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Il Centro Funzionale della Regione Emilia Romagna
Carlo Cacciamani ARPA-SIM Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Piermario Bonotto Servizio Difesa del Suolo e Bonifica RER Stefano Tibaldi Direttore di ARPA-SIM
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Ringraziamenti Maurizio Mainetti e suoi collaboratori del Servizio Regionale di Protezione Civile (ProCiv) Molti colleghi di ARPA-SIM delle diverse Aree
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SOMMARIO Il Centro Funzionale
che cosa è: l’iter istituzionale, nazionale e regionale che funzioni espleta: i compiti operativi dove e come opera: le persone, gli strumenti 4 lo stato attuale ed il modello futuro: le criticità da superare
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Il Centro Funzionale Il Centro Funzionale
1 Che cosa è: l’iter istituzionale, nazionale e della Regione Emilia Romagna
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L’iter Istituzionale nazionale
Trasferimento alle Regioni degli Uffici compartimentali del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), per essere incorporati nelle strutture operative regionali per l’esercizio delle funzioni già svolte presso il predetto Servizio (Accordo Governo/Regioni del 24/5/2001, ai sensi dell’art. 92 del D.Lgs. n. 112/1998) Approvazione del programma nazionale di potenziamento delle reti di monitoraggio Meteo-idro-pluviometrico (DPCM 15/12/1998, in attuazione del decreto-legge 11/6/1998 n. 180, convertito nella legge 3/8/1998, n. 267). Tale programma prevede la realizzazione di un sistema di Centri Funzionali (CF) che svolgano su scala regionale e/o sovraregionale le attività di sorveglianza meteo-idrologica e di supporto tecnico alle competenti strutture della Protezione Civile, che hanno il compito di emettere degli allarmi in favore delle popolazioni esposte a rischio
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Il recepimento della Regione Emilia Romagna - 1
Con Delibera n. 2001/2515 del 26/11/2001 la Regione Emilia Romagna affida ad ARPA-SIM: le funzioni di gestione unitaria delle reti di monitoraggio idro-pluvio presenti in regione ER; la gestione tecnico-operativa delle funzioni già svolte dagli Uffici Compartimentali del SIMN la realizzazione e gestione del Centro Funzionale Regionale (CFRER)
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Il recepimento della Regione Emilia Romagna - 2
Con delibera n. 2003/347 del 17/3/2003 la Regione Emilia Romagna approva lo schema di Convenzione con la Regione Basilicata ed il DPCN ed assegna ad ARPA-SIM le risorse HW e SW che la Regione Basilicata fornirà per la realizzazione e gestione del CFRER E’ in fase di stipula una Convenzione tra Regione e ARPA-SIM per il recepimento formale della funzione di CFRER da parte di ARPA-SIM sommario
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Il Centro Funzionale 2 Che funzioni espleta: i compiti operativi
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Gli obblighi del CFRER verso l’esterno
mettere a disposizione il personale preposto alle attività del Centro Funzionale accentrare i dati rilevati dalle reti di monitoraggio presenti in regione e trasmetterli al Centro Funzionale del DPCN ed alle Regioni con cui sono in vigore gli accordi compartimentali per la gestione unitaria dei bacini idrografici assicurare la tutela delle componenti hardware e software del sistema fornite dalla Regione Basilicata; organizzare e assicurare il funzionamento del Centro Funzionale su tutto l'arco delle 24 ore, secondo modalità stabilite internamente
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Gli obblighi “interni” del CFRER
Valutare gli scenari di rischio probabili su un certo numero di aree di allertamento del territorio regionale e stabilire dei livelli di criticità raggiungibili in ciascuna di esse, rispetto alle diverse tipologie di rischio; Emanare “Avvisi di criticità” idrogeologica ed idraulica regionale e le previsioni di eventuali scenari d’evento per le successive 24 ore; Trasmettere l’Avviso di criticità regionale al Servizio di Protezione Civile regionale che, se lo adotta, lo dirama poi agli Uffici territoriali di Governo e ad altri soggetti interessati interni ed esterni alla regione
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Gli avvisi di Criticità e
le allerte di Protezione Civile in Emilia Romagna Centro Funzionale Protezione Civile Avviso meteo più Valutazione degli impatti al suolo Adotta gli avvisi di Criticità emanati dal CFRER e definisce gli stati di allerta Avviso di Criticità meteo-idro-geologica Prefetture, Sindaci, Mass-media, Popolazione… sommario
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Il Centro Funzionale Dove e come opera: le persone, gli strumenti (Scheda Tecnica della Regione Emilia Romagna)
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Ubicazione del CF Centro di calcolo VII piano Viale Silvani, 6
Sala Operativa CFRER Ubicazione del CF
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Le persone
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Gli strumenti: i dati e i prodotti meteo-idrologici disponibili
Osservazioni da rete meteo-idro-pluvio. La rete RIRER (S. Nanni) Dati radar (S. Nanni) Previsioni meteo soggettive e numeriche da LAM ad alta risoluzione (LAMI) Modellistica idrologica-idraulica ed idrogeologica sommario
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Previsione meteo soggettive e numeriche da LAM ad alta risoluzione (LAMI)
LAMI: Previsione quantitativa della precipitazione, vento,… Scenari probabilistici Previsioni meteo Soggettive regionali e provinciali Previsione quantitativa della precipitazione sulle aree di allertamento della regione Emilia Romagna
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Modellistica idrologica-idraulica ed idro-geologica
La modellistica sul Reno Progetto PO La situazione della modellistica idrologica-idraulica La modellistica del dissesto idro-geologico (frane)
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La modellistica sul Reno: il modello TopKapi
1-Diagnostica Sul RENO 2-Le piene di Novembre 2003 (M. di Lorenzo, ARPA-SIM)
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Lo stato attuale ed il modello futuro: le criticità da superare
Il Centro Funzionale Lo stato attuale ed il modello futuro: le criticità da superare
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Situazione attuale Al momento è in vigore (dal 1995) una procedura tra ARPA-SIM e ProCiv con la quale lo stato di attenzione viene definito unicamente sulle base di un avviso meteo (previsioni di precipitazione: superamento di una soglia pluviometrica). Non esistono aree di allertamento differenziate. ARPA-SIM ha solo “deboli” e “saltuari” rapporti tecnici con AIPO, i STB e i Consorzi di Bonifica La ProCiv si rapporta con le varie strutture tecniche interne alla regione e poi informa le Prefetture ed i Comuni per la gestione delle situazioni di allarme
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Il modello futuro: ipotesi di percorso metodologico -1-
Il CFRER emana un avviso di criticità meteo-idro-geologica su una (o più) aree di allertamento, basandosi inizialmente sul superamento di una soglia pluviometrica da parte di previsioni quantitative di precipitazione e/o da osservazioni di pioggia, mediate arealmente sull’area (o sulle aree) di allertamento L’avviso di criticità, eventualmente adottato dalla Regione (Servizio di Protezione Civile), fa attivare uno “Stato di attenzione”, che può essere di diversi livelli, a seconda della scadenza della previsione stessa
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Il modello futuro: ipotesi di percorso metodologico – 2 -
L’avviso di criticità viene affinato mediante applicazione di modelli idrologici-idraulici o idro-geologico (frane) di varia natura e complessità, finalizzati a fornire scenari di potenziale crisi idrologica-idraulica e/o di dissesto idrogeologico sui diversi bacini idrografici che giacciono all’interno delle aree di allertamento su cui è scattata la fase di attenzione Con il trascorrere del tempo e se l’evento meteo previsto inizia a verificarsi, la modellistica idrologica-idraulica ed idrogeologica può fornire scenari di rischio sempre più realistici essendo alimentata con dati meteorologici osservati. Gli scenari possono essere valutati con un maggior dettaglio spaziale (scala dei singoli bacini) e temporale (ore)
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Il modello futuro: ipotesi di percorso metodologico – 3 -
Se l’avviso di criticità, basato inizialmente sulle previsioni meteorologiche, trova conferma da parte del CFRER nei giorni successivi l’inizio della fase di attenzione, la Protezione Civile, d’intesa con AIPO, gli STB ecc.., può ritenere necessario attivare delle fasi di allertamento successive (preallarme-allarme) Nel caso di effettiva comparsa di fenomeni di piena o di dissesto idrogeologico, il CFRER mantiene il ruolo di supporto tecnico per le strutture che gestiscono tali eventi calamitosi (es: AIPO, i STB, la ProCiv), sino alla fase di definizione del cessato allarme
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Le criticità da superare…“secondo me”:
Allo stato attuale il CFRER, gli STB, AIPO e ProCiv e i Consorsi di Bonifica dialogano ancora poco tra loro E’ quindi necessario incrementare la cooperazione tra tali strutture tecniche, al fine di razionalizzare e condividere tutta la mole di informazioni necessarie alla gestione delle crisi idrologiche-idrauliche e di dissesto idrogeologico. In particolare è necessario condividere le conoscenze relativamente a: - valori dei livelli idrologici di guardia su sezioni di riferimento, - scale di deflusso univoche, aggiornate e condivise, - conoscenza della “storia” passata (frane, dissesti idrogeologici, rapporti di evento di piene fluviali accadute in passato, su “tutti” i bacini della regione)
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Grazie per l’attenzione
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Dati Radar CFRER (SPC-Gattatico)
1 di 2 Dati Radar CFRER (SPC-Gattatico)
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La rete RIRER + la rete fiduciaria
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Xi=pioggia media areale Sull’area “i-esima”
. Xi=pioggia media areale Sull’area “i-esima”
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Previsione di precipitazione LAMI
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Scenari probabilistici – COSMO-LEPS caso del 16/11/2002
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Precipitazione cumulata
Dal 15/11 alle 12UTC al UTC
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probabilità di precipitazione > 50mm/24h ECMWF
11/11 fc 12/11 fc probabilità di precipitazione > 50mm/24h ECMWF 11/11 fc 12/11 fc Cosmo-leps Cosmo-leps 11/11 fc 12/11 fc ECMWF-EPS ECMWF-EPS 11 14 13 12 15 17 16
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Le aree di allertamento e le soglie pluviometriche
Ri-definite dal CFRER e ProCiv ed in collaborazione con ARPA Piemonte Curve di probabilità di precipitazione per area Proposta di AREE di allertamento e soglie pluviometriche Sp=f(A,TR,D,P0) Periodo di accumulazione (ore)
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Diagnostica modello TopKapi sul Reno periodo 1990/2000 R. Foraci e A
Diagnostica modello TopKapi sul Reno periodo 1990/2000 R. Foraci e A. Tessarollo – ARPA-SIM Generale tendenza del modello idrologico alla sovrastima delle portate in tutte le fasi della piena: crescita, colmo ed esaurimento. L’errore quantitativo della sovrastima al colmo risulta compreso tra l’8% ed il 30%, mentre la forma dell’idrogramma e la fase risultano discretamente rappresentate. La sovrastima di tutto l’idrogramma può essere dovuta ad alcuni fattori: - scarsa affidabilità delle scale di deflusso - una generale sovrastima del modello del volume di pioggia precipitato sul bacino
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Modellistica di previsione delle frane R. Stanzani, S. Pignone, F
Modellistica di previsione delle frane R. Stanzani, S. Pignone, F. Zinoni (ARPA-SIM) in collaborazione con ProCiv e Servizio Geologico Sperimentazione di un modello statistico per la previsione delle frane basato sull’impiego delle curve di outliers. Il modello si basa sui risultati di una ricerca svolta in collaborazione tra ProCiv regionale, ARPA-SIM, e l’Università di Firenze Uso di metodi speditivi di previsione di frane in aree omogenee per caratteristiche geologiche di propensione al dissesto. E’ in atto una prima sperimentazione sul Bacino del Reno su 7 sotto aree omogenee in quanto a: grado di pericolosità dei versanti, litologia del substrato roccioso, topografia e propensione al dissesto. Il metodo utilizza delle soglie pluviometriche stagionali diverse per ognuna delle diverse sotto aree.
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SISTEMA INTEGRATO DI MODELLAZIONE E PREVISIONE DELLE PIENE FLUVIALI DELL’ASTA PRINCIPALE DEL FIUME PO Silvano Pecora, Area Idrologia, ARPA-SIM Proposta di realizzare una Convenzione tra DPCN, Autorità di Bacino del fiume Po, AIPO, Regione Emilia Romagna, Regione Liguria, Regione Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Valle d’Aosta, Regione Veneto, Provincia autonoma di Trento con l’obiettivo di: Assicurare, attraverso il coordinamento dei sistemi esistenti, un approfondito livello di conoscenza, di monitoraggio e di previsione del fiume Po, con particolare riferimento agli eventi meteorologici e idrologici, sia in fase ordinaria che straordinaria, legati cioè al verificarsi di eventi critici, a rischio idrogeologico rilevante tale coordinamento riguarderà la realizzazione di un sistema di previsione delle piene fluviali per l’asta principale del fiume Po, valorizzando opportunamente il patrimonio dei Gestori di sistemi di monitoraggio.
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CATENA OPERATIVA DI MODELLISTICA NUMERICA DI PREVISIONE PER L’ASTA PRINCIPALE DEL FIUME PO
Modellistica numerica di previsione meteorologica. Modellistica numerica idrologica per la trasformazione afflussi-deflussi. Modellistica numerica idraulica per la propagazione dell’onda di piena. Elaborazione dati per eseguire i confronti con i parametri di sicurezza idraulica, per la costituzione dei bollettini di allertamento e per la visualizzazione, grafica e tabellare, a supporto delle valutazioni di gestione dei fenomeni di piena previsti. Diffusione dei dati di previsione su pagine web protette, ovvero a mezzo di procedure automatiche o attivabili dai responsabili della catena operativa.
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