i testi, ciò che dicono “letteralmente”. Ricostruire il suo significato legittimo.
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La costruzione del testo e il Lettore Modello: il livello di manifestazione (lineare) del testo Verso l’atto di interpretazione: il funzionamento delle strutture discorsive codici, sotto-codici, sceneggiature/frames
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le proprietà enciclopediche di un termine:
le proprietà enciclopediche di un termine: topic e isotopia attualizzazione e narcotizzazione delle proprietà semantiche: la selezione dei tratti pertinenti i fenomeni di ambiguità semantica: la necessità della selezione contestuale i livelli di coerenza interpretativa: le isotopie
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Dalle strutture discorsive alle strutture narrative:
Dalle strutture discorsive alle strutture narrative: fabula e intreccio il versante cronologico degli eventi la storia come appare raccontata in superficie
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Passeggiate inferenziali, uso, interpretazione: alcune precisazioni intentio auctoris / intentio operis / intentio lectoris interpretazione uso
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Le interazioni dei codici nel testo: il fenomeno delle “decodifiche aberranti” - carenza di codici - disparità di codici - incomprensione del messaggio, a causa di interferenze circostanti - rifiuto del messaggio per delegittimazione dell’emittente (Eco e Fabbri, 1978)
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I problemi della semantica dizionariale: in Eco: semantica enciclopedica (a modello enciclopedico) - il principio di interpretanza: la fuga degli interpretanti e la “circoscrizione” del significato
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denotazioni e connotazioni si attivano allora in modelli semantici che dipendono da contesti comunicativi (di “circostanza” significati situazionali) La natura del segno secondo il modello semantico enciclopedico: “se p allora q” (inferenza) Le differenze con il concetto di segno secondo la corrente strutturalista
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Per concludere: - modello dizionariale - modello enciclopedico - la fusione dell’aspetto semantico e pragmatico (“uso contestuale dei significati”)
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Oggetti semplici e complessi
“Un Segno può avere più di un Oggetto. Così l’enunciato ‘Caino uccise Abele’, che è un Segno, si riferisce ad Abele almeno quanto a Caino, per non parlare dell’uccidere come terzo Oggetto. Ma l’insieme di oggetti può essere considerato come se formasse un solo Oggetto complesso… Gli Oggetti – giacché un Segno può averne un numero qualsiasi – possono ciascuno essere o una singola cosa conosciuta come esistente, o una singola cosa che un tempo si credeva che fosse esistita o ci si aspettava che esistesse, o una collezione di tali cose, o una qualità conosciuta, o una relazione, o un fatto; e questo singolo Oggetto può essere una collezione o un insieme di parti, o può avere un qualche altro modo di essere…” (CP e 232, framm. del 1910).
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Lo studio dell’attività interpretativa: il Lector in fabula porzioni enciclopediche, contesti, proprietà semantiche ‘situazionali’ studiare i “movimenti” del destinatario/lettore la cooperazione interpretativa e il Lettore Modello
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VOCAZIONE INTERDISCIPLINARE, “predisposizione ad assorbire, metabolizzare e combinare insieme elementi tratti da indirizzi teorici apparentemente eterogenei” applicati a oggetti eterogenei: studi di estetica medievale, sul segno nel’antichità, sulla sperimentazione artistica, sulla sociologia della comunicazione, analisi narratologiche, di linguaggi settoriali come televisione, giornalismo, discorso politico, arti visive, letteratura, architettura, teorie della traduzione.
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Si ha cioè una rete intricata di innesti e sovrapposizioni disciplinari, riconducibili, forse, a una tematica comune, cioè all’ipotesi della cooperazione interpretativa del lettore.
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Cooperazione interpretativa
Genesi del concetto: preannunciato in Opera Aperta (1962) viene esposto da Eco in modo compiuto nel Lector in fabula (1979). Ripreso e approfondito poi in Limiti dell’interpretazione (1990) Alla base c’è comunque una riflessione sui concetti di Peirce di segno e interpretante (in quanto altro segno che serve a definire, spiegare, parafrasare il segno di partenza nel processo di semiosi illimitata e di fuga degli interpretanti.
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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE
La semiotica interpretativa sostiene che un testo è incompleto senza l’intervento di un lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la sua attività inferenziale. Un testo è “intessuto di non detto” poiché lascia implicita una gran quantità di informazioni che il destinatario è chiamato a estrapolare in base alla sua conoscenza del contesto comunicativo.
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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE
Rimane sempre dell’implicito in ogni comunicazione e si presuppone una certa competenza enciclopedica del destinatario. In assenza di una comunità di interpreti competenti, cioè in possesso dei codici necessari per comprenderne il contenuto, il testo non significa nulla, se non in potenza.
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INTERPRETAZIONE COME INFERENZA
Il lettore è sempre chiamato ad avanzare delle ipotesi di senso e a sottoporre queste ultime ad un processo di verifica o di confutazione testuale. Chi legge un testo è continuamente chiamato ad avanzare ipotesi circa il significato da attribuire alla superficie espressiva che ha di fronte.
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ENCICLOPEDIA Definita come “insieme registrato di tutte le interpretazioni”, “distillato di testi”, “la biblioteca delle biblioteche”. E’ “una sorta di rete polidimensionale (un rizoma) dotata di proprietà topologiche, dove i percorsi si accorciano e si allungano e ogni termine acquista vicinanza con gli altri, attraverso scorciatoie e contatti immediati, rimanendo nel contempo legato a tutti gli altri secondo relazioni sempre mutevoli” (Eco, 1975, 176).
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AUTORE E LETTORE MODELLO
Non si parla di autore e lettore “in carne e ossa”, ma di Autore e Lettore Modello in quanto strategie testuali. Il Lettore Modello è l’“insieme di condizioni di felicità, testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte perché il testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto potenziale” (Eco, Lector in fabula, 1979, 62). L’Autore Modello è la strategia testuale impiegata dall’autore empirico per indirizzare nel senso voluto l’attività cooperativa del lettore. AUTORE E LETTORE MODELLO
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Teoria dei mondi possibili
I racconti vengono considerati come dispositivi per generare mondi possibili narrativi, popolati da individui (umani o meno) legati insieme da rapporti reciproci, ai quali vengono "appese" certe proprietà semantiche. A cosa ci serve? E’ utile per confrontare stati di cose reciprocamente incompatibili e racconti di fatti più o meno conciliabili con il mondo della nostra esperienza collettiva.
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Lettore ingenuo e lettore critico
“Ci sono due modi per passeggiare in un bosco. Nel primo modo ci si muove per tentare una o più strade per uscirne al più presto. Nel secondo modo ci si muove per capire come sia fatto il bosco, e perché certi sentieri siano accessibili e altri no. Ugualmente ci sono due modi per percorrere un testo narrativo” (Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, 1994)
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TESTI APERTI/TESTI CHIUSI
Testi aperti sono strutturati in modo da lasciare al lettore un ampio margine di manovra interpretativa, sfruttando la fondamentale ambiguità e incompletezza di ogni testo a fini strategici. Testi chiusi cercano invece di indirizzare in modo stringente l’interpretazione del lettore, in modo che ogni termine, ogni modo di dire e ogni riferimento enciclopedico sia quello che prevedibilmente il lettore può capire.
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USO E INTERPRETAZIONE DEI TESTI
Uso: modo strumentale o idiosincratico (cioè personale) di interpretare il testo senza riguardo per quanto esso effettivamente dice. Interpretazione: rispettare sostanzialmente i testi, ciò che dicono “letteralmente”. Ricostruire il suo significato legittimo.
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La costruzione del testo e il Lettore Modello: il livello di manifestazione (lineare) del testo Verso l’atto di interpretazione: il funzionamento delle strutture discorsive codici, sotto-codici, sceneggiature/frames
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le proprietà enciclopediche di un termine:
le proprietà enciclopediche di un termine: topic e isotopia attualizzazione e narcotizzazione delle proprietà semantiche: la selezione dei tratti pertinenti i fenomeni di ambiguità semantica: la necessità della selezione contestuale i livelli di coerenza interpretativa: le isotopie
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Dalle strutture discorsive alle strutture narrative:
Dalle strutture discorsive alle strutture narrative: fabula e intreccio il versante cronologico degli eventi la storia come appare raccontata in superficie
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Passeggiate inferenziali, uso, interpretazione: alcune precisazioni intentio auctoris / intentio operis / intentio lectoris interpretazione uso
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"Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí"
QUANDO SI SVEGLIÒ, IL DINOSAURO ERA ANCORA LÌ
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LA SENTINELLA di Fredrick Brown
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
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Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto. Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle. E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più. Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...
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