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PubblicatoTina Spina Modificato 11 anni fa
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dire il mezzogiorno il pensiero sul mezzogiorno ha vissuto quattro cicli: 1. il comunitarismo 2. lintervento straordinario 3. lo sviluppo locale 4. il neo-centralismo
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Dire il mezzogiorno: il comunitarismo/1 nellesperienza di Adriano Olivetti (anni cinquanta) lo sviluppo: è sviluppo di comunità ha al centro lintreccio tra: -fabbrica -territorio -rappresentanze sociali è formazione di operatori di comunità
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dire il mezzogiorno: il comunitarismo/2 dallesperienza olivettiana, parte un programma governativo, finanziato dallocse, basato sugli operatori di comunità I ricercatori dai piedi scalzi (Goffredo Fofi): - promuovono lo sviluppo locale (sviluppo rurale) nelle aree a sviluppo difficile - si confrontano con tre problemi: lalfabetizzazione la dotazione delle reti infrastrutturali di base le comunicazioni e i servizi essenziali
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Dire il mezzogiorno: il comunitarismo/3 Cause di un insuccesso: - deficit di politica (mancata saldatura tra i risultati delle azioni degli operatori di comunità e il decisore politico) - sviluppo industriale di pochi poli territoriali (si preferì sostenere la grande impresa del triangolo ge-to-mi) - forte flusso di emigrazione di manodopera dalle aree deboli
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dire il mezzogiorno: lintervento straordinario Alla base delle politiche dellintervento straordinario cè: la cultura del divario: per colmare il gap tra aree sviluppate e aree deboli occorre uno sforzo straordinario (ministero del mezzogiorno, cassa per il mezzogiorno, agenzia per il sud) lidea che la grande industria potesse contaminare il territorio e produrre sviluppo imprenditoriale
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dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti positivi forte impegno civile riduzione sensibile (non eliminazione) del gap tra nord e sud supplenza rispetto ad una classe imprenditoriale ristretta ed arretrata riserva imprenditoriale
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Dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti negativi sviluppo senza autonomia (sviluppo eterodiretto) affermazione di una via politica allo sviluppo (sviluppo politico) cultura dellevento (sviluppo de- responsabilizzante) mito degli ultimi (sviluppo piagnone)
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Dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti negativi sviluppo senza autonomia crescita del reddito non vuol dire necessariamente sviluppo la grande industria non ha prodotto,oltre linevitabile indotto, sviluppo imprenditoriale endogeno paradossalmente, una certa cultura imprenditoriale si è affermata proprio dove non sono sorte grandi fabbriche crescita del reddito non vuol dire maggiore qualità ambientale (capitale sociale, infrastrutture, p.a.efficiente, etc.)
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dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti negativi via politica allo sviluppo gli interessi del mezzogiorno venivano rappresentati politicamente il politico locale: - faceva da interfaccia tra territorio e potere centrale - definiva gli interessi - suggeriva i progetti - era il soggetto totalitario
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dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti negativi la cultura dellevento si è affermata una idea di sviluppo come evento e non come processo il grande insediamento industriale era considerato il fatto risolutivo per lo sviluppo del territorio se lo sviluppo è un evento, calato dallalto una volta per sempre, nessuno spazio è immaginabile per lesercizio della responsabilità da parte della società
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dire il mezzogiorno: lintervento straordinario/effetti negativi il mito degli ultimi il mito degli ultimi come rappresentazione e linguaggio per lottenimento delle risorse esercizio retorico che aveva nel lamento il suo nocciolo antropologico e nella rappresentazione di essere ultimi, sia dal punto di vista degli indicatori statistici che delle dinamiche di sviluppo, il linguaggio per partecipare alla distribuzione di risorse nazionali e comunitarie
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dire il mezzogiorno: le questioni lasciate aperte dalla fine dellintervento straordinario 1. venuta meno la classe della maggioranza, esiste un soggetto sociale in grado di dare rappresentanza degli interessi, di dar voce alla domanda sociale? 2. esiste e dove prende corpo una grammatica di selezione della domanda e un linguaggio di progetto per lo sviluppo che non sia quello mutuato dal mito degli ultimi? 3. esiste un agire amministrativo e politico efficace e in grado di accompagnare la domanda di sviluppo?
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dire il mezzogiorno: la risposta alle tre questioni la chiusura dellintervento straordinario ha abolito il modello di sviluppo senza autonomia senza indicare modelli alternativi 1. rappresentanza degli interessi: dalla iperpoliticizzazione dello scambio sociale alla emersione della società di mezzo (sindacati; rappresentanze imprenditoriali degli artigiani, dei commercianti, dei piccoli e medi imprenditori, degli industriali; società civile) 2. dalla logica dellofferta che ha nella politica il soggetto totalizzante, alla logica della domanda che ha nel territorio e nei soggetti che lo abitano i protagonisti della selezione degli interessi e della progettazione dello sviluppo 3. la pubblica amministrazione: da soggetto regolatore che presuppone un sociale muto, senza rappresentanza e senza voce, a soggetto accompagnatore dei soggetti e dei processi
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