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La gestione delle scorte
Università degli Studi di Macerata Economia e Gestione delle Imprese La gestione dei materiali La gestione delle scorte Le tipologie di scorte I costi delle scorte Il metodo a tempo fisso Il metodo a quantità fissa
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La gestione delle scorte
Le scorte sono un insieme di materie prime, semilavorati e prodotti finiti in attesa di un processo di trasformazione o produzione La funzione delle scorte è quella di bilanciare discontinuità e imprevisti esogeni: bilanciare tra andamento discontinuo dei mercati (sbocco e approvvigionamento) e uniformità del processo produttivo endogeni: bilanciare le difformità di tempi e volumi tra i diversi stadi del ciclo di trasformazione Le imprese ripensano la gestione delle scorte con l'obiettivo di: - razionalizzare gli investimenti in scorte eliminando squilibri e sprechi - integrando la gestione delle scorte con la programmazione della produzione e la logistica La gestione delle scorte risulta importante: - sul versante tecnico-operativo per il funzionamento regolare delle attività - sul versante economico-finanziario per il contenimento del capitale circolante
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Tipologie di scorte (Destinazione)
Le scorte si possono distinguere in base alla destinazione tra: Materie prime Semilavorati Prodotti finiti : fattori produttivi che alimentano il processo produttivo : materiali che hanno subito alcune lavorazioni ma non ancora ultimati : beni che hanno concluso il processo di trasformazione e sono pronti per la vendita. Questa divisione evidenzia la funzione delle scorte di separare acquisto-trasformazione-vendita.
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Tipologie di scorte (Motivazioni)
Le scorte si possono distinguere in base alle motivazioni: Scorte funzionali o operative scorte di sicurezza Scorte speculative : servono per il regolare svolgimento delle attività produttive/logistiche - scorte in transito, cioè giacenze pari a vendite medie nell'unità di tempo x tempo di transito da uno stadio al successivo - scorte organizzative, cioè giacenze necessarie per rendere indipendenti le diverse fasi tra loro e rispetto al mercato : servono per far fronte ad inattese variazioni della domanda o dell'impiego assicurando lo svolgimento ininterrotto delle operazioni : sono mirate a trarre vantaggio da una variazione nei prezzi di acquisto o di vendita, come aumento rispetto al normale fabbisogno o come pura speculazione.. Le scorte organizzative vengono divise in: scorte da unità economica, per sfruttare sconti di prezzo o ottimizzare i costi di trasporto scorte stagionali, per compensare oscillazioni nella domanda scorte preventive, per evitare difficoltà di approvvionamento o problemi da fermate di impianto
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Vincoli e criticità nella gestione delle scorte
Destinazione Motivazioni Materie prime Semilavorati Prodotti finiti Transito Lontananza dei fornitori Localizzazione e layout stabilimenti Tipologia del processo produttivo Sistema di movimentazione Lontananza dei mercati serviti Struttura della distribuzione Sicurezza Puntualità dei fornitori Livelli quantitativi Affidabilità degli impianti Fluttuazioni della produttività Qualità del processo Affidabilità delle previsioni Fluttuazioni della domanda Organizzazione Lotti d’acquisto Flessibilità dei fornitori Tecnologia del processo produttivo Lotti di produzione Flessibilità degli impianti Bilanciamento delle fasi produttive Lotti di distribuzione Flessibilità del sistema produttivo In una situazione ideale in cui l'assorbimento del mercato o e i rifornimenti al ciclo produttivo fossero costanti, le uniche scorte potrebbero essere le scorte di transito
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I costi legati alle scorte
La scelte relative ai tempi di riordino e alle dimensioni dei lotti impattano su: costi di emissione degli ordini costi di mantenimento delle scorte costi di “fuori scorta”
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I costi di emissione ordini
I costi di emissione dell'ordine si riferiscono ai costi sostenuti dall'impresa per ricostituire le scorte, che variano a seconda delle modalità di acquisto o produzione interna. Tali oneri sono formati da due componenti principali: - i costi connessi all'acquisto, che non dipendono dalla quantità approvvigionata, comprendono i costi di rilevazione della mancanza, di ricerca, contatto e selezione del fornitore, o dei costi di set up per i prodotti fabbricati; - il costo dell'ordinazione, dovuto alle attività di emissione dell'ordine (spese postali, telefoniche, di fatturazione e scrittura, ecc.) di ricevimento e controllo delle merci (spedizione, registrazione, controllo qualità, ecc.), nel caso di acquisti, o delle attività di pianificazione, scheduling e lancio nel caso di produzione. Per queste loro caratteristiche i costi totali di emissione dell'ordine sono indipendenti dalle dimensioni del lotto e proporzionali alla frequenza delle ordinazioni. I costi totali di emissione dell'ordine (CTE) sono proporzionali al numero di rifornimenti e, dato un certo fabbisogno totale (FT), sono inversamente proporzionali al quantitativo (Q) di cui ci si rifornisce ogni volta.
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I costi di mantenimento
I costi di mantenimento sono formati da: - costi di esercizio di magazzini e depositi (affitti, riscaldamento, illuminazione, personale, manutenzione, assicurazioni e tasse), per la parte rilevante, cioè costi variabili influenzati dalla decisione relativa all'entità del lotto di approvvigionamento; - costi per obsolescenza e deterioramento, nonché per eventuali furti, cali e sprechi; - costo dei mezzi finanziari assorbiti dalle scorte, in relazione al costo del capitale (inteso come costo medio delle varie fonti di finanziamento), al volume dei mezzi impiegati e dal tempo di permanenza delle scorte a magazzino. Poiché il costo di mantenimento delle scorte risulta proporzionale al valore della merce in giacenza in ogni istante di un dato intervallo di tempo, ciò equivale a dire che è proporzionale al valore della scorta media in tale intervallo. Il costo totale di mantenimento (CTM) è direttamente proporzionale al valore monetario delle scorte e viene solitamente espresso in forma percentuale (Cmu). Pertanto indicando con SM il valore della giacenza media si avrà: CTM = SM x Cmu
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I costi di fuori scorta I costi dipendenti dall'esaurimento delle giacenze di magazzino (fuori scorta) si generano allorché l'impresa non riesce a far fronte tempestivamente (o non è affatto in grado di rispondere) alle richieste del mercato, o al fabbisogno interno. Nel caso di scorte di materie prime o di semilavorati, la situazione di sottoscorta può comportare onerose fermate degli impianti, costi di riattrezzaggio per convertire le produzioni, tempi di attesa. Nel caso di prodotti finiti, i costi in esame sono connessi all'allontanamento temporaneo o definitivo del cliente insoddisfatto, all'attuazione di interventi di emergenza, acquisti fuori piazza. L'esatta quantificazione risulta difficile quando si tenti di determinare il costo strategico dovuto alla perdita di un cliente e al deterioramento dell'immagine aziendale, mentre appare più semplice determinare il costo connesso alla perdita del margine di contribuzione legato alle mancate vendite.
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Metodi di gestione delle scorte
I metodi di gestione delle scorte look-ahead o flow control si fonda sulla pianificazione e permette di elaborare i fabbisogni in relazione agli effettivi programmi di produzione, ma presenta lo svantaggio di richiedere elaborazioni complesse MRP JIT look-back o stock control è orientata alla ricostituzione della scorta in via di esaurimento; è di semplice applicazione, ma comporta in genere un maggiore investimento medio in scorte tempo fisso quantità fissa o lotto economico Le decisioni chiave nella gestione delle scorte sono: quando ordinare, cioè la data per emettere l'ordine di approvvigionamento o di lavorazione quanto ordinare, cioè la dimensione del lotto da approvvigionare o lavorare
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Il metodo a tempo fisso (TF)
I rifornimenti avvengono con una cadenza temporale costante (TF) con un livello di approvvigionamento che dovrà permettere all'impresa di coprire i fabbisogni nell'intervallo di tempo. L'impresa deve calcolare il livello di reintegro (LRE) a cui riportare le scorte in relazione alla media aritmetica dei fabbisogni tra due rifornimenti (FP medio) e alla necessità di avere un margine di sicurezza per coprire imprevisti (SS). LRE = FP medio + SS Ordinet = LRE - livello scortet TF costante
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Il metodo a tempo fisso (TF)
Il costo totale annuo delle scorte gestite con il metodo a tempo fisso è pari a: Costi totali di emissione (CTE) = Costo di un ordine x N° di ordini Costi totali di mantenimento (CTM) = Costo di mantenimento unitario ordine x giacenza media Per cui i costi totali delle scorte sono: Il metodo a tempo fisso semplifica le operazioni di controllo e richiede un numero limitato di informazioni ma richiede mediamente un livello di scorte superiori agli altri metodi.
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Il metodo a tempo fisso (TF)
I rifornimenti avvengono ad intervalli irregolari per quella quantità (lotto economico) in grado di minimizzare i costi totali di gestione delle scorte. I rifornimenti vengono richiesti di entità sempre pari al lotto economico quando le scorte raggiungono il "livello di riordino" LRI (tempo variabile) dove LT è il lead time di riapprovvigionamento è il fabbisogno medio per unità di tempo La variabile da gestire è Q, cioè la dimensione del lotto di approvvigionamento Q costante
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Il metodo a quantità fissa (EOQ)
La quantità (Q) del lotto economico è tale da minimizzare CTS dove CTE = Costo di un ordine x N° ordini CTM = costo di mantenimento unitario x giacenza media derivando CTS rispetto a Q e ponendo la derivata uguale a zero otteniamo:
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Il lotto economico Il lotto economico o Economic Order Quantity (EOQ) è: a) indipendente dalle scorte di sicurezza; b) legato in modo diretto con il fabbisogno e con i costi di emissione; c) legato in modo inverso con i costi di mantenimento. Il lotto economico è un riferimento molto efficace per ridurre i costi delle scorte ma la sua applicazione presenta difficoltà legate a: - alla determinazione di Ceu e di Cmu; - all'adeguamento del sistema informativo necessario per tenere sotto controllo il livello dei magazzini e poter individuare con tempestività il raggiungimento di LRI; - all'esigenza di modificare Q' ogniqualvolta si verifichino variazioni in uno degli elementi della formula.
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