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PubblicatoImelda Marchetti Modificato 10 anni fa
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Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità giovanile
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“Programmazione, gestione e controllo”
Prof. Francesco Contò Potenza 01 Aprile 2011
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“Economia e gestione delle imprese”
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di laurea in Scienze della Comunicazione Corso di “Economia e gestione delle imprese” Prof. Francesco Contò
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METODI DI DIREZIONE AZIENDALE
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Metodi di direzione aziendale
Il processo di direzione non si limita a dirigere dando solo ordini, ma consiste nella partecipazione attiva alla formulazione delle strategie aziendali e alle politiche di programmazione, organizzazione e gestione. Da ciò scaturisce il concetto di ciclo di direzione, le cui fasi sono la programmazione, l’organizzazione, la conduzione ed il controllo. Le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sono le più complesse poiché si occupano di problemi strutturali, mentre quella di conduzione si occupa dei rapporti interpersonali.
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CICLO DI DIREZIONE Programmazione Organizzazione Controllo Conduzione
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Metodi di direzione aziendale (3)
L’impresa è una struttura composita che, per poter raggiungere degli obiettivi, deve essere organizzata. Organizzare significa ordinare un sistema in parti interdipendenti e correlate. Funzione importante all’interno dell’impresa è svolta dall’organizzazione, o funzione organizzativa, che ha lo scopo di ordinare i compiti, responsabilità e relazioni delle forze personali presenti nell’impresa.
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Metodi di direzione aziendale (4)
La funzione organizzativa si pone lo scopo di definire: I centri decisionali, di controllo ed esecutivi da istituire nell’impresa; L’autorità e la responsabilità da attribuire a ciascuno di essi; Le relazioni formali da attivare fra i vari centri; Le procedure di decisione, di informazione e di esecuzione, necessarie per l’ordinato svolgimento della gestione.
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Metodi di direzione aziendale (5)
Lo scopo della funzione organizzativa è l’ottenimento di condizioni di massima efficienza operativa e, quindi, il conseguimento di una maggiore produttività del lavoro. L’organizzazione ha anche lo scopo di soddisfare le attese di coloro che lavorano nell’impresa. Lo studio dell’organizzazione può essere condotto secondo un duplice profilo: strutturale, di ordinamento di compiti e responsabilità; del comportamento del sistema organizzativo, circa la dinamica dell’organizzazione.
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Metodi di direzione aziendale (6)
L’organizzazione è uno strumento di produzione e di accumulazione di conoscenze: la prima può derivare dall’osservazione all’interno dell’azienda e all’esterno. L’accumulazione si ottiene, invece, dal trasferimento delle informazioni dagli individui all’intero gruppo di operatori aziendali. Quindi, l’organizzazione è uno strumento di conoscenza sia sotto l’aspetto statico, sia sotto l’aspetto dinamico o comportamentale.
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Metodi di direzione aziendale (7)
Inoltre, il problema organizzativo dell’impresa si pone, quindi, con modalità diverse a seconda se si tratta di organizzare una nuova azienda o una già esistente e funzionante. Situazioni di gestione organizzativa: 1. stabilità, allorché il livello e il tipo di prestazioni tendono a mantenersi costanti nel tempo; 2. elasticità operativa, quando durante la vita aziendale si modificano con rapidità le caratteristiche quali- quantitative della produzione;
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Metodi di direzione aziendale (8)
3. elasticità strategica, quando i mutamenti dell’ambiente richiedono all’azienda una pronta modificazione delle strategie complessive di gestione; 4. elasticità strutturale, allorché i cambiamenti della strategia debbono trovare riscontro nell’evoluzione della struttura organizzativa. La struttura dell’organizzazione dovrà, pertanto, essere più o meno elastica in rapporto alle differenti condizioni di gestione.
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Metodi di direzione aziendale (9)
Lo stile di direzione o di leadership consiste nel modello di governo dei rapporti di lavoro nell'organizzazione d'impresa. Lo stile autoritario si esercita mediante il comando e il controllo, basato su rapporti gerarchici forti; Lo stile partecipativo o democratico è basato sulla ricerca del consenso con prevalenza di comportamenti consultivi e partecipativi. In ogni caso, l'adozione con successo di uno stile di direzione è legato al riconoscimento della leadership , che consente di indurre modificazioni nel comportamento altrui.
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Metodi di direzione aziendale (10)
Il funzionamento del sistema d’impresa richiede necessariamente la definizione di procedure o routine organizzative. Queste possono essere programmate in fase di avviamento dell’impresa, ma si arricchiscono per effetto dell’accumulazione di conoscenze nell’organizzazione. Si possono distinguere quattro tipi di procedure: 1. le procedure operative, intese a disciplinare lo svolgimento di attività ripetitive ai livelli operativi;
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Metodi di direzione aziendale (11)
2. le procedure di controllo, dirette ad assicurare la sorveglianza degli andamenti di gestione; 3. le procedure di informazione, aventi lo scopo di alimentare i flussi di conoscenza ricorrenti all’interno dell’organizzazione; 4. le procedure decisionali, rivolte a definire gli interventi e i ruoli rivestiti nell’assunzione delle decisioni.
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Metodi di direzione aziendale (12)
Fasi definizione procedura : a) definizione degli obiettivi da raggiungere con la nuova procedura; b) analisi dell’area funzionale o subfunzionale da regolamentare e individuazione dei momenti di attuazione della funzione; c) disaggregazione di ciascuna fase in specifiche operazioni ed interventi da attivare e individuazione degli organi coinvolti;
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Metodi di direzione aziendale (13)
d) determinazione della sequenza più corretta degli interventi ed attribuzione di questi agli organi che ne dovranno essere responsabili; e) determinazione dei supporti (moduli) da utilizzare per lo sviluppo della procedura; f) descrizione analitica del flusso degli interventi necessari per attivare la procedura.
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Metodi di direzione aziendale (14)
L’efficienza dell’organizzazione è uno dei presupposti dell’efficienza gestionale aziendale. L’efficienza dell’organizzazione si misura in rapporto alla creazione di condizioni favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di gestione. L’organizzazione deve adattarsi all’evoluzione della gestione, modificandosi ogni qualvolta una variazione dei fattori interni ed esterni produca un mutamento negli obiettivi e nelle modalità di attuazione delle funzioni aziendali.
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PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO
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Aree funzionali di gestione
Nell’esecuzione dei suoi processi produttivi, l’impresa combina le risorse secondo i criteri di efficacia (obiettivi economici) ed efficienza (economicità). Per raggiungere tali obiettivi l’impresa deve attuare una serie di attività gestionali (aree funzionali).
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Programmazione, gestione e controllo
Programmazione: processo di predeterminazione degli obiettivi, delle politiche e delle attività da compiere entro un determinato periodo di tempo. Quindi, programmare significa assumere in anticipo decisioni attinenti la gestione futura dell’impresa. Previsione: anticipazione dei movimenti futuri di certe variabili economiche utili alle scelte aziendali. La previsione ha un ruolo strumentale rispetto alla programmazione.
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PROGRAMMAZIONE PER SINGOLI SETTORI IN MODO INTEGRALE PIANI SETTORIALI
Può attuarsi PER SINGOLI SETTORI IN MODO INTEGRALE PIANI SETTORIALI PIANI GLOBALI
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Programmazione, gestione e controllo (3)
Il processo di programmazione può tradursi in un sistema di piani secondo: a) i contenuti (piani strategici o innovativi e piani operativi o di adattamento); b) l’ambito gestionale (piani globali, piani di aree di affari e piani di funzioni); c) l’orizzonte temporale (piani di lungo, medio, breve e brevissimo termine); d) il grado di analisi (piani-progetto, ovvero progetti di massima, e piani programma o piani esecutivi).
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Programmazione, gestione e controllo (4)
Questi elementi si possono combinare tra loro dando vita a due piani: il piano strategico e quello operativo. Il piano strategico è un piano a lungo termine di carattere innovativo, esso si riferisce alla strategia globale e può essere scomposto in: piano di sviluppo, piano degli investimenti e nel piano organizzativo. Il piano operativo è un piano di medio-breve termine, di adattamento, si occupa delle funzioni aziendali.
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Programmazione, gestione e controllo (5)
La programmazione strategica è lo strumento con il quale il gruppo imprenditoriale stabilisce i percorsi futuri della struttura e gli eventuali mutamenti sia in senso quantitativo (variazioni dimensionali) che qualitativo (variazione dei campi di attività). Il suo scopo è di determinare gli obiettivi raggiungibili nel tempo lungo e di rimuovere gli ostacoli che ad essi si oppongono.
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Programmazione, gestione e controllo (6)
Nella programmazione è fondamentale l’arco di tempo che viene considerato, poiché esso varia in virtù di molte variabili legate all’ambiente esterno e al mercato stesso, pertanto, i piani strategici non debbono essere superiori ai cinque anni o addirittura triennali. Rispetto alla programmazione di lungo termine, la programmazione di breve termine si occupa di organizzare operazioni di gestione secondo gli obiettivi fissati per l’esercizio annuale.
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Programmazione, gestione e controllo (7)
Il piano aziendale è una procedura che mira a tradurre in termini quantitativi le scelte del gruppo aziendale o imprenditoriale; inoltre, ha lo scopo di pervenire ad un’allocazione ottimale delle risorse disponibili per l’impresa (capital budgeting). Esistono piani di lungo periodo e medio-breve periodo. Piano di lungo periodo: rappresenta la pianificazione più completa, ordina le linee fondamentali di evoluzione del sistema aziendale, le risorse da utilizzare e i tempi e le modalità del loro impiego.
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Programmazione, gestione e controllo (8)
Il piano operativo è composto dalle sequenze di decisioni e di operazioni da porre in essere per raggiungere gli obiettivi di breve periodo. Esso è composto da quattro elementi legati tra loro: obiettivi, politiche, attività e risorse. Obiettivi: traguardi a cui l’impresa dovrà tendere; Politiche: linee generali di azione; Attività: opportunità-vincoli da rispettare; Risorse: mezzi da impiegare nell’attività.
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Programmazione, gestione e controllo (9)
Nel piano operativo si inquadra il piano di vendita. Fasi principali della programmazione di tale piano: a) la fissazione degli obiettivi di vendita; b) la definizione delle politiche commerciali; c) il coordinamento di obiettivi e politiche nell’ambito del piano operativo generale; d) lo sviluppo del budget di vendita; e) l’articolazione del piano per i vari segmenti della gestione commerciale.
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Programmazione, gestione e controllo (10)
Per quanto riguarda la valutazione e l’impiego delle risorse, molto importante in questo caso diventa il budget economico o bilancio preventivo. Il budget è definito anche come un conto profitti e perdite anticipato, perché tende a predeterminare il risultato della futura gestione. Al budget economico si collega un budget finanziario, che considera gli impieghi e le fonti di capitali.
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PROGRAMMAZIONE PIANO PIANO A LUNGO TERMINE A MEDIO-BREVE TERMINE
STRATEGICO PIANO OPERATIVO
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PIANO STRATEGICO PIANO PIANO DEGLI PIANO PIANO OPERATIVO PIANO DI
DI SVILUPPO PIANO DEGLI INVESTIMENTI PIANO ORGANIZZATIVO PIANO OPERATIVO PIANO DI VENDITA
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Programmazione, gestione e controllo (13)
La programmazione della gestione si completa con la valutazione dell’efficienza e dell’ efficacia della gestione stessa. L’efficienza è misurata dal rapporto tra i risultati conseguiti e le risorse impegnate. L’efficacia è data dal rapporto tra gli obiettivi ottenuti e quelli che si sarebbero dovuti conseguire.
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Programmazione, gestione e controllo (14)
Uno dei modi per valutare l’efficienza aziendale è l’analisi di alcuni indici di efficienza che fotografano la realtà aziendale: Reddito di esercizio: rappresenta il successo delle operazioni svolte durante l’anno, è un valore residuale di natura contabile ed è un elemento significativo solo nel lungo periodo. Il cash-flow è dato dalla sommatoria dell’utile netto, degli ammortamenti e degli accantonamenti (cash- flow finanziario) oppure dalla somma dell’utile netto e degli ammortamenti (cash-flow reddituale).
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Programmazione, gestione e controllo (15)
Il cash-flow rappresenta un valore indicativo dell’autofinanziamento aziendale e, in quanto tale, è considerato espressivo del risultato della gestione. Per misurare il cash-flow bisogna prendere in considerazione le componenti estranee alla gestione tipica o caratteristica dell’azienda. Gestione tipica o caratteristica: è costituita da tutte le operazioni destinate a raggiungere l’obiettivo fondamentale per cui l’impresa è stata creata.
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Programmazione, gestione e controllo (16)
Altri tipi di gestione sono: La gestione finanziaria, rappresentata dalle operazioni di reperimento e d’impiego dei fondi o prodotti dall’attività aziendale; La gestione patrimoniale, costituita dalla amministrazione dei beni non strumentali per l’esercizio della gestione tipica; La gestione straordinaria, composta dagli eventi imprevedibili, destinati ad alterare la situazione reddituale e patrimoniale dell’impresa.
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Programmazione, gestione e controllo (18)
Altri indici di efficienza sono: Il margine operativo, che rappresenta il risultato della gestione caratteristica dell’impresa ed è uguale alla differenza tra ricavi e costi dell’attività tipica aziendale ed è determinato sempre al lordo degli oneri fiscali. Il ”benchmarking”, cioè l’attività sistematica di controllo della concorrenza mediante il confronto delle performance realizzate.
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Programmazione, gestione e controllo (19)
L’efficienza organizzativa, che riguarda la struttura, le procedure e gli uomini impegnati nel sistema aziendale. Un indice dell’efficienza organizzativa è l’indice di produttività e misura l’efficienza del lavoro sia umano che meccanico. Esso è un indice quantitativo di rendimento, che non rivela nulla sulla qualità delle prestazioni rese.
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Programmazione, gestione e controllo (20)
L’efficienza economica può essere misurata con riferimento a tre parametri fondamentali: costi, ricavi e reddito. Due sono gli indici più usati: a) l’indice di economicità, costruito ponendo al numeratore i costi delle singole funzioni o dell’intera attività dell’azienda e al denominare i ricavi della gestione; b) l’indice di redditività, costruito ponendo al numeratore il reddito lucrato dall’impresa e al denominatore il capitale corrispettivamente investito.
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Programmazione, gestione e controllo (21)
Passando infine a considerare l’efficienza esterna o di mercato, l’indice è rappresentato dalla quota di mercato, dato dal rapporto tra le vendite aziendali e le vendite complessivamente effettuate nel particolare mercato. La determinazione di quest’ultimo indice comporta la conoscenza di un dato esterno (vendite globali), che spesso richiede apposite indagini di mercato.
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Programmazione, gestione e controllo (22)
La funzione di controllo opera al fine di valutare la bontà delle decisioni, delle scelte e delle azioni intraprese o da intraprendere: Controllo strategico: collegato alla pianificazione strategica, concerne gli obiettivi generali e le politiche dell’azienda; Controllo direzionale: al fine di assicurare che le risorse siano state ottenute ed impiegate efficientemente ed efficacemente per il raggiungimento degli obiettivi aziendali; Controllo operativo: operato sulle attività orientate verso micro-obiettivi a breve termine, di carattere meramente esecutivo.
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