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Inquadramento Normativo Nazionale

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Presentazione sul tema: "Inquadramento Normativo Nazionale"— Transcript della presentazione:

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2 Inquadramento Normativo Nazionale
Marco Mazzoni

3 Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152
"Norme in materia ambientale“ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 88 del 14 aprile 2006

4 L’esplicito scopo del Decreto Legislativo è quello di migliorare i livelli di qualità della vita umana attraverso la salvaguardia delle condizioni dell’ambiente e una razionale utilizzazione delle risorse naturali.

5 Il nuovo provvedimento disciplina: - le procedure per la Valutazione ambientale strategica (VAS), per la Valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata – parte seconda; - la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche – parte terza;

6 - la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati – parte quarta; - la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera – parte quinta; - la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente – parte sesta.

7 Parte terza Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche

8 Sezione I Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione Sezione II Tutela delle acque dall’inquinamento Sezione III Gestione delle risorse idriche

9 I distretti idrografici
1- Distretto Idrografico delle ALPI ORIENTALI (39385 km2) Adige Alto Adriatico Lemene, Fissaro Tartaro Canalbianco Bacini del Friuli e del Veneto

10 I distretti idrografici
2- Distretto Idrografico Padano ( km2) 3- Distretto Idrografico dell’APPENNINO SETTENTRIONALE ( km2) Arno, Magra, Fiora, Conca Marecchia, Reno, Bacini della Liguria, Bacini della Toscana, Fiumi uniti, Montone, Ronco, Savio, Rubicone, Uso, Foglia, Arzilla, Metauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Lamone, Bacini della Costa Romagnola

11 I distretti idrografici
4- Distretto Idrografico pilota del Serchio (1.600 km2) 5- Distretto Idrografico dell’APPENNINO CENTRALE ( km2) Tevere, Tronto, Sangro, Bacini dell’Abruzzo, Bacini del Lazio, Potenza, Chienti, Tenna, Ete, Aso, Menocchia, Tesino e Bacini minori delle Marche

12 I distretti idrografici
6- Distretto Idrografico dell’APPENNINO MERIDIONALE ( km2) Liri-Garigliano, Volturno, Sele, Sinni e Noce, Bradano, Saccione, Fortore e Biferno, Ofanto, Lao, Trigno, Bacini della Campania, Bacini della Puglia, Bacini della Basilicata, Bacini della Calabria, Bacini del Molise

13 I distretti idrografici
7- Distretto Idrografico della Sardegna ( km2) Bacini della Sardegna 8- Distretto Idrografico della Sicilia ( km2) Bacini della Sicilia

14 Il Piano di Bacino distrettuale
Il Piano di tutela delle acque Il Piano di Ambito Territoriale Ottimale

15 Obiettivi di Qualità Ambientale
Acque superficiali Stato Ecologico BUONO Acque sotterranee Stato quantitativo BUONO & Stato chimico BUONO Entro il 2015

16 Obiettivi di Qualità per specifica destinazione
1- Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 2- Acque destinate alla balneazione 3- Acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci 4- Acque destinate alla vita dei molluschi

17 Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi
AREE SENSIBILI Corpi idrici superficiali soggetti ad elevata eutrofizzazione ZONE VULNERABILI Corpi idrici superficiali e sotterranei soggetti ad inquinamento diffuso da nitrati per uso agricolo

18 Sostanze pericolose Ai fini della tutela delle acque superficiali dall’inquinamento provocato dalle sostanze pericolose, i corpi idrici significativi devono essere conformi entro il 31 dicembre 2008 agli standard di qualità riportati alla Tabella 1/A dell’Allegato 1 alla parte terza del Decreto, la cui disciplina sostituisce ad ogni effetto quella di cui al D.M. 3 novembre 2003, n. 367.

19 Disciplina degli scarichi
classificazione degli scarichi Acque reflue domestiche provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche Acque reflue industriali qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici in cui si svolgono attività commerciali o industriali, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento Acque reflue urbane acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue civili, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento

20 Disciplina degli scarichi
autorizzazioni Provincia rilascia l’autorizzazione per scarichi di reflui industriali/urbani in corpi idrici. Nella richiesta di autorizzazione deve essere specificato il tipo di scarico e la tipologia di attività produttiva con riferimento al ciclo produttivo; (presso la Provincia esiste in catasto degli scarichi) Comune rilascia l’autorizzazione per scarichi di reflui domestici in corpi idrici (lo scarico in pubblica fognatura è sempre ammesso) ATO (Ambito Territoriale Ottimale) rilascia l’autorizzazione per scarichi di reflui industriali/urbani in pubblica fognatura.

21 Disciplina degli scarichi
limiti da rispettare indicati in tab 1 All 5 per scarichi di reflui urbani in corsi d’acqua indicati in tab 2 per scarichi di reflui urbani in aree sensibili Indicati in tab 3 per scarichi industriali in corsi d’acqua e fognatura

22 Disciplina degli scarichi adeguamento della rete fognaria
entro il 31/12/2000 devono dotarsi di rete fognaria gli agglomerati urbani con popolazione > abitanti entro il 31/12/2005 devono dotarsi di rete fognaria gli agglomerati urbani con popolazione tra e abitanti per gli insediamenti isolati che scaricano acque reflue domestiche, le regioni identificano trattamenti appropriati inoltre gli scarichi reflui urbani che finiscono in fognatura provenienti da agglomerati con meno di abitanti e recapitano in corpi idrici, senza essere collettati ad un depuratore, devono essere sottoposti a trattamenti appropriati (definiti dalla regione)

23 Ciclo idrico integrato
si articola nelle seguenti fasi: captazione dell’acqua da falde profonde, tramite pozzi strumentati con pompe; trattamento dell’acqua; adduzione nella rete tramite i serbatoi di accumulo; fornitura agli utenti privati, comunità e industrie, tramite una capillare rete di distribuzione; raccolta attraverso la rete fognaria delle acque reflue; depurazione delle stesse effettuata con il processo biologico a fanghi attivi con digestione anaerobica a bacini combinati

24 Ciclo idrico integrato
nuova organizzazione per ambiti ottimali dei servizi idrici basata su criteri idrografici e non amministrativi uso e salvaguardia delle acque pubbliche per le generazioni future risparmio e rinnovo della risorsa nel rispetto del patrimonio idrico e dell’ambiente pianificazione del bilancio idrico attraverso lo studio del DMV (deflusso minimo vitale) la fissazione di obiettivi connessi alla efficienza ed economicità nei servizi, di equilibrio economico nei costi e ricavi

25 Grazie per l’attenzione


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