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PubblicatoFelice Aurelio Sarti Modificato 9 anni fa
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A.A. 2013/2014 LINGUAGGI DELL’IMMAGINE
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CAMPO/FUORI CAMPO L’inquadratura è definibile sulla base di un doppio criterio spaziale: lo spazio in campo e lo spazio fuori campo. Il campo è ciò che ci viene mostrato; il fuori campo è quello che non ci viene mostrato ma che fa parte dell’ambiente di cui l’inquadratura è un prelievo.
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IL FUORI CAMPO Lo spazio fuori campo è divisibile in sei diverse aree: -Le aree ai bordi del quadro -L’area oltre la scenografia -L’area «dietro» la macchina da presa
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REVERSIBILITÀ Campo e fuori campo sono spesso in un rapporto di reversibilità: è infatti sufficiente un movimento di macchina o un effetto di montaggio per esplicitare il fuori campo, e per relegare fuori campo quello che prima era in campo.
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CAMPO / CONTRO CAMPO
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IL FUORI CAMPO / 1 Fuori campo concreto (che abbiamo già visto). Fuori campo immaginario (che non abbiamo visto, ma che sappiamo esserci).
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IL FUORI CAMPO / 2 Il fuori campo può essere distinto in fuori campo attivo e fuori campo passivo : -Il primo spinge lo spettatore a interrogarsi sul non- visibile. -Il secondo non suscita invece nessuna domanda da parte dello spettatore.
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FUORI CAMPO ATTIVO Sguardo del personaggio Suono-off «Parzialità» del quadro
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FUORI CAMPO ATTIVO I quattrocento colpi (F. Truffaut, 1959)
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FUORI CAMPO ATTIVO M. Il mostro di Düsseldorf (F. Lang, 1931)
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«IMMOTIVAZIONE» NARRATIVA La vita è bella (R. Benigni, 1997)
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IL FUORI CAMPO «PROIBITO» Fino all’ultimo respiro (J.-L. Godard, 1960)
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FUORI CAMPO «PROIBITO» E E la nave va (F. Fellini, 1983)
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Strange Days (K. Bigelow, 1995)
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LA SOGGETTIVA La soggettiva è un’inquadratura che esprime il un punto di vista determinato che non è più, o meglio non è solo quello dell’istanza narrante, bensì quello del personaggio. Nella soggettiva, il punto di vista dell’istanza narrante, quello del personaggio e quello dello spettatore coincidono.
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LA STRUTTURA «BASE» DELLA SOGGETTIVA 1.Punto 2.Sguardo 3.Transizione 4.Posizione della macchina da presa da cui si guarda 5.Oggetto 6.Consapevolezza della presenza del personaggio
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LA STRUTTURA «BASE» DELLA SOGGETTIVA In una prima inquadratura è rappresentato un punto nello spazio dove si trova un personaggio che guarda. Uno stacco porta a una seconda inquadratura che mostra un oggetto da una posizione che si presume essere quel del personaggio. Ciò spinge lo spettatore a postulare che il personaggio sia «lì», a guardare quell’oggetto.
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LA STRUTTURA «BASE» DELLA SOGGETTIVA oggettiva soggettiva
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LA SOGGETTIVA
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L’INQUADRATURA «SOGGETTIVIZZATA»
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LA SOGGETTIVA «RITARDATA»
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LA SOGGETTIVA «TOTALE» Una donna nel lago (R. Montgomery, 1947)
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FALSA SOGGETTIVA Film rosso (K. Kieslowski, 1994)
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LA SEMI-SOGGETTIVA
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LA MOBILITÀ DELLA MACCHINA DA PRESA Un’inquadratura può essere definita non solo a partire dalla sua distanza, altezza e angolazione in rapporto al rappresentato, dal suo rinviare o meno a uno spazio fuori campo, dal suo caratterizzarsi come oggettiva o soggettiva ma anche dal suo essere statica o dinamica, indipendentemente da ciò che accade sul piano del profilmico.
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DIALETTICA MOBILITÀ / STATICITÀ ProfilmicoFilmico Statico DinamicoStatico Dinamico
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