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PubblicatoMassimiliano Moretti Modificato 11 anni fa
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IL DOLORE E' una sensazione spiacevole provocata (in genere) da fattori potenzialmente dannosi per le cellule. Le cellule “offese” liberano molecole che agiscono direttamente o attivano altri fattori che stimolano i recettori del dolore.
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I RECETTORI DEL DOLORE (nocicettori)
Problema: recettori specifici o esagerata stimolazione di altri recettori? Sono terminazioni nervose libere. Sono distribuiti nel derma (strato sottocutaneo), nelle capsule che avvolgono gli organi, nel parenchima (non sempre), nei visceri
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LE FIBRE DOLORIFICHE Sono piccole fibre mielinizzate (Ad), o fibre amieliniche (C). Danno luogo a due tipi di dolore: acuto, pungente, abbastanza localizzato; urente, male localizzato, con maggiore sofferenza
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LE VIE DEL DOLORE Il neurone afferente si interrompe nelle corna posteriori del midollo spinale, fa sinapsi con un secondo neurone che attraversa la linea mediana, sale nella via anterolaterale e arriva al talamo; il terzo neurone raggiunge la corteccia somestesica primaria. A livello della prima sinapsi avviene un controllo delle afferenze dolorifiche.
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IL CONTROLLO DELLA PORTA
Il neurone primario libera sostanza “P”. L’interneurone inibitorio (inibizione presinaptica) libera “encefalina”. L’interneurone inibitorio è stimolato sia da altre vie afferenti sia da vie discendenti. La percezione dolorifica è così controllata sia da stimoli periferici (tatto, vibrazione), sia dal controllo superiore (esempi)
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IL DOLORE RIFERITO Spesso il dolore che nasce da organi interni è percepito come dolore cutaneo (es. cuore/braccio). Concetto di dermatomero: convergenza di neuroni primari a livello segmentale sullo stesso neurone secondario. Importanza del dolore riferito per la semeiotica.
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ALTERAZIONI DELLA PERCEZIONE DOLORIFICA
Iperalgesia: stimolazioni non dolorifiche provocano dolore (si può accompagnare ad arrossamento e contrattura dei muscoli). Dolori spontanei: l’origine della percezione dolorifica non è nelle terminazioni nervose (es. arto fantasma)
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ANESTESIA E ANALGESIA Attenuazione o abolizione della percezione dolorifica: centrale o periferica, fisiologica o farmacologica.
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SIGNIFICATO DEL DOLORE
Il dolore è un fenomeno fisiologico che ha lo scopo di avvertire l’organismo dello stato di sofferenza delle sue cellule. Spesso è eccessivo e rappresenta il maggior segno di uno stato alterato. Per questo si cerca di abolirlo. Uno stato di analgesia è però pericoloso.
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RITMI BIOLOGICI Molte funzioni sono cicliche. Ritmi: mensili, circadiani (diurni) Variazioni circadiane: alcuni ormoni, temperatura, stato di attenzione, sonno/veglia. L’”orologio biologico “ è localizzato nel nucleo soprachiasmatico (ipotalamo),
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IL SONNO È un ritmo circadiano regolato dal ciclo luce/ombra. In assenza di stimolazioni luminose (o altri segnali) il ritmo si allunga. Il sonno è un fenomeno attivo, che comprende diverse fasi.
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ELETTROENCEFALOGRAMMA
Registrazione dalla superficie del cranio con elettrodi bipolari multipli: si registrano onde EEG che variano in ampiezza e frequenza. Onde piccole ad alta frequenza: desincronizzazione. Onde ampie a bassa frequenza: sincronizzazione.
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STATO DI VEGLIA Rilassata: onde b a circa 12 Hz Attenzione: brusco passaggio a rtimo a a Hz e basso voltaggio Attività specifiche: onde fasiche
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FASI DEL SONNO Da 1 a 4: progressiva riduzione di frequenza e aumento di ampiezza delle onde EEG. Riduzione progressiva del tono muscolare; aumento della soglia per il risveglio. Fase REM (rapid eye movements): brusca comparsa di onde EEG ad alta frequenza. Caduta del tono muscolare, movimenti degli occhi e del corpo, sogni; soglia per il risveglio molto elevata.
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MECCANISMI DEL SONNO Importanza della sostanza reticolare bulbo-mesencefalica; sincronizzazione del talamo. Sonno indotto dalla stimolazione di particolari aree; abolito dalla distruzione delle stesse. Possibilità di interventi farmacologici (es. serotonina).
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SIGNIFICATO FISIOLOGICO DEL SONNO
È uno stato attivo, non rappresenta una riduzione di attività nervosa. La sincronizzazione di ampie aree di cervello probabilmente facilita l’omeostasi del SNC. Al sonno REM è attribuita importanza per la fissazione della memoria. La deprivazione prolungata di sonno (patologica o comportamentale) porta a morte.
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