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PubblicatoLuisa Manzi Modificato 11 anni fa
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IL SALTO IN ALTO A differenza delle altre discipline è molto più recente, le prime notizie di un esercizio di salto come lo intendiamo noi risalgono al 1860 in Gran Bretagna. La prime tecnica utilizzata fu quella a forbice, con passaggi ad altre tecniche si arriva al valicamento ventrale utilizzato per molto tempo fino a quando Dick Fosbury superando l’asticella con passaggio dorsale vinse le olimpiadi di Città del Messico nel 1968
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Il vantaggio di questa tecnica rispetto al valicamento dorsale quali sono:
maggiore facilità di apprendimento possibilità di utilizzare una magggiore velocità di rincorsa l’arco dorsale realizzato durante il valicamento consente di superare l’asticella posta più in alto della traiettoria del centro di massa
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CONSIDERAZIONI TECNICHE
Prima fase: inizialmente si pensava che per saltare più in alto era principalmente importante migliorare la tecnica di valicamento trascurando la rincorsa Seconda fase: solo successivamente si capì che per salire più in alto era necessario incrementare la velocità verticale Terza fase: per ottenere una più alta velocità verticale occorreva accentuare la fase di caricamento abbassando le anche sul penultimo appoggio anche a costo di ridurre la velocità di rincorsa
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Quarta fase: per mantenere un’alta velocità orizzontale e garantire un più alto dinamismo complessivo all’intero salto è necessario correre l’ultimo tratto di rincorsa in curva, più riesco ad avere una velocità di entrata alta sostenendo lo stacco e più salirò in alto.
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FASI DEL SALTO IN ALTO Rincorsa Fase di entrata-stacco Stacco
Fase di volo Fase di atterraggio
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RINCORSA Obiettivo principale della rincorsa è quello di consentire la realizzazione di uno stacco efficace. La lunghezza dipende molto dal livello di preparazione dell’atleta; gli atleti di alto livello utilizzano rincorse di passi. La rincorsa si svolge con progressivo aumento della velocità, la massima velocità la si sviluppa sul penultimo appoggio e la perdita di velocità nell’ultimo appoggio è ovviamente maggiore 0,8/1,5 m/s se si effettuerà un salto di potenza e ovviamente minore 0,3/0,6 m/s se si effettuerà un salto di velocità. Si avrà progressivamente un’aumento della frequenza dei passi con una diminuzione dei tempi di volo e un progressivo aumento dei tempi di contatto soprattutto negli ultimi passi. L’ultimo passo risulta più corto per esprimere la massima frequenza
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Fase iniziale: la rincorsa è costituita da una fase rettilinea 3-6 passi e da una seconda di tipo curvilineo 4-6 passi Fase centrale-finale: nel passaggio tra il tratto rettilineo e quello curvilineo il cambio di direzione provocherà un’inclinazione del busto verso l’interno, questa inclinazione sarà tanto più accentuata tanto più sarà la velocità di corsa
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Per tre motivi l’inclinazione è importante:
Partendo da una posizione di centro di massa più bassa ed innalzandosi per portarsi sullo stacco avrà la possibilità di inserire l’azione di stacco su un corpo gia in movimento verso l’alto, quindi sarà favorevole meccanicamente e dinamicamente Il movimento diretto dall’interno verso l’esterno della curva ciò risulta favorevole al valicamento perché permette di mantenere un’inerzia di traslocazione al di là dell’asticella È possibile arrivare allo stacco con una maggiore velocità di corsa
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FASE DI ENTRATA-STACCO
Molto importante sarà il penultimo appoggio che sarà effettuato con tutta la pianta e con il piede proiettato in avanti rispetto al ginocchio; l’angolo formato dal prolungamento della linea che congiunge i due ultimi appoggi con il piano dei ritti è compreso tra i 15 e i 30°
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STACCO Nell’ultimo passo l’atleta si raddrizza, l’arto di stacco deve essere disteso e bene avanti rispetto alla proiezione del centro di massa, in modo da potersi comportare come un asta da salto: una prima fase di ammortizzazione con piegamento del ginocchio non eccessivo e poi una fase di estensione completa e decisa. La distanza dai ritti al punto di stacco è di circa 2-4 piedi. L’atleta slancia la gamba libera con direzione verso l’interno per favorire la posizione dorsale sull’asticella trasformando la velocità orizzontale in velocità verticale
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FASE DI VOLO In questa fase l’atleta inizia tre movimenti di tipo rotatorio: il primo intorno al proprio asse longitudinale necessario a disporlo con la schiena parallela all’asticella, il secondo sul piano sagittale o di ribaltamento in avanti ed il terzo sul piano frontale o di ribaltamento laterale; quest’ultimo consente di realizzare l’azione di valicamento.
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L’ATTERRAGGIO Questa fase a differenza dei salti in estensione che è molto importante per non compromettere il salto nei salti in elevazione non ha nessuna valenza in quanto l’asticella è già stata superata oppure non superata.
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FOSBURY DI VELOCITA’ O FLOP 1
Con una maggior velocità di rincorsa e un minor raggio di curvatura e quindi una maggiore inclinazione del busto verso l’interno e quindi un minor caricamento sul piano sagittale al penultimo passo, tempi di stacco più brevi con minore perdita di velocità nello stacco. Atleti che lo utilizzano hanno grandi qualità di elasticità muscolare e meno di forza.
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FOSBURY DI POTENZA O FLOP 2
Il raggio di curvatura della seconda fase della rincorsa sarà più ampio e la velocità minore con conseguente tempo di stacco più lungo e maggiore perdita di velocità. Atleti che lo utilizzano hanno caratteristiche di forza esplosiva e meno di elasticità.
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