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PubblicatoOrso Berti Modificato 11 anni fa
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Fonti, metodi e strumenti per l’analisi dei flussi turistici
A.A Prof.ssa Barbara Baldazzi Corso di Laurea PROGEST Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Tor Vergata
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Fonti, metodi e strumenti per l’analisi dei flussi turistici
Orario lezioni: lunedì ore 9-12 aula T35 mercoledì ore aula P22 Orario ricevimento: Lunedì ore 12-13 Studio 26, Edificio B, Primo Piano (presso la stanza della Prof.ssa D.F. Iezzi)
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Argomenti La statistica applicata al turismo
Definizioni: chi sono e cosa fanno i turisti, motivi e prodotti turistici Fonti internazionali: WTO e Eurostat Fonti nazionali di dati: Istat e Banca d’Italia Confronto tra fonti informative: definizioni e metodi. Siti Web. Dati, indici e indicatori Indicatori semplici ed indicatori compositi Principali rapporti statistici applicati al turismo Analisi delle serie storiche
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Indice La sociologia e il turismo La statistica e il turismo
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Perché la statistica del Turismo
Il turismo ha un forte impatto sull'economia, l'ambiente naturale e costruito, la popolazione locale nei luoghi visitati e i visitatori stessi. Grazie a questa gamma di impatti e l'ampio spettro di parti coinvolte, vi è la necessità di un approccio completo al turismo sia per quanto riguarda lo sviluppo che la gestione e il monitoraggio. Questo approccio è sostenuto dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), al fine di formulare e attuare politiche turistiche nazionali e locali.
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Perché la statistica del Turismo
Avere statistiche affidabili è essenziale per i politici per attuare decisioni efficaci. Solo con dati sufficienti e adeguati, che generano statistiche credibili, è possibile effettuare diverse analisi del turismo. Ciò è essenziale al fine di valutare i diversi aspetti del turismo e per sostenere e migliorare la politica e il processo decisionale. Le statistiche del turismo sono necessarie per progettare strategie di marketing, rafforzare le relazioni interistituzionali, valutare l'efficienza e l'efficacia delle decisioni di gestione e misurare l’impatto del turismo nell'economia nazionale.
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Il forestiero in sociologia: il FORESTIERO
Il forestiero è una persona estranea alla comunità che interagisce con essa. La comunità, da una parte, difende la propria continuità e identità culturale escludendo lo straniero, dall’altra cerca il mutamento attraverso l’apertura verso l’esterno e verso le altre culture accettando, quindi, il forestiero. Le due posizioni non sono mai assolute, e l’interazione tra comunità e forestiero si manifesta con delle sfumature. Simmel (1908) scrive le prime riflessioni sul “movimento dei forestieri”. Il forestiero viene descritto attraverso 3 criteri: la mobilità, l’obiettività e la generalità
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Il forestiero La mobilità rappresenta lo spostamento sul territorio e l’essere senza radici: ciò comporta comunque la possibilità di integrarsi con la comunità ma solo in via formale e strumentale poiché non vi sono vincoli parentali. Il forestiero è dotato di oggettività proprio perché è esterno, è estraneo e sciolto da legami profondi con la collettività. Il forestiero è caratterizzato dalla generalità, dalla sua indifferenziazione: a prescindere dalle sue caratteristiche egli è percepito in maniera generale dalla comunità, è percepito, appunto, come forestiero. Non tutti i forestieri sono uguali, ma la comunità li percepisce come tali.
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Alcune prime definizioni
Per Bormann i “viaggi vengono intrapresi a fini di ricreazione, di piacere, di attività lavorative o professionali o per motivi analoghi, in molti casi in occasione di particolari manifestazioni o avvenimenti, e nei quali l’assenza di una residenza stabile si determina temporaneamente”. Per Glucksmann è più importante cogliere nei viaggi le “relazioni tra una persona che si trova solo temporaneamente nel luogo del suo soggiorno e le persone del luogo”. Per von Wiese la figura del forestiero è accompagnata sempre da una componente di ostilità che viene superata laddove l’incontro tra comunità e forestiero presenta vantaggi economici.
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Alcune prime definizioni
Per Morgenroth il movimento dei forestieri è il “movimento di persone che si allontano provvisoriamente dalla loro residenza stabile per recarsi in altri luoghi al fine di soddisfare bisogni vitali o culturali, o di appagare desideri personali della più diversa natura, esclusivamente in qualità di consumatori di beni economici e di risorse culturali” Molti di questi concetti vengono sintetizzati nel 1942 dalla definizione di Hunziker e Krapf. Per loro il movimento dei forestieri è “il complesso di rapporti e di fenomeni che traggono origine dal viaggio e da soggiorni di forestieri, quando non si configura nessuna forma di residenza stabile e non vi è legame con alcuna attività lavorativa”.
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Criteri movimento di persone,
cambiamenti di luogo che avvengono con una mobilità limitata nel tempo, presenza di relazioni con la comunità locale, funzione di consumo attraverso i mezzi guadagnati nella residenza abituale. L’Alliance Internationale de Tourisme nel 1953 definisce il turismo come “l’insieme dei cambiamenti di luogo effettuati dalle persone e delle attività che ne conseguono, suscitate dalla realizzazione di quella propensione al movimento che è presente, pur in maniera diversa, in ogni individuo”. Manca l’aspetto motivazionale, come se ci fosse una propensione innata a viaggiare
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Alcune definizioni Per Knebel, dare per scontato l’istinto al viaggio e non porre attenzione sulle motivazioni che spingono l’individuo a muoversi, non consente di capire il turismo e di coglierne le linee evolutive. Se fosse presente solo una propensione innata a viaggiare non si spiegherebbe perché si riscontrano tante differenze nei comportamenti di viaggio. E’ proprio il contesto sociale che produce quegli stimoli e interessi che spingono a viaggiare.
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Alcune definizioni Per Knebel il turismo è definito da alcune condizioni: una pressione sociale al movimento; la presenza di relazioni tra turisti e comunità locale; la soddisfazione dei bisogni di lusso con i mezzi guadagnati nel luogo di residenza abituale; l’aspirazione al comfort e alla sicurezza fisica. Quest’ultima condizione distingue il turista dal ricercatore e dal pellegrino, ossia coloro che per ottenere il loro risultato sono disposti ad accettare anche situazioni non confortevoli e rischiose
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Alcune definizioni Cohen: I motivi che spingono a viaggiare diventano cruciali nel momento in cui si vogliono distinguere i turisti tra tutti coloro che si muovono sul territorio. Per Cohen “turista è colui che si mette in viaggio volontariamente e per un periodo di tempo limitato, mosso dall’aspettativa di piacere derivante da condizioni di novità e di cambiamento sperimentate in un itinerario di andata e ritorno, relativamente lungo e non ricorrente”. L’opera di E. Cohen è “Who is a Tourist? A Conceptual Clarification”, articolo del 1974.
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Viaggio di andata e ritorno
Dimensioni Ruolo Viaggiatore DURATA Temporaneo Permanente (girovago, barbone, nomade) VOLONTARIETA’ Volontario Forzato (esiliato, rifugiato, prigioniero di guerra, schiavo) DIREZIONE Viaggio di andata e ritorno Viaggi unidirezionale (emigrante) DISTANZA Relativamente lungo Relativamente breve (gitante, escursionista) FREQUENZA Non ricorrente Ricorrente (seconda casa) MOTIVAZIONE GENERALE Non strumentale ma di piacere Strumentale (viaggio d’affari, lavori alla pari) SPECIFICA Novità e cambiamento Altro (viaggi-studio, cure termali, visite familiari) Turista
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La statistica e il turismo
Il settore turismo – trasversale per natura e definizione, caratterizzato da tratti instabili della domanda e conseguentemente mutevole nella composizione della sua filiera – ha necessità di dati statistici affidabili, completi, aggiornati e confrontabili nel tempo e nello spazio. Avere a disposizione dati in grado di rivelare e dimensionare comportamenti e tendenze consente agli operatori di prendere decisioni strategiche, normative e gestionali con maggiore consapevolezza e in condizioni di minore incertezza. …
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
L’esigenza di conoscere in profondità il fenomeno porta, in statistica, alla necessità di quantificarlo e delinearlo. Le nazioni più coinvolte turisticamente devono approntare un sistema di informazioni che diano tempestivamente il quadro della situazione e che siano nel contempo comparabili e metodologicamente valide. Il primo passo è definire statisticamente il turismo per poi approntare il sistema di raccolta, analisi e diffusione delle informazioni. Definire statisticamente il turismo e/o il turista appare comunque complesso e non univoco.
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
Lo sviluppo di definizioni statistiche e metodi di indagine riconosciuti dalla comunità internazionale ha ricalcato le fasi della discussione sociologica avvenuta nel XX secolo, concentrandosi nel periodo tra il 1937 e il 1980: nel 1937 il Consiglio della Lega delle Nazioni propone la definizione per scopi statistici di “turista internazionale”, riveduta successivamente dall’Unione Internazionale delle Organizzazioni Ufficiali di Viaggio (IUOTO) (meeting di Dublino, 1950); nel 1953, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite stabilisce il concetto di “visitatore internazionale”; nel 1963 alla United Nations Conference on International Travel and Tourism svoltasi a Roma si definiscono, seguendo le raccomandazioni della IUOTO, i termini “tourist” e “excursionist”.
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
I turisti sono definiti come “visitatori temporanei che si fermano almeno 24 ore nel paese visitato e lo scopo del viaggio è classificato come piacere (ricreazione, vacanza, salute, studio, religione, sport) o affari, relazioni familiari e convegni.” Per gli escursionisti la sosta nel paese straniero dura meno di 24 ore. Infine nel 1978, le direttive provvisorie sulle statistiche del turismo internazionale vengono approvate dalla Commissione Statistica delle Nazioni Unite.
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
Negli anni 80 il World Tourism Organization (UNWTO), in stretta cooperazione con la divisione delle statistiche dell’ONU (United Nations Statistics Division - UNSD), inizia un processo di revisione delle definizioni e delle classificazioni usate nella statistica sul turismo. Le direzioni intraprese sono due: proporre modifiche alle definizioni e alle classificazioni per renderle compatibili con i sistemi statistici nazionali e internazionali per riuscire ad inserire gli indicatori economici sul turismo nella contabilità nazionale. Nel 1993 nascono le Recommendations on Tourism Statistics : sono le prime raccomandazioni internazionali che disegnano un Sistema di Statistiche sul Turismo in termini di concetti, definizioni, classificazioni ed indicatori.
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
Nel 2008, vengono redatte dall’UNWTO le International Recommendations for Tourism Statistics 2008 (IRTS 2008). L’obiettivo dell’IRTS 2008 è di presentare un sistema univoco di definizioni, concetti, classificazioni ed indicatori, e fornire, contemporaneamente, una guida sulle metodologie da utilizzare nella raccolta dei dati. I concetti, le definizioni, le classificazioni e gli indicatori presentati seguono i seguenti criteri: l’applicabilità mondiale (sia per nazioni in via di sviluppo che per paesi sviluppati) la consistenza per le definizioni della contabilità nazionale di ogni paese, per la bilancia dei pagamenti e per le statistiche sulle migrazioni, l’applicabilità delle statistiche e degli indicatori per una descrizione ed analisi del turismo nazionale e subnazionale.
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Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche
L’Eurostat ha recepito le direttive dell’UNWTO attraverso la Direttiva 95/57/CE del 23 novembre che contiene indicazioni importanti per l’armonizzazione delle statistiche del turismo e per il miglioramento dei dati statistici prodotti dagli stati membri e costituisce il primo passo per creare un sistema europeo integrato di informazioni sulla domanda ed offerta turistica.
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La statistica del turismo
Il turismo rientra nel fenomeno più generale della mobilità delle persone: l’insieme degli spostamenti delle persone sul territorio Il turismo riguarda solo alcuni aspetti della mobilità La statistica del turismo deve capire quale è la mobilità che si configura come turismo, quale sono le connotazioni che contraddistinguono la componente turistica rispetto alle altre mobilità, come quantificarle.
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La statistica del turismo
2 FUNZIONI PRINCIPALI: È un supporto indispensabile per le scienze che trattano i fenomeni collettivi – risulta quindi indispensabile per capire e quantificare il fenomeno turismo È un supporto per i decisori pubblici o privati che devono muoversi in situazioni di incertezza o di conoscenze incomplete
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Il fenomeno oggetto di studio
5 aspetti da esaminare per delineare il turismo come fenomeno turistico: Ambito dello spostamento Natura dello spostamento Volontarietà Funzione/scopo Durata dello spostamento
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Ambito Gli spostamenti della persona si dividono in:
spostamenti all’interno dell’ambiente abituale in cui le persone vivono (IN) spostamenti verso luoghi situati all’esterno dell’ambiente abituale in cui le persone vivono (OUT)
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Ambito L’ambiente abituale corrisponde al luogo dove le persone stanno stabilmente, hanno relazioni e interessi, svolgono attività lavorative, di studio, di svago, ecc., consumano beni e servizi, ossia “vivono”. Le principali interpretazioni del concetto di ambiente abituale fanno solitamente riferimento a criteri geografici, amministrativi o socio- economici
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Ambito La residenza (il comune di residenza, la regione) è il concetto più diffuso. Ma è il più corretto? La residenza è una definizione amministrativa: non sempre coincide con l’ambiente abituale della persona Problemi geografici di minima o massima ampiezza Si possono utilizzare altri criteri: Criterio della frequenza degli spostamenti: aree visitate frequentemente ricadono nell’ambiente abituale aree visitate raramente sono esterne all’ambiente abituale
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Ambito Criterio della distanza degli spostamenti:
aree visitate che rientrano in un numero massimo di km ricadono nell’ambiente abituale aree visitate che superano la distanza in km prefissata sono esterne all’ambiente abituale Criterio del tipo di destinazione: L’ambiente abituale è l’insieme dei luoghi frequentati normalmente e gli itinerari normalmente percorsi (anche se comprendono altri Comuni). Il pendolarismo rientra in questa definizione.
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Ambito Criterio economico:
Nella mobilità è molto importante la rilevanza che ha lo spostamento di reddito dall’area di produzione all’area di impiego abituale: l’ambiente abituale è definito come quello dove viene prodotta e consumata la maggior parte del reddito. L’importanza economica del turismo è associata spesso a questo criterio
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Natura dello spostamento
Lo spostamento può essere Temporaneo (lo spostamento è fatto con il proposito di tornare) (TEMP) Permanente/definitivo (lo spostamento è fatto con il proposito di cambiare il luogo abituale di vita) (PERM)
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Volontarietà dello spostamento
Lo spostamento può essere Volontario (decisione libera, rientrano però gli spostamenti liberamente decisi e accettati anche se vincolati da obblighi di lavoro o professionali) (VOLON) Obbligato (NO VOL)
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Funzione/scopo dello spostamento
Lo spostamento può essere effettuato con Funzioni di consumo nei luoghi di destinazione (consumare reddito in luoghi diversi da dove si è prodotto) (CONS) Funzioni di produzione di reddito nei luoghi di destinazione (spostarsi senza mezzi di sussistenza e produrre reddito nel luogo dove si va) (PROD) Altre funzioni e scopi speciali (spostamenti delle forze armate, dei diplomatici) (ALTRO)
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Durata dello spostamento
Lo spostamento può durare Meno di 24 ore (24ore) Da 1 giorno a 365 giorni (1/365) Più di un anno (+365)
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Definizioni Mobilità migratoria: le migrazioni avvengono fuori dall’ambiente abituale (OUT), per produrre reddito (PROD) e possono essere definitive (+365) o temporanee o stagionali (1/365)
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Definizioni Mobilità interna: mobilità all’interno del proprio ambiente abituale (IN). La mobilità interna non sarà mai mobilità turistica ma spesso le attività compiute si confondono con attività turistiche (per esempio: visitare musei, mostre, ecc.)
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Definizioni Mobilità connotata da funzioni speciali: mobilità connotata dagli spostamenti delle forze armate, dei diplomatici, ecc (ALTRO)
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Definizioni Mobilità turistica: mobilità fuori dagli spazi abituali (OUT), temporanea (TEMP), volontaria (VOLON) con prevalenza di funzioni di consumo (CONS) con una durata che, per convenzione, non supera i 365 giorni l’anno (1/365) Il turismo è quella parte di mobilità che riguarda lo spostamento temporaneo e volontario di persone, fuori dai luoghi in cui esse vivono abitualmente, con risorse economiche proprie da consumare per tale spostamento e per un periodo massimo stabilito in un anno.
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Definizioni Mobilità escursionista: mobilità fuori dagli spazi abituali (OUT), temporanea (TEMP), volontaria (VOLON) con prevalenza di funzioni di consumo (CONS) con una durata che per convenzione non supera le 24 ore (24ore)
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Turismo Ambito Natura Volontarietà Funzione / scopo Durata IN OUT TEMP
PERM Volontarietà VOLON NO VOL Funzione / scopo CONS PROD ALTRO Durata 24ore 1/365 +365
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Escursionismo Ambito Natura Volontarietà Funzione / scopo Durata IN
OUT Natura TEMP PERM Volontarietà VOLON NO VOL Funzione / scopo CONS PROD ALTRO Durata 24ore 1/365 +365
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L’escursionista Nella ricerca di Costa e Manente (1996) si distinguono 4 figure di escursionisti: Veri escursionisti: coloro che partono dal luogo di residenza, visitano un altro luogo durante la giornata, e rientrano nel loro luogo di residenza Escursionisti indiretti: coloro che partono da una luogo di vacanza, visitano un altro luogo e fanno ritorno nel luogo di vacanza da cui sono partiti Escursionisti in transito: coloro per i quali la visita alla località è solo una tappa del loro viaggio (molto frequente in Italia) Falsi escursionisti: sono dei “turisti camuffati”, visitano una città e sono arrivati per questo motivo, ma alloggiano in una località diversa dal luogo di visita.
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Alcune definizioni adottate - Eurostat
La Direttiva 95/57/CE sulle Statistiche del Turismo definisce i flussi turistici come quegli spostamenti con pernottamento effettuati fuori dall’ “ambiente abituale” ovvero fuori dal luogo in cui si vive, nonché dai luoghi frequentati settimanalmente con soste di almeno un pernottamento.
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Alcune definizioni adottate - Eurostat
Articolo 2 (c): “The collection shall cover national tourism, i.e. domestic and outbound tourism; ‘outbound tourism’ shall mean residents of a country travelling in another country. The information on tourism demand shall concern trips the main purpose of which is holidays or business and which involve at least one or more consecutive nights spent away from the usual place of residence.”
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Alcune definizioni adottate - ISTAT
L’Istat definisce il viaggio come lo spostamento realizzato, per turismo di vacanza o per ragioni di lavoro, fuori dal luogo dove si vive e che comporta almeno un pernottamento nel luogo visitato; vengono, quindi, esclusi i viaggi e gli spostamenti effettuati nelle località frequentate tutte le settimane con soste di uno o più pernottamenti, nonché i viaggi di durata superiore ad un anno: in questi casi, infatti, il viaggio non costituisce flusso turistico poiché la località visitata viene associata al luogo dove si vive . Turista sarà colui che ha effettuato uno o più viaggi.
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Alcune definizioni adottate - WTO
Per l’UNWTO (United Nation World Tourism Organization) turista è colui che viaggia verso un luogo diverso dal suo ambiente abituale, per un periodo di durata inferiore a un anno e per un motivo principale diverso dall’esercizio di una attività remunerata nei luoghi visitati, in altre parole turista è colui che trascorre una o più notti nel luogo visitato.
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Alcune definizioni adottate – Banca d’Italia (FMI)
Viaggiatore, secondo il FMI, è colui che si sposta all’estero, per un periodo inferiore ad un anno, per qualsiasi motivo diverso dai seguenti: prestare servizio in una base militare o in un'altra entità facente capo al governo del proprio paese; accompagnare i soggetti indicati in precedenza; intraprendere un’attività lavorativa alle dirette dipendenze di una entità residente nel paese visitato, per un periodo inferiore all'anno La definizione di "viaggiatore" del FMI è la stessa del WTO.
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