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Pacchetto clima EU e Green Economy
Il raggiungimento degli obiettivi al 2020 fissati dal Pacchetto clima EU ci permette di rispondere a due problemi: Il cambiamento climatico globale, La recessione economica. Gli investimenti pubblici e privati necessari per l’efficienza energetica e le rinnovabili sono infatti l’occasione per lo sviluppo di una industria più innovativa e competitiva e per maggiori attività di ricerca e di servizi. Questi investimenti sono di immediata realizzazione e generano più manodopera degli investimenti in opere pubbliche. Il pacchetto clima è la base per un New deal ecologico.
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Il Pacchetto clima e l’Italia
Il Pacchetto clima e l’Italia. Gli obiettivi 2020, alla luce dei dati italiani al 2008. Riduzione delle emissioni di CO2 pari al 16% (delle emissioni 2005), cioè diminuire quelle del 2008 di ca 65 Mt. Quota di energia rinnovabile pari al 17% (del consumo interno lordo 2020), cioè quasi raddoppiare la quota al 2008 (8,7%), aggiungendo ulteriori 11.4 Mtep. Riduzione dei consumi energetici del 20% (sul tendenziale 2020), cioè ridurre quelli 2008 di circa 35 Mtep.
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L’Italia negli ultimi 10 anni (1998 – 2008)
Stabilizzazione dei consumi energetici, crescita lenta delle rinnovabili I consumi di energia primaria sono cresciuti dell’8% (14 Mtep). Una riduzione (4 Mtep) si registra negli ultimi tre anni per fattori climatici, recessivi e, forse, modifiche nei comportamenti di uso. Escluso l’idro, le “nuove” rinnovabili, sono passate dal 2% al 4% (in particolare per biomasse, eolico e rifiuti).
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L’Italia negli ultimi 10 anni (1998 – 2008)
Incremento delle emissioni climalteranti, stasi nell’efficienza energetica Le emissioni di CO2 sono cresciute del 6,5% sul Dal 2004 sono in leggera diminuzione come esito dei minori consumi energetici. Ma è l’intensità energetica il fenomeno più critico: stazionaria, ed oggi peggiore della media EU, in particolare nei settori Edilizia e Industriale.
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L’Italia al 2020, in assenza di interventi
Si prevede una crescita dei consumi energetici dell’ 1% annuo, pari a ca. 20 Mtep (scenario tendenziale in linea con stima Enea 2008 e previsioni UE 2009). Si assume l’invarianza dei consumi di carbone, un ulteriore declino dei consumi petroliferi, una crescita dei consumi di gas (fino a 86 Mtep, + 25%) e delle rinnovabili (+33%), stabilità delle importazioni. In assenza di interventi, gli obiettivi vincolanti 2020 non vengono rispettati. L’Italia non aggancia la Green economy.
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EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO
Italia 2020, uno scenario fattibile, per una Green Economy made in Italy. EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO rendono più accessibili gli obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2e l’aumento delle rinnovabili. Le azioni individuate come fattibili e realizzabili in tempi brevi determinano una riduzione di 42 milioni di tep di energia primaria, pari al 20% del consumo primario (esclusi usi non energetici). Il risultato è ottenuto: Per il 31% da efficienza termica nel civile e nell’industria (- 12,8 Mtep) Per il 33% da efficienza e conversione nei trasporti (-13,8 Mtep) - per il 36% da efficienza elettrica ( GWh)
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Italia 2020, uno scenario fattibile, per una Green Economy made in Italy.
EFFICIENZA ENERGETICA E RISPARMIO Trasporti: [14 Mtep] conversione del 15% della mobilità privata e merci su ferro, nave e bici; maggiore efficienza e minori percorrenze per il 20% del consumo energetico Residenziale: [11 Mtep] efficienza energetica nel settore dell’edilizia privata, sia nella ristrutturazione che nelle nuove costruzioni per 5 milioni di appartamenti (17% del totale); efficienza elettrodomestici, illuminazione, climatizzazione Terziario: [6 Mtep] Efficienza negli usi termici ed elettrici nel settore terziario attraverso interventi su circa edifici pubblici e privati e sull’illuminazione pubblica Industria: [10,5 Mtep] Efficienza dei motori e ristrutturazione dei cicli produttivi
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Italia 2020, uno scenario fattibile, per una Green Economy made in Italy.
Le ENERGIE RINNOVABILI in Italia possono arrivare a GWh di produzione elettrica e a 11,6 Mtep di usi termici al 2020, equivalente a 28,2 Mtep di energia primaria, pari al 17% dei consumi energetici.
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GLI EFFETTI SULLE EMISSIONI DI CO2
Italia 2020, uno scenario fattibile, per una Green Economy made in Italy. GLI EFFETTI SULLE EMISSIONI DI CO2 Rispetto al le misure previste dal nostro scenario determinano una riduzione delle emissioni energetiche di CO2 di ca 94Mt (o di ca 110 Mt nel caso di parziale sostituzione del gas ai prodotti petroliferi e al carbone). Questa riduzione sommata alla riduzione delle emissioni non energetiche consente una riduzione del 20-25% sul 2005 (e del 11-16% sul 1990) con minori emissioni di Mt CO2 sul 2005.
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Italia 2020, uno scenario fattibile, per una Green Economy made in Italy.
LE PRIORITA’ L’origine della riduzione delle emissioni di CO2 costituisce una guida per fissare le priorità. La riduzione delle emissioni di CO2 è determinato per oltre l’80% dalle misure di efficienza e in particolare da quelle sul settore civile (38%) e sui trasporti (38%).
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Italia 2020, le politiche che servono
Politiche industriali per l’efficienza e le rinnovabili e investimenti come stimolo alla ripresa economica Centralità dell’efficienza energetica urbana Non più incentivi economici, ma eliminazione di sussidi perversi e revisione leva fiscale Approccio di sistema e convergenza tra i vari attori Superamento barriere non tecniche ed economiche che hanno ostacolato lo sviluppo nello scorso decennio Incoerenza normative Ritardi regolamentazione tecnica Conflitti stato-enti locali Resistenze localistiche
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In conclusione, Favorire le rinnovabili e l’efficienza….
non dipende solo da maturità tecnologica e competitività economica, ma richiede un approccio di sistema: normative, strumenti economici e finanziari, ruolo di imprenditoria, ricerca, consumatori. richiede ancora uno sforzo per acquistare consenso sociale, superando le percezioni di “ininfluenza”, dannosità ambientale, insostenibilità economica non richiede più incentivi, ma più semplificazione e stabilità normativa e più rapidità nelle autorizzazioni investimenti con tempi di ritorno lunghi, richiedono una forte stabilità nei prezzi dei combustibili (ottenibile attraverso una appropriata tassazione), nei meccanismi di incentivo, nelle normative autorizzative
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