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Le Parasonnie
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Non alterano significativamente la struttura del sonno
Evoluzione benigna (risoluzione spontanea entro l’adolescenza) Importante un’anamnesi dettagliata sui sintomi, orari, periodicità degli episodi
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Disturbi dell’arousal
Risveglio incompleto : Alta soglia di risveglio Mancata responsività ambientale Vari gradi di attivazione autonomica Confusione, disorientamento, amnesia retrograda. In genere nella prima metà della notte, alla fine del primo ciclo nonREM
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Patogenesi: Stimolo interno che determina un arousal nel momento sbagliato, il quale provoca un risveglio parziale che mantiene le caratteristiche del sonno e della veglia (stato alterato di coscienza). Probabile disfunzione del sistema serotoninergico. Fattori predisponenti: Familiarità Deprivazione di sonno Stimoli uditivi, visivi e tattili Farmaci Apnea ostruttiva RGE Disturbi psicologici, eventi stressanti, abuso nell’infanzia
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Sonnambulismo Movimenti automatici più o meno complessi (dal sedersi al letto al correre per la casa), che possono sembrare finalizzati. Può associarsi vocalizzazione spesso incomprensibile. Il bimbo può diventare aggressivo se bloccato. Durata media: 10 minuti. Esordio a 4-8 anni con picco a 12 e scomparsa in adolescenza Elevata familiarità per sonnambulismo o altri disturbi dell’arousal Quadro PSG: esordio in sonno nonREM, in assenza di episodi aumento del CAP-rate
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Terrori notturni (Pavor nocturnus)
Esordio improvviso con urla, intensa agitazione, sintomi autonomici (sudorazione, pallore, tachicardia). Il bambino ha sguardo fisso, non risponde agli stimoli esterni. Sembra terrorizzato, piange ed è inconsolabile. Durata pochi minuti Amnesia post-episodio Esordio: 2-4 anni con picco fra 5-7, terminano con la crescita Familiarità per altre parasonnie (96%) Più frequente nei maschi Quadro PSG: aumento del CAP-rate
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Risvegli confusionali
Il bambino sembra sveglio ma è confuso, disorientato non risponde molto agli ordini. Inizia con un lamento e prosegue con il pianto. Durata: da pochi minuti a un’ora Esordio prima dei 5 anni Frequente associazione con altri dist. dell’arousal Alta familiarità Più frequente in famiglie di “profondi dormitori” Raramente associato a lesioni organiche del SNC
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Terapia dei disturbi dell’arousal
Se più rari di 1/settimana e non rischio di incidenti: Tranquillizare i genitori Consigli per la sicurezza della casa Regolarità degli orari di sonno ed evitare la deprivazione Non svegliare il bambino Risvegli programmati (circa 15 min. prima dell’episodio) Event. psicoterapia (se sospetto di problemi psicologici) Se più frequenti di 1/settimana con rischio di incidenti: Farmaci: Benzodiazepine (Diazepam 0,1-0,3 mg/kg o clonazepam 0,01-0,05 mg/kg prima di coricarsi): stabilizzano il sonno e sopprimono gli stadi 3-4 nonREM Antidepressivi triciclici (imipramina 0,5-2,5 mg/kg prima di coricarsi): molti effetti collaterali 5-OH-triptofano ( mg prima di coricarsi): agisce positivamente sul sistema serotoninergico, non altera il sonno ed privo di effetti collaterali.
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Disturbi del passaggio sonno-veglia
Movimenti ritmici del sonno Movimenti ripetitivi e stereotipati che interessano testa e collo (head banging e head rolling) o l’intero corpo (body rocking). Ricorrono regolarmente ogni minuti con durata media di 1-15 minuti. A volte si ripetono per tutta la notte. In genere asintomatici, a volte insonnia Rischio di traumi cranici Esordio: 6-9 mesi, scompaiono intorno ai 2 anni Maschio: femmina = 3:1 Di solito in bambini normali, frequenti in b. con ritardo mentale o autismo (specie se persistono dopo i 2 anni)
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Movimenti periodici degli arti inferiori (sindrome della gambe senza riposo)
Brevi scosse miocloniche delle gambe ad andamento periodico (ogni 5-90 sec.) durante gli stadi 1-2 nonREM. Parestesie o sensazione di fastidio alle gambe che induce a muoverle. Più frequente nell’adulto Notevole ipercinesia notturna Sonno disturbato Possibile comorbidità con ADHD Terapia: Igiene del sonno con orari rigidi Clonidina Gabapentin ( mg la sera)
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Mioclonie ipniche Molto frequenti nell’infanzia (prevalenza 60-70%)
Tipiche fra veglia e 1° ciclo nonREM ; clonie brevi isolate o ripetute delle gambe (più raramente capo o tronco). Talora allucinazioni sensoriali (luci, rumori, sensazione di caduta) Molto frequenti nell’infanzia (prevalenza 60-70%) Se molto intense o frequenti disturbo cronico dell’addormentamento Fattori scatenanti: irregolarità del ritmo circadiano, stress, farmaci stimolanti Terapia: di solito non necessaria (event. benzodiazepine)
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Sonniloquio Frequente nell’infanzia
Verbalizzazione con linguaggio più o meno strutturato. A volte preceduta da stimoli acustici. Frequente nell’infanzia Spesso associato con febbre o stress Spesso associato con altre parasonnie Non necessita di terapia. Può essere bloccato cambiando posizione al bambino.
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Parasonnie associate al sonno REM
Incubi Sogni terrificanti e vividi, ricordati perfettamente al risveglio. In genere nell’ultimo 1/3 della notte. Il bambino accetta l’intervento dei genitori ed è vigile e ben orientato. Prevalenza: 10-50% fra 3-6 anni Essendo in fase REM, il bambino non si muove nel letto. Spesso tachicardia e tachipnea al risveglio. Se ricorrenti indagine psicologica
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Paralisi ipnica Persistenza dell’atonia del REM in veglia
Periodo di impossibilità a muoversi volontariamente; compare all’inizio del sonno e/o dopo il risveglio. Il bambino è cosciente e vigile ma si sente paralizzato, sono coinvolti tutti i muscoli tranne quelli oculari e il diaframma. Dura pochi minuti e può cessare spontaneamente o per stimoli tattili/acustici. Persistenza dell’atonia del REM in veglia Di solito esordisce nell’adolescenza E’ uno dei 3 sintomi della narcolessia. Di solito nella forma isolata compare sempre alla fine del sonno. Forma isolata: fattori scatenanti sono stress, deprivazione di sonno e irregolarità del ritmo S-V Terapia (quando necessaria): imipramina
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Disturbi comportamentali in sonno REM
Comportamenti complessi e violenti che si accompagnano di solito al 1° ciclo REM. Manca l’atonia del REM e quindi il bambino “agisce” il sogno. Rari nei bambini, di solito esordio in adolescenza Terapia: carbamazepina o clonazepam la sera
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Altre parasonnie Bruxismo
Contrazione involontaria e ripetitiva, in sonno, dei muscoli masseteri, temporali e pterigoidei. Episodi di 5-15 secondi che si ripetono durante il sonno (tipico suono del “digrignare i denti”). Al risveglio possibile dolore alle tempie; a volte lesioni gengivali e dell’articolazione temporo-mandibolare Cause: malocclusioni, stress, ansia, distonie mandibolari Prevalenza: 10-50% Esordio tra 10 e 20 anni Più freqente nei bb con ritardo mentale e paralisi cerebrale infantile In tutte le fasi del sonno, + spesso nel 2 nonREM
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Enuresi notturna “Una o più minzioni involontarie in un mese, durante il sonno, in bambini > 5 anni, in assenza di: diabete, IVU o epilessia. Primaria: senza periodi di continenza Secondaria: dopo almeno 6 mesi di continenza Può associarsi a sintomi diurni Prevalenza: 15% a 5 anni, 10% a 6 anni, 3% a 12 anni Maschi : femmine = 10 : 1 Alta familiarità Patogenesi: Ritardo di maturazione dei meccanismi della continenza Riduzione del picco notturno di ADH Ridotta o mancata risposta all’arousal Errato addestramento sfinterico Cause psicologihe (periodi di stress, equivalente depressivo) Fattori organici (1-2%): genito-urinari, neurologici, endocrinologici Spesso associata con OSAS, autismo, parasonnie nonREM
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Epilessia notturna del lobo frontale
Movimenti ballici e coreoatetosici associati a posture distoniche con movimenti periodici degli arti e possibili vocalizzazioni. 3 tipi: arousal parossistici Distonia parossistica notturna Episodical nocturnal wanderings Rara Durata: da minuti ad ore Più frequente nei maschi Familiarità per epilessia o parasonnie Insorge di solito in fase 2 nonREM Raramente EEG di tipo epilettiforme Terapia: carbamazepina la sera (non sempre efficace)
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Mioclono neonatale benigno
Nella prima settimana di vita: scosse miocloniche asincrone, più spesso agli arti che a capo e tronco. Risoluzione spontanea entro il 1°-3° mese. Diagnosi differenziale con altre condizioni neurologiche (epilessia del neonato, spasmi infantili, ecc.) o malattie metaboliche
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