La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

L’Apprendistato nell’esperienza dei Consulenti del Lavoro

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "L’Apprendistato nell’esperienza dei Consulenti del Lavoro"— Transcript della presentazione:

1 L’Apprendistato nell’esperienza dei Consulenti del Lavoro
Milano, 3 maggio 2011

2 Le finalità dell’apprendistato nella legge Biagi
Combattere la disoccupazione strutturale Riassetto dei contratti a contenuto formativo Intervento non radicale, sopravvive la legge del 1955 Tipologia negoziale strutturalmente complessa nei contenuti e negli adempimenti che comporta un alto rischio di contenzioso

3 Analizziamo qualche numero in ambito provinciale
Fonte: Centro Studi e Ricerche Ordine Consulenti del Lavoro di Milano

4

5 TOTALE INGRESSI IN AZIENDA Contratti Item
Legenda: CTD = Contratto a Tempo Determinato CTI = Contratto a Tempo Indeterminato Item [incluso CTD trasformati in CTI (senza stage)] n.° % 1 CTI (incl. trasf.ti) 1544 30,64 2 Inserimento 25 0,50 3 Apprendisti 169 3,35 4 Part-time 572 11,35 5 Progetto 1065 21,14 6 CTD 1664 33,02 Totale 5039 100,00

6 L’anno 2010 conferma la disaffezione verso questo tipo di contratto (-9,26% quello professionalizzante e – 35,29% gli altri tipi). Va notato, tra l’altro, che i numeri di contratti di apprendistato sono veramente molto esigui. Le cause forse si rinvengono: nelle difficoltà burocratiche e le incertezze sulla modalità della formazione “formale” che creano enormi problemi e spesso non danno risultati apprezzabili la quasi totale assenza delle istituzioni pubbliche nella formazione degli apprendisti preclude questa tipologia contrattuale ai piccoli imprenditori.

7 Anche in ambito nazionale non va meglio Fonte: XI Rapporto ISFOL
Ultimi dati disponibili anno 2009

8 Numero apprendisti assunti nel 2009: 591.000
Trasformati solo il 25% Pochi laureati in apprendistato: 5,5% (52,4% scuola dell’obbligo) Fanno formazione solo il 26,30% Solo il 70% la completa 90% della formazione al nord Formazione dei Tutor: l’86% al nord Degli stanziamenti statali (2Mld di €) il 94,8% sono serviti per la sottocontribuzione

9 Fonte: ISTAT Dati 2010

10 Numero degli occupati: 22.872.000 Dipendenti: 17.110.000
Indipendenti: Impiegati e operai: Apprendisti*: (1,31%) Agricoltura: Industria: Servizi: *(percentuale solo su operai e impiegati)

11 Solo qualche spunto di riflessione su alcune criticità:
Disomogeneità normativa nelle diverse regioni Impossibilità dell’accentramento per le COB Incertezza normativa (visita medica, PIP, documentazione probante per la formazione, ecc.) Formazione (ostacolo maggiore): carenza pubblica e strutture private costose. Non tutte le aziende hanno capacità formativa interna Tutor (ulteriore ostacolo): Formazione, trovare personale disponibile, costi Mancanza di flessibilità nella durata dell’apprendistato. Bisogna rispettare la durata prevista dai CCNL Mancanza di flessibilità retributiva Impossibilità di trasferimento, problemi nelle trasferte, problemi con gli orari di lavoro Perdita dei benefici per la trasformazione anticipata Rapporto costi benefici non in equilibrio (Risparmio medio dai 3 ai 5K€ a.)

12 Cosa andrebbe fatto nella revisione della legge:
Minori sgravi contributivi Formazione in parte a carico della P.A. e in parte on the job Procedure identiche su tutto il territorio nazionale Abolizione della figura del Tutor Salario variabile anche agli apprendisti rapportato al lavoratore qualificato Durata inferiore a quella dei CCNL in presenza di particolari requisiti e/o esperienza dell’apprendista Mantenimento dei benefici contributivi per tutta la durata del contratto anche se si trasforma in anticipo Prevedere la possibilità di trasferimento garantendo la finalità formativa Togliere i laureati e dare gli sgravi per i contratti di inserimento

13 Grazie per l’attenzione

14 Doveri dell'imprenditore e dell'apprendista
Il datore di lavoro ha l'obbligo: a) di impartire e di far impartire nella sua impresa all'apprendista alle sue dipendenze l'insegnamento necessario perché possa conseguire la capacità per diventare lavoratore qualificato; b) di collaborare con gli enti pubblici e privati preposti all'organizzazione dei corsi di istruzione integrativa dell'addestramento pratico; c) di osservare le norme dei contratti collettivi di lavoro e di retribuire l'apprendista in base ai contratti stessi; d) di non sottoporre l'apprendista a lavori superiori alle sue forze fisiche o che non siano attinenti alla lavorazione o al mestiere per il quale è stato assunto; e) di concedere un periodo annuale di ferie retribuite; f) di non sottoporre l'apprendista a lavorazioni retribuite a cottimo, né in genere a quelle a incentivo; g) di accordare all'apprendista, senza operare alcuna trattenuta sulla retribuzione, i permessi occorrenti per la frequenza obbligatoria dei corsi di insegnamento complementare e di vigilare perché l'apprendista stesso adempia l'obbligo di tale frequenza; h) di accordare all'apprendista i permessi necessari per esami relativi al conseguimento di titoli di studio; i) di informare periodicamente la famiglia dell'apprendista o chi esercita legalmente la patria potestà sui risultati dell'addestramento;


Scaricare ppt "L’Apprendistato nell’esperienza dei Consulenti del Lavoro"

Presentazioni simili


Annunci Google