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Fisica Terrestre Parte III Sismologia

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Presentazione sul tema: "Fisica Terrestre Parte III Sismologia"— Transcript della presentazione:

1 Fisica Terrestre Parte III Sismologia
A. Caporali Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica Università di Padova

2 Zone a bassa velocità a1 i r a2 > a1
Legge di Snell: il rapporto tra il seno dell’angolo dell’onda incidente e il seno dell’angolo dell’onda rifratta è uguale al rapporto degli indici di rifrazione. Zona a bassa velocità: è una zona d’ombra, cioè una zona dove non si registrano onde sismiche, associata con un guscio in cui la velocità è inferiore a quella del guscio superiore Un esempio di zona d’ombra è quella tra 103° (raggio radente sul CMB) e 143°, associata al nucleo liquido In questa figura p e s indicano raggi che viaggiano verso l’esterno, c e i indicano riflessione al confine nucleo-mantello e al confine nucleo interno –nucleo esterno; K e I indicano onde P che hanno attraversato il nucleo Esterno e Interno rispettivamente. La PKJKP che viaggia come S per il nucleo interno è stata a lungo controversa

3 Forme d’onda e tempi di arrivo
57655 Tempi di arrivo delle varie fasi di un’onde generato da 104 diversi terremoti, con la interpretazione del cammino. Questi dati sono stati usate per generare il modello IASP91 Sequenza di arrivo delle varie fasi di un’onda sismica e relazione con il cammino d’onda

4 Modello delle costanti elastiche e densità terrestri (1/2)
La misura della velocità a e b delle onde sismiche interne fornisce due relazioni tra le tre incognite K, r e m: Occorre una terza equazione che rappresenti la condizione di equilibrio della Terra: nel caso più semplice, la Terra è considerata ina serie di involucri sferici concentrici, con la densità funzione della sola distanza dal centro. Compensazione tra forza di gravità e gradiente di pressione: Definizione di modulo di compressibilità K: Segue che: E in definitiva:

5 Modello delle costanti elastiche e densità terrestri (2/2)
Modello di K e m Modello di r Modello di g Modello di P

6 Transizioni di fase nel sistema Crosta-Mantello
Gran parte della conoscenza della struttura profonda della Terra deriva da profili sismici e dai modelli di densità. La velocità delle onde S mostra un brusco salto in corrispondenza alla Moho. A maggiori profondità, si notano variazioni lente alternate a crescite più marcate. Quest’ultime zone corrispondono a transizioni di fase: una è a km e corrisponde alla transizione olivina-spinello; l’altra è a 700 km e corrisponde alla transizione spinello – perovskite. Una transizione di fase non corrisponde necessariamente a un cambiamento tra solido-liquido-gassoso, ma a una riorganizzazione degli atomi che normalmente comporta una maggiore densità.

7 Sismica a Rifrazione x z a1 a2 > a1
Al posto dei terremoti vengono usate sorgenti artificiali (esplosivi). I sismometri sono disposti in sequenze regolari, tipicamente ogni 5 km per distanze anche di qualche centinaio di km. La posizione della sorgente non è più una incognita. Che cosa si misura: il tempo di arrivo del primo impulso, come funzione della distanza del sismometro dal punto di scoppio Nel semplice modello a due strati paralleli, le incognite sono: la velocità di propagazione nei due strati e la profondità della interfaccia. Per ogni scoppio vengono registrati ad ogni sismometro tre eventi: l’epoca di arrivo dell’onda diretta, dell’onda riflessa e dell’onda rifratta all’angolo critico. z a1 a2 > a1

8 Angoli e distanze critiche
Poiché la grandezza misurabile è l’epoca di arrivo del primo impulso, prima si misura a1 con il tempo di arrivo dell’onda diretta a x< xcross, poi a2 con l’onda rifratta a x> xcross, e infine z con la intercetta dell’onda rifratta. Inclinazione critica: l’angolo di incidenza corrispondente a un’onda rifratta a 90°: Distanza critica: la distanza minima dal punto di sparo alla quale comincia ad arrivare l’onda rifratta: Distanza di crossover: è la distanza alla quale l’onda diretta e l’onda rifratta arrivano allo stesso istante PmP Nell’immagine sperimentale si noti l’uso del tempo ridotto con una velocità nominale di 6 km/s; inoltre Pg è l’onda diretta, Pn è l’onda rifratta dalla Moho, e PmP è l’onda riflessa dalla Moho; si noti che Pg e PmP non convergono asintoticamente, come previsto nel caso ideale della figura sovrastante, per effetti di struttura fina sulla Moho.

9 Esempi di sismogrammi sintetici e dei corrispondenti profili di velocità
Esempi di registrazione sismica per lo studio della crosta oceanica: 1,5 km/s è la velocità in acqua, e 2,8 km/sec la velocità nei detriti di fondale.Il modello d) è quello che meglio riproduce i dati sperimentali.

10 Rifrazione da un piano inclinato (1/2)
Il tempo di arrivo dell’onda rifratta può essere scritto come: Se l’onda è rifratta da una interfaccia inclinata di un angolo d, il tempo di arrivo per l’odnda che si propaga verso il giù (down dipping) e quello dell’onda che si propaga all’insù (up-dipping) sono rispettivamente) d a1 a2 x zd zu

11 Rifrazione da un piano inclinato (2/2)
Questi tempi si allineano lungo rette di pendenze (velocità): Dalla misura di queste pendenze, nota a1 si stimano ic e d : Infine, nota ic si determina a2

12 Profilo a rifrazione con strati multipli e variamente inclinati
La linea continua rappresenta l’interpretazione dei tempi di arrivo. Si noti l’effetto di faglie e l’effetto della Moho sulla rifrazione. Sul lato destro della figura in basso sono riportate le velocità impiegate per i vari strati.


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