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PubblicatoPaola Novelli Modificato 10 anni fa
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1 Osservatorio permanente delle povertà e delle risorse Arcidiocesi di Foggia-Bovino Uno strumento a disposizione della diocesi e della comunità civile
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2 Perché un Osservatorio a Foggia? Le trasformazioni del contesto socio-economico del territorio; La richiesta da parte delle parrocchie di informazioni puntuali sui livelli di povertà e di disagio presenti; La nascita dei Centri di ascolto parrocchiali; Lesigenza di unosservazione scientificamente rigorosa della realtà sociale e dei fenomeni di povertà emergenti e la necessità di un monitoraggio costante, sistematico e competente dei bisogni sociali e delle risorse offerte dalla comunità;
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3 La necessità da parte della Caritas diocesana di uno strumento che garantisse lacquisizione di una conoscenza approfondita e adeguatamente strutturata del contesto in cui si opera, per rendere più mirati gli interventi socio-politici e culturali della programmazione pastorale e sociale; La consapevolezza che la Caritas non può trascurare lattività di ricerca e di analisi del territorio se vuole assolvere alla sua funzione pedagogica;
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4 SITUAZIONI DI EMARGINAZIONE E POVERTA ASCOLTO OSSERVAZIONE DISCERNIMENTO COINVOLGIMENTO COMUNITA CIVILE
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5 Limportanza del coinvolgimento e della partecipazione degli uffici pastorali della diocesi, delle associazioni laicali e delle istituzioni per avviare rapporti sinergici e di rete e puntare allottimizzazione delle risorse.
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6 Si può dire allora che: LOsservatorio si pone come uno strumento a disposizione della Chiesa locale, per aiutare la comunità cristiana a rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, di disagio e di emarginazione presenti sul territorio, coinvolgendo la comunità ecclesiale e i diversi attori sociali, pubblici e privati. Losservatorio diocesano non è una struttura di ricerca scientifica fine a se stessa, ma si inserisce allinterno della programmazione pastorale della diocesi, favorendo la messa in rete di informazioni e comunicando i risultati del suo lavoro alla comunità ecclesiale e allopinione pubblica in generale. LOsservatorio è promosso dalla Caritas diocesana e vuole costituirsi come una struttura a carattere permanente, allo scopo di divenire un utile punto di riferimento per la diocesi e per la comunità civile.
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7 Dallidea al progetto Dicembre 2001: bando Caritas Italiana per la costituzione di Osservatori delle povertà e delle risorse – Progetto Accompagnamento a progetti pilota; Febbraio 2002: Lettera di approvazione dellArcivescovo Domenico DAmbrosio e presentazione a Caritas Italiana del progetto per la costituzione di un Osservatorio da parte della Caritas diocesana di Foggia; Giugno 2002: Approvazione del progetto da parte di Caritas Italiana; 15 luglio 2002: primo incontro del gruppo di lavoro alla presenza del tutor Walter Nanni; Ottobre 2002: programmazione dellattività dellOsservatorio per il biennio 2002/2004.
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8 Il gruppo di lavoro LOsservatorio è costituito da un gruppo di ricercatori e operatori collegati con la Caritas diocesana di Foggia,competenti nel settore della ricerca sociale e delle politiche socio-assistenziali e sanitarie. Nunzia De Capite – Sociologa Lelio Pagliara – Sociologo Doranna Bellusci – Assistente sociale del Comune di Foggia Giustina Ruggiero – Giornalista Francesco Balducci – Responsabile Caritas per le politiche sociali Maria Tricarico – Direttrice Caritas di Foggia
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9 Il progetto 1.La missione 2.I valori di riferimento 3.Le strategie e le azioni 4. Il piano di lavoro e il calendario delle attività
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10 La missione Con questo termine si allude alle finalità e agli obiettivi che lOsservatorio si è proposto di raggiungere nel corso della sua attività.OsservareComunicareCoinvolgere
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11 Osservare LOsservatorio si propone di rilevare sistematicamente le situazioni di emarginazione presenti sul territorio diocesano e di evidenziarne le dinamiche di sviluppo. Inoltre, intende verificare e approfondire lutilizzo delle risorse esistenti, stimolando eventuali proposte di intervento.
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12 Comunicare LOsservatorio diffonde sul territorio i dati raccolti, allo scopo di promuovere una maggiore consapevolezza sia delle problematiche sociali presenti che delle risorse attivate per far fronte a tali situazioni di disagio sociale.
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13 Coinvolgere LOsservatorio si propone di coinvolgere la comunità ecclesiale e civile nel processo di ricerca, di analisi e studio delle problematiche sociali e di individuazione delle modalità di intervento e soluzione delle stesse.
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14 I valori di riferimento Sono i punti di riferimento che hanno ispirato la nascita dellOsservatorio e che hanno orientato costantemente lo svolgimento dellattività del gruppo di lavoro. Rappresentano la carta di identità dellOsservatorio, sono gli elementi in cui tutti i membri si riconoscono e che danno senso a qualunque azione e intervento. La definizione del quadro valoriale ha consentito di stabilire un consenso di fondo sulle modalità e sui criteri di osservazione della realtàCarità Comprensione della realtà Crescita personale Evangelizzazione Sensibilizzazione e trasformazione del contesto territoriale
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15 Le strategie e le azioni Tra tutte le strategie di azione praticabili per una ricerca di tipo sociologico-statistico, sono stati individuati tre percorsi operativi, il cui utilizzo congiunto ha permesso di effettuare una triangolazione sul territorio, associando lutilizzo di dati statistici oggettivi alla raccolta di dati e informazioni di fonte diretta, ricavate dalle dichiarazioni e dalle testimonianze di operatori e soggetti informati dei fatti. Con le strategie individuate è stato possibile favorire il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità ecclesiale e civile.
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16 Strategia A Indagine sulle povertà emergenti e sulle risorse attivate nei contesti parrocchiali della diocesi Azioni: Costruzione della scheda di rilevazione dei dati (in collaborazione con Walter Nanni – Caritas Italiana); Coinvolgimento del Laboratorio diocesano per la promozione delle Caritas parrocchiali nella fase di somministrazione dei questionari (incontri di sensibilizzazione e di formazione tecnico- metodologica); Pretesting del questionario; Somministrazione del questionario a tutti parroci e a due membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, per ogni parrocchia; Inserimento dei dati; Elaborazione dei dati (in collaborazione con Walter Nanni); Lettura e interpretazione dei dati ad opera del gruppo di lavoro; Stesura del rapporto di ricerca.
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17 Strategia B Analisi dei bilanci comunali Azioni: Incontro del gruppo di lavoro con Gaetano Giunta e Salvatore Rizzo della cooperativa Ecosmed (Messina) per definire le finalità, gli obiettivi e le modalità di realizzazione operativa della strategia e per illustrare il funzionamento del software predisposto da Giunta; Bilancio preventivo e consuntivo del comune di Foggia; Inserimento delle voci di bilancio relative alle spese socio- assistenziali e sanitarie allinterno del software apposito; Elaborazione e analisi da parte di Giunta; Presentazione dei risultati nel corso del convegno pubblico che si terrà il 14 maggio 2004.
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18 Strategia C Costruzione e definizione di indicatori sociali territoriali Azioni: Consultazione di data base ufficiali e raccolta di statistiche disponibili (Osservatorio provinciale delle politiche sociali, Istat, Dossier Immigrazione, ecc.); Costruzione di indicatori in grado di rilevare lentità di alcuni fenomeni sociali (povertà, disoccupazione, lavoro, immigrazione, minori, ecc.); Definizione di un quadro orientativo sulla situazione economico-sociale della provincia di Foggia.
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19 Il piano di lavoro e il calendario delle attività Il gruppo ha ritenuto opportuno definire, in sede di elaborazione progettuale, un piano di lavoro con la scansione cronologica delle tappe in cui si articolava il percorso operativo dellOsservatorio. Da settembre a dicembre si prevedeva di esaurire la fase preliminare dellattività, e di portare avanti simultaneamente le tre strategie da novembre fino a maggio 2003, procedendo, nel mese di giugno e luglio, alla elaborazione, analisi e comunicazione pubblica dei risultati dellattività svolta.
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20 In realtà una serie di inconvenienti hanno prodotto sensibili ritardi sulla tabella di marcia predisposta: –lavvicendamento dei vescovi –le difficoltà riscontrate nella fase di somministrazione dei questionari Ciò ha fatto sì che la chiusura delle attività slittasse al maggio 2004.
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21 Dove siamo ora… 14 maggio 2004: Chiusura ufficiale della programmazione 2002/2004 e presentazione del rapporto di ricerca nel corso di un convegno pubblico Giugno-luglio 2004: Programmazione delle attività per il prossimo biennio (studio e approfondimento delle tematiche legate allimmigrazione)
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22 Considerazioni conclusive Il sostegno e laccompagnamento per: –n–non porsi obiettivi ambiziosi ma irraggiungibili –c–cominciare da ciò che si ha –i–imparare a valorizzare quanto esiste –a–acquisire competenze tecniche –c–contare su suggerimenti e consigli –n–non sentirsi soli nei momenti di difficoltà –a–avere occasioni di crescita professionale e umana –a–avere opportunità di confronto con altre realtà, grazie ai percorsi formativi organizzati da Caritas Italiana –i–imparare a lavorare insieme, aprendosi allo scambio di opinioni e di informazioni
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23 Un Osservatorio che ci aiuta a: –c–conoscere il nostro territorio –g–garantire la sinergica interconnessione tra iniziative ed esperienze attivate in ambito ecclesiale (v. progetto C.A.R.E.) –fare rete insieme ad altre realtà impegnate nel contesto civile (v. Osservatorio provinciale delle politiche sociali, circoscrizioni, Comune, Acli, ecc.) –d–diventare un punto di riferimento per chiunque abbia necessità di avere informazioni e dati inerenti il contesto diocesano e territoriale
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24 Indagine sulle povertà e le risorse dei contesti parrocchiali Cosa è emerso dallindagine. Evidenze empiriche e spunti di riflessione.
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25 Struttura del questionario I Parte: informazioni generali sulla parrocchia II Parte: informazioni inerenti le problematiche di disagio sociale presenti nei contesti parrocchiali III Parte: informazioni sulla rete di risorse attivata dalla parrocchia per far fronte ai bisogni presenti
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26 Problematiche sociali: 1. Immigrazione 2. Prostituzione 3. Tossicodipendenza 4. Alcolismo 5. Detenuti, ex-detenuti 6. Handicap fisico 7. Disagio psicologico e psichiatrico 8. Anziani 9. Povertà/Indigenza
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27 10. Usura/Indebitamento 11. Minori in difficoltà 12. Giovani a rischio 13. Disoccupazione 14. Persone senza fissa dimora (barbonismo) 15. Criminalità 16. Nomadismo
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28 Informazioni di base:
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Fra le sotto elencate situazioni di disagio sociale, quali problematiche sono maggiormente presenti nella Sua parrocchia?
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Problemi sociali del territorio (%)
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Fra le sotto elencate situazioni di disagio sociale, quali problematiche sono maggiormente presenti nella tua parrocchia?
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34 Presenza di alcuni fenomeni legati alla condizione anziana
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39 Quali sono le richieste che fanno gli anziani alla parrocchia?
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40 Negli ultimi anni, quali iniziative sono state realizzate dalla comunità parrocchiale a favore degli anziani?
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41 Disoccupazione e povertà economica Disoccupazione e povertà economica In base alla sua conoscenza, qual è il grado di rilevanza del fenomeno della disoccupazione allinterno del territorio parrocchiale?
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42 Nel corso del 2002, con quale frequenza si sono rivolte alla parrocchia persone con problemi di disoccupazione?
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43 In base alla sua conoscenza, qual è il grado di rilevanza del fenomeno della povertà/indigenza allinterno del territorio parrocchiale?
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44 Quali sono le richieste più urgenti che sono state rivolte alla parrocchia dai disoccupati?
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45 Quali iniziative sono state promosse dalla parrocchia per andare incontro alle esigenze delle persone disoccupate?
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46 La rete di risorse Tre livelli: quello interno alla parrocchia, corrispondente allesistenza e al funzionamento della Caritas parrocchiale; uno intermedio tra la parrocchia e la diocesi, individuabile nel contatto che la Caritas parrocchiale, o in genere la parrocchia, stabilisce con gli uffici della Caritas diocesana; uno esterno, identificabile in quelle forme di collaborazione che spesso si stabiliscono tra la parrocchia e i soggetti pubblici e/o privati presenti sul territorio e impegnati a vario titolo nellambito sociale (comune, circoscrizioni, Sert, ecc.). Infine un livello particolare, che abbiamo definito di mobilitazione informale, consistente in forme di intervento promosse da singole persone o da famiglie non necessariamente inserite in associazioni parrocchiali o di volontariato e che una tantum, in occasione di particolari situazioni di emergenza, oppure sistematicamente si attivano per fronteggiare situazioni di particolare disagio sociale.
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47 Caritas parrocchiale: buon collegamento (spesso 45,9%); Caritas diocesana: contatto selettivo (qualche volta 39,3%); Soggetti pubblici: sporadico, non continuativo, poco soddisfacente (qualche volta 34,4%); Soggetti privati: contatto sporadico ma abbastanza soddisfacente (qualche volta 32,8%); Forme di mobilitazione informale: ambiguità (Sì 36,9%, No 39,3%), ma ricorso ad esse con una certa frequenza (spesso 19,7%), giudizio positivo sul grado di utilità di questo specifico livello di risorse (abbastanza utili 26,2%).
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