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PubblicatoNoelia Dini Modificato 10 anni fa
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Baba Yaga e la fata Turchina: personaggi delle fiabe per fare intercultura
Lunedì 22 ottobre 2012 Villa Recalcati Varese Gabriella Lessana Fondazione ISMU
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In molti paesi raccontare fa parte del quotidiano e i bambini vengono stimolati attraverso fiabe, indovinelli, proverbi, a riflettere e ragionare partendo sempre da argomenti semplici che riguardano la vita di tutti i giorni.
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L’immaginario L’immaginario collettivo, pur nelle differenze, riconduce alle scoperte essenziali sulla condizione umana, la vita, la morte, l’amicizia, le paure,i desideri…, da passare alle generazioni successive…
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Chi emigra incontra grandi difficoltà a rivivere insieme ai figli l’atto del narrare
La narrazione orale richiede infatti tempi, modi, ritmi, parole adatte a creare le ambientazioni, i luoghi dell’immaginario Mancano i nonni, gli zii, le figure che narravano…
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Per le nuove generazioni di bambini immigrati il ricco patrimonio favolistico della cultura d’origine rischia di andare perduto e di perdere valore ai loro occhi…
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immaginario e personaggi dal mondo
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L’orco Buso (Filippine)
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Aisha Kandisha (Marocco)
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GYNN (mondo arabo)
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Sacì Pererè (Brasile)
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Baba Jaga (paesi dell’est)
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Casa Baba Yaga
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Nomi diversi per lo stesso personaggio
Baba Roga (slavo, serbo, croato, bosniaco) Baba Cloanta (rumeno) Jèzibaba (slovacco e ceco) Rra (Bulgaro) Bobbe Yakhne (Yddish)
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Vassilissa e la Baba Yaga
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Nung Guama (Cina)
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Ghoula (Mondo arabo)
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Drago (tutte le culture)
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Babau, uomo nero
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Cosa succede all’immaginario infantile quando si interrompono le catene culturali della tradizione a causa dell’emigrazione? Quando il patrimonio favolistico non ha più il valore di trasmissione del sapere, dei valori e delle tradizioni….
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Quale ruolo possono avere gli eroi, i personaggi coraggiosi o furbi, le creature terrificanti o dispettose che popolano le fiabe quando non esiste più il contenitore culturale originale in cui trovano il significato più profondo e vivificante?
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L’immaginario ha accompagnato i popoli nelle loro peregrinazioni si è arricchito dei contatti tra genti diverse, ha subito contaminazioni e modifiche legate al contesto.. Fiabe migranti, che si spostano con le persone, perdono e aggiungono pezzi, sono figlie di coppie miste, figlie di mescolanze, meticciamenti, ibridazioni, metamorfosi
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I personaggi “ponte” Con i popoli circolano le fiabe, che si
muovono nel tempo e nello spazio, attraverso i secoli, le lingue, le classi sociali,i continenti, i Paesi.. Dove passavano gli uomini, le merci e gli animali, passavano anche le voci, le paure, i sogni, le fiabe.. Le fiabe possiedono impronte digitali, contengono segnali e indizi che raccontano i percorsi fatti, le cittadinanze" attraversate…
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I personaggi “ponte” sono figure “mitiche” e archetipi che giocano un ruolo rilevante nella formazione dei bambini, indipendentemente dall’appartenenza culturale.
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Le cenerentole 300 versioni nel mondo
Cina:Yen-Shen Irak: Selima Russia: Vassilissa Vietnam: TamItalia:Culincenere/Cenerentola Sardegna: Sugherina Inghilterra: Peldicenere Spagna:Cenicenta ……………………………………………………….
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I Giufà Tanti nomi per un unico personaggio furbo e sciocco
Toscana:Giucà, Giuccamatta Umbria:Ciuccianespole Campania: Vardiello Sicilia:Giufà Capoverde Mario matto Albania:Nasridin Turchia:Jehà Grecia, ex-Iugoslavia, Bulgaria, Israele: Djehà
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Intercultura è… narrare e confrontare le fiabe più note ai bambini
scoprire nello stesso personaggio abitudini differenti nel cibo, nel lavoro, nel vestirsi nelle credenze e contemporaneamente scoprire che cambiano i personaggi ma le loro funzioni sono uguali scoprire personaggi “ponte” che appartengono all’immaginario di tutti far raccontare e leggere dai genitori stranieri libri di favole per scoprire sonorità, lingue, modi di narrare diversi Allestire scaffali con libri dal mondo
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Intercultura è.. Educare, attraverso le fiabe, alla scoperta, allo stupore, alla meraviglia, al linguaggio evocativo, creativo e simbolico, al confronto, al decentramento, allo spaesamento, all’arricchimento reciproco…… alla mobilità cognitiva, per leggere e crescere in una sociètà plurale
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Quando la mia mamma è venuta a scuola a leggere “La zuppiera di Marzuk”
tutti mi guardavano e io mi sentivo importante e lei si era vestita bene e era rossa in faccia e parlava veloce, non come quando parla italiano che inciampa sempre. Poi i miei compagni hanno detto:”Dai, racconta ancora!” e io non volevo che finiva mai” Hussein 7 anni
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Grazie dell’attenzione
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