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PubblicatoAgnese Dini Modificato 10 anni fa
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
LA CONSERVAZIONE E LA GESTIONE DELLE AREE PROTETTE IN CAMPANIA
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
LE AREE PROTETTE Le aree protette sono aree di particolare interesse naturalistico, storico, culturale e architettonico, che rispondono a determinati criteri stabiliti dalla legge.
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Nel corso degli anni, sƬ ĆØ passati dal concetto di area protetta come luogo tutelato e protetto per la conservazione del patrimonio naturale, alla consapevolezza che le aree protette devono essere laboratori di sviluppo sostenibile.
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Le aree protette devono porsi obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile, uno sviluppo che integri gli aspetti ambientali (conservazione della biodiversitĆ , tutela del territorio, uso sostenibile delle risorse naturali), con quelli economici e socioculturali.
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Per biodiversitĆ sāintende la varietĆ delle specie animali e vegetali che popolano la terra ed ĆØ il risultato di lunghi processi evolutivi. Essa si manifesta in 3 diversi aspetti: ā¢ biodiversitĆ genetica ā¢ biodiversitĆ delle specie ā¢ biodiversitĆ degli ecosistemi
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Ecosistema Lāecosistema ĆØ un sistema ambientale costituito da una componente biotica (animali e vegetali) e una componente abiotica (acqua, aria, suolo, luce) che interagiscono tra loro
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Biotopo: In ecologia il biotopo ĆØ un'area di limitate dimensioni (ad esempio uno stagno, una torbiera, un altipiano) dove vivono organismi di una stessa specie o di specie diverse. Esso ĆØ dunque la componente fisica e chimica di un ecosistema.
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Ecologia L'ecologia ĆØ la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della terra in cui ĆØ presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione degli organismi tra loro e con i fattori abiotici.
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habitat Lāhabitat ĆØ il luogo le cui caratteristiche abiotiche e biotiche possono permettere ad una data specie di vivere e svilupparsi. Eā, sostanzialmente, lāambiente che puĆ² circondare una popolazione di una specie
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LA RETE ECOLOGICA Eā un sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiversitĆ , costituita da aree centrali (aree ad alta naturalitĆ ), fasce di protezione (zone cuscinetto) e fasce di connessione (corridoi ecologici).
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LA RETE NATURA 2000 Natura 2000 ĆØ una Ā«reteĀ» di aree destinate alla conservazione della biodiversitĆ presente nel territorio dellāUnione Europea ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati della direttiva Ā«HabitatĀ»
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La direttiva Ā«HabitatĀ» La rete Natura 2000 ĆØ prevista dalla direttiva europea āHabitatā 92/43/CEE relativa alla āconservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvaticheā Lāobiettivo della direttiva ĆØ quello di contribuire a salvaguardare la biodiversitĆ allāinterno delle aree che costituiscono la rete Natura 2000, i cosiddetti Siti dāImportanza Comunitaria (SIC). In Regione Campania, attraverso il Progetto Bioitaly, sono stati individuati e proposti alla ComunitĆ Europea 106 SIC.
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LA Direttiva Ā«UccelliĀ»
La conservazione e la gestione della aree protette in Campania LA Direttiva Ā«UccelliĀ» La direttiva europea āUccelliā 79/409/CEE, āconcernente la conservazione degli uccelli selvaticiā, prevede lāindividuazione di aree da destinare alla loro conservazione di numerose specie di uccelli le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS). In Regione Campania sono stati individuati e proposti alla ComunitĆ Europea 29 ZPS.
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La gestione dei Siti Natura 2000 Normativa di riferimento D.P.R. 357/97 "Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE" che "disciplina le procedure per l'adozione delle misure previste dalla Direttiva ai fini della salvaguardia della biodiversitĆ mediante la conservazione degli habitat naturali elencati nell'allegato A e delle specie della flora e della fauna indicate negli allegati B, D ed E.ā D.P.R. 120/2003 Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, relativo allāattuazione della Direttiva 92/43/CEE per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchĆ© della flora e della fauna selvatiche. D.M. 224/2002 del 3 settembre 2002 "Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000" La gestione dei Siti della Rete Natura Guida all'interpretazione dell'articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE, 2000" Allegato II "Considerazioni sui Piani di gestione".
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La Giunta regionale della Campania con la deliberazione n. 231 del 21 febbraio 2006 ha approvato il Disegno di legge regionale āDisposizioni in materia di conservazione e gestione dei siti della rete Natura 2000ā. Attualmente il disegno di legge si trova presso il Consiglio regionale per lāapprovazione.
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Obiettivi del Disegno di legge Concorre alla realizzazione della rete Natura 2000 Predispone le modalitĆ e gli strumenti di conservazione e di gestione degli habitat e di tutela delle specie sul territorio regionale Stabilisce la ripartizione delle competenze tra la Regione e gli altri soggetti interessati. Individua nelle province e negli enti parco gli organi di gestione dei siti della rete natura 2000 Indica i criteri e gli strumenti per integrare i piani di gestione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale, al fine di salvaguardare il patrimonio delle biodiversitĆ nelle aree della rete Natura 2000
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I Parchi e le Riserve Naturali in Campania Parchi nazionali (Istituiti ai sensi della legge 394/91) Parco nazionale del Vesuvio Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano Parchi regionali (Istituiti ai sensi della legge regionale 33/93) Parco Regionale del Matese Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano Parco Regionale del Taburno ā Camposauro Parco Regionale del Partenio Parco Regionale dei Campi Flegrei Parco Regionale Monti Lattari Parco Regionale Monti Picentini Riserve Naturali Foce Volturno-Costa di Licola e Lago Falciano Riserve Naturali Monti Eremita-Marzano e Foce Sele-Tanagro Parchi regionali istituiti con altre normative Parco Metropolitano delle Colline di Napoli Parco Regionale del Fiume Sarno La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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LEGGE REGIONALE n. 33 del 1 settembre āIstituzione di parchi e riserve naturali in Campaniaā Articolo 1 FinalitĆ e ambito della legge La legge stabilisce i principi e le norme per l' istituzione e la gestione delle aree protette, al fine di garantire e promuovere la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Campania. I territori nei quali sono presenti questi valori, sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione, costituiscono le aree naturali protette. Le aree protette perseguono le seguenti finalitĆ : conservazione di specie animali o vegetali; intergrazione tra le attivitĆ dellāuomo (attivitĆ agro - silvo - pastorali e tradizionali) e lāambiente naturale, mediante la salvaguardia di valori antropologici, archeologici, storici e architettonici; promozione di attivitĆ educative; promozione di attivitĆ ricreative compatibili; promozione, valorizzazione e sperimentazione di attivitĆ produttive compatibili; difesa e ricostruzione degli equilibri idrici e idrogeologici.
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Articolo 2 Classificazione delle Aree naturali protette I Parchi naturali regionali costituiscono un sistema omogeneo di rilevante valore naturalistico, territoriale, paesaggistico, artistico e culturali delle popolazioni locali. Le Riserve naturali regionali sono costituite da aree che contengono una o piĆ¹ specie della flora e della fauna di rilevante valore naturalistico, ovvero presentano uno o piĆ¹ ecosistemi. Articolo 5 Individuazione delle Aree naturali protette La legge individua le seguenti Aree naturali protette: Matese Roccamonfina e foce Garigliano Taburno ā Camposauro Partenio Foce Volturno e costa di Licola Campi Flegrei Monti Lattari Monti Picentini Monti Eremita ā Marzano Foce Sele e Tanagro Lago Falciano Nota: A queste Aree bisogna aggiungere il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli e il Parco Regiale del Fiume Sarno La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 6 Istituzioni delle Aree naturali protette Per lāistituzione delle Aree naturali protette si adotta la seguente procedura: I parchi e le riserve naturali sono istituiti con decreto temporaneo del Presidente della Giunta Regionale, con le seguenti indicazioni: La Giunta Regionale entro i successivi 60 giorni, su proposta del Comitato Consultivo Regionale per le Aree naturali protette, e sentite la III e IV Commissione Consiliare, istituisce in via definitiva, con singoli provvedimenti, i Parchi e le Riserve Naturali. Articolo 7 Gestione dei Parchi La gestione dei Parchi ĆØ affidata ad appositi Enti - Parco con personalitĆ giuridica di diritto pubblico. Sono organi dell' Ente: a) il Presidente b) il Consiglio Direttivo c) la Giunta esecutiva d) il Collegio dei Revisori dei Conti e) la ComunitĆ del parco La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 8 I Presidente dell' Ente Parco Il Presidente dell' Ente Parco viene nominato dalla Giunta Regionale, su proposta degli Assessori alle Foreste, alla Urbanistica e all' Ecologia, sentito il parere delle Commissioni Consiliari competenti ed ĆØ prescelto tra persone che si siano distinte per i loro studi e/o per la loro attivitĆ nel campo ambientale. Al Presidente spetta la legale rappresentanza dell'Ente. Nota: La Giunta regionale della Campania, con deliberazione n. 145 del 19 febbraio 2010, pubblicata sul BURC n. 20 del 8 marzo 2010, ha nominato i seguenti Presidenti dei Parchi e delle Riserve Naturali Regionali della Campania: Parco Regionale del Matese ā Giuseppe Falco Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano ā Raffaele Aveta Parco Regionale del Taburno - Camposauro ā Giovanni Moriello Parco Regionale del Partenio ā Sabino Aquino Parco Regionale dei Campi Flegrei - Diego Giuliani Parco Regionale dei Monti Lattari ā Gino Marotta Parco Regionale dei Monti Picentini - Anna Savarese Parco Regionale del fiume Sarno - Alessandro Nardi Riserva Naturale Lago Falciano - Foce Volturno, Costa di Licola ā Amelia Caivano Riserva Naturale Monti Eremita-Marzano, Foce Sele e Tanagro ā Domenico Nicoletti 11)Parco Metropolitano delle Colline di Napoli ā Agostino Di Lorenzo
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Articolo 9 Il Consiglio Direttivo Il Consiglio Direttivo ĆØ costituito da: il Presidente dell' Ente Parco; un rappresentante per ogni Comune territorialmente interessato fino ad un massimo di quattro rappresentanti designati dalla ComunitĆ del Parco; un rappresentante per ogni ComunitĆ Montana territorialmente interessata; un rappresentante per ogni provincia interessata; tre rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste e Naturalistiche maggiormente presenti sul territorio e legalmente riconosciute dal Ministero dell' Ambiente; tre rappresentanti delle organizzazioni Professionali Agricole maggiormente presenti sul territorio. Il Consiglio Direttivo delibera in merito a tutte le questioni generali dell' Ente ed in particolare: adotta il Piano per il Parco e predispone un piano pluriennale economico - sociale per le attivitĆ compatibili dell' area; approva il bilancio preventivo con i relativi piani e programmi e il bilancio consuntivo; elabora ed adotta lo Statuto dell' Ente e lo sottopone all' approvazione della Giunta Regionale. L' organico del Parco ĆØ costituito da personale in servizio presso lāAmministrazione Regionale opportunamente distaccato. Il Consiglio viene nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale, dura in carica cinque anni ed i componenti possono essere riconfermati. La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 10 La Giunta esecutiva La Giunta esecutiva ĆØ eletta dal Consiglio Direttivo ed ĆØ formata da cinque componenti, compreso il Presidente. Essa predispone gli atti da sottoporre all' approvazione del Consiglio Direttivo ed adotta iniziative atte a favorire la realizzazione dei fini istituzionali dell' Area naturale protetta. Articolo 12 ComunitĆ del Parco La ComunitĆ del Parco ĆØ costituita dai Sindaci dei Comuni del Parco, dei Presidenti delle Province e delle ComunitĆ Montane interessate, dal Presidente della Giunta Regionale. La ComunitĆ ĆØ Organo consultivo e propositivo dell' Ente Parco. Il suo parere ĆØ obbligatorio su: a) regolamento del Parco; b) piano del parco; c) bilancio e conto consuntivo; d) altre questioni a richiesta di un terzo dei componenti. La ComunitĆ delibera sul piano pluriennale economico, adotta un proprio Regolamento ed elegge al suo interno un presidente ed un vice presidente. Articolo 13 Il Direttore dell' Ente Parco Il Direttore dell'Ente Parco ĆØ scelto sulla base di pubblico concorso per titoli ed esami tra persone in possesso del diploma di laurea e provvede alla esecuzione delle deliberazioni decise dalla Giunta esecutiva e dal Consiglio Direttivo. La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 18 Strumenti di attuazione Il Piano territoriale del Parco Il Consiglio del parco,adotta, sentito il parere della ComunitĆ del parco, un progetto di assetto territoriale del Parco, stabilisce i confini definitivi e la zonizzazione del territorio. Il Piano territoriale del Parco, viene trasmesso alla Giunta Regionale che lo invia al Consiglio Regionale per l' approvazione. b) IL Piano pluriennale economico sociale Il Piano pluriennale economico sociale per la promozione delle attivitĆ Compatibili viene approvato secondo le stesse modalitĆ del Piano territoriale del parco. Articolo 19 Contenuti del Piano territoriale del Parco Il Piano territoriale del parco definisce l'assetto territoriale dell' Area; indica gli obiettivi prioritari della tutela delle caratteristiche storiche, ambientali e naturali; definisce le zone territoriali dellāArea; stabilisce le direttive relative alla redazione dei Piani Urbanistici comunali per assicurare la coerenza di tali Piani con gli obiettivi prioritari del Parco La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 20 Durata ed effetti del Piano territoriale del Parco I Piani territoriali dei Parchi hanno efficacia a tempo indeterminato. Articolo 22 Articolazione zonale In ciascun Parco regionale deve essere prevista la seguente articolazione: a) zona di riserva integrale (zona <<A>>), in cui l'ambiente ĆØ conservato nella sua integritĆ e sono consentiti soltanto gli interventi per la protezione dell'ambiente, mentre ĆØ vietata qualsiasi attivitĆ che possa compromettere le risorse naturali. b) zona di riserva generale (zona <<B>>), in cui ogni attivitĆ deve essere rivolta al mantenimento della integritĆ ambientale dei luoghi. Sono consentite ed incentivate le attivitĆ agricole e silvo - pastorali tradizionali e la manutenzione del patrimonio edilizio esistente, laddove non contrastino con le finalitĆ del Parco; c) zona di riserva controllata (zona <<C>>), in cui vanno incentivate le attivitĆ agricole, zootecniche e silvocolturali tradizionali ed il mantenimento dell'integritĆ terriera nelle aziende contadine. Sono agevolate, inoltre, le attivitĆ socio - economiche e le realizzazioni abitative ed infrastrutturali compatibili con i principi ispiratori del Parco, nonchĆ© lo sviluppo delle strutture turistico - ricettive delle attrezzature pubbliche e dei servizi complementari al Parco. Tutte le opere pubbliche che dovranno essere realizzate all' interno delle zone <<B>> e <<C>> ivi comprese le sistemazioni idraulico - forestali ed i rimboschimenti dovranno ricevere l' approvazione dell' Ente Parco. La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Articolo 23 Vigilanza La vigilanza per il rispetto delle norme contenute nella presente legge ĆØ affidata agli agenti di Polizia Urbana locale, agli agenti del Corpo Forestale dello Stato, alle guardie giurate ambientali della Regione Campania, alle guardie giurate volontarie dipendenti dalle Associazioni protezionistiche, ai guardiacaccia e guardapesca delle Amministrazioni Provinciali, nonchĆ© alle apposite guardie giurate nominate dall' AutoritĆ competente su richiesta degli Enti Parco ed Associazioni naturalistiche e protezionistiche conformemente a quanto previsto dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con RD 6 maggio 1940, n. 635.
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La regione Campania, nellāambito delle proprie competenze, attua politiche di salvaguardia ambientale e di valorizzazione del patrimonio naturale, favorendo le attivitĆ di vigilanza e controllo del territorio. La Giunta regionale della Campania, in attuazione della legge regionale n. 10 del 23 febbraio 2005 āIstituzione del servizio volontario di vigilanza ambientaleā e del regolamento n. 2 del 5 luglio 2007āRegolamento per la disciplina del servizio di vigilanza ambientale mediante lāimpiego delle guardie ambientali volontarieā (GAV), con deliberazione n del 30 dicembre 2009, ha istituzione l'albo regionale della Campania.
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In particolare lāart. 2 della legge regionale 10/05, stabilisce che: sono preposti alla istituzione di un proprio servizio volontario di vigilanza ambientale i seguenti enti: le province; le comunitĆ montane; gli enti parco - nazionali e regionali - e gli enti di gestione delle aree protette; gli enti ed associazioni venatorie, zoofile, ittiche e, in generale, di protezione ambientale operanti sul territorio nazionale ed iscritti nellāalbo regionale della Campania.
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Lāart. 7 āCompiti e doveri delle guardie ambientaliā Le GAV operano, nellāambito territoriale di competenza, per vigilare sullāapplicazione delle norme in materia di protezione ambientale ed in particolare per: prevenire le violazioni delle normative ambientali, con riferimento ai parchi, alle riserve naturali, alle aree naturali protette ed ai territori sottoposti a vincolo paesaggistico; b) prevenire e vigilare in caso di incendi boschivi, degrado ambientale, abusivismo edilizio, smaltimento dei rifiuti ed escavazione di materiali; c) garantire la tutela e valorizzazione dellāambiente terrestre, marino, fluviale e lacustre; d) operare per la protezione della flora, soprattutto di quella endemica e rara, e della fauna, anche in riferimento allo svolgimento della caccia e della pesca nonchĆ© alla tutela degli animali di affezione; e) collaborare, con gli enti e gli organismi pubblici competenti, per le operazioni di pronto intervento e di soccorso in caso di pubblica calamitĆ e di emergenza; f) contribuire, con gli organismi preposti, alla sensibilizzazione e informazione sulle normative in materia ambientale soprattutto nellāambito scolastico. La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
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Classificazione delle aree protette Possiamo classificare le aree protette in: Parchi Nazionali, Parchi Regionali, Aree Marine Protette, Riserve naturali statali e regionali, siti della Rete Natura 2000, costituita da SIC e ZPS , altre aree protette (oasi, zone umide). Le aree protette in Campania occupano una superficie che supera il 25% del territorio regionale.
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La Campania
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
I Parchi Nazionali
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
Il Parco Regionale del Matese
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
Il Parco Regionale di Roccamonfina
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Il Parco Regionale del Taburno - Camposauro
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Il Parco Regionale del Partenio
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Il Parco Regionale dei Campi Flegrei
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
Il Parco Regionale dei Monti Picentini
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
Il Parco Regionale del Fiume Sarno
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
Il Parco Regionale dei Monti Lattari
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
I Parchi Nazionali, Regionali e le Riserve Naturaliā¦
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
ā¦e i Siti di Importanza Comunitaria āSICāā¦
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
ā¦e le Zone di Protezione Speciale āZPSāā¦
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Le Aree Protette della Campania
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
SIC
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
ZPS
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La conservazione e la gestione della aree protette in Campania
SIC + ZPS
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Grazie per lāattenzione
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