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PubblicatoZeta Melis Modificato 11 anni fa
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“L’esercizio fisico come mezzo di prevenzione primaria e secondaria”
Istituto di Medicina dello Sport CONI-FMSI di Verona “L’esercizio fisico come mezzo di prevenzione primaria e secondaria” Si fa presente che il testo della presentazione va integrato nei contenuti con quanto esposto nella presentazione precedente (“La promozione dell’attività fisica nella popolazione generale”) Alberto Ciacciarelli
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CAUSE DI RIDOTTA EFFICIENZA FISICA
1) INVECCHIAMENTO Diminuisce la massa muscolare SARCOPENIA
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INVECCHIAMENTO vs ALLENAMENTO
Forza (kg) 60 40 20 80 Età (anni) Attivi Sedentari I soggetti allenati mantengono migliori livelli di forza rispetto ai non allenati indipendentemente dall’età
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INVECCHIAMENTO vs ALLENAMENTO
I soggetti allenati mantengono migliori livelli di resistenza rispetto ai non allenati indipendentemente dall’età atleti sedentari 20 30 40 50 60 70 80 90 V’O2 max (ml/kg/min) Età (anni)
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Rischio di fratture dell’anca in 61200 donne post-menopausa
INVECCHIAMENTO E OSTEOPOROSI Twisk, Sports Med 2001 Rischio di fratture dell’anca in donne post-menopausa Feskanich et al., JAMA, 2002 L’allenamento riduce i rischi di fratture
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INVECCHIAMENTO E OSTEOPOROSI
Gli effetti sono più marcati se l’attività motoria inizia in età giovanile
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2) IPOCINESIA (spesso associata ad OBESITA’)
CAUSE DI RIDOTTA EFFICIENZA FISICA 2) IPOCINESIA (spesso associata ad OBESITA’)
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BMI = Peso (kg) Statura2 (m) OBESITA’ Obesi in Italia
Multiscopio 9-12/1999 BMI = Peso (kg) Statura2 (m)
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CAUSE DI RIDOTTA EFFICIENZA FISICA
3) PATOLOGIE
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA: EVIDENZE NELLA PREVENZIONE SECONDARIA
svantaggi L’immagine vuole esprimere visivamente il concetto che i vantaggi dell'attività fisica sono di gran lunga superiori agli svantaggi. Verrà quindi inserita in dimensioni ridotte anche in alcune delle diapositive successive per richiamare lo stesso concetto vantaggi
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA: EVIDENZE NELLA PREVENZIONE SECONDARIA
Riduzione del 20% mortalità totale; Riduzione del 26% mortalità cardiovascolare. Taylor R.S. Brown A., Ebrahim S. et al. - Am J Med 2004; 116:682-92
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
NEOPLASIE Dose-risposta: > 4.5 MET- h/settimana colon: rischio del 40-50% seno: rischio del 30-40% Friedenreich et al., J Nutr, 2002 Thune et al,. Med Sci Sports Exerc, 2001
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L’attività fisica ha effetti sulla depressione simili al farmaco
PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO Severità dei sintomi Pretrattamento 6 sett. 10 sett. Allenamento endurance Placebo Clomipramine DISTURBI PSICHICI L’attività fisica ha effetti sulla depressione simili al farmaco Meyer e Brooks, Sports Med 2000
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
MALATTIE CARDIOVASCOLARI I soggetti allenati (> 8 MET di potenza aerobica) presentano un rischio cardio-vascolare ridotto della metà rispetto ai non allenati Myers J, Prakash M et al.
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MET = metabolic equivalent of task http://www. cdc
Quantità di energia, o di ossigeno, utilizzata quando una persona è seduta e parla al telefono o legge un libro Un’attività in cui si consumano 3-6 MET è considerata moderata Un’attività in cui si consumano >6 MET è considerata intensa
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Malattie cardiovascolari
I FATTORI DI RISCHIO Diabete Fumo Colesterolo Ipertensione arteriosa Obesità addominale Malattie cardiovascolari Coronaropatia 8
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SINDROME METABOLICA Circonferenza addominale ≥ 102 cm (uomo)
≥ 88 cm (donna) + altri due fattori di rischio: 1. Valori pressori ≥ 130/85 mm Hg; 2. Trigliceridi ≥ 150 mg/dl; 3. Colesterolo HDL <40 mg/dl (uomo), <50 mg/dl (donna); Glicemia a digiuno ≥ 100 mg/dl o diabete. IDF - AHA
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3234 soggetti con ridotta tolleranza glucidica
PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO P<0.001 per ogni confronto 3234 soggetti con ridotta tolleranza glucidica DIABETE Diabetes Prevention Program Research Group, NEJM 2002 Stile di vita: dieta ipocalorica ed ipolipidica (- 450 kcal/die) associata ad esercizio di moderata intensità di 150 min/sett (camminata veloce) (1079 soggetti) riducono l’incidenza del diabete più del farmaco e del placebo
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Riduzione dell’incidenza del diabete di tipo 2 con intervento sullo stile di vita o metformina Diabetes prevention program research group. N.Engl J Med, vol 346, 2002. 3.234 persone con intolleranza al glucosio, suddivise in 3 gruppi trattati con: placebo metformina modifica degli stili di vita (alimentazione, attività fisica) Sono divenuti diabetici l’11.0 % dei soggetti trattati con placebo, il 7,8 % dei trattati con metformina e il 4,8% dei soggetti sottoposti a intervento sugli stili di vita. L’incidenza è stata ridotta del 58% attraverso la modifica degli stili di vita contro il 31% ottenuto dalla metformina.
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA NEL DIABETE
- rischio di sviluppare la malattia; - sensibilità all’insulina (diabetici e non diabetici); - glicemia (diabetici); - eventi cardiovascolari.
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
DISLIPIDEMIA Miglioramento assetto lipidico: - colesterolo tot mg/dl - “ LDL mg/dl - trigliceridi mg/dl - colesterolo-HDL mg/dl L’attività fisica può essere un utile aiuto per chi smette di fumare, con meccanismi non completamente chiariti ma su cui attualmente si stanno intensificando gli studi. Sicuramente il movimento induce una modificazione dei livelli di endorfine e di altri neuromediatori, e può essere molto utile per ridurre il fenomeno del “craving” che è uno dei principali sintomi di astinenza nella persona che smette di fumare (Exercise Useful in Curbing Cravings for Cigarettes. Addiction 2007;102:534). Inoltre abitualmente quanto più un soggetto è attivo tanto più tende a ridurre l’abitudine al fumo, per migliorare la propria prestazione e anche per emulazione nei confronti degli altri sportivi.
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
IPERTENSIONE - Riduzione PA sisto/diastolica ~ 10 mm Hg; Riduzione massa VS; Miglioramento funzione endoteliale; Miglioramento assetto metabolico e coagulativo; Riduzione peso corporeo; Riduzione dell’assunzione di farmaci. Questa e molte delle diapositive successive si rifanno al documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” (Med Sport 2006; 59: 171), che rappresenta una delle più recenti e autorevoli rassegne su questo tema Documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” Med Sport 2006; 59: 171
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Riduzione dei valori pressori con i farmaci
La diapositiva serve a confrontare l’effetto sulla pressione ottenibile con i farmaci con quello ottenibile mediante l’attività fisica (fino a 10 mm Hg). Va ricordato che esistono anche ulteriori misure non farmacologiche (calo ponderale, dieta corretta, riduzione del consumo di sodio, riduzione del consumo di alcolici) che possono ulteriormente contribuire in maniera cospicua alla riduzione dei valori pressori (17-46 mm Hg – “VII Report of the Joint National Committee on prevention, detection, evaluation and treatment of high blood pressure”, dicembre 2003) Am J Cardiovasc Drugs 2005; 5:131
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COME L’ATTIVITA’ FISICA E’ IN GRADO DI RIDURRE I VALORI PRESSORI?
- Diminuzione tono simpatico; - Riduzione reattività pressoria agli stimoli stressanti, attraverso un aumento dei livelli di beta-endorfina e beta-lipotropina, che inibiscono l’aumento, indotto dallo stress, di renina e di catecolamine.
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CONSEGUENZE DEL DIMINUITO TONO ADRENERGICO
PA; tachicardia; miglior assetto lipidico; miglior sensibilità all’insulina (mediato dall’incremento delle fibre muscolari “rosse”); attivazione Sistema Renina/Angiotensina/Aldosterone; migliori trasporti ionici di membrana.
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE Diabete Fumo Colesterolo Ipertensione arteriosa Obesità addominale CORONAROPATIA Sono indicati i più importanti fattori di rischio cardiovascolare. L’immagine attrae l’attenzione dello spettatore sul tipico aspetto fisico del soggetto a rischio, con particolare enfasi sull’obesità addominale. L’esercizio fisico, come viene esplicitato nelle diapositive successive, ha effetti positivi su ciascuno dei fattori di rischio (v. anche diapositive seguenti).
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA NEL CARDIOPATICO ISCHEMICO
Riduzione abitudine al fumo; Miglioramento assetto lipidico: - colesterolo tot mg/dl - “ LDL mg/dl - trigliceridi mg/dl - colesterolo-HDL mg/dl L’attività fisica può essere un utile aiuto per chi smette di fumare, con meccanismi non completamente chiariti ma su cui attualmente si stanno intensificando gli studi. Sicuramente il movimento induce una modificazione dei livelli di endorfine e di altri neuromediatori, e può essere molto utile per ridurre il fenomeno del “craving” che è uno dei principali sintomi di astinenza nella persona che smette di fumare (Exercise Useful in Curbing Cravings for Cigarettes. Addiction 2007;102:534). Inoltre abitualmente quanto più un soggetto è attivo tanto più tende a ridurre l’abitudine al fumo, per migliorare la propria prestazione e anche per emulazione nei confronti degli altri sportivi.
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA NEL CARDIOPATICO ISCHEMICO
Controllo dell’ipertensione arteriosa; Controllo del diabete: - rischio di sviluppare la malattia; - sensibilità all’insulina (diabetici e non diabetici); - glicemia (diabetici).
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA NEL CARDIOPATICO ISCHEMICO
Miglioramento assetto emocoagulativo: - fibrinogeno - attività fibrinolitica - livelli attivatore tissutale plasminogeno Controllo obesità.
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA
Effetti dell’allenamento: CENTRALI - tono adrenergico; - massa e volume miocardici; - capillarizzazione miocardica (?). EFFETTO COMPLESSIVO: riduzione consumo di ossigeno miocardico Porre l’enfasi principale sulla riduzione del consumo di O2 nel miocardio
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BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA
Effetti dell’allenamento: PERIFERICI: - n° capillari e rapporto capillari/fibre nei muscoli; - enzimi ossidativi e mioglobina; - Preferenziale utilizzo ac. grassi liberi con risparmio di glicogeno; produzione lattato e K cellulare a parità di lavoro muscolare svolto. EFFETTO COMPLESSIVO - estrazione periferica di O2 Porre l’enfasi principale sull’aumento dell’estrazione periferica di O2
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IN PARTICOLARE NEL CARDIOPATICO ISCHEMICO
diminuzione consumo di ossigeno miocardico per: - ridotta f.c. (quindi ridotto doppio prodotto); - maggior vasodilatazione endotelio mediata dall’esercizio (riduzione post-carico); b) ridotta stimolazione simpatica (effetto antiaritmico); c) sviluppo circoli collaterali (+ neoangiogenesi?); d) diminuita aggregabilità piastrinica (riduzione viscosità); e) miglior compliance a stili di vita corretti. Doppio prodotto: ricavato dalla moltiplicazione del valore di pressione sistolica per la frequenza cardiaca, di solito al max dello sforzo. E’ indice del lavoro cardiaco e, spesso, viene utilizzato come indicatore clinico del consumo di ossigeno
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aumento della soglia ischemica, cospicua riduzione della mortalità
RISULTATO FINALE aumento della soglia ischemica, cioè incremento dell’intensità e della durata dell’attività svolta in assenza di angina. MA NON SOLO cospicua riduzione della mortalità (riduzione del 20% - mortalità totale e del 26% - mortalità cardiovascolare) Taylor R.S., Brown A., Shah E. et al. Am J Med 2004;116:682-92
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PATOLOGIE NELLE QUALI L’ESERCIZIO FISICO E’ BENEFICO
SCOMPENSO CARDIACO Miglioramento capacità funzionale; Riduzione incidenza eventi cardiaci; Riduzione tasso di ospedalizzazione; Riduzione mortalità cardiaca.
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L’ATTIVITA’ FISICA NEL CARDIOPATICO COMPORTA ANCHE DEI RISCHI ?
A fronte di un effetto positivo nella prevenzione e nel trattamento di numerose affezioni, l’attività fisica può comportare anche qualche rischio, in particolare a carico dell’apparato cardiovascolare. Ricorda: i vantaggi sono superiori agli svantaggi (v. immagine della bilancia)
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L’ATTIVITA’ FISICA NEL CARDIOPATICO COMPORTA ANCHE DEI RISCHI ?
L’esercizio fisico (E.F.), soprattutto se intenso e senza adeguato (graduale) training allenante può rappresentare il trigger di eventi acuti (infarto miocardico, angina pectoris, morte improvvisa) e può essere responsabile di una evoluzione sfavorevole del quadro clinico della cardiopatia.
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IL “PARADOSSO” DELL’ESERCIZIO
ATTIVITA’ FISICA REGOLARE: RACCOMANDATA ESERCIZIO FISICO SPORADICO E INTENSO: RISCHIOSO PERCHE’?: EFFETTI OPPOSTI SUL TONO ADRENERGICO E SULL’ATTIVAZIONE PIASTRINICA.
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L’incidenza di arresto cardiaco durante attività fisica in programmi di training in coronaropatici non è diversa da quella riscontrabile durante la normale attività quotidiana (1 caso per ore).
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IMPORTANZA CHIAVE DELL’INTENSITA’ DELL’ESERCIZIO
Fino ad un’intensità non superiore al 70-75% del massimale, corrispondente ad un’attività fisica di intensità moderata, la pratica di un regolare esercizio fisico è in grado di indurre effetti benefici sull’organismo e sull’apparato cardiovascolare senza un significativo aumento del rischio. NB: Nella diapositiva si fa riferimento al documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” (Med Sport 2006; 59 : 171) nel quale fino al 70-75% l’attività viene considerata lieve-moderata, dal 75-85% media elevata, oltre l’85% molto elevata. Altri classificano in modo lievemente diverso l’intensità dello sforzo (v. anche presentazione n. 1 “La promozione dell’attività fisica nella popolazione generale”)
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Attività fisica MODERATA http://www. cdc
Cammino a passo veloce Golf, trasportando le mazze Ciclismo 8-15 kmh in piano o leggera salita Tennis (doppio) Nuoto per svago Sollevamento pesi (a corpo libero o con macchinari) Lavori domestici moderati: pulire il pavimento o le finestre Giardinaggio: usare un tosaerba a motore
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Talk test http://www. cdc
Attività leggera: è possibile svolgerla cantando o chiacchierando animatamente Attività moderata: è possibile svolgerla parlando Attività intensa: non è più possibile conversare per l’accelerazione del respiro
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Scala di Borg http://www. cdc
6 Nessuno sforzo 7 Leggerissimo 8 9 Molto leggero 10 11 Leggero 12 13 Di modesta intensità 9 Per una persona sana corrisponde a camminare lentamente al proprio ritmo spontaneo 13 E’ percepito come un esercizio di discreta intensità ma non ci sono problemi a continuarlo 17 Una persona sana può ancora continuare questo tipo di sforzo ma deve veramente sforzarsi, lo sforzo è percepito come molto pesante e la persona è molto stanca 19 E’ un esercizio veramente faticoso (per la maggior parte delle persone rappresenta lo sforzo più duro che abbiano mai sperimentato) 14 15 Relativamente intenso 16 17 Molto intenso 18 19 Intensissimo 20 Sforzo massimale
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Frequenza cardiaca http://www. cdc
Attività moderata: 50-70% della frequenza cardiaca massima Attività intensa: 70-85% della frequenza cardiaca massima Frequenza cardiaca massima: età della persona es. persona di 50 anni = 220 – 50 = 170 battiti al minuto
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COME RIDURRE IL RISCHIO?
1- Graduale e progressivo condizionamento fisico 2 – Adeguato screening preventivo
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COME RIDURRE IL RISCHIO?
L’attività fisica abituale riduce gli eventi coronarici, ma l’attività vigorosa può anche aumentare in modo acuto e transitorio il rischio di tali eventi nei soggetti suscettibili. L’incidenza sia di infarto che di morte improvvisa è maggiore nei soggetti meno attivi. L’allenamento e la pratica di un’attività fisica regolare possono aiutare a ridurre tali eventi (che nella grande maggioranza dei casi si verificano nei soggetti meno allenati durante un’attività cui non sono abituati). Exercise and cardiovascular events. Circulation 2007;115:2358
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LO SCREENING PREVENTIVO: SCOPO E SIGNIFICATO
Scopo dello screening è stratificare il rischio associato alla pratica dell’attività fisica ed attivare gli interventi terapeutici eventualmente necessari. Un adeguato screening preventivo permette la prescrizione di un regime di allenamento: - efficace; - sicuro.
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SCREENING PREVENTIVO GLI “ATTORI” MEDICO DI FAMIGLIA
MEDICO SPORTIVO CARDIOLOGO
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“STRUMENTI” UTILIZZABILI
SCREENING PREVENTIVO “STRUMENTI” UTILIZZABILI Anamnesi, esame obiettivo; ECG; Cicloergometro; Ecocardiogramma; Holter cardiaco. Da scegliere di volta in volta
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Raccomandazioni per la raccolta dell’anamnesi e per l’esame fisico nello screening preventivo
ANMNESI FAMILIARE: Morte Improvvisa giovanile nei familiari di primo grado; Cardiopatia ischemica: <55 aa se maschi, <65 se femmine. ANMNESI PERSONALE: Sintomi cardiovascolari: dolore toracico, dispnea e astenia a riposo o durante sforzo, sincope, presincope, vertigini, palpitazioni, claudicatio arti inferiori; Fattori di rischio cardiovascolare; Comorbilità: malattie ortopediche, patologie neurologiche, malattie pneumologiche; Livello di attività fisica abituale; Malattie virali recenti; Utilizzo di farmaci e integratori.
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Raccomandazioni per la raccolta dell’anamnesi e per l’esame fisico nello screening preventivo
Altezza, peso corporeo e circonferenza addominale; Pressione arteriosa (entrambe la braccia); Auscultazione cardiaca; Valutazione polsi periferici (presenza, eventuali soffi carotidei e femorali).
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LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
I Pazienti cardiopatici, a prescindere dal tipo di cardiopatia da cui sono affetti, vengono generalmente suddivisi in due gruppi principali di rischio: La fonte citata si riferisce alle diapositive n Pazienti a basso rischio; Pazienti a rischio medio-elevato. Documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” Med Sport 2006; 59: 171
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LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO NEL CARDIOPATICO
a) Pazienti a basso rischio devono essere presenti tutte le caratteristiche seguenti: assenza di segni e sintomi di scompenso (frazione di eiezione >50%); assenza di angina o segni ECGrafici di ischemia a riposo o a basso carico; discreta capacità funzionale; normale incremento della frequenza cardiaca e pressione durante sforzo.
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LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO NEL CARDIOPATICO
b) Pazienti a rischio medio-elevato è sufficiente la presenza di almeno una delle caratteristiche seguenti: presenza di segni e sintomi di scompenso (Frazione di eiezione <35-40%); presenza di angina o segni ECGrafici di ischemia a basso carico; scarsa capacità funzionale; mancato incremento della frequenza cardiaca e pressione durante sforzo; presenza di aritmie ventricolari complesse a riposo e/o da sforzo; precedente episodio di arresto cardiaco. In questi pazienti l’attività fisica non è bandita ma deve essere previsto un programma di esercizi mirato , guidato dalla soglia ischemica determinata con test da sforzo
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CONTROINDICAZIONI ALLA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO NEL CARDIOPATICO
- Angina instabile; - PA sistolica >200 mm Hg; - PA diastolica >110 mm Hg; - Ipotensione ortostatica; - Stenosi aortica (gradiente di picco >50); - Malattie sistemiche e febbre; - Aritmie atriali e ventricolari non controllate; - Tachicardia sinusale >120 bpm; - Scompenso cardiaco grave; - BAV 3° grado senza pacemaker; - Pericardite o miocardite in fase attiva; - Recente embolismo; - Tromboflebite; - Diabete scompensato. In queste condizioni patologiche l’attività fisica può essere prescritta ma solo dopo un adeguato trattamento (ad esempio una terapia farmacologica che riduca i valori pressori oppure, nel paziente diabetico, normalizzi gli indici metabolici)
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QUALE ATTIVITA’ FISICA PRESCRIVERE?
L’attività fisica va intesa sempre e solo a scopo ricreativo o terapeutico, mai agonistico. Quale attività fisica? - aerobica; - ad impegno cardiovascolare costante; intensità lieve o moderata. Per la gradualità dell’allenamento v. presentazione n. 1 “La promozione dell’attività fisica nella popolazione generale” Ad esempio: Marcia, corsa, ciclismo, sci di fondo, …. Ricorda: è fondamentale la gradualità dell’allenamento
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QUALE ATTIVITA’ FISICA PRESCRIVERE?
Perché attività di tipo aerobico? l’esercizio di potenza (lavoro contro resistenza) aumenta il consumo di O2. Però recenti aggiornamenti consigliano di far svolgere al cardiopatico anche attività di palestra, con esercizi muscolari isotonici (forza/resistenza) per un miglioramento della forza e del tono muscolare. Si usano esercizi di bassa intensità (40-50% della max contrazione volontaria) con numerose ripetizioni (>10-12) e tempi di recupero prolungati, ad una f.c. < al 70% della teorica max. Gli esercizi isotonici sono consigliati solo nel cardiopatico a basso rischio
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DELL’ESERCIZIO FISICO NELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA
LA PRESCZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO NELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA
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LO SCREENING PREVENTIVO NELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA CON DANNO D’ORGANO
GLI STRUMENTI Anamnesi, Es. obiettivo, ECG In corso di test ergometrico vengono considerati “a rischio” valori di pressione arteriosa ≥ 240/115 mm Hg; è quindi importante abituarsi a prendere sempre in considerazione i valori pressori registrati durante il test Ecocardiogramma Test ergometrico NB: in corso di test ergometrico a rischio PA ≥ 240 mm Hg
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POSSIBILI PROBLEMI CON I FARMACI ANTIPERTENSIVI
Diuretici: riduzione prestazione; Beta bloccanti: riduzione prestazione; Calcio-antagonisti: edemi declivi (diidropiridinici), effetto inotropo negativo (verapamil); Alfa bloccanti: ipotensione post-esercizio; Ace-inibitori (o sartani in II scelta): i più maneggevoli nell’iperteso che pratica attività fisica. NB: dopo un certo periodo di attività fisica ricontrollare i valori pressori ed eventualmente “riaggiustare” il dosaggio dei farmaci Va sottolineato che la diapositiva non riporta un elenco di controindicazioni ma solo alcune indicazioni cliniche utili per scegliere il farmaco più adatto. Nell’attività fisica lieve-moderata nessuno di questi farmaci dà abitualmente problemi significativi.
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TIPO, INTENSITA’, DURATA, FREQUENZA DELL’ESERCIZIO NELL’IPERTESO
esercizio aerobico (possibili anche esercizi di potenza ripetizioni sia per gli arti superiori che inferiori, ogni set separato da almeno un minuto dal successivo, 2/3 volte la settimana). Intensità: calcolata sulla base della FC raggiunta in corso di test ergometrico,70-85% della FC massimale Es: FC massimale 130/m’; intensità di allenamento: bpm Durata: (della singola seduta): 30 minuti, preceduti da 10 minuti di riscaldamento e seguiti da altri 10 di defaticamento Frequenza: sedute almeno trisettimanali La frequenza trisettimanale è quella minima indicata nel documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico”; naturalmente sarebbe auspicabile una frequenza maggiore, almeno 4 volte la settimana
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DELL’ESERCIZIO FISICO NELLA MALATTIA CORONARICA
LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO NELLA MALATTIA CORONARICA
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LO SCREENING PREVENTIVO NELLA MALATTIA CORONARICA
GLI STRUMENTI Anamnesi, Es. obiettivo, ECG Ecocardiogramma Test ergometrico
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POSSIBILI PROBLEMI CON I FARMACI EVENTUALMENTE ASSUNTI
FARMACO INCONVENIENTI Nitrati Eccessiva riduz. PA dopo sforzo, ipotensione ortostatica Beta-bloccanti Astenia, ipotensione in recupero ACE-inibitori Ipotensione, specie in recupero Calcio-antagonisti Ipotensione, edemi pretibiali Diuretici Antiaggreganti Dicumarolici V. anche nota alla diapositiva 40 Disidratazione Gastrolesività Pericolo traumatismi
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LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
Basso rischio: Normale incremento FC e PA sotto sforzo; Assenza di angina o segni ECG di ischemia a riposo o da sforzo; Assenza di aritmie ventricolari complesse a riposo e da sforzo; Infarto o rivascolarizzazione non complicata; Assenza di scompenso cardiaco (FE >50%); Documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” Med Sport 2006; 59: 171
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LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
Alto rischio: Comportamento anormale della FC e della PA sotto sforzo (incompetenza cronotropa, calo della PA sotto sforzo); Angina o segni ECG di ischemia a riposo o da sforzo; Aritmie ventricolari complesse a riposo o da sforzo; Infarto o rivascolarizzazione complicata; Storia di arresto cardiaco; Presenza di scompenso (FE <40%); Documento di consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” Med Sport 2006; 59: 171
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TIPO, INTENSITA’, DURATA, FREQUENZA DELL’ESERCIZIO PER IL CARDIOPATICO ISCHEMICO
esercizio aerobico (+ forza/resistenza in palestra se rischio basso) Intensità: calcolata sulla base della FC raggiunta in corso di test ergometrico,70-80% della FC massimale (se non ischemia) Es: FC massimale 130/m’; intensità di allenamento: bpm Durata (della singola seduta): minuti; Frequenza: Iniziare con sedute quotidiane, poi sedute trisettimanali.
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DELL’ESERCIZIO FISICO NELLO SCOMPENSO CARDIACO
LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO NELLO SCOMPENSO CARDIACO
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LA VALUTAZIONE PRELIMINARE
GLI STRUMENTI Valutazione clinica, stabilità, classe NYHA Ecocardio Test da sforzo Holter cardiaco
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TIPO, INTENSITA’, DURATA, FREQUENZA DELL’ESERCIZIO NEL SOGGETTO SCOMPENSATO
esercizio aerobico; Intensità: calcolata sulla base della FC raggiunta in corso di test ergometrico, 60-70% della FC massimale NB: quanto più il paziente è complicato tanto più si dovrà ridurre l’intensità ed aumentare i tempi Durata (della singola seduta): 60 minuti, comprensivi di 10 minuti di riscaldamento e di altri 10 di defaticamento; Frequenza: sedute trisettimanali.
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ESEMPIO DI PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO IN UN SOGGETTO CON CARDIOPATIA
3-5 settimana ½ h 2-5 h <6 km/h in piano <12 km/h In piano o in montagna con pend. <6% 8-12 km/h (su percorsi pianeggianti o ondulati con pendenze brevi <8%) Corsa o camminata veloce; Ciclismo Sci di fondo Numero sedute Durata Velocità Programma ESERCIZI PER CARDIOPATICI SELEZIONATI Da: “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” (Med Sport 2006; 59: 171)
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ESEMPIO DI PRESCRIZIONE DI ATTIVITA’ IN PALESTRA IN UN CARDIOPATICO ISCHEMICO A BASSO RISCHIO
3-4 sedute settimanali 20-30 minuti di cyclette a FC bpm; 3 serie di esercizi per i m. addominali a terra o su panca: ripetizioni per serie; 3 serie di esercizi per i m. degli arti superiori: ripetizioni per serie; 3 serie di esercizi per i m. pettorali: ripetizioni per serie; 3 serie di esercizi per il dorso: ripetizioni per serie; 3 serie di esercizi per i m. degli arti inferiori: ripetizioni per serie. La diapositiva riporta un’ipotesi di programma per il paziente che preferisca l’attività in palestra; naturalmente in questi soggetti è indicato anche un programma di cammino o di bicicletta, con le opportune caratteristiche di gradualità e intensità dello sforzo (v. a questo proposito anche le indicazioni fornite nella presentazione “La promozione dell’attività fisica nella popolazione generale”)
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