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Acquisti Verdi nella scuola

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Presentazione sul tema: "Acquisti Verdi nella scuola"— Transcript della presentazione:

1 Acquisti Verdi nella scuola
Daniela Luise Comune di Padova - Settore Ambiente 17 febbraio 2012

2 Lo sviluppo sostenibile
“Uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione europea è lo sviluppo sostenibile, che consiste nel soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future”. Dall’introduzione della Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla politica integrata dei prodotti (IPP) Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale COM302(2003) del 18 giugno 2003.

3 Il manuale “Buying Green! - A handbook on environmental
La normativa europea di riferimento Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla politica integrata dei prodotti (IPP) Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale COM302(2003) del 18 giugno 2003 Il manuale “Buying Green! - A handbook on environmental procurement” pubblicato nel 2004.

4 Cosa sono gli acquisti verdi In termini specifici:
L’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita. (definizione della Commissione Europea)

5 Cosa sono gli acquisti verdi
Prevede l’integrazione degli aspetti ambientali nei processi di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni, purché la loro introduzione non alteri in alcun modo i principi di fondo che regolano gli appalti pubblici di fornitura (trasparenza, pari opportunità).

6 Gli acquisti pubblici rappresentano:
Cosa sono gli acquisti verdi Gli acquisti pubblici rappresentano: Il 14 % del PIL di tutti i Paesi dell’Unione Europea Il 17 % del PIL italiano

7 affrontare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale
La normativa europea di riferimento I programmi d’azione ambientali dell’Unione sono stati avviati a partire dal 1972 e hanno contribuito ad integrare gli aspetti ecologici e ambientali in tutte le politiche comunitarie. Il sesto programma – “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta” – “Environment 2010: Our Future, Our Choice” (COM(2001) 31 def.) - che va dal 2002 al 2012, si concentra su quattro priorità: affrontare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale proteggere l’habitat naturale e la natura affrontare questioni ambientali e sanitarie difendere le risorse naturali e gestione dei rifiuti

8 La normativa europea di riferimento
Direttiva 2004/17/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, del 31 marzo 2004, che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali. Direttiva 2004/18/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi.

9 Le normative che indicano alle P.A. cosa devono acquistare:
La normativa italiana di riferimento Le normative che indicano alle P.A. cosa devono acquistare: Il 40% del totale dei consumi di carta riciclata. (D.Lgs. 22/1997 Decreto Ronchi - sostituito dal D.Lgs. 152/2006) il 50% di veicoli a carburanti alternativi. (D.M. 27/03/1998) il 20% dei pneumatici necessari agli automezzi delle PA devono essere costituiti da pneumatici ricostruiti. (Legge 448 del 2001) il 30% del fabbisogno annuale di manufatti e beni con prodotti ottenuti da materiale riciclato (D.M /05/2003)

10 La normativa italiana di riferimento
Il Decreto Legislativo n.152/2006 “Norme in materia ambientale”, che riformula l’intera disciplina sull’ambiente, prevede: all’art. 179 per la P.A. l’obbligo di sviluppare iniziative volte a perseguire la prevenzione, riduzione della produzione e nocività dei rifiuti. Inoltre impone di adottare misure dirette al recupero dei rifiuti attraverso il riciclo, reimpiego e riutilizzo. Attraverso: promozione di strumenti economici, ecobilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori, l’uso di sistemi di qualità…la previsione di clausole di gare d’appalto che valorizzino la capacità e la competenza tecnica in materia di prevenzione della produzione di rifiuti.

11 La normativa italiana di riferimento
Il Decreto Legislativo 12 aprile 2006 n. 163, “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, recepisce la normativa comunitaria riportando nel nostro ordinamento diversi riferimenti alla tutela dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile Ad esempio, l’articolo 2, comma 2: Il principio di economicità può essere subordinato entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile.

12 La normativa regionale di riferimento
Legge Regionale n. 3 del disciplina l’acquisto di carta riciclata da parte degli enti pubblici pari ad almeno il 40% del fabbisogno stesso. Art Disposizioni per l’uso della carta riciclata negli enti pubblici, anche economici, della Regione. 1. Ai fini della conservazione dell’ambiente e del contenimento dei consumi energetici, in conformità a quanto disposto dall’articolo 19, comma 4, del decreto legislativo n. 22/1997, gli enti pubblici, anche economici, sono tenuti a soddisfare il proprio fabbisogno annuale di carta con una quota di carta riciclata pari almeno al quaranta per cento del fabbisogno stesso;

13 La normativa regionale di riferimento
2. Con relazione da presentarsi entro il 31 gennaio di ogni anno per l’anno precedente gli enti di cui al comma 1 esistenti nel territorio regionale, comunicano alla struttura regionale competente per la tutela dell’ambiente, il resoconto concernente il quantitativo di carta utilizzata distinguendo la percentuale di carta riciclata, le modalità di impiego della stessa nell’ambito degli uffici nonché ogni altra informazione o suggerimento validi all’ottimizzazione dell’utilizzo stesso; 3. L’osservanza delle disposizioni di cui al presente articolo è condizione necessaria per accedere a finanziamenti o erogazioni di contributi regionali di qualsiasi natura destinati a consentire interventi in campo ambientale.

14 Il Piano d’Azione Nazionale GPP

15 Obiettivi Previsto dalla Legge Finanziaria 2007 (commi 1126,1127,1128) Decreto inter-ministeriale n°135 dell’11 Aprile 200 8 Pubblicato in gazzetta Ufficiale n. 107 del 8 maggio 2008 Riduzione degli impatti ambientali; Aumento della competitività dei comparti produttivi italiani e stimolo all’innovazione; Razionalizzazione della spesa pubblica; Integrazione delle politiche ambientali con la programmazione economica; Diffusione di modelli di consumo sostenibili.

16 PAN GPP: Categorie merceologiche
1. Arredi 2. Edilizia 3. Gestione dei rifiuti 4. Servizi urbani e al territorio 5. Servizi energetici 6. Elettronica 7. Prodotti tessili e calzature 8. Cancelleria 9. Ristorazione 10. Servizi di gestione degli edifici 11. Trasporti

17 I criteri ambientali minimi
Sono i requisiti “MINIMI” per qualificare gli acquisti come“verdi” Non possono essere troppo restrittivi perché debbono trovare un sufficiente riscontro in termini di offerta Valutati e tarati sulla base di indagini di mercato Individuati sulla base di fonti scientificamente attendibili(per esempio criteri delle etichette ecologiche di Tipo I, analisi sul ciclo di vita ambientale LCA) Verificabili da parte delle stazioni appaltanti.

18 I criteri ambientali minimi: CAM

19 Criteri minimi adottati
Con DM 12 ottobre 2009 (G.U. n. 269 del 9 novembre 2009): Carta in risme (carta in fibra vergine e carta in fibra riciclata); Ammendanti (servizi urbani e al territorio); Con DM 22 febbraio 2011 (G.U. n.64 del 19 marzo 2011): Prodotti tessili; Arredi per ufficio; Apparati per l'illuminazione pubblica; IT (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici); Con DM 25 luglio 2011 (G.U. n. 220 del 21 settembre 2011): Ristorazione collettiva e derrate alimentari Serramenti esterni

20 Criteri minimi adottati
ADOTTATI (DM 12 ottobre 2009 – pubblicati G.U. 9/11/2009 n. 261) a) Carta in risme b) Ammendanti ADOTTATI (DM 22 febbraio 2011 – pubblicati G.U. 19/03/2011 suppl. ord. 76) a) IT(computer,stampanti,fotocopiatrici,apparecchi multifunzione) b) Arredi c) Prodotti tessili d) illuminazione pubblica stradale (lampade, corpi illuminanti e impianti) ADOTTATI (DM 25 Luglio 2011 – pubblicati G.U. 21/09/2011 n°220) a) Ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari b) Serramenti (categoria “materiali per l’edilizia)

21 Criteri minimi in definizione
Sono in corso di avanzata definizione i Criteri Ambientali Minimi relativi alle seguenti categorie: Trasporti (acquisto, leasing noleggio auto, acquisto leasing noleggio autobus e veicoli per la raccolta dei rifiuti) Servizi di pulizia (e prodotti per l'igiene) Servizi energetici (raffrescamento/riscaldamento, forza motrice ed illuminazione di edifici) Costruzione e manutenzione delle strade Gestione dei rifiuti urbani Il D.lgs. 3 dicembre 2010 n.205, introduce l’art. 180 bis al D.lgs.152/2006, che fissa al giugno 2011 l’adozione dei decreti attuativi dei CAM

22 Sito GPP - http://www.dsa.minambiente.it/gpp/

23 GPP in Italia Ministero dell’ambiente
Monitoraggio esperienze in Italia. Realizzazione CD-ROM “Gli Acquisti Verdi nella Pubblica Amministrazione - Percorso Guidato”. Protocollo d’intesa CONSIP. CONSIP - Concessionaria Servizi Informativi Pubblici Provvede a inserire criteri ambientali all’interno dalle Concessioni stipulate per conto della Pubblica Amministrazione.

24 Sistemi di etichettatura ecologica
Dove reperire le informazioni Sistemi di etichettatura ecologica Consip Bandi e capitolati già pubblicati Siti web:

25 Strumenti: le etichette ambientali
Le etichette ambientali sono marchi applicati direttamente su un prodotto o su un servizio e forniscono informazioni sulla sua performance ambientale complessiva, o su uno o più aspetti ambientali specifici. Informazione chiara Aumenta il potere di scelta del consumatore Cresce la domanda di prodotti ecologici

26 I sistemi di etichettatura obbligatori
Le etichettature obbligatorie si applicano principalmente ai prodotti tossici e pericolosi, agli elettrodomestici (Energy Label), agli imballaggi (Packaging Label).

27 Le etichettature volontarie possono essere di 3 tipi:
I sistemi di etichettatura volontari Le etichettature volontarie possono essere di 3 tipi: Tipo I Etichette ISO basate sul sistema multi-criteria che considera l’intero ciclo di vita (LCA) Tipo II Auto-dichiarazione secondo la norma ISO 14021 Strumento d’informazione che contiene dati forniti dal produttore, importatore o distributore del prodotto ad esempio su: biodegradabiltà, riciclabilità, atossicità dei trattamenti… Tipo III secondo la norma ISO 14025 La Dichiarazioni Ambientali di Prodotto DAP forniscono informazioni di tipo quantitativo sulle performance ambientali del prodotto e sono calcolate sulla base dell’LCA

28  Etichette volontarie di Tipo I I sistemi di etichettatura volontari
Blauer Engel: attivata in Germania nel 1978 White Swan: attiva dal 1989 in Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda Green Seal: rilasciata dal 1989 da un’organizzazione senza scopo di lucro degli Stati Uniti Umweltzeichen: etichetta austriaca attiva dal 1991 NF Environnement: attiva dal 1992 in Francia Ecolabel attivo dal 1992 in tutta Europa Milieukeur: attiva dal 1992 nei Paesi Bassi

29 Etichette volontarie di Tipo I
I sistemi di etichettatura volontari Etichette volontarie di Tipo I Altre etichette assimilabili al Tipo I ma di settore (tessile, energetico, alimentare etc.) FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Programme for endorsement of certification schemes): riguardanti la gestione sostenibile delle foreste e la relativa rintracciabilità dei prodotti Energy Star: marchio statunitense di efficienza energetica applicabile alle apparecchiature per uffici. Oeko–Tex Standard 100: riguardante la presenza di sostanze nocive nei prodotti tessili

30 Esempio: i marchi del commercio equo e solidale
I marchi sociali I marchi sociali riguardano la sicurezza, le implicazioni sulla salute dell’uomo, aspetti tecnici economici e sociali relativi ai prodotti. Esempio: i marchi del commercio equo e solidale

31 La richiesta del marchio Ecolabel è volontaria:
ECOLABEL il marchio ecologico europeo La richiesta del marchio Ecolabel è volontaria: i fabbricanti, gli importatori o i distributori dei gruppi di prodotti per cui sono stati definiti i criteri ecologici possono richiedere il marchio al Comitato Ecolabel che una volta verificato il rispetto dei criteri da parte dei prodotti, procederà a rilasciare l’etichetta. Una volta ottenuto l’Ecolabel, l’azienda è tenuta al rispetto dei parametri tecnici fissati dalla UE, le regole di riferimento da rispettare sono attualmente stabilite dal nuovo Regolamento CE n. 1980/2000.

32 Cos’è L.C.A. - Life Cycle Assessment
È l’approccio più innovativo per conoscere gli impatti del proprio “sistema prodotto” L’analisi dei sistemi industriali avviene attraverso lo studio e la valutazione di tutti i processi di trasformazione (dall’estrazione delle materie fino allo smaltimento dei prodotti a fine vita) permettendo di valutare gli impatti ambientali, la quantificazione dei consumi di materie ed energia, le emissioni.

33 1. PARTIRE DALLE PROPRIE NECESSITÀ DI ACQUISTI
Cosa fare per sperimentare gli acquisti verdi 1. PARTIRE DALLE PROPRIE NECESSITÀ DI ACQUISTI l’importante è iniziare e sperimentare! Alcuni esempi di beni e servizi rilevanti: Banchi, cattedre, sedie, scaffali, scrivanie, armadietti Lampadine, illuminazione, riscaldamento Computer, stampanti, fax, toner, cartucce, inchiostri Divise personale (vigili, custodi, collaboratori scolastici) Carta, penne, matite, buste, … Distributori cibi/bevande, mensa Prodotti per la pulizia e servizi di pulizia Noleggio mezzi di trasporto (scuolabus)

34 2. INDIVIDUARE I SOGGETTI COINVOLTI l’ufficio acquisti del Comune
Cosa fare per sperimentare gli acquisti verdi 2. INDIVIDUARE I SOGGETTI COINVOLTI l’ufficio acquisti del Comune la segreteria amministrativa della scuola creare un gruppo di lavoro coinvolgere i fornitori

35  3. INDIVIDUARE COSA RICHIEDERE AL MOMENTO DELL’ACQUISTO
Cosa fare per sperimentare gli acquisti verdi 3. INDIVIDUARE COSA RICHIEDERE AL MOMENTO DELL’ACQUISTO Un prodotto o un servizio “ad impatto ambientale ridotto”  oggetto dell’acquisto quindi del bando/capitolato/trattativa Un prodotto/servizio che abbia delle caratteristiche ambientali ben definite (prestazioni, materie prime, processi di produzione)  specifiche tecniche

36  modalità di esecuzione
Cosa fare per sperimentare gli acquisti verdi Un prodotto/servizio che sia consegnato/erogato nel rispetto di condizioni precise  modalità di esecuzione Il rispetto delle normative ambientali e la capacità (nel caso di servizi) di adottare misure di gestione ambientale  capacità tecnica dei candidati e motivi di esclusione dalla gara/trattativa Un prodotto/servizio che garantisca la riduzione dei costi lungo il ciclo di vita  offerta economicamente più vantaggiosa (ed elementi strategici nelle clausole di esecuzione e nelle specifiche tecniche

37 Grazie per l’attenzione!
Daniela Luise Comune di Padova - Settore Ambiente Informambiente via dei Salici Padova Tel Fax


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