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PubblicatoNiccolò Abbate Modificato 10 anni fa
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DIAGNOSI DEL DOLORE IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
Dott. Maurizio Virdia
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"Nessun maggior dolore, che ricordarsi del tempo felice nella miseria; e ciò sa il tuo dottore" (Inferno V ).
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Il suicidio viene attualmente considerato un problema mutifattoriale determinato da una complessa interazione tra diversi fattori: Biologici Genetici Psicologici Sociali Ambientali
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IL DISTURBO MENTALE E’ IL FATTORE PIU’ FREQUENTE ASSOCIATO AL SUICIDIO
Valutare la predittività del rischio è particolarmente difficile proprio a causa delle molteplici variabili che entrano a far parte della storia soggettiva di vita di ciascuna persona Il suicidio di per sé NON è una malattia, né è necessariamente la manifestazione di una malattia, ma IL DISTURBO MENTALE E’ IL FATTORE PIU’ FREQUENTE ASSOCIATO AL SUICIDIO
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Gli studi effettuati, sia in paesi in via di sviluppo che in paesi industrializzati, evidenziano una presenza di disturbi mentali nell’80-100% dei casi di suicidio portati a termine Tutti i disturbi dell’umore sono stati associati al suicidio: Disturbo bipolare dell’umore Episodio depressivo Il disturbo depressivo ricorrente e quello persistente (come ciclotimia e distimia)
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MA VOGLIONO SOLTANTO PORRE FINE ALLA LORO SOFFERENZA
La maggior parte delle persone che compiono un suicidio NON VOGLIONO MORIRE MA VOGLIONO SOLTANTO PORRE FINE ALLA LORO SOFFERENZA
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Le ricerche dimostrano che una percentuale compresa fra il 40% e il 60% delle persone che si sono suicidate aveva visto un medico nel mese precedente il suicidio. La maggior parte di queste persone aveva visto un medico di medicina generale anziché uno psichiatra
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Nel 1999 l’O.M.S. ha attivato il SUPRE (Suicide Prevention) la sua iniziativa mondiale per la prevenzione del suicidio Il SUPRE ha individuato specifici gruppi sociali e professionali che possono essere particolarmente importanti nell’azione preventiva
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- Professionisti della sanità - Educatori - Agenzie sociali - Governi - Legislatori - Giornalisti - Forze dell’ordine - Famiglie e comunità
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Il medico di medicina generale è uno degli attori più coinvolti perché può agire, può fare delle scelte che possono determinare il corso delle cose. Il medico di medicina generale è un comunicatore privilegiato e in quanto tale può costruire CULTURA DI PREVENZIONE
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Il medico di Medicina Generale (che ne sia consapevole o no)
è di fatto il primo “psichiatra” che il paziente incontra lungo il suo percorso Fa lo “psichiatra” con almeno il 30% dei suoi pazienti Cura di fatto la maggior parte dei depressi
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PUNTI DI FORZA DEL M.M.G NELLA GESTIONE DELLE MALATTIE MENTALI
Possibilità di diagnosi e segnalazione precoce Continuità del rapporto con il paziente e la famiglia Conoscenza e gestione delle patologie associate
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Una delle situazioni peggiori che un medico può trovarsi ad affrontare è il suicidio di un suo paziente. Le reazioni più comuni in questa situazione possono essere: Sfiducia Perdita di autostima Rabbia Sentimenti di colpa Inadeguatezza professionale Dubbi sulla propria competenza Timore di perdere la reputazione
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Prevenzione delle condotte suicidiarie: il contributo del M.M.G
Nel riconoscimento dei fattori di rischio per il suicidio Nell’identificazione dei soggetti a rischio Nella formulazione della diagnosi e dell’intervento terapeutico dell’eventuale disturbo psichiatrico di base Nel favorire l’invio, se necessario, al Servizio di Salute Mentale Nel facilitare il coinvolgimento dei familiari e della rete di supporto Nella limitazione all’accesso ai mezzi suicidiari (farmaci) Nel garantire un corretto follow-up dopo un TS e nelle fasi maggiormente a rischio (es. dimissione ospedaliera)
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Sintomi comuni nel disturbo depressivo
Stanchezza Tristezza Difficoltà di concentrazione Ansia Irritabilità Disturbi del sonno Somatizzazioni Questi sintomi, accanto a un’accurata valutazione del contesto sociale, familiare, lavorativo e psicologico del paziente, dovrebbe far sospettare la presenza di un disturbo depressivo per condurre a una valutazione multifattoriale del rischio suicidio
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ATTEGGIAMENTO PSICOTERAPICO
ANALIZZARE LA COMUNICAZIONE DEL PAZIENTE (attenzione ai messaggi non verbali – postura – sguardo – voce – atteggiamenti) ANALIZZARE LA PROPRIA COMUNICAZIONE (“ascoltare” le proprie emozioni e sensazioni, accettarle, usarle) USARE CONSAPEVOLMENTE IL PROPRIO STILE DI COMUNICAZIONE NON INTERROMPERE TROPPO IL PAZIENTE FARE DOMANDE APERTE
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DIFFICOLTA’ DEL M.M.G NEI CONFRONTI DEL DISAGIO MENTALE E DEL SUICIDIO
CULTURALI PROFESSIONALI EMOTIVE ORGANIZZATIVE Tendenza a percepire il disagio emotivo come conseguenza di disturbi fisici Scarsa sicurezzza nell’uso degli psicofarmaci Carenza di collaborazione con i servizi psichiatrici
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PRESA IN CARICO Se il M.M.G. decide di procedere ad una eventuale presa in carico, il primo passo è quello di trovare il tempo da dedicare al paziente anche se altre persone stanno attendendo in sala d’aspetto. Ascoltare con empatia è di per sé uno dei più importanti fattori che possono ridurre il livello di disperazione che conduce al suicidio
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Alcuni medici non si sentono a proprio agio con persone che hanno tendenze suicide
E’ importante essere consapevoli di questa sensazione e cercare aiuto da altri colleghi e possibilmente da operatori della salute mentale
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Formazione alle tecniche di colloquio nel corso di laurea
PROGRAMMI PER MIGLIORARE LA IL RICONOSCIMENTO E LA GESTIONE DEL PAZIENTE A RISCHIO DI SUICIDIO Formazione alle tecniche di colloquio nel corso di laurea Formazione nella scuola di Medicina Generale Aggiornamento continuo Formazione reciproca e collaborazione con i servizi di salute mentale Includere l’esame psichico nella pratica quotidiana
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(Arthur Schopenhauer)
Anche l’uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l’enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte. (Arthur Schopenhauer)
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GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE
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