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PubblicatoEusebio Ferrari Modificato 11 anni fa
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07/02/2014 1 Verso un SERVIZIO MINORI E FAMIGLIE associato AMBITO 1 BERGAMO
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07/02/2014 2 1. LA CRONOLOGIA DEL PROGETTO 2. IL GRUPPO DI LAVORO: composizione e tempi; 3. CRITERI GUIDA: famiglia, servizio, cambiamento 4. OGGETTO DI LAVORO: la Prevenzione 5. LA MAPPA DELLESISTENTE 6. IL NUOVO MODELLO: i livelli di lavoro; quattro poli territoriali; multiprofessionalità; famiglia e territorio risorsa; attenzione ai risultati; attenzione al processo; costi 7. I TEMPI DEL CAMBIAMENTO INDICE :
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07/02/2014 3 LA CRONOLOGIA DEL PROGETTO Piano di zona 2009/2011; Novembre 2009: incontro amministratori Febbraio 2010: atto di indirizzo per lattivazione di un servizio di gestione associata di Tutela Minori Ambito 1 Bergamo Aprile 2010: mandato al coordinatore Area Minori e Famiglia Agosto 2010: avvio gruppo di lavoro Dicembre 2010: presentazione Assemblea Sindaci del documento Aprile 2011: avvio della sperimentazione
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07/02/2014 4 IL GRUPPO DI LAVORO Composizione Composizione: Ambito (P. Morandini, S. Rota), Comune di Bergamo (E. Lazzari, L.Fumagalli, M. Signorelli), Comuni (F. Micheli, A. Bonante), ASL (C. Rozzoni, R. Bassani), Consorzio Solco Città Aperta (F. Castelli, D. Zanchi) Tempi Tempi: incontri quindicinali (agosto 2010 - dicembre 2011)
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07/02/2014 5 CRITERI GUIDA IL SERVIZIO LA FAMIGLIA IL CAMBIAMENTO
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IL SERVIZIO CRITERI GUIDA IL SERVIZIO 1. IL SERVIZIO SI INSERISCE IN UN QUADRO COMPLESSIVO DELLE POLITICHE FAMILIARI 2. IL SERVIZIO SI OCCUPA NON SOLO DI RIPARAZIONE MA ANCHE DI PREVENZIONE 3. IL SERVIZIO DEVE ESSERE FORTEMENTE RADICATO NEL TERRITORIO E PROMOSSO ALLINTERNO DELLO STESSO
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LA FAMIGLIA CRITERI GUIDA LA FAMIGLIA 1. LA FAMIGLIA PROTAGONISTA NELLA COSTRUZIONE DELLE RISPOSTE 2. LA FAMIGLIA COME SISTEMA DI RELAZIONI SIGNIFICATIVE 3. LA FAMIGLIA SOGGETTO CENTRALE DELLA COMUNITA LOCALE 4. NON E LASSENZA DI PROBLEMI A DIFFERENZIARE UNA FAMIGLIA FUNZIONALE DA QUELLA DISFUNZIONALE, MA LA CAPACITA DI AFFRONTARE SITUAZIONI SCONOSCIUTE E ADATTARSI ALLE NUOVE
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IL CAMBIAMENTO CRITERI GUIDA IL CAMBIAMENTO 1. UTILIZZO DI UN LINGUAGGIO CHE CREI RELAZIONI TRA SERVIZI E FAMIGLIE 2. INTEGRAZIONE di pubblico (sociale, sanitario, socio-sanitario, educativo) – privato – terzo settore, al fine di offrire un servizio più adeguato alle esigenze delle famiglie 3. MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO 4. TEMPI DEL CAMBIAMENTO: brevi 5. FORMAZIONE PERMANENTE DEGLI OPERATORI 6. RISULTATI DEL LAVORO FATTO
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07/02/2014 9 OGGETTO DI LAVORO La PREVENZIONE: Primaria Secondaria Terziaria
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LA PREVENZIONE OGGETTO DI LAVORO LA PREVENZIONE E l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati. Esistono tre livelli di prevenzione, che agiscono in momenti diversi
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La PREVENZIONE primaria è tesa a promuovere il benessere nelle relazioni familiari e comunitarie OGGETTO DI LAVORO La PREVENZIONE secondaria ha lo scopo di individuare precocemente i sintomi di disagio e i fattori di rischio La PREVENZIONE terziaria ha lobiettivo di limitare il più possibile i danni di un disagio presente e di mettere in atto interventi riabilitativi
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07/02/2014 12 Interventi di PREVENZIONE PRIMARIA : - integrazione tra le realtà consultoriali e le attività del Centro Famiglia - interventi precoci a sostegno della famiglia generativa - potenziamento dei Servizi educativi (dalla prima infanzia ai progetti giovani) - collaborazione con le scuole - lavoro territoriale (Reti sociali) - campagne di sensibilizzazione
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07/02/2014 13 Interventi di PREVENZIONE SECONDARIA: - utilizzo di procedure di screening sociale in collaborazione con I nidi, spazi gioco, scuole elementari, consultori - attivazione di interventi sociali di aiuto indirizzati a rimuovere o attenuare le difficoltà incontrate dai genitori - progetti di rete, di quartiere, di condominio, indirizzati a promuovere la partecipazione attiva della comunità alla soluzione dei problemi e allaumento del capitale sociale - assitenza domiciliare familiare
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07/02/2014 14 Interventi di PREVENZIONE TERZIARIA: - interventi multifamiliari per famiglie pluriproblematiche - attivazione di forme di auto mutuo aiuto - riduzione dei minori allontanati dal nucleo famigliare - attivazione di gruppi di famiglie separate con situazioni di alta conflittualità coniugale - assistenza Domiciliare Familiare - attivazione di nuovi protocolli di intervento (es. Family Group Conference) - potenziamento dellaffido famigliare
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07/02/2014 15 LA MAPPA DELLESISTENTE - Popolazione e famiglie con minori - Territori di riferimento - Modello organizzativo attuale (dati aggiornati al 30 settembre 2010)
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Popolazione e Famiglie con Minori COMUNIPopolazione al 31.12.2009 Famiglie in carico N. Famiglie con provvedimento N. Famiglie senza provvedimento Ponteranica6806 Sorisole9050 Torre Boldone 8309 Orio al Serio1684 Gorle(6295) Bergamo119.234 TOTALE 1112411701 145.083 (151.378)
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I territori di riferimento CIRC.1 (ex 1- 6 - 3) CIRC.2 (ex 2 - 7) CIRC.3 (ex 4 - 5) UMA Centro, Pignolo, S. Leonardo, Borgo Palazzo Longuelo, Loreto, S.Lucia, S.Paolo Monterosso, Valesse, Valverde, S. Colombano, Conca Fiorita Ponteranica Città Alta, ColliCarnovali, Colognola, Villaggio Sposi, Grumello al Piano, S. Tomaso Borgo S. Caterina, Redona Città Alta Sorisole Malpensata, Campagnola, Boccaleone, Celadina Torre Boldone Orio al Serio (Gorle)? Tot. Abitanti: 45.054 Tot. Abitanti: 40.849Tot. Abitanti: 33.331Tot. Abitanti: 25.849 ( 32.144)
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07/02/2014 18 IL NUOVO MODELLO I livelli presenti Quattro poli territoriali Multiprofessionalità Famiglia e territorio risorsa Attenzione ai risultati Attenzione al processo Costi
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07/02/2014 19 Nel nuovo modello sono previsti tre livelli con funzione di governo, monitoraggio e sviluppo del Servizio: - Livello Politico - Livello Responsabilità - Livello operativo I tre livelli saranno fortemente interconnessi
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Polo n. 1Polo n. 2 Polo n. 3 Polo n.4 Livello politico ( Comuni, ASL, Terzo settore ) Livello Responsabilità (Gruppo integrato per la famiglia) attuale gruppo che ha elaborato la proposta composto da Comuni, ASL e Terzo Settore) Livello Operativo (Assistenti Sociali, Psicologi e Educatori) con forte integrazione con famiglie e territorio
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07/02/2014 21 Quattro poli territoriali Suddivisione in quattro poli territoriali Creazione di quattro gruppi di lavoro Costruzione di nuovi strumenti di lavoro
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07/02/2014 22 Multiprofessionalità Gruppi di lavoro con professionalità miste (Assistenti sociali, psicologi ed educatori professionali) Gruppi di lavoro con capacità di integrare competenze professionali ed esperienziali
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07/02/2014 23 Famiglia e territorio risorsa La famiglia risorsa e non destinataria degli interventi Valorizzazione e attivazione delle risorse del territorio
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07/02/2014 24 Attenzione ai risultati Monitoraggio dei risultati Elaborazione di indicatori Presentazione costante dei risultati raggiunti
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07/02/2014 25 Attenzione al processo Attenzione alle connessioni tra i tre livelli (Politico-Responsabilità e Operativo) Formazione permanente degli operatori
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07/02/2014 26 I costi Il nuovo modello non prevede costi aggiuntivi a quelli esistenti, ma una migliore ottimizzazione delle risorse oggi impiegate
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07/02/2014 27 I TEMPI DEL CAMBIAMENTO Dicembre 2010 : Presentazione e approvazione Nuovo Modello allAssemblea dei Sindaci Gennaio 2011: Elaborazione e presentazione Progetto Servizio Minori e Famiglia con Ipotesi di costruzione di un accordo inter-istituzionali Aprile 2011: Avvio sperimentazione nuovo modello Servizio Minori e Famiglia Aprile / dicembre 2011: continuazione sperimentazione con verifica trimestrale con lAssemblea dei Sindaci
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