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1 Lezione 18 Famiglie e servizi sociali. I servizi per il tempo libero.

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Presentazione sul tema: "1 Lezione 18 Famiglie e servizi sociali. I servizi per il tempo libero."— Transcript della presentazione:

1 1 Lezione 18 Famiglie e servizi sociali. I servizi per il tempo libero.

2 2 Famiglie e servizi sociali in Italia I servizi sociali sono strumento delle politiche sociali, si sono sviluppati tardi con lenta legittimazione. Chi sono i destinatari? storicamente i servizi su base collettiva e gratuiti sono stati indirizzati alle famiglie in stato di bisogno, incapaci di far fronte alle proprie responsabilità; ciò ha generato il mito della autosufficienza delle famiglie più abbienti. Chi sono i fornitori? con unificazione dItalia lassistenza viene lasciata alle associazioni religiose e solo con la legge Crispi del 1890 lo stato in campo creando un assetto legislativo unitario e istituendo nei comuni una congregazione di carità cui devolvere i fondi per i poveri e che amministrasse le istituzioni di beneficenza. Tale legge però lasciava il settore dei servizi sociali pubblici in mano alle associazioni private soprattutto religiose. La chiesa inoltre non aveva intenzione di abbandonare un settore di riferimento principale in cui si forniscono non solo servizi alla persona ma modelli di moralità, di valore. La Chiesa a differenza dello stato aveva anche capito che dato il legame di questi servizi con i comportamenti familiari essi dovevano riguardare tutti, non solo i poveri; la chiesa era quindi più attrezzata dello stato ad intervenire nei ceti diversi. Da qui nasce il duplice interesse, patrimoniale e valoriale-educativo, verso i servizi.

3 3 Durante il fascismo si moltiplicarono gli organismi categoriali e parapubblici (Ipab), cioè, enti comunali di assistenza che sostituirono le congregazioni di carità, supersiti fino ai nostri giorni. La fase del dopoguerra fino a fine secolo si è caratterizzata per una radicale trasformazione dei bisogni: aumento madri lavoratrici; emergere della terza e quarta età; attenzione per i diritti soggettivi dei bambini; emergere delle tossicodipendenze, ciò allinterno di una generale incertezza e confusione operativa delle istituzioni. La legge quadro sul sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali (l. n. 328/2000) ha finalmente abrogato con lart.30 la legge Crispi e definito le competenze tra stato-regioni-province-comuni lo stato definisce obiettivi e principi generali attraverso lindividuazione di livelli essenziali dei servizi e la predisposizione del Piano nazionale biennale degli interventi e servizi sociali. Le regioni devono tradurre tali principi in norme 1) predisposizione di piani regionali, coordinati con le altre politiche regionali, in base ai quali le province e i comuni predispongono i piani di zona, strumento di attuazione; 2) regolamentazione dei rapporti tra enti locali e terzo settore come partner istituzionale del sistema di welfare. Per la prima volta con la 328 le responsabilità familiari divengono obiettivo esplicito delle politiche sociali: incoraggiamento procreazione e sostegno ai familiari non autosufficienti; sostegno alle responsabilità genitoriali; pari opportunità tra uomini e donne nelle responsabilità familiari; sostegno alle famiglie con anziani non autosufficienti

4 4 Servizi scolastici e non per il tempo libero Come per i nidi dinfanzia anche le attività di doposcuola nelle scuole elementari sono stati concepiti come servizi per le madri lavoratrici, quindi assistenziali e perciò finanziato non dallo stato come la suoal ma dai comuni. La scuola elementare a tempo pieno fu introdotta sperimentalmente negli anni 70; la fase sperimentale durò venti anni e poi si passò senza una effettiva valutazione al tempo lungo. In qualche caso i comuni offrono servizi integrativi, anche sportivi. Per i ragazzi che frequentano la scuola media non esistono attività di doposcuola, la scuola è organizzata sulla mezza giornata. Per questo motivo i comuni hanno organizzato progetti specifici come i progetti ragazzi e i progetti giovani o programmi indirizzati a ragazzi a rischio che vivono in quartieri svantaggiati. In questo campo sono molto attive le associazioni di volontariato. La nostra scuola dellobbligo presenta ancora un problema di dispersione scolastica; le indagini infatti evidenziano un abbandono scolastico ancora forte in alcune zone povere del Mezzogiorno e in quelle ricche del nord-est dove cè un precoce inserimento nel mercato del lavoro. Una realtà della scuola oggi è lintegrazione bambini autoctoni e immigrati; in nome del diritto dei minori i minori stranieri vengono accolti nella scuola italiana anche se i genitri sono clandestini. Gli alunni stranieri sono sempre in crescita, oggi si concentrano nella scuola elementare e media e la provenienza è dai tutti i paesi in via di sviluppo, in prevalenza Marocco e Albania.


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