La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

1 Progetto Policoro Animazione di comunità e ruolo del tutor.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "1 Progetto Policoro Animazione di comunità e ruolo del tutor."— Transcript della presentazione:

1 1 Progetto Policoro Animazione di comunità e ruolo del tutor

2 2 Ruolo del tutor Guardare al di là, fuori (pro-jectare) per leggere i nuovi bisogni, interpretare i segni dei tempi, immaginare nuovi scenari Accompagnare: mettersi al fianco, mettersi in ascolto, ri-animare e ri-significare Mettere in moto i processi e dare un metodo Confermare e riconnettersi al mandato ecclesiale.

3 3 Difficoltà emerse nei gruppi Manca il mandato, non si sente dietro la comunità, manca il sostegno delle Autorità Sfiducia, diffidenza, resistenza al nuovo da parte della comunità locale ed ecclesiale Contrapposizione tra impegno nella catechesi e promozione sociale Rischio frammentazione per mancanza di continuità degli Adc

4 4 Quali soluzioni praticabili 1.Agire come un corpo separato, dotato di una sua autonoma progettualità e di una sua struttura. Il tutor si pone come il leader di una nuova associazione che gestisce il suo orticello. 2.Lavorare per far crescere la comunità cristiana attorno a questi temi, investire tempo ed energie per sensibilizzare, costruire connessioni, formare. Il tutor si pone come colui che tiene il campo arato perché il seme gettato dallAdc possa attecchire e diffondersi.

5 5 La coerenza del metodo Il tutor non può affidare allAdc il compito di far crescere la comunità, se egli per primo non fa comunità con i suoi non può chiedere allAdc di animare il territorio se egli per primo non si impegna ad animare quelli di casa sua

6 6 Che cosa intendiamo per metodo E il punto di convergenza sintetico tra intenzionalità (obiettivi) e significati (valori). à odòs: la via attraverso cui raggiungere la meta Gesù ha detto: Io sono la via, non ci ha proposto solo dei discorsi, ma un certo modo di agire, un modello pastorale e educativo

7 7 Alcuni fondamenti del metodo cristiano lunità, la comunione (che siano una cosa sola perché il mondo creda), la sequela e il fare esperienza (vieni e vedi), labbandono della propria visione particolare per fare spazio al pensiero di Dio sulla tua vita (convertitevi e credete allevangelo, se uno viene dietro Me deve rinnegare sé stesso, vai, vendi tutto quello che hai, poi vieni e seguimi).

8 8 Lunità E solo una esperienza di unità in atto che può generare a sua volta comunità. Quali sono i rapporti che intercorrono tra gli organismi, gli operatori pastorali, le associazioni della Diocesi? Senza negare le difficoltà, quanto tempo e quali energie dedichiamo per sensibilizzare e tenere vive queste relazioni?

9 9 Lesperienza/1 La fede non è una materia scolastica da insegnare, ma è una proposta di vita da sperimentare: ne nasce come conseguenza la scelta privilegiata per una pastorale esperienziale, non intellettualistica, diversa dal modello scolastico. La contrapposizione tra evangelizzazione e promozione umana è una falsa dicotomia. Gesù propone i Suoi insegnamenti a partire da episodi concreti. La Sua è sempre una Parola in atto, che interviene sui fatti, non si limita ad affermare un principio.

10 10 Lesperienza/2 Educare: accompagnare lelaborazione di una esperienza condivisa. Prima viene lesperienza, un momento di vita, una iniziativa da condividere (è la sfera della promozione umana, finalizzata a rispondere a bisogni concreti), poi viene la elaborazione, il dare senso (è il momento delle testimonianza e dellannuncio). Senza questo passaggio (lelaborazione) il nostro impegno rimane solo un buon servizio sociale. Daltronde, se non si traduce in esperienza, lannuncio rimane solo predicazione astratta.

11 11 La conversione di mentalità Labbandono della propria visione particolare ci riporta al tema del guardare oltre le mura per cogliere i segni dei tempi Uscire dalla propria terra per avventurarsi in terreni inesplorati, non per amore dellavventura, ma per rispondere a una chiamata Anche qui cogliamo una falsa dicotomia (gestire lesistente o buttarsi in nuove iniziative?) Il primo impegno non può fare a meno dellaltro, e viceversa.

12 12 Il tutor Il tutor è dunque un soggetto che – crede nella comunione e la pratica, anzitutto con i suoi –accompagna la nascita di esperienze e si impegna a suscitare lelaborazione di significati –guarda oltre lusuale e il già noto, per cogliere i segni dei tempi e disegnare scenari futuri

13 13 Progettare Qualcuno ha definito il progetto come un sogno con delle scadenze. La definizione contiene la dimensione creativa, immaginativa (il sogno) e quella pragmatica, che porta a fare i conti con i vincoli della realtà (le scadenze) Il tutor è luomo che disegna nuovi scenari, ma li paragona con i limiti della realtà (realismo, pazienza)

14 14 Progettare nel sociale e nelleducativo Che cosa accade però quando ci spostiamo dallarea della produzione di oggetti inanimati (ponti, case…) allarea dei servizi alla persona (educazione, assistenza..) ? In questo campo è più difficile proiettarsi in avanti, fare previsioni, prevedere esiti. Quando impiego materiali inanimati posso fare calcoli precisi, basati su leggi fisiche immutabili, quando ho a che fare con persone, debbo misurarmi con limprevedibilità delle risposte soggettive.

15 15 Un modello euristico In aree caratterizzate da complessità e incertezza, come larea socioeducativa, non è possibile una progettazione razionale di tipo ingegneristico. Occorre adottare un modello euristico: pensare al progetto come una sonda che viene lanciata per conoscere la realtà.

16 16 Una mappa Concepire il progetto come un testo-base con parti scritte a penna (gli elementi irrinunciabili) e altre scritte a matita, che si possono cancellare e correggere. O come la mappa di un viaggio, con un percorso base che contempla la possibilità di variazioni, deviazioni, integrazioni in corso dopera.

17 17 Una progettazione dialogica e condivisa Il criterio dellunità deve guidare anche la progettazione Unità con la propria comunità (mandato) Unità ricercata anche con altri enti e istituzioni

18 18 Aree di confronto e condivisione possibile: 1.Il mandato istituzionale, le finalità, la mission 2.Le premesse, i valori, gli orientamenti ideologici e culturali 3.La lettura dei bisogni e delle risorse dei destinatari 4.Lindividuazione degli obiettivi 5.La strategia di intervento: su che cosa si fa leva per… 6.Il metodo di intervento: riferimento a modelli, parole chiave… 7.I contenuti dellintervento 8.Le scelte organizzative) 9.I criteri di valutazione (risultati, processi…)…

19 19 Spazi di pensiero Il tutor come colui che costruisce e garantisce spazi-luoghi di pensiero dove sia possibile incontrarsi, confrontarsi, condividere – poco o tanto – una premessa di valore, la lettura di un bisogno, un obiettivo, una idea di metodo… Oggi più che mai mancano luoghi di questo genere.


Scaricare ppt "1 Progetto Policoro Animazione di comunità e ruolo del tutor."

Presentazioni simili


Annunci Google