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PubblicatoStefania Cipriani Modificato 11 anni fa
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The italian period of Albert Einstein ( an exclusive interview to the relativitys father ) Il periodo italiano di Albert Einstein ( ovvero un intervista in esclusiva al padre della relatività )
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Milano, dicembre 1894 Via Berchet, 2
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Ciao Albert! E così hai trascorso un periodo a Milano… …cosa eri venuto a fare? Ero venuto a trovare la mia famiglia! I miei genitori in quegli anni vivevano a Milano aspettando di trasferirsi a Pavia, dove avrebbero avviato una nuova attività. MILAN
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Ma non stavi studiando a Monaco? Sì, ma non ne ero molto felice! Ne avevo abbastanza di restare là… Così lasciai la scuola e raggiunsi la mia famiglia in Italia…
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Dì la verità! Non è che non andavi bene a scuola? No, questi sono solo dicerie! Guardate la mia pagella, ci sono voti altissimi!
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E allora perché hai preso questa decisione? È un vero miracolo che i moderni metodi di insegnamento non abbiano ancora represso del tutto la sacra curiosità per la ricerca; perché questa delicata piantina ha bisogno innanzitutto, oltre che di stimoli, di libertà; senza libertà inevitabilmente si corrompe e muore. Ecco cosa scrissi qualche anno più tardi ricordando quel periodo: Volevo evitare il servizio militare, è vero, ma la vera ragione per cui mollai così inaspettatamente fu un profondo desiderio di autonomia e indipendenza! E poi volevo liberarmi dai metodi di insegnamento del mio liceo…
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Ma come hai fatto? Geniale! Ottenni un congedo per malattia per un esaurimento nervoso, in modo da potermi prendere un lungo periodo di riposo. Inoltre mi feci scrivere una lettera di presentazione da parte di un insegnantem affinchè potessi iscrivermi più facilmente in unaltra scuola.
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Poi cosa accadde? A Pavia, come dicevo, mio padre Hermann e mio zio Jakob avevano avviato una nuova attività insieme ad un socio italiano, ling. Garrone. Il nome della fabbrica era Officine Einstein-Garrone. Officine Einstein-Garrone
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La fabbrica era specializzata nella costruzione di dinamo elettriche e lampade ad arco. Manifesti di alcuni prodotti della fabbrica. Officine Einstein-Garrone
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A Pavia la mia famiglia viveva in via Foscolo 11, in una splendida villa piena di affreschi. I genitori di Einstein La casa di Einstein in via Foscolo
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Che cosa facevi lì? Ho sempre amato la solitudine, così passavo il tempo studiando, suonando il violino e passeggiando nelle campagne… …ma davo anche una mano alla mia famiglia! Una volta aiutai zio Jakob a risolvere un problema riguardo alla progettazione di una macchina elettrica!
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Conobbi anche due persone che diventarono miei grandi amici: Otto Neustatter ed Ernestina Marangoni. Nel frattempo studiavo anche per il test dammissione al Politecnico di Zurigo.
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E se non sbaglio è stato proprio a Pavia che hai scritto la tua prima opera scientifica, vero? Sì, è vero! Era intitolato Uber die Untersuchung Aetherzustandes in magnetischen ovvero Ricerche sulletere in un campo magnetico. Ma è anche conosciuto come Pavia Paper. Il cosiddetto Pavia Paper
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Feci del mio meglio per essere ammesso al Politecnico di Zurigo, ma fallii… …ma in fondo non avevo finito il liceo, era normale che avessi qualche lacuna! Cosa successe nel 1885? Non ne vado molto orgoglioso, ma te lo dirò…
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Così ti iscrivesti al liceo di Aarau per ottenere un diploma… Sì…e dovetti quindi lasciare lItalia…a cui rimasi però sempre molto legato… Immagine di Albert ad Aarau
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Nel frattempo la fabbrica di mio padre era fallita e la mia famiglia era stata costretta a lasciare Pavia… …e a trasferirsi a Milano, in via Bigli 21. Qui mio padre avviò unaltra attività con laiuto di alcuni parenti. Vista di Pavia alla fine del XIX secolo Targa sulla casa di Albert in via Bigli
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Sei più tornato a Milano? Certo! Ci venivo durante le vacanze e ho sempre mantenuto i contatti con i miei amici di Pavia… …una volta organizzammo una camminata di 150 km da Voghera a Genova! Voghera Genova
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…e quando il parlamento italiano promulgò le cosiddette reggi razziali contro gli ebrei (che interessavano direttamente la sua famiglia) il legame tra Albert e lItalia fu sul punto di incrinarsi per sempre. Albert si recò a Milano per lultima volta in occasione della morte del padre, nel 1902, … La sorella Maja si trovò costretta a trasferirsi negli Stati Uniti… …e suo cugino Robert si suicidò dopo la barbarica uccisione della moglie e delle figlie.
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E poi? Dimenticasti lItalia? […]Quando attraversai le Alpi e giunsi in Italia, fui così sorpreso di vedere come l italiano medio, uomo e donna, usasse parole ed espressioni di alto livello sia nel pensiero che nel contenuto culturale, così diverse da quelle del tedesco medio. Questo dipende dalla loro lunga storia culturale… La gente del Nord Italia è il popolo più civilizzato che io abbia mai incontrato […] […] i mesi felici che trascorsi in Italia sono tra i miei ricordi più belli… giorni e settimane senza ansie e tensioni […] Certo che no! Fu amore a prima vista, come avrei potuto dimenticarla?!
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Solo coloro che sono così pazzi da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano veramente. (A. Einstein) Be, Albert… tu ci sei riuscito!!!
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