Scaricare la presentazione
1
Disturbo dell’attenzione e Iperattivita’ ADHD
Manuela Scarpa Pavia, 28\01\2013
2
Il deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD) comporta:
Compromissione area dei comportamenti e area cognitiva Ripercussioni su apprendimento scolastico Problemi di attenzione, impulsività e iperattività
3
DIAGNOSI Difficile da formulare Comporta la presenza di almeno 6 sintomi per un minimo di 6 mesi e in almeno 2 contesti I sintomi sono presenti prima dei 7 anni Il rendimento scolastico e\o sociale è compromesso INCIDENZA Secondo il DSM è del 5% INSORGENZA Età media di insorgenza fra 3-4 anni Evoluzione è diversificata da alcune variabili: - qualità delle relazioni con e tra familari - accettazione nel contesto scolastico - profilo cognitivo generale - presenza di altri disturbi
4
CARATTERISTICHE EVOLUTIVE
Nascita: bambino difficile, irritabile, pianto inconsolabile, difficoltà sonno\alimentazione, bassa tolleranza frustrazione (effetti negativi su relazione con caregiver) Scuola Materna: bambino non ha problemi nel gioco libero ma in quello che presenta regole; il suo gioco è semplice, stereotipato, con continui cambi di interesse. Scuola Primaria: iperattività meno frequente ed intensa, ma sostituita da agitazione interiorizzata che porta insofferenza, impazienza, continui cambi di attività o movimenti del corpo. Preadolescenza e Adolescenza: sintomatologia attenuata ma compaiono disturbi associati: depressione, condotta antisociale, ansie, scarsa capacità di mantenere amicizie e di risolvere conflitti interpersonali.
5
PROBLEMI DI COMORBILITA’
70% dei bambini con ADHD presenta un disturbo associato Comorbilità più frequenti: disturbo da comportamento dirompente (40-50% disturbi oppositivi – provocatori e 10-15% disturbo della condotta) disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) M comorbilità del 30%, F del 10% ritardo mentale disturbo d’ansia (25% dei casi) disturbo d’umore (non è da interpretare come depressione!!; demoralizzazione deriva da esperienze di scarso rendimento scolastico o emarginazione)
6
EZIOLOGIA DEL DISTURBO
MODELLI NEUROCOGNITIVI ancora nessun risultato circa il coinvolgimento genetico nella genesi del disturbo studi di brain imaging differenze in termini di dimensione di alcune aree cerebrali (area pre-frontale dx, nucleo caudato, cervelletto) MODELLI NEUROPSICOLOGICI deficit a livello delle funzioni esecutive: attivazione ed esecuzione motoria, memoria di lavoro, autoregolazione emozioni, motivazione, interiorizzazione del linguaggio, analisi e sintesi degli eventi.
7
FATTORI DI RISCHIO Sono stati individuati fattori di rischio ereditabili geneticamente e che rendono un b. più vulnerabile all’ADHD: iperattività materna deficit di inibizione delle risposte impulsive ridotta capacità di tollerare l’attesa deficit di analisi temporale difficoltà nella memoria di lavoro Tutti i modelli sottolineano che: nei bambini con ADHD i processi cognitivi di tipo controllato sono più compromessi
8
DIAGNOSI È un processo complesso per 2 motivi: comportamento tenuto dal b. in laboratorio è diverso da quello tenuto in contesti naturali (valutazione di tipo comportamentale in almeno 2 contesti di vita) non esistono strumenti neuropsicologici in grado di dare la certezza della presenza di questo disturbo Diagnosi richiede coinvolgimento genitori e insegnanti: Raccolta informazioni da fonti multiple (interviste semistrutturate, questionari) Intervista a b. per valutare livello di consapevolezza Valutazione neuropsicologica e valutazione apprendimenti Osservazione clinica possibilmente in contesto naturale (casa o scuola)
9
PRINCIPALI STRUMENTI PER DIAGNOSI Interviste Kiddie – Sads Questionari scale SDAI, SDAB, SDA, scala SCOD per genitori e insegnanti Osservazione strutturata in contesto naturale (permette di fare inventario dei comportamenti negativi del b.) Test cognitivi e neuropsicologici (non stabiliscono con certezza la presenza del disturbo): WISC per analisi abilità cognitive TEST TORRE DI LONDRA per valutare funzioni cognitive TEST CAMPANELLE per valutare attenzione
10
INTERVENTI TERAPEUTICI
Farmacologico: usato come emergenza sui sintomi primari: disattenzione, iperattività, impulsività (poche prove sulla sua utilità a lungo termine) Psicologico: agisce sui sintomi secondari (influenza su relazioni sociali); dura di più nel tempo Combinato: farmacologico + psicologico
11
OBIETTIVO DEL TRATTAMENTO/1
Rendere b. consapevole delle proprie difficoltà e dare giusto peso alle proprie azioni Aiutare b. ad acquisire autoregolazione attraverso: - tecniche comportamentali (es. tecnica gettonib. premiato per comportamenti positivi) - tecniche cognitiviste (es. autoistruzioni verbali, problem solving)
12
OBIETTIVO DEL TRATTAMENTO/2
Lavorare con genitori:(corsi di formazione parent training): - sostenerli dal punto di vista educativo - evidenziare abitudini di interazione problematica - fornire strategie di coping -migliorare/risolvere situazioni problematiche nella quotidianità Lavorare con insegnanti: - fornire strategie di comportamento con b. ADHD - aiutarli a costruire contesto ben strutturato (disposizione banchi)
13
CONCLUSIONE L’importante è agire su più fronti (bambino – genitori – insegnanti) e considerare diversi fattori contemporaneamente.
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.