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PubblicatoEdoardo Danieli Modificato 11 anni fa
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L’ordine degli esoni è lo stesso nel genoma e negli mRNA
Gli introni dei geni nucleari hanno codoni di terminazione in tutti gli schemi di lettura
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Gli introni possono essere presenti in tutti i tipi di geni (pre-mRNA, tRNA, rRNA)
Negli mRNA gli esoni terminali contengono regioni non tradotte (5’ e 3’ UTR)
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B. LEWIN, IL GENE - Edizione compatta, Zanichelli Editore S. p. A
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Tre specie di mammiferi
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Lievito: lunghezza dei geni simile alla lunghezza dei messaggeri
Mammiferi: lunghezza dei geni circa 5 volte quella degli mRNA
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Introni Assenti nei procarioti (qualche eccezione)
Pochi negli archeobatteri e nei lieviti Molti negli eucarioti complessi
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Origine degli introni Antica: gli introni sono stati eliminati in alcuni genomi Moderna: gli introni si sono inseriti in alcuni genomi
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La teoria esonica dei geni
I brevi geni dei primi genomi probabilmente codificavano proteine a singolo dominio che, per produrre un enzima attivo, dovevano associarsi formando proteine a molte subunità. Più tardi la sintesi di questo enzima può essere stata resa più efficiente dall’unione dei brevi geni, a formare un gene discontinuo codificante una singola subunità proteica con molti domini. Piccoli geni Genoma primordiale Singola subunità proteica con molti domini Singolo gene discontinuo Proteina con molte subunità
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Ruolo degli introni nell’evoluzione
(teoria del “mescolamento degli esoni”)
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(Attivatore del plasminogeno)
La struttura modulare della proteina “attivatore tissutale del plasminogeno” Moduli a “dito” FN (Fibronectina) Struttura ‘Kringle’ UK (Plasminogeno) TPA (Attivatore del plasminogeno) EGF (Fattore di crescita epidermico) Domini da fattore di crescita
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Struttura modulare delle proteine
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Capacità codificante dei geni eucariotici
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Troponina T B. LEWIN, IL GENE - Edizione compatta, Zanichelli Editore S.p.A. Copyright © 2007
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Il gene per la a-amilasi
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Il gene per la b-tropomiosina
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Le diverse isoforme di mRNA possono variare:
nella parte codificante nella parte non tradotta
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