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PubblicatoAlda Tonelli Modificato 10 anni fa
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CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo
Lezione n. 13 I SEMESTRE A.A Facoltà di Scienze Politiche
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Una visione di sintesi del modello IS-LM
13.1 Il mercato del lavoro Una visione di sintesi del modello IS-LM · Il modello IS-LM mette in evidenza l’essenza del messaggio teorico keynesiano - Le forze del mercato possono condurre il sistema in una situazione di equilibrio in cui le risorse sono allocate in modo inefficiente. Carenze di domanda aggregata fanno si che so abbia equilibrio macroeconomico con disoccupazione - Le fluttuazioni cicliche sono determinate principalmente dallo “stato di fiducia” degli operatori e dalle aspettative · Il grado di fiducia degli imprenditori influenza gli investimenti · Le aspettative degli speculatori influenzano i mercati finanziari - Si delinea un ruolo preciso per l’azione di governo · Porre rimedio ai fallimenti di mercato · Intervenire con le politiche economiche in senso anticiclico
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Una visione di sintesi del modello IS-LM
13.1.1 Una visione di sintesi del modello IS-LM · Nel modello IS-LM sono presenti elementi dell’ortodossia neoclassica - La flessibilità del reddito e del tasso di interesse consente il raggiungimento dell’equilibrio - Un equilibrio con disoccupazione persistente può essere spiegato da fattori di rigidità che si verificano nei mercati non perfettamente concorrenziali · Rigidità nei prezzi, nei salari, nel tasso di interesse
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I limiti del modello IS-LM
13.2 I limiti del modello IS-LM · I limiti del modello sono insiti nelle ipotesi semplificatrici · In particolare, l’assunzione di prezzi costanti, implicanti che le imprese siano disposte ad offrire – ad un dato livello di prezzo – qualsiasi quantità, può essere accettata solo nel breve periodo · Nel medio periodo è impossibile sostenere la costanza dei prezzi - Prezzi costanti sono compatibili solo con costi e salari costanti La determinazione dei prezzi e dei salari avviene nel Mercato del lavoro
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Effetti delle fluttuazioni del tasso di disoccupazione sui lavoratori
13.3 Effetti delle fluttuazioni del tasso di disoccupazione sui lavoratori Le imprese riducono l’organico in risposta ad una diminuzione della domanda dei beni o servizi attraverso: Riduzione o blocco del numero di assunzioni. In questo caso diminuisce la probabilità per i disoccupati di trovare un impiego. Riduzione del numero di assunzioni associata ad un aumento dei licenziamenti.
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La disoccupazione in Europa
13.4 La disoccupazione in Europa La disoccupazione in Europa è mediamente molto elevata. Nel 2002 il tasso medio di disoccupazione nell’UE è stato del 7,4% Fino al 1970 il tasso di disoccupazione era più basso in Europa che negli USA Dal 1982 in poi il tasso di disoccupazione in USA è sceso rapidamente mentre in Europa è rimasto costantemente elevato L’opinione dominante fra gli economisti è che l’elevata disoccupazione in Europa sia il risultato di una rigidità del mercato del lavoro Eurosclerosi
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Schemi alternativi di mercato del lavoro
13.5 Schemi alternativi di mercato del lavoro Nel mercato del lavoro, in equilibrio, si determinano il livello dell’occupazione e il saggio di salario Il modello classico di mercato del lavoro assume che: - Imprese e lavoratori siano perfettamente identici - Vi sia competizione perfetta nel mercato dei beni e dei fattori produttivi - Il salario sia perfettamente flessibile In un contesto non perfettamente concorrenziale si manifestano una serie di rigidità - Il salario è rigido verso il basso; per cui in equilibrio può sussistere una disoccupazione persistente
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13.6 Lo schema classico L’equilibrio nel mercato del lavoro si determina dall’interazione fra domanda ed offerta di lavoro Il risultato centrale dell’analisi classica è che il salario, perfettamente flessibile, porti sempre in equilibrio domanda ed offerta di lavoro - Non c’è spazio per una disoccupazione di lungo periodo - Un eventuale disoccupazione di lungo periodo è volontaria L’impresa che massimizza i profitti domanda lavoro sino al punto in cui il prodotto marginale del lavoro (in valore) è uguale al costo marginale del lavoro (il salario reale) - Aumenti del salario reale riducono la domanda di lavoro I lavoratori offrono lavoro in funzione diretta del salario reale
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Schema classico del mercato del lavoro Rappresentazione grafica
13.7 Schema classico del mercato del lavoro Rappresentazione grafica W/P Occupazione Lo Ld W/Pe N Disoccupazione
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Il mercato del lavoro in un contesto non concorrenziale
13.8 Il mercato del lavoro in un contesto non concorrenziale Il persistere della disoccupazione ha generato critiche nei confronti del modello classico Sono nate numerose ipotesi alternative per spiegare l’esistenza di disoccupazione involontaria come fenomeno di equilibrio, anziché come situazione transitoria Il problema centrale è trovare le motivazioni per cui, in presenza di disoccupazione elevata, il salario non si riduce Ciò implica trovare un’interpretazione che spieghi la determinazione dei salari e una motivazione della loro rigidità verso il basso
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La determinazione dei salari in un mercato non concorrenziale
13.9 La determinazione dei salari in un mercato non concorrenziale · Contratti collettivi: i salari vengono contrattati tra i sindacati e le imprese. La contrattazione collettiva avviene a livello aziendale industriale nazionale · Salari fissati dai datori di lavoro · Contrattazioni bilaterali tra datore di lavoro e lavoratori
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Elementi generali della determinazione dei salari
13.10 Elementi generali della determinazione dei salari · La determinazione dei salari dipende in modo rilevante da elementi istituzionali (diversi fra i diversi Paesi) · I salari dipendono dalle condizioni prevalenti del mercato del lavoro - Quanto più è basso il tasso di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari - In presenza di bassa disoccupazione le imprese entrano in concorrenza per accaparrarsi i lavoratori disponibili · Generalmente, i lavoratori ricevono un salario superiore al proprio salario di riserva · Il salario di riserva è il salario che rende i lavoratori indifferenti tra lavorare e non lavorare - Anche in presenza di disoccupazione il salario risulta più elevato rispetto al salario di riserva
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Perché in presenza di disoccupazione i salari non si riducono?
13.11 Perché in presenza di disoccupazione i salari non si riducono? · Le risposte a questo quesito sono due: - Le imprese non vogliono ridurre i salari al di sotto di un certo livello - Le imprese non possono ridurre i salari al di sotto di un certo livello · La prima tipologia di spiegazione è illustrata dalla teoria dei salari di efficienza · La seconda tipologia è riconducibile ai modelli contrattazione salariale e al modello “insider-outsider”
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13.12 Salari di efficienza · Le teorie dei salari di efficienza legano la produttività o l’efficienza dei lavoratori al salario percepito. - Due sono i presupposti: · L’impresa non è in grado di controllare con precisione la produttività dei lavoratori (asimmetria informativa) · Il salario influenza la produttività Le imprese potrebbero voler pagare salari superiori a quello di riserva per incentivare la produttività dei lavoratori
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Contrattazione salariale
13.13 Contrattazione salariale · Il potere contrattuale di un lavoratore dipende da due fattori: - quanto costoso sarebbe sostituire il lavoratore nel caso di interruzione del rapporto lavorativo - quanto difficile sarebbe per il lavoratore trovare un altro lavoro · Due implicazioni: - Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalla natura del lavoro e dalle competenze richieste. - Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalle condizioni del mercato
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Il modello insider-outsider
13.14 Il modello insider-outsider · Un’ulteriore teoria proposta per spiegare la rigidità verso il basso dei salari è quella che contrappone gli interessi degli occupati (insider) a quelli dei disoccupati (outsider) · Gli insider dispongono di maggiore esperienza lavorativa e di protezione sindacale · Le imprese sono restie a sostenere elevati costi di turnover Gli insider, sfruttando il loro potere contrattuale, impediscono l’ingresso degli outsider (impediscono la potenziale concorrenza dei lavoratori disoccupati)
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