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La teoria marxiana.

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Presentazione sul tema: "La teoria marxiana."— Transcript della presentazione:

1 La teoria marxiana

2 L’idealismo L’idealismo è quella corrente filosofica che trova in Hegel ( ) il suo massimo esponente. Si fonda sull’idea di una realtà colta come “movimento infinito del tutto” in cui questo Tutto è identificato con uno Spirito razionale assoluto (Soggetto). Le idee e gli uomini che le vivificano hanno dunque il primato; Per Hegel “tutto ciò che è reale è razionale”; La dialettica è la legge di movimento dello spirito, quindi della storia e del reale. Essa si articola in tre momenti: Tesi, anti-tesi e sintesi; La Storia è orientata ed ha un senso filosofico: essa si muove verso la progressiva affermazione della razionalità e della libertà nel mondo; tuttavia, gli attori primari di questa Storia sono gli Stati (il momento più alto dello spirito oggettivo e della sua eticità, che riassume e supera gli altri due momenti, “la famiglia” e “la società civile”).

3 Karl Marx (1818-1883) La sua produzione è costituita da:
una parte filosofica; una parte politico-ideologica; una parte economico-sociologica (quella che rimane, tutt’ora, viva e che si fonda sul rapporto economia-politica); studi storici. L’ambizione di Marx fu quella di fondare su basi scientifiche il socialismo

4 Karl Marx (1818-1883) Principali opere:
L’ideologia tedesca (scritta nel 1845 ma resa pubblica da Engels, postuma, nel 1888); Manifesto del Partito comunista (con Engels, 1848); Critica dell’economia politica (1859); Il Capitale (primo volume: 1867; altri due volumi pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel 1894).

5 Karl Marx ( ) Allievo di Hegel, rovescia la sua dialettica: non è il pensiero, l’Idea, che precede e fonda tutto ma l’attività concreta degli uomini, in particolare attraverso il loro lavoro di trasformazione della Natura; La struttura economica fonda la società e i suoi mutamenti determinano i mutamenti storici del Tutto (fonti del suo pensiero a questo proposito: economisti classici, storici francesi).

6 Karl Marx (1818-1883) Concetti fondamentali:
Struttura economica (modo di produzione) Sovrastruttura Società di classe Ideologia come falsa coscienza Alienazione e sfruttamento

7 Karl Marx ( ) Studia i cambiamenti della società moderna legati allo sviluppo del capitalismo: un modo di produzione radicalmente diverso dai suoi precedenti storici e costituito da due elementi: - il capitale: mezzi di produzione usati per produrre merci; - il lavoro salariato: l’insieme dei lavoratori che, privi dei mezzi di produzione, vendono la propria forza lavoro in cambio di un salario.

8 Karl Marx ( ) Il capitalismo è un sistema classista e nella società capitalista sono presenti due classi: - la borghesia: i capitalisti proprietari dei mezzi di produzione; - il proletariato: la classe operaia priva dei mezzi di produzione. Il rapporto fra classi è conflittuale, fondato sullo sfruttamento: - la borghesia è la classe dominante; - il proletariato è la classe subordinata.

9 Karl Marx ( ) Le società cambiano a causa delle contraddizioni insite nei rispettivi modi di produzione: il motore della storia è l’esplodere di queste contraddizioni, nel momento in cui lo sviluppo delle forze di produzione è “frenato” dai rapporti di produzione. Il sistema capitalistico è destinato a essere rovesciato da una Rivoluzione dei lavoratori (Soggetto storico), che instaurerà una società senza classi, nel momento in cui se ne determineranno le condizioni (crisi di sovra-produzione-caduta tendenziale del saggio di profitto-proletarizzazione crescente - monopolio).

10 Karl Marx ( ) In effetti, il legame tra politica ed economia, per Marx consiste nel fatto che l’azione delle classi sociali è plasmata in tre modi dal procedere dal capitalismo: interessi: ogni classe sociale ha un particolare interesse verso lo Stato; le ideologie: le idee sono un’arma politica e sociale. Qualunque classe sia in grado di controllare i mezzi di produzione intellettuale è in grado di controllare le idee.; i mezzi materiali della mobilitazione politica: l’organizzazione piuttosto che il numero porta al potere; i mezzi materiali sono quelli che consentono ad una classe di governare la politica.

11 Karl Marx ( ) Quando il sistema entra in crisi (e le crisi sono via via più forti) cambiano sistematicamente queste tre modalità: interessi: aumenta il numero degli operai e dunque i loro interessi aumentano di peso; ideologia: la realtà della crisi contraddice le ideologie dominanti che diventano meno credibili mentre i mezzi di produzione intellettuale sono più diffusi nella società; i mezzi materiali della mobilitazione politica: si spostano in favore degli operai che, in seguito al gigantismo industriale, all’urbanizzazione e all’oligopolio, sono ora più concentrati, numerosi e in grado di sviluppare forme più organiche di organizzazione.

12 Sviluppo della teoria marxiana
Tre sono stati i modi attraverso la quale la teoria marxiana è stata modificata nel XX secolo (e ha dato vita a filoni tuttora vivi): Spostamento dell’attenzione dalle società nazionali al livello sovranazionale o del sistema-mondo (Immanuel Wallerstein). Analisi dei meccanismi culturali e intellettuali del capitalismo (Gramsci, Lukács, Lefebvre, Marcuse, Althusser). Analisi del ruolo dello Stato come attore fondamentale del sistema (Poulantzas, O’Connor).

13 Immanuel Wallerstein (anni ’70-’80)
Ha sviluppato le analisi sull’imperialismo appena abbozzate da Marx e divenuti un elemento centrale del dibattito marxiano tra XIX e XX secolo, tra la seconda internazionale e la Rivoluzione d’Ottobre, nelle opere di Kautsky, Lenin, Luxemburg. Altre fonti: Fernand Braudell, la teoria della dipendenza. Lo sviluppo del capitalismo può essere compreso appieno solo facendo riferimento al livello sovra-nazionale. Sistema-mondo: è un sistema sociale ed economico che integra al proprio interno un’area geografica vasta, formata da molti paesi e da diversi popoli, assoggettati ad un comune dominio. Sono esistiti, storicamente, due tipi di sistema-mondo: Impero-mondo: è un sistema-mondo che si fonda sull’unificazione politica e su un dominio centralizzato pur in presenza di culture e sistemi economici parzialmente differenziati (ad esempio, l’Impero romano). Economia-mondo: è un sistema-mondo la cui integrazione avviene al livello economico (scambi e produzione) mentre le sotto-unità del sistema sono politicamente indipendenti (Stati nazionali), pur in presenza di un paese egemone culturalmente ed economicamente.

14 Immanuel Wallerstein Il capitalismo è un’economia-mondo che inizia a prendere forma a partire dal XVI secolo (passando per una fase commerciale e una produttiva). All’interno dell’economia-mondo capitalista, esiste una divisione internazionale del lavoro (e del peso politico\egemonia) tale per cui gli scambi e le relazioni di potere sono fortemente asimmetrici: Paesi centrali (quelli che guidano l’economia e dove vi sono le produzioni più innovative e avanzate). Paesi semi-perifici (quelli il cui peso politico è limitato pur in presenza di un peso economico significativo). Paesi periferici (quelli il cui peso economico e politico è limitato, dove vi sono le produzioni più semplici e le materie prime più importanti, utilizzate dai paesi centrali). – Vi sono poi paesi esterni al sistema-mondo NB = se il modello a tre aree supera il tradizionale dualismo della teoria della dipendenza, va riconosciuto il merito a Wallrestein di aver posto alcuni problemi e costruito delle analisi che anticipano di almeno 20 anni i temi sviluppati nel dibattito sulla globalizzazione (che si dipana come tale solo a partire dalla fine degli anni ’80).

15 Immanuel Wallerstein La dinamica dei sistemi-mondo:
In uno stesso periodo possono esistere più sistemi-mondo tra loro rivali (come accadeva spesso nell’antichità). A partire dal XVI secolo, con l’ascesa della potenza europea, la tendenza costante è quella all’unificazione del sistema-mondo. Anche nelle economie-mondo (capitalismo) gli Stati centrali sono soggetti a pressioni simili a quelle dello Stato dominante negli imperi-mondo: Circolo vizioso (o feedback positivo): gli stati centrali combattono tra loro per l’egemonia e alla fine cadono in rovina, se non riescono a conquistare stabilmente (direttamente o indirettamente) gli stati periferici. In questa lotta gli stati semi-periferici riescono spesso ad inserirsi e a divenire centrali. Ciò avviene attraverso cicli di lungo periodo, internazionali, che hanno una caratterizzazione economica

16 Immanuel Wallerstein Questi cicli sono definiti onde Kondratieff di 150 anni, tramite le quali le contraddizioni interne alle aree centrali sono scaricate su quelle periferiche (interdipendenza): A1: la domanda di beni ad alto prezzo supera l’offerta. Richiesta crescente di materie prime, espansionismo degli stati centrali verso le aree esterne al sistema, che li fa divenire paesi-periferici. B1: saturazione del mercato; ristagno della domanda e aumento del conflitto di classe in patria. A2: risoluzione del conflitto di classe (repressione+redistribuzione). Nuova espansione a livelli più alti che in A1. B2: nuova saturazione. Crisi acuta che sfocia in un periodo di guerre al termine delle quali sorge un nuovo o più paesi egemoni\centrali. L’ultimo ciclo ha avuto inizio nel 1917, con l’ascesa degli USA. Una volta esaurite le aree esterne al sistema, l’economia-mondo capitalista crollerà.

17 Gramsci e Lukács (anni ’20 ’30)
Dal nostro punto di vista, per entrambi fondamentale è la riflessione attorno al concetto hegeliano di alienazione (“il mondo controlla noi stessi mentre invece siamo noi che lo abbiamo creato”) e alla sua versione marxiana (alienazione come conseguenza del lavoro salariato). Lukács: legò questo problema a quello della produzione della falsa coscienza. Nel capitalismo le persone reificano il sistema. La borghesia è la classe più reificata di tutte mentre, in virtù proprio della sua posizione alienata (specie nella fase fordista), la classe operaia è classe generale in grado di superare questa situazione. L’avanguardia intellettuale guiderà il movimento rivoluzionario. Gramsci: pone il tema degli intellettuali e dell’egemonia culturale oltre il semplice dominio politico-economico. La sovra-struttura non è immediatamente determinata dalla struttura.

18 Lefebvre e Marcuse (anni ’40-’60)
Entrambi criticano quella forma di dominio o totalitarismo strisciante e latente, che caratterizza il capitalismo nelle società moderne (e per Marcuse, lo stesso socialismo reale): Lefebvre: si concentra sulla vita quotidiana come dimensione della frammentazione dell’esperienza e del micro-dominio, attraverso meccanismi come la pubblicità e il consumismo, del capitalismo. Marcuse: riflette sulla repressività della civiltà industriale ad opera della burocrazia e dell’industria culturale che produce massificazione e personalità immediatamente spendibili e valorizzabili (economicamente, sia nella funzione di forza lavoro e ancor più di consumatori) dal sistema.

19 Poulantzas, O’Connor (anni ’70)
Poulantzas: a partire da una teoria dell’interdipendenza tra politica, cultura\ideologia e economia (che comunque ritiene determinante in ultima istanza) egli sostiene che lo Stato (luogo della lotta di classe) nel Novecento ha agito puntellando in modo più deciso il capitalismo, sostenendo così gli interessi dei monopolisti (a scapito dei piccoli imprenditori o settore concorrenziale, ad esempio). NB= questa teoria aveva anche la funzione di giustificare teoricamente l’euro-comunismo degli anni ’70. b) O’connor (e gli studiosi della crisi fiscale dello Stato): sostiene che, nel capitalismo formatosi nel ‘900, esistono 3 settori politici-economici (monopolistico, concorrenziale e statale) i cui interessi (sia al livello di lavoratori che di dirigenza\proprietà) sono divergenti. Dalle contraddizioni tra di essi sorgono tre tipiche crisi strutturali che finiscono per inceppare il sistema in modo sempre più insanabile: la crisi fiscale, l’inflazione, sovraproduzione e sottoconsumo.


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