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1 Buone pratiche nellintercultura Fondamenti e metodi Maddalena Colombo Università Cattolica del Sacro Cuore Responsabile Banca dati dei progetti di educazione.

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Presentazione sul tema: "1 Buone pratiche nellintercultura Fondamenti e metodi Maddalena Colombo Università Cattolica del Sacro Cuore Responsabile Banca dati dei progetti di educazione."— Transcript della presentazione:

1 1 Buone pratiche nellintercultura Fondamenti e metodi Maddalena Colombo Università Cattolica del Sacro Cuore Responsabile Banca dati dei progetti di educazione interculturale Osservatorio regionale per lintegrazione e la multietnicità (Regione Lombardia e Fondazione ISMU)

2 2 interrogativi Cosè buona pratica? Cosa implica parlare di buone pratiche nellintercultura? Come si misura lesito di una buona pratica? A chi spetta definirlo?

3 3 2 piste di riflessione 1.« A monte » : le sfide dellintercultura, le problematiche dellintegrazione come si arriva a costruire un processo di integrazione per mezzo del « progetto di educazione interculturale » 2.« A valle » : quali esiti è opportuno attendersi ? Come misurarli ? i metodi di validazione e valutazione per agire

4 4 1. « A monte »

5 5 definizione di buona pratica Tutto ciò che, allinterno di un determinato contesto, consente il raggiungimento di un risultato atteso, misurato nella sua efficienza e nella sua efficacia e può quindi essere assunto come modello, può essere generalizzato o applicato ad altri contesti

6 6 in teoria: possiede i seguenti requisiti MISURABILITÀ INNOVATIVITÀ RIPRODUCIBILITÀ VALORE AGGIUNTO: capacità di produrre cambiamenti SOSTENIBILITÀ COINVOLGIMENTO

7 7 in pratica: chi li può misurare? Quindi attenzione a: contesto progetto È il contesto che provoca la domanda, che attende una risposta, che assorbe la novità….

8 8 il senso della progettazione è un disegno sperimentale = insieme coerente di esplorazioni che, data una certa realtà, osservano gli effetti prodotti in essa da elementi (stimoli) mirati a produrre un cambiamento 1) soddisfacenti livelli di integrazione e pari opportunità per gli stranieri; 2) favorire lo sviluppo della sensibilità interculturale

9 9 un buon progetto sperimentale …..mette a fuoco il problema (lista di priorità)..trova la soluzione più elegante cioè la più semplice, veloce, e la meno costosa TENTATIVI ED ERRORI UN PROGETTO DI QUALITA NON HA I TEMPI CONTATI!

10 10 logiche a confronto Programmazione Ampio spettro degli apprendimenti Definizione di obiettivi e non di metodi,risorse, problemi Lefficacia si misura in apprendimenti degli alunni Progettazione Obiettivo prioritario e azione basata sulla novità Si definisce una strategia di coerenza tra obiettivi, approccio, metodo/stimolo, risorse, problemi ecc. Lefficacia si misura in cambiamenti ottenuti

11 11 le sfide delle buone pratiche nellintercultura DIRITTIUGUAGLIANZEDIFFERENZECITTADINANZA IDENTITAAPPARTENENZE ACCOGLIENZAINCLUSIONESCAMBIO BUONE PRASSI

12 12 le difficoltà ricorrenti…. nella progettazione scolastica Scollamento fra il progettato e lagito obiettivi ambiziosi e generici; prassi poco definite o circoscritte Separazione artificiosa delle dimensioni dellintercultura relazionale vs. cognitiva Autoreferenzialità scuola non è un microcosmo sociale isolato, risente delle relazioni interetniche Intercultura come un quantum da fornire agli studenti e non come un habitus

13 13 le difficoltà ricorrenti…. nelle pratiche scolastiche coinvolgimento dellintero corpo docente cambiare habitus di fronte alle nuove differenze lavorare in rete e a ottimizzare risorse e competenze (gelosie, invidie, individualismi….) precarietà della durata e della stabilità dei progetti carenze nella valutazione dei risultati debolezza delle strategie comunicative istituzionali (si fa… ma non si dice!) carenza di formazione per dirigenti e insegnanti

14 14 le difficoltà ricorrenti…. negli attori Insegnanti preoccupati di dedicare troppo tempo alleducazione interculturale Insegnanti al guado: oltrepassare la soglia della presa di coscienza per innescare pratiche realmente interculturali (adottare una soluzione diffusa) operatori preoccupati di sollevare obiezioni circa la correttezza delle azioni e dei temi approfonditi, minacciando gli equilibri nelle relazioni interetniche minori e famiglie straniere sono spesso infastiditi nel partecipare a interventi interculturali, per non essere al centro dellattenzione

15 15 Leducazione interculturale è tutto quanto facilita lacquisizione di atteggiamenti positivi verso la differenza culturale, anche in contrapposizione ai modelli consolidati entro una data cultura è una pratica trasformativa non è un addestramento impartito a qualcuno è una modalità di interazione tra le persone valorizza patrimoni culturali, codici normativi e linguistici plurimi, cura le relazioni, gli affetti e i sentimenti costruisce processi di integrazione centrati su un confronto critico e sulla reciprocità (diritto di parola)

16 16 Condizioni minime per progettare/realizzare b.p. esistenza di un team di lavoro disponibilità di una o più persone competenti / sensibili che si assumono funzioni di coordinamento disponibilità di partner per il lavoro in rete fonti aggiornate sul fenomeno materiali teorico-operativi disponibili precedenti progetti già realizzati nella medesima area di intervento

17 17 momenti critici nella progettazione 1) la scelta delle priorita Aree di progetto previste nella classificazione Banca dati ISMU 1.Prima accoglienza alunni stranieri (protocollo; inserimento; primo contatto con famiglia) 2.Seconda accoglienza (attività escl. inserimento) 3.Italiano L2 4.Lingua materna L1 5.Didattica interculturale 6.Scambi/gemellaggi 7.Formazione 8.Altro: prevenzione, ricreazione, orientamento, concorsi idee, …………

18 18 Aree di progetto classificazione ministero P.I. – gruppo di lavoro 07 Pratiche di integrazione (accoglienza, inserimento, L2, plurilinguismo, famiglie straniere e orientamento) Interazione interculturale (relazioni scol- extrascol., discriminazione, saperi e competenze interculturali) Attori e risorse (organizzazione scol., reti tra istituzioni, formazione docenti)

19 19 momenti critici nella progettazione 2) il monitoraggio delle azioni OSSERVARE le relazioni tra le persone: - linguaggio e incomprensioni - distanza sociale - tempi di avvicinamento OSSERVARE i processi di integrazione -quale integrazione è aspirata/concessa? -Vi sono esclusioni/inclusioni?

20 20 momenti critici nella progettazione 3) la documentazione è la modalit à che consente alla scuola di dichiararsi e interagire cultura della documentazione ancora poco diffusa Il livello, la qualita, i contenuti, le scelte metodologiche di un azione educativa non sono desumibili immediatamente dai documenti prodotti

21 21 5 PASSAGGI PER DOCUMENTARE 1.Mettere a fuoco i bisogni formativi alla base delle azioni realizzate 2.Ripercorrere le azioni strategiche della fase progettuale 3.Raccogliere i documenti e materiali didattici prodotti nellesperienza 4.Registrare e comunicare gli eventi 5.Ricostruire lintero processo, con attenzione alle criticità e alle soluzioni adottate

22 22 2. « A valle »

23 23 Validazione limpostazione metodologica: è corretta? È efficace ? È condivisa? è valida? Per chi ? In rapporto a quale alternativa ?

24 24 Valutazione attività di raccolta e analisi dei dati al fine di esprimere un giudizio A monte di una valutazione cè sempre un valore che costituisce il parametro di giudizio azione mediante cui si cerca di verificare se e in quale misura un dato programma, progetto o intervento pianificato per produrre cambiamenti individuali o collettivi ha effettivamente sortito i risultati attesi

25 25 Valutazione « interna » : non è un atto unico ma può accompagnare fasi diverse del progetto (valutazione iniziale, in itinere, ex post). Il suo scopo per chi lo valuta dallinterno è orientare e il ri-orientare il progetto stesso « esterna » : per determinare requisiti e caratteristiche che servono a fissare degli standard, assegnare fondi, individuare fattori di successo

26 26 Valutazione di una pratica interculturale se è «buona » : capace di realizzare lidea innovativa che si è proposta, capace di essere ri-proposta se è « interculturale » : capace di trasformare le pratiche didattiche e il sistema di relazioni interne/esterne tra persone di diversa cultura

27 27 COSA VALUTARE valutazione di prodotto (esiti finali, risultati, livelli raggiunti, ecc.) valutazione di processo (meccanismi di funzionamento, problemi risolti, attitudini createsi durante lo svolgimento delle attività, ecc.).

28 28 CHI/COSA VALUTARE sui destinatari, sugli operatori, sul contesto (classe-scuola-gruppo di lavoro-comunità territoriale), sulle attività svolte.

29 29 TIPO DI INDICATORI QUALITATIVI = esistenza o meno di una proprietà nel contesto analizzato QUALITATIVI = messa in gerarchia delle proprietà del contesto analizzato, con attribuzione di punteggi differenziati a seconda dellimportanza della proprietà e dellintensità della presenza

30 30 Indicatori qualitativi per la validazione (Banca dati ORIM) 1.Esistenza di un ampio coinvolgimento della realtà scolastica 2.Esistenza di unampia rete che colloca il progetto nel territorio e attiva una sinergia di risorse 3.Esplicitazione chiara degli obiettivi, degli strumenti, delle risorse messe in campo, dei criteri di valutazione 4.Attenzione allincremento di competenze e alla professionalizzazione degli insegnanti e dei diversi soggetti coinvolti 5.Sviluppo di innovazione didattica e metodologica 6.Produzione di documentazione adeguata e generazione di condizioni di riproducibilità dellesperienza

31 31 Indicatori quantitativi (Banca dati ORIM) ESEMPIO INDICATORE 1 : se sviluppa un ampio coinvolgimento della realtà scolastica/territoriale nel suo insieme assegnare 1 punto per ogni tipo di destinatario indicato assegnare 1 punto in più se tra i destinatari vi sono anche gli studenti italiani assegnare 1 punto in più se tra i destinatari vi sono i genitori assegnare 1 punto per ogni tipo di operatore indicato 1 punto per la Commissione intercultura (se presente nella scuola/servizio)

32 32 Indicatori quantitativi (Banca dati ORIM) ESEMPIO INDICATORE 2: se utilizza o fa nascere una rete di partner assegnare 1 punto per ogni partner indicato nella rete, indipendentemente dal ruolo assunto nellintervento 1 punto in più per ogni co-promotore 1 punto in più per ogni co-finanziatore 1 punto in più se vi è una rete formalizzata: di scuole; di associazioni/cooperative/onlus 1 punto in più se la rete è internazionale

33 33 Validazione dei progetti di educazione interculturale Metodologia statistica formulata da ORIM – regione Lombardia – Fondazione ISMU Costruzione di un indice di qualità Costruzione di un indice di innovazione

34 34 bancadati.intercultura@ismu.org


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