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PubblicatoGerolamo Ferrari Modificato 11 anni fa
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Gian Michele Tortolone IL DIFETTO CARTESIANO Pascal lettore critico di Descartes
Descartes rimane, in positivo e in negativo, il grande punto di riferimento per Pascal.
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opposizione o continuità?
Pascal inizia con metodo e argomentare cartesiano, poi se ne distacca fino a ribaltarlo.
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Per Pascal il difetto di Cartesio non starebbe nell’argomentazione, ma nell’impianto complessivo
Un difetto strutturale, che richiede il ribaltamento delle tesi cartesiane, per poter dar ragione dell’esistenza umana.
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Passeremo in rassegna i temi
del metodo, dell’io, del corpo del desiderio.
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I il metodo
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Il metodo che Pascal utilizza è il metodo della dimostrazione geometrica di matrice cartesiana
Ma questo metodo, dimostrativo e analitico-deduttivo, è valido solo per le scienze esatte
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la difficoltà di comprendere l’uomo nella sua totalità
complessità, e non semplificazione (esprit de géometrie) occorre l’esprit de finesse le ragioni del coeur Si dovrà andare oltre il metodo, proprio per renderlo efficace.
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un metodo «dialettico», con una specificità tutta pascaliana
un argomentare differente da quello geometrico assiomatico un modello che viene definito del «pro e contro».
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una dialettica aperta una dialettica del paradosso o dell’impossibile che dice la tensione senza risolverla una dialettica dell’inconciliabile
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importanza della retorica ossia del metodo proprio dell’apologia
La retorica autentica si collega al cuore e alle sue ragioni; parla direttamente all’uomo, e ne favorisce la conversione.
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Dall’evidenza alla complessità
l’uomo, che è sintesi anche corporea, non può pretendere di cogliere il semplice nella sua immediatezza
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quattro punti sul metodo
sentire più che vedere insuperabilità del corpo emergere del desiderio l’ostacolo del soggetto
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1) al paradigma della visione subentra quello del sentire (esprit de finesse); alla deduzione l’intùito
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Non la ragione, ma il cuore è garante delle verità ultime e prime
La conoscenza autentica si sposta dunque dalla ragione, (solo res cogitans) alla totalità dell’uomo
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la funzione originaria del cuore esprime la sintesi di anima e corpo
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I «geometri» non vedono l’evidenza immediata del reale, che si rivela all’esprit de finesse
La mente umana è incapace di cogliere i principi primi L’uomo non è in grado di vedere né l’evidente, né il semplice Li può «sentire»: ma appunto, in un altro ordine di realtà
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il senso (esprit de finesse) si rivela acuto e complessivo, nel cogliere sia l’individualità che la globalità del dato l’intuizione (finesse) è alla base delle deduzioni anche nel modello matematico-razionale (géométrie)
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2) insuperabilità del corpo, nelle dinamiche della conoscenza non meno che in quelle dell’esistenza
nel linguaggio, la ragione si esprime necessariamente in termini corporei
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3) desiderio: coscienza di una mancanza (limite)
ma anche anticipo di qualcosa che si desidera qualcosa che viene indicato in forma analogica
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4) presa d’atto dell’ostacolo del soggetto
L’io di Pascal si mostra nella sua inconsistente contingenza e rivela l’illusione di onnipotenza dei filosofi
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II sull’io cartesiano e la sua dissoluzione
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l’ambiente intellettuale ed etico di Port-Royal (giansenista)
identificando l’io e l’amor proprio, intimava la rinuncia all’uso stesso dei termini je e moi (io e me stesso)
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L’io-je, di cartesiana memoria, indicava il soggetto come assoluto
la critica pascaliana destruttura il soggetto, in forma di disordine, confusione, ambiguità
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Il passaggio dall’io-je all’io-moi spiazza l’ego dalla sua identità
l’io-je soggetto deve farsi moi l’io-moi è l’oggettivazione dell’io-je operata dallo sguardo
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l’io-moi si scopre senza luogo
i paradossi di un io, che si rivela vuoto pura e semplice tensione fra il nulla e l’infinito
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l’io-moi non è da amare, bensì da odiare
dall’amor proprio nasce l’odio per la verità solo negando l’amore egoistico per l’io-moi posso amarmi ed essere amato
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« Bisogna non amare che Dio, e non odiare che se stessi »
solo nell’amore di Dio posso recuperare valore all’amore umano
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III sul corpo
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Solo a prima vista un dualismo di stampo cartesiano
il corpo per Pascal è un’entità anch’essa ambivalente una corporeità già strutturata secondo l’ordine della creaturalità
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cosa significa « avere un corpo »?
significa rapportarsi agli ambienti circostanti occorre appropriarsi del corpo, accettando limiti e contrarietà
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IV il desiderio e la follia
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«Tutti gli uomini cercano di essere felici
«Tutti gli uomini cercano di essere felici. Senza eccezione, qualunque mezzo essi utilizzino. Tutti tendono a questo fine»
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Il desiderio è la base dell’egoismo e dell’odio, che a loro volta generano tutte le altre passioni umane Ma anche l’amore per Dio è desiderio, ed è fonte di un piacere che supera tutti i piaceri terreni
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il desiderio «è un tumulto che cerca invano di riempire il vuoto generato nel cuore umano dall’assenza di Dio»
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L’illusione del desiderio è la follia del mondo
A questa si contrappone la follia della croce di Cristo Le due follie si inseguono e si intrecciano in tutto il pensiero di Pascal
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la follia del mondo è vanitas (vuoto) e stultitia (stoltezza)
ma anche perversitas (stravaganza) o absurdum (senza senso): tutte esprimono una dimensione della realtà umana
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rovesciamento dei termini cartesiani: vi è contrasto fra fede e ragione, e l’accusa reciproca è di essere folle La fede è follia per la ragione, e la ragione con la sua ragionevolezza è invece del tutto folle per la fede
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La follia dunque, non la ragione
non l’ordine razionale, ma il disordine (apparente), la rottura, il salto nel vuoto, questo solo permette all’uomo di uscire dal vicolo cieco della propria impotenza
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là dove Cartesio porta il mondo e Dio a misura d’uomo, Pascal sonda i paradossi dell’esistenza
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per Pascal il senso dell’infinito è vuoto incolmabile, e non radice di pienezza o di onnipotenza
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ma per l’uomo che vuole essere onnipotente, il modello doveva diventare Cartesio e non Pascal
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