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PubblicatoAdalberto Mariotti Modificato 11 anni fa
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SSIS CORSO SOSTEGNO 400H SEDE DI LECCE Lezioni di PSICOPEDAGOGIA DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI prof.ssa Antonella Vacca Psicologa psicoterapeuta Specialista in psicologia clinica Antonio Rampino
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Obiettivi del corso Il corso si propone l'analisi dello sviluppo dell'identità personale, con l'approfondimento dei fattori che determinano la variabilità individuale
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In tal senso verranno indagate le variabili potenzialmente implicate nei processi di Identità personale da cui partire per improntare programmi educativi personalizzati.
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Variabili implicate nei processi di identità personale
Temporalità Post-modernità Linguaggio ed esperienza umana Medesimezza, ipseità ed identità narrativa Il sé e l'altro L'attaccamento e sviluppo del sistema del sé Interno-esterno Dipendenza-indipendenza dal campo Continuità-discontinuità
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Variabili implicate nei processi di identità personale
L'unità narrativa della vita Gli stili di personalità Ruolo delle emozioni Aspetti cognitivi (memoria, intelligenza, funzioni esecutive, attenzione) Contributo delle neuroscienze (es. neuroni mirror) Il cambiamento personale
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Bibliografia “Studi e dialoghi sull'identità personale. Riflessioni sull'esperienza umana” di Giampiero Arciero, ed. Bollati Boringhieri, 2002 “Sulle tracce di sè” di Giampiero Arciero, ed. Bollati Boringhieri, 2006 Lezioni di Guidano:
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Identità personale 1°quesito: come facciamo a rimanere noi stessi, individui unici e diversi, nonostante i cambiamenti a cui continuamente siamo sottoposti? 2°quesito: come comprendersi e comprendere l’altro? Come cercare di dare un senso agli atteggiamenti, ai comportamenti, ai modi di essere delle persone con cui si condivide la propria vita ed a se stessi?
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Identità e temporalità
Tempo: presente indifferente dell’orologio Temporalità: presente continuo in cui tutti viviamo La temporalità struttura l’esperienza stessa della vita 1) “Permanenza di me” 2) “Coesione di me”
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Classificazione e riclassificazione dell’esperienza (categorie)
Esperienza umana Livello di esperienza immediata Livello di spiegazione Ruolo del Linguaggio Classificazione e riclassificazione dell’esperienza (categorie) Fissare il significato della propria esperienza attraverso un senso condiviso
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Identità e linguaggio la costituzione dell'identità è contemporanea al processo di costruzione del significato Base della costituzione dell’identità personale : Partire da sé (immediatezza esperenziale) Tornare a sé (significato dell’esperienza)
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L’identità di ciascuno di noi si costruisce a partire dal rapporto originario che ci lega da sempre al nostro simile, nei termini di una reciprocità che però è anche “asimmetria” L’identità è una struttura storica, ordinata attraverso il racconto Attraverso il racconto “mi riapproprio della mia esperienza”
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Aspetti fondamentali dell’identità
- Riconfigurazione ed integrazione (racconto) Ripetizione Costruzione di una continuità: Attraverso la natura (naturale modo di essere) Attraverso la cultura (modo di raccontare le storie)
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Unicità dell’individuo
Nella temporalità dell’esperienza c’è il mio accadere di volta in volta, nella strutturazione del sistema simbolico c’è la costruzione della narrativa, c’è il mio appropriami dell’esperienza, per cui “l’esperienza diviene la mia esperienza, il tempo diviene il mio tempo”
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Struttura dell’identità
Medesimezza: polarità della ripetizione, ricorsività di un ordine emozionale (carattere di una persona indipendente dal contesto) IDENTITA’ NARRATIVA Ipseità: polarità dell’accadere, l’esserci di volta in volta, come la persona sente la situazione, l’emozione dipende dal contesto
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La medesimezza è connessa alla persona
L’ipseità è correlata alla situazione L’ipseità si può soprapporre alla medesimezza, però le persone possono essere collegate più alla ricorrenza, oppure alla variabilità
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La medesimezza e l’ipseità rappresentano la costituzione ontologica
La medesimezza e l’ipseità sono i due modi di strutturare l’esperienza, quindi la visione ontologica che guarda l’essere
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LO SVILUPPO INDIVIDUALE
è processo molto complesso che ha un insieme di variabili distinte fra loro, anche se tutte intercorrelate tradizionalmente è stato trattato secondo un approccio psicodinamico ( ) oggi le teorie di base sono influenzate da cinquanta anni di Psicologia Evolutiva Sperimentale
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
“Lo sviluppo individuale” LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
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Perché consideriamo la Teoria dell’Attaccamento
Pone l’accento sulla relazione affettiva. I costrutti della teoria sono facilmente e chiaramente osservabili nella realtà. I comportamenti, le reazioni emotive ed i modelli mentali che descrive guidano la vita psichica dell’individuo durante l’intero ciclo di vita.
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John Bowlby (Londra, 1907-1990)
L’interesse primario è per lo sviluppo relazionale. La sua teoria parte dalla psicoanalisi, ma è una sintesi critica dei risultati della ricerca psicologica e biologica moderna sullo sviluppo
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Bowlby e il suo tempo Bowlby attinge a molte delle discipline che si occupano del comportamento umano: teoria dei sistemi, teoria dell’informazione, l’approccio di Piaget allo studio della psicologia cognitiva. Soprattutto fa rifermento all'etologia ed alla teoria evoluzionistica. In tutta la sua ricerca egli però si è sempre servito della psicoanalisi come schema di riferimento, ma si stacca da quest’ultima nel momento in cui considera l’organismo un “elaboratore di informazioni” MONDO PSICOANALITICO = MONDO ENERGETICO
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Bowlby e il suo tempo Bowlby rifacendosi al concetto etologico di imprinting (Lorenz) e agli esperimenti di Harlow sulle scimmie rhesus, critica la posizione psicoanalitica e comportamentista del legame alla madre come “interessato” o come motivazione secondaria.
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J. Bowlby, 1988 “ Si ritiene essenziale per la salute mentale che l'infante e il bambino sperimentino un rapporto caldo, intimo, ininterrotto con la madre (o con un sostituto materno permanente) nel quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento ”. “ Nel bambino piccolo la fame dell’amore e della presenza materna non è meno grande della fame di cibo ”.
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Definizione L’ attaccamento può essere definito come un legame di lunga durata emotivamente significativo con una persona specifica, in modo che il legame sia emotivamente significativo per entrambi. L’attaccamento = relazione e può essere inferito dal comportamento di attaccamento = interazione.
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L’attaccamento è: un sistema comportamentale che ha una lunga storia evolutiva è finalizzato al mantenimento di una prossimità alla “Base Sicura” che, all'inizio, è solo fisica, ma che poi diventa sia fisica che emotiva è un “basic drive”, geneticamente determinato (Lorenz) è un “vincolo negativo” (Hayek)
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Implica la ricerca di vicinanza fisica
Caratteristiche È selettivo Implica la ricerca di vicinanza fisica Fornisce benessere e sicurezza attraverso la vicinanza Se interrotto, implica l’angoscia da separazione Fornisce una base dalla quale il bambino può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno.
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Funzione L’ attaccamento può essere compreso solo in un contesto evoluzionistico. Ha delle basi biologiche trasmesse al bambino per via genetica. Confrontando le modalità di allevamento della prole in varie culture e in varie specie di animali, è possibile ritrovare delle modalità comuni che permettono al piccolo di mantenere la vicinanza con la madre e ottenere le necessarie cure per la crescita. La funzione del comportamento di attaccamento risulta essere quindi la protezione dai predatori.
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Funzione Funzione biologica Protezione
Funzione psicologica Sicurezza Per Bowlby il legame che unisce la madre ed il bambino non è basato ed instaurato sulla base del soddisfacimento del bisogno, ma piuttosto sulla base di predisposizioni innate. Il bisogno di attaccamento è un bisogno primario I comportamenti di attaccamento (piangere, attaccarsi) sono innati.
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Circolo virtuoso Comportamento di attaccamento Vicinanza e
cura della madre Sopravvivenza/successo riproduttivo Sistema di attaccamento materno complementare Garantire Protezione e sicurezza
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Quando ? Il comportamento di attaccamento viene attivato dall'allontanamento della madre o da esperienze paurose e ha lo scopo preciso di mantenere il contatto con la madre. Gli stimoli che più facilmente vi pongono fine sono la vista, la voce o il contatto fisico con la madre. Verso i due anni nella maggior parte dei bambini è possibile riscontrare un comportamento di attaccamento abbastanza tipico.
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Modelli operativi interni
I comportamenti di attaccamento sono inizialmente indifferenziati, successivamente si indirizzano verso persone specifiche e con lo sviluppo dell’intenzionalità si attivano in funzione dell’obiettivo. Inoltre il bambino sviluppa dei modelli operativi interni che gli permettono di rappresentarsi mentalmente il legame di attaccamento. Il bambino diventa capace di tollerare livelli di separazione progressivamente più lunghi; diventa sempre più capace di tener presente le intenzioni degli altri e di formare legami più equilibrati e flessibili.
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Modelli operativi interni
Rappresentano le caratteristiche proprie delle figure di attaccamento e del tipo di relazione che si è sviluppato con quella persona Sono rappresentazioni mentali che comprendono sia le componenti emozionali che quelle cognitive Una volta formati sono al di fuori della coscienza
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Modelli operativi interni
Il loro sviluppo è modellato dalle esperienze di ricerca della vicinanza vissute dal bambino, in particolare di come l’adulto di riferimento ha risposto al suo bisogno di vicinanza. I modelli degli individui i cui tentativi di ricerca di vicinanza sono stati frequentemente accettati differiscono da quelli dei soggetti rifiutati, bloccati o accettati solo talvolta. Tendono ad essere stabili dopo il primo anno di vita sebbene possano ancora essere influenzati da esperienze successive
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Modelli operativi interni
FUNZIONE Fornire regole che guidino il comportamento ed i sentimenti dell’individuo in relazione a persone significative. Mettere in grado di prevedere ed interpretare il comportamento degli altri e dunque pianificare il proprio comportamento. Aspetto adattivo importante per l’essere umano caratterizzato dalla “neotenia” (immaturità nello sviluppo e nella vita adulta)
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Funzioni principali dell’attaccamento
1) Fornire un contesto protetto per l'esplorazione, dove esplorazione significa la possibilità di apprendimento attraverso l’esperienza diretta del bambino 2) E’ il sistema autoreferenziale che la specie umana usa per costruirsi un senso di sé
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Attaccamento ed identità
L’incremento del senso di sé è legato all’intensificarsi dell’attaccamento (differenza con il passato: medioevo, rinascimento, settecento, dopoguerra) Discrepanza odierna tra aumento di complessità strutturale di stimoli ed “impoverimento” dell’attaccamento
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Attaccamento ed identità
Rapporto tra base sicura e delinquenza giovanile (Ribble, 1042) Problema dei baby-killer Emergenza psicologico-psichiatrica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
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Attaccamento e costruzione del Sé Origini storiche
Studi sperimentali di Bowlby. Pragmatismo americano (William James) Studi di Cooley: “il Sè si riconosce attraverso lo specchio che gli altri sono” (Looking Glass-Self) Popper: “Al bambino, quando nasce, tutto è sconosciuto, non solo il mondo esterno, ma soprattutto lui stesso; non si riconosce neanche il proprio corpo, impiega molto tempo per scoprirsi il piede…” (Il sé, il cervello e il suo io)
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Attaccamento e costruzione del Sé
Il rapporto qualitativo con i genitori sviluppa il senso di sé Es. personalità depressa, personalità fobica in rapporto a madri rifiutanti o controllanti
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Attaccamento e costruzione del Sé
Rapporto tra base sicura ed esplorazione (lavori di Bowlby sui bambini al parco) Studi sulla Social Reference: l’espressione facciale del sorriso dà al bambino il Senso di Sè Importanza del sorriso (Lavori di Blurton-Jones, del 1972)
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Attaccamento e costruzione del Sè
Attaccamento e separazione: aspetti in stretta relazione Evoluzione dall’attaccamento in senso di accudimento fisico ad attaccamento in senso relazionale Permanenza della figura di attaccamento anche attraverso la sua assenza
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Attaccamento e costruzione del Sé
Problema della separazione nell’adolescente L’adolescente pur presentando un notevole slancio verso l’autonomia, continua a considerare il rapporto con il genitore come un “porto sicuro” nei momenti difficili. Le crisi adolescenziali sono in parte riconducibili alla difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento. Gli intensi legami con i pari costituiscono una fase di transizione dell’attaccamento.
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Attaccamento e costruzione del Sè
Il sistema di attaccamento è continuo ed unitario per tutto il ciclo della vita, ma cambiano i contenuti e le figure di riferimento Corrisponde al modo con cui l'individuo si costruisce un senso di sé definito durante il ciclo di vita. Il senso di sé definito può essere confermato ed ulteriormente articolato Il rapporto tra attaccamento e senso di sé viene mantenuto per tutta la vita
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Attaccamento e costruzione del sè
I bambini ad un anno hanno già un’ immagine coordinata del genitore: Working Model (Bowlby) L’immagine che noi ci facciamo della figura di Attaccamento corrisponde sempre ad un modo di sentirci, al modo con cui ci sentiamo Al costruirsi dell'immagine di una persona corrisponde sempre un modo di sentirsi e questo è ciò che accade anche nella vita adulta Esclusività ed unicità
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Attaccamento e costruzione del Sè
Ruolo attivo del feto: movimenti fetali Ruolo attivo del neonato: sincronia di ritmi con la madre (sonno/veglia, attenzione/non attenzione) Capacità narrativa (“sequenzializzazione”) precocissima: es. Baby song a 5-6 mesi Passaggio dal pianto e sorriso generalizzato (fino ai 6 mesi) al pianto orientato e sorriso congiunto (studi della Ainsworth) Fase di “Permanenza dell’oggetto” Piaget
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Una “insolita situazione”
Per cogliere il legame di attaccamento è particolarmente utile “osservare” le reazioni del bambino alla separazione dalla madre ed al ricongiungimento. Mary Ainsworth (1978) ha predisposto la Strange Situation, una procedura sperimentale che ha permesso di individuare pattern di attaccamento stabili nel bambino di due anni e mezzo Attaccamento insicuro ansioso o coercitivo (Crittenden) Attaccamento insicuro evitante Attaccamento sicuro Attaccamento insicuro ambivalente
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Attaccamento e costruzione del Sè
Differenziazione tra Sé e non Sé, tra Sé ed il mondo esterno (fine del 1° anno) Differenza tra Sè e l’altro (secondo anno): attribuzione di intenzionalità, distinzione tra mondo animato ed inanimato, senso di conservazione nel tempo e nello spazio (Lewis) Differenza tra sé e l’immagine di Sé già a due anni e mezzo
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I tipi di attaccamento nel tempo
Molto turbato alla separazione e difficilmente consolabile al ricongiungimento. Contemporaneamente cerca e rifiuta il contatto. C Insicuro Coercitivo (si differenziano 8-9 tipologie) Grave disorganizzazione del comportamento U Insicuro disorganizzato (studi di Mary Main) Mostra poca ricerca della madre, indifferenza alla separazione e evita il contatto al ricongiungimento. A Insicuro evitante (si differenziano 7-8 tipologie) Ricerca la madre ma non in maniera “urgente”. È turbato alla separazione ma contento al ricongiungimento; si lascia consolare. B Sicuro Caratteristiche generali del bambino Tipo di attaccamento a 4-5 anni
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Sono aspetti legati alla cultura ed all’idealizzazione
Chi sono i bambini sicuri? “Mostrano un equilibrio ottimale tra la capacità di risposta al genitore e le attività intraprese autonomamente; un tale comportamento è legato ad un atteggiamento affettivamente positivo” “Rispondono spesso ai tentativi di interazione del genitore ma senza alcun senso di urgenza o necessità” “Mostrano piacere e desiderio di prestare attenzione ai commenti, suggerimenti, domande e dimostrazioni del genitore ma talvolta, se impegnati in esplorazioni autonome, possono non rispondere” “Appaiono felici e sereni”(?) Sono aspetti legati alla cultura ed all’idealizzazione
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Mostrano un tono dell’umore neutro.
Bambini insicuri A Mostrano un’indifferenza verso il genitore inadeguata rispetto all’età. Sono fisicamente scostanti e non rispondono ai tentativi di coinvolgimento. Mostrano un tono dell’umore neutro. Non ricercano aiuto o stimolazione dai genitori e non condividono spontaneamente le attività di loro interesse.
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Mostrano un’eccessiva dipendenza dal genitore.
Bambini insicuri C Mostrano un’eccessiva dipendenza dal genitore. Sono inibiti per quanto riguarda l’esplorazione autonoma. Mostrano un tono dell’umore neutro o negativo (incostante). Possono apparire molto turbati se il genitore frustra una loro richiesta. Le richieste di coinvolgimento possono essere scandite da ansia, lamento ed altre espressioni emotive negative.
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Le madri Per Bowlby, le esperienze interattive con la madre, in particolare le sue risposte alla ricerca di vicinanza, determinano i modello operativo interni del bambino e quindi la qualità del suo legame di attaccamento Per la Ainsworth, le modalità interattive della madre, in termini di sensibilità, determina le differenze nel grado di sicurezza/insicurezza.
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Le madri È incostante, a volte risponde positivamente ed altre volte ignora il bambino. C Insicuro ambivalente o coercitivo Mostra poca disponibilità ad interagire o addirittura trascura il bambino. Non coglie i suoi segnali. A Insicuro evitante La madre è disponibile e affettuosa. Recepisce i segnali del bambino e risponde prontamente. B Sicuro Caratteristiche della madre Tipo di attaccamento
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Sensibilità La sensibilità materna si riferisce alla capacità di cogliere i segnali emotivi del bambino di rispondervi in modo pronto, empatico ed adeguato. Fa anche riferimento ad una presenza materna incoraggiante nel contesto delle incursioni esplorative e nei tentativi di autonomia del bambino.
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La madre sensibile Mostra un affetto prevalentemente positivo, in termini sia di espressione facciale che vocale, piuttosto che annoiato, scontento, o verbalmente severo (adeguato alla situazione). Coglie i segnali emotivi del bambino (noia, frustrazione, rabbia, sorpresa) e risponde in maniera empatica. Coglie il ritmo delle attività del bambino e si sintonizza con esso, sintonizzando la stimolazione in base al feedback del bambino.
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La madre sensibile Apre molti spazi di interazione con il bambino e sa essere creativa. È flessibilmente attenta al bambino anche quando si occupa di qualcos’altro (quindi pronta a rispondere ai suoi comportamenti di attaccamento). Sa strutturare l’ambiente in modo da renderlo fruibile al bambino, sempre seguendo i suoi interessi e la sua curiosità.
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Reciprocità dell’attaccamento
Il legame di attaccamento con la madre è di natura diadica e bidirezionale. La relazione si instaura reciprocamente con il contributo di uno e dell'altro membro della diade. Il bambino gioca un ruolo attivo nel determinare le caratteristiche e la qualità del legame di attaccamento con la madre. I comportamenti che il bambino emette, attivano specifiche risposte da parte della madre. Infatti non è possibile predire con totale certezza il tipo di attaccamento del bambino solo in base alla sensibilità materna.
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L’attaccamento nel ciclo di vita
L’importanza del legame di attaccamento non si esaurisce nei primi anni di vita. È attraverso i modelli operativi interni che i pattern di attaccamento dell’infanzia vengono trasposti nella vita adulta e trasmessi alle generazioni future.
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L’Adult Attachment Interview
Un intervista semistrutturata che attraverso la narrazione biografica giunge a delineare le caratteristiche dei modelli operativi interni. In particolare è importante l’equilibrio tra svalutazione ed idealizzazione, la capacità di ricordare sia aspetti positivi che negativi (metabolizzati e superati).
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Qualità dell’attaccamento nella vita adulta secondo l’intervista sull’attaccamento
Autonomi: Parlano delle loro esperienze in modo aperto e coerente riconoscendo sia le esperienze positive che negative Rifiutanti: si dissociano dalle categorie emotive dell’infanzia e non ammettono le esperienze negative (“infanzia perfetta”). Preoccupati: coinvolgimento nei ricordi dai quali sono sopraffatti, incoerenti nella narrazione. Irrisolti: evidente disorganizzazione della narrazione, possibile riferimento a traumi.
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Tappe fondamentali dello sviluppo individuale
Differenza tra Sé e non Sé (fine del primo anno) Differenza tra Sé e l’altro (due anni) Distinzione tra Sé ed immagine di Sé (tre anni) Distinzione tra interno ed esterno (4 anni)
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Distinzione interno-esterno
Comunicazione verbale dell’esperienza attraverso la mediazione del “senso” La figura d’accudimento dà senso agli stati emotivi interni del bambino Il bambino, attraverso il mondo simbolico, comincia a stabilizzare l’esperienza personale come simile, ma diversa da quella dell’altro. Il bambino diventa in grado di narrarsi (sé narratore) come attore della propria esperienza (sé protagonista) e di cogliere l’altro come distinto artefice: es. l’immedesimazione
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Distinzione interno-esterno
La trasmissione da parte dei genitori di pattern affettivi e comportamentali trova, attraverso il linguaggio, una continuità nella costruzione congiunta di narrazione e di conversazioni (Bretherton, approccio comunicazionale all’attaccamento,1995) “Io credo che nulla possa aiutare maggiormente il bambino se non la possibilità di esprimere candidamente e spontaneamente emozioni ostili; e non c’è compito genitoriale più stimabile dell’essere capace di accettare con equanimità quelle espressioni di pietà filiale, come “mamma ti odio!” o “papà sei una bestia!” (pag 12, 1979) Brentherton (1995) con le parole di Bowlby
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Distinzione interno - esterno
A 4 anni per il bambino inizia la prima distinzione che l’interno può essere separato dall’esterno Man mano acquisisce la capacità di applicare il linguaggio per descrivere il suo stato interno (metalinguaggio, studi di Olson) Completamento del metalinguaggio intorno ai 18 anni (la maggior parte delle persone arriva fino all’80%)
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Distinzione interno - esterno
“TEORIA DELLA MENTE” (Premak e Woodruff, 1978) = abilità di inferire gli stati mentali degli altri, vale a dire i loro pensieri, opinioni, desideri, emozioni e l’abilità di usare tali informazioni per interpretare ciò che essi dicono, dando significato e prevedendo il loro comportamento. Tale capacità si realizza normalmente attorno ai 3-4 anni (J. Hadwin ,P. Howlin, S. Baron-Cohen, 2005)
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Distinzione interno - esterno
Teoria della mente: abilità puramente cognitiva (oggettivisti) o relazionale (soggettivisti)? Esercizi per verificare le capacità dei bambini normali di 3-4 anni e degli autistici: esercizi di ordine fisico, comportamentale e psicologico Risultati: il bambino nasce già attrezzato per essere in sintonia con le intenzioni e gli stadi d’animo dell’altro, anche quando non ha capacità cognitive per spiegare il mondo circostante
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Distinzione interno - esterno
Test della falsa credenza Approntato nel 1983 da Perner e Wimmer La formulazione più famosa è nota anche come Sally-Anne test Testa la capacità del bambino di formulare false credenze e quindi di riconoscere lo stato mentale altrui. Per risolvere il test il bambino deve aver sviluppato la distinzione tra interno-esterno dei tre personaggi
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Distinzione interno - esterno
I bambini la acquisiscono intorno ai 4-5 anni Sviluppo della capacità di avere di ogni esperienza un “doppio scenario” (Bruner) Coniugazione della realtà sperimentata anche in forma congiuntiva E’ un processo lento ed inizialmente poco stabile (studi di Olson) Si stabilizza in età adulta ( es. capacità di seguire un film con diversi personaggi)
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Dipendenza – indipendenza dal campo
Studi di Herman A. Witkin: esperimenti che separavano percettivamente, nei soggetti, i parametri di orientamento corporeo, da quelli visivi per valutare la posizione eretta. 1) Soggetto dipendente dal campo = orienta la postura eretta riferendosi al campo percettivo 2) Soggetto indipendente dal campo = orienta la postura eretta riferendosi a sensazioni corporee
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Dipendenza – indipendenza dal campo
SITUAZIONI SOCIALI I dipendenti dal campo: sintonizzano l’attenzione su aspetti interpersonali, con una ricerca di vicinanza sia emotiva che fisica; essi svilupperanno quindi una maggiore competenza relazionale Gli indipendenti dal campo: hanno un orientamento più impersonale e con un’attenzione al mantenimento della distanza sia fisica che emotiva; essi svilupperanno un atteggiamento più distaccato dai contesti e dagli altri, con un maggiore affidamento su principi, idee, ipotesi e spiegazioni
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Dipendenza – indipendenza dal campo
SITUAZIONI AMBIGUE O DI RISOLUZIONE DEI CONFLITTI I dipendenti dal campo: sono più pronti a cogliere le informazioni e il punto di vista degli altri per dare senso all’evento; sono efficienti nella mediazione dei conflitti. Gli indipendenti dal campo: sono centrati sulle idee, principi e spiegazioni, danno senso alla situazione senza tener conto delle informazioni sociali; difficoltà a risolvere i conflitti interpersonali.
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Dipendenza – indipendenza dal campo
Questa dimensione di personalità studiata in vari contesti da Witkin e collaboratori (Witikin, Goodenough 1977, Witkin, Moore e Goodenough, 1976) ci permette di differenziare gli stili di costruzione di sé secondo un altro asse: quello della relazione con il mondo.
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Dipendenza – indipendenza dal campo
Bambini dipendenti dal campo: per regolare il senso di sé devono mantenere una relazione costante con l’altro ed utilizzeranno un modello procedurale di conoscenza episodico 1) Evitanti (dap prone): ricavano attimo per attimo il senso di stabilità di sé dal viso, dallo sguardo, dalla voce, dagli atteggiamenti e dalle parole dell’altro; 2) Coercitivi (fob prone): regolano il senso interno di stabilità attraverso la gestione emotiva della prossimità dell’altro.
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Dipendenza – indipendenza dal campo
Bambini indipendenti dal campo: mediano attraverso le strutture cognitive disponibili, la relazione col mondo. Allevati in un contesto familiare che non tollera o bandisce la comunicazione emotiva e la rievocazione di episodi carichi emotivamente, faranno affidamento su modelli semantici di conoscenza procedurale. 1) Evitanti (dep prone), che mantengono la stabilità di sé attraverso un sistema cognitivo che permetta l’anticipazione in differenti situazioni dei rifiuti e la gestione autonoma della propria emotività; 2) A/C (oss. prone) che costruiscono e mantengono la costanza di sé, cogliendo i principi generali che regolano i contesti.
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Dipendenza – indipendenza dal campo
Ad una certa attitudine verso di sé corrisponde un atteggiamento verso il mondo DIPENDENZA DAL CAMPO C (fob prone) A (dap prone) INWARD OUTWARD A (dep prone) A/C (oss. prone) INDIPENDENZA DAL CAMPO
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Stili di personalità Lo stile A (depressivo) – inward, campo indipendente Lo stile C (fobico) – inward, campo dipendente Lo stile A (eterodiretto) – outward, campo dipendente Lo stile A/C (ossessivo) – outward, campo indipendente
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Unità narrativa della vita
Medesimezza: polarità della ripetizione IDENTITA’ NARRATIVA Ipseità: polarità dell’accadere Inword Outword mediazione strutturazione
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Unità narrativa della vita
La caratteristica prettamente umana di “dare significato” (Bruner, 1990), è parte integrante della costruzione dell’identità personale. L’organizzazione delle regolarità affettivo- comportamentali (pattern), stabilizzati nella reciprocità con la figura di attaccamento, orienta i processi di strutturazione narrativa, fornendo, sin dalle prime fasi dello sviluppo linguistico il contesto ricorrente in cui la riconfigurazione simbolica trova ancoraggio.
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
Nel corso dello sviluppo, il senso di continuità personale è fortemente intrecciato alla stabilità della relazione d’attaccamento Dall’adolescenza e nel corso dell’età adulta, va sempre più stabilizzandosi un racconto di sé autonomo rispetto al fluire della vita, ma la cui stabilità e direzionalità è contingente al fluire dell’esperienza.
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
L’identità narrativa da un lato elabora le emozioni tematiche in cui è ancorata, dall’altro integra le emozioni discrepanti e gli eventi inattesi, in un sento di unitarietà e di unicità L’ ”unità narrativa di una vita” modula la relazione fra tratti ideo-affettive e situazioni emozionali, assicurando un senso di stabilità personale e di continuità nel tempo. La relazione fra continuità e discontinuità ha come controparte il rapporto fra temi emotivi ed eventi emotivi.
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
L’evento imprevisto mette in scacco l’identità narrativa producendo emozioni che perturbano il senso di continuità personale Medesimezza Ipseità IDENTITA’ NARRATIVA (Sé narratore) Sé protagonista
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
Evento perturbante Senso di stabilità personale orientato verso: La medesimezza (inward): senso di continuità mantenuto attraverso la modulazione dell’attivazione emotiva = carattere stabile nel tempo L’ipseità (outward): selezione di stati emotivi in relazione a contesti esterni = carattere proteiforme
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
La continuità di sé implica la ricerca della concordanza fra le situazioni intercorrenti ed il senso di stabilità personale. Ognuno di noi è continuamente coinvolto in una attività di interpretazione del proprio modo di sentirsi e degli eventi che costellano lo scorrere della propria vita Il processo (intrapersonale e interpersonale) va incontro ad alterazioni e revisioni nel corso degli stadi di sviluppo Eventi del ciclo di vita
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
L’impossibilità di un’integrazione coerente dell’evento (previsto o non previsto), fa scattare una rottura radicale del senso di continuità personale: Medesimezza: attivazione di temi emotivi basici; questa amplificazione, mentre assicura il senso di permanenza di sé, orienta lo sforzo di elaborazione globale di una nuova identità narrativa Ipseità: la disgregazione narrativa produrrà una profonda attivazione degli stati interni, avvertita in modo indifferenziato e disagio, con una ricerca di nuove strutture di referenza esterne (per es. un nuovo compagno o una nuova ideologia), su cui modellare il senso globale della propria interiorità.
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
L’insorgenza di situazioni psicopatologiche può rappresentare, allora, l’estremo tentativo che la persona mette in atto per mantenere un senso di regolazione sul proprio sentire. La forte attivazione del processo centrale di ordinamento (mantenuto dal persistere della discrepanza), determina, rigidità e concretezza del racconto di Sé e senso di estraneità e di non appartenenza dell’esperienza critica.
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GLI STILI DI PERSONALITA’
Lo stile A (eterodiretto) – outward, campo dipendente Lo stile A (depressivo) – inward, campo indipendente Lo stile C (fobico) – inward, campo dipendente Lo stile A/C (ossessivo) – outward, campo indipendente
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LO STILE ETERODIRETTO(DAP) Caratteristiche:
Influenze storico- culturali Contributo della tecnologia Enfatizzazione dell’esterno Sviluppo di una sensibilità alle azioni, emozioni, desideri ed aspettative dell’altro Comprensione di sé attraverso l’adesione al mondo esterno “Senso di vuoto” Difficile modulazione tra senso di autonomia e di appartenenza Senso di inaffidabilità personale Immagine ideale Senso di “bluff” Attitudine al perfezionismo Senso di incapacità Annullamento Timore del giudizio dell’altro Gestione del giudizio (condotte seduttive o manipolative) Oppositività
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LO STILE ETERODIRETTO(DAP) Come prende forma?
Imprevedibilità della figura di attaccamento Inattendibilità della risposta materna Difficoltà di discriminazione degli stati interni (senso di vaghezza) Racconto ideale familiare Conferma del valore del genitore
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LO STILE ETERODIRETTO(DAP) Rapporto con le emozioni nello sviluppo
Preminenza delle “exposed emotions” (imbarazzo, empatia, invidia) per la centralità dell’altro (infanzia) Emergenza di emozioni valutative o morali (imbarazzo, orgoglio, colpa e vergogna) per la stabilizzazione di comportamenti compiacenti (fanciullezza) Preminenza della colpa ed imbarazzo legato all’esposizione Confronto con i pari Emozioni cognitive (imbarazzo, colpa, orgoglio, timidezza, ebrezza, ansia, annullamento, vuoto) Ansia sociale per una sensibilità all’esposizione
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LO STILE ETERODIRETTO(DAP) Situazioni problematiche
Esposizione Confronto che varia nelle fasi di sviluppo (es. laurea, scelta degli studi, lavoro) Gestione del senso di vuoto Sbilanciamento verso “l’ipseità”, privata dal sostegno della “medesimezza” Molteplicità dell’immagine di sé “Zelig”
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CONTINUITA’- DISCONTINUITA’
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