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PubblicatoRinaldo Cipriani Modificato 10 anni fa
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GERUNDIO In latino il gerundio è una forma nominale del verbo che non ha niente a che vedere con il gerundio italiano. Esso serve per tradurre l'infinito del verbo nei casi obliqui (indiretti) perché per soggetto e complemento oggetto si usa l'infinito stesso. Es.Vidēre Mediolanum pulchrum est E' bello vedere Milano. Vidēre è il soggetto Es. Cupio vos vidēre Desidero vedervi. Vidēre è il comp. oggetto
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COME SI FORMA Si forma aggiungendo al tema del presente i suffissi:
I coniug.→ and→amand II coniug.→ end→monend III coniug.→ end→ legend IV coniug.→ iend → audiend Si aggiungono poi le desinenze del singolare della II declinazione a partire dal genitivo. Per l'accusativo si pone prima la preposizione ad perché serve per tradurre la proposizione finale
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COME SI TRADUCE.... Ognuno dei casi del gerundio viene adoperato in diversi costrutti per esprimere diverse funzioni. GENITIVO: in dipendenza da aggettivi come cupidus, avidus etc. Es. Cupidus videndi: desideroso di vedere DATIVO: in dipendenza da aggettivi che indicano attitudine e predisposizione Es. Paratus loquendo : adatto a parlare
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ACCUSATIVO: in genere è preceduto da ad ed è retto da aggettivi quali idoneus, aptus etc., ma soprattutto per tradurre la finale Es. Venio ad visendum te: vengo per visitarti ABLATIVO: semplice, serve per esprimere l'idea di mezzo. Con preposizioni (a, ex, de etc.) svolge la stessa funzione di un nome preceduto da quelle preposizioni. Es. Errando discitur: con lo sbagliare s'impara oppure sbagliando s'impara. Questo è l'unico caso in cui il gerundio latino si può tradurre col gerundio italiano.
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