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Il Risorgimento e l’unità d’Italia
1846 Pio IX, eletto papa, avvia moderate riforme 1849 Repubblica romana 1859 Seconda guerra di indipendenza 1861 Proclamazione del Regno d’Italia 1848 Prima guerra di indipendenza 1856 Conclusione della guerra di Crimea 1860 Spedizione dei Mille
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1. Divisione politica e arretratezza economica
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 1. Divisione politica e arretratezza economica L’Italia “disegnata” al congresso di Vienna è un Paese diviso dal punto di vista politico in molti Stati assoluti ed economicamente arretrato. Solo in poche aree settentrionali nel settore agricolo si afferma la grande azienda capitalista e si assiste a uno sviluppo nel settore industriale.
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Il Risorgimento e l’unità d’Italia
1. Divisione politica e arretratezza economica All’indomani del congresso di Vienna, l’Italia è divisa in diversi Stati, molti dei quali posti sotto l’influenza austriaca. Svincolati dal controllo austriaco erano il Regno di Sardegna e lo Stato della Chiesa.
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Il Risorgimento e l’unità d’Italia
1. Divisione politica e arretratezza economica L’economia dell’Italia è ancora prevalentemente agricola. L’industria non decolla a causa della diffusa povertà, della mancanza di banche, dei dazi doganali tra i vari Stati e della scarsità delle vie di comunicazione. Nel Sud domina il latifondo; nel centro è diffusa la piccola proprietà e la mezzadria; solo nella pianura padana si è sviluppata la grande azienda capitalistica e sono presenti delle manifatture tessili.
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1. Divisione politica e arretratezza economica Nei primi decenni dell’Ottocento alcuni esponenti della borghesia italiana si convincono che tra il ritardo economico e la situazione politica vi sia un collegamento. La divisione in piccoli Stati, la presenza di regimi privi di libertà, la dipendenza di parti del territorio dall’Austria sono visti come ostacoli allo sviluppo dell’economia.
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2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849 Al movimento per l’indipendenza – detto Risorgimento – partecipano liberali e democratici. Dopo alcuni tentativi di riforme, anche in Italia nel 1848 scoppiano moti rivoluzionari. Il Regno di Sardegna guida la lotta indipendentista contro l’Austria e combatte nel 1848 la prima e sfortunata “guerra di indipendenza”.
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2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849 I patrioti italiani sono convinti che l’Italia, per “risorgere”, debba diventare un Paese unito, non più diviso in piccoli Stati, e indipendente dalle potenze straniere. Il “Risorgimento” si richiama alla grandezza culturale, civile e sociale che l’Italia ha conosciuto nel suo passato, in particolare nelle epoche della civiltà romana, delle lotte dei comuni per la libertà nel Medioevo, e nel Rinascimento.
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2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849 I patrioti perseguono il fine comune dell’unificazione dell’Italia, anche se con diversi orientamenti. I moderati Gioberti: una federazione di Stati con a capo il papa. Balbo: uno Stato federale guidato dai Savoia. I democratici Cattaneo: uno Stato repubblicano federale sul modello della Svizzera o degli Stati Uniti. Mazzini: una repubblica unitaria da realizzare attraverso una rivoluzione popolare.
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2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849 Nello Stato della Chiesa papa Pio IX, appena eletto nel 1846, concede alcune moderate riforme. Sulla sua scia, anche Leopoldo II di Toscana e Carlo Alberto di Savoia concedono alcune riforme. Nel 1848 l’Italia è investita dalle insurrezioni. I sovrani sono costretti a concedere le costituzioni.
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2. Riforme e rivoluzioni tra 1848 e 1849 Alla notizia dell’insurrezione di Vienna, prima Venezia (17 marzo 1848) e poi Milano (durante le “Cinque giornate” del marzo) si ribellano agli austriaci. Il governo provvisorio di Milano chiede a Carlo Alberto di mettersi a capo della lotta contro l’Austria. Dopo alcuni iniziali successi dei piemontesi, gli austriaci hanno la meglio nella battaglia di Custoza e riconquistano Milano, ponendo fine alla Prima guerra di indipendenza.
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3. Dopo il 1848: l’iniziativa di Cavour
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 3. Dopo il 1848: l’iniziativa di Cavour Dopo il fallimento del 1848, la strada per l’unificazione nazionale riprende con i tentativi insurrezionali dei democratici, ma soprattutto grazie all’iniziativa del Piemonte guidato da Vittorio Emanuele II e dal primo ministro Cavour. Cavour modernizza il Piemonte e tesse una rete di alleanze internazionali contro l’Austria.
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3. Dopo il 1848: l’iniziativa di Cavour Dopo il 1848, l’unico Stato in cui è stata mantenuta la costituzione è il Regno di Sardegna. Qui il primo ministro Camillo Benso conte di Cavour appronta varie riforme che danno grande impulso all’economia. Mentre falliscono i tentativi d’insurrezione portati avanti dai democratici mazziniani, Cavour fa sì che il Regno di Sardegna si ponga alla guida del processo di unificazione.
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Modernizzazione del Piemonte
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 3. l’iniziativa di Cavour: La Modernizzazione dello Stato Modernizzazione del Piemonte Libero Commercio Trattati commerciali Rete ferroviaria Laicità dello stato Canali irrigazione Nuove banche Libera Chiesa in libero Stato
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1857 Società Nazionale Italiana “Italia e Vittorio Emanuele”
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 3. Dopo il 1848: l’iniziativa di Cavour Mentre falliscono i tentativi d’insurrezione (1852 Martiri Belfiore; 1857 Pisacane) portati avanti dai democratici mazziniani Cavour intuisce che per arrivare all’unificazione dell’Italia occorre ottenere l’appoggio degli Stati europei ostili all’Austria. Con questo obiettivo, nel 1855, il Regno di Sardegna prende parte alla guerra di Crimea. Cavour ottiene l’appoggio di Napoleone III in una futura guerra contro il nemico comune austriaco. Nel 1856, Cavour partecipa alla conferenza di Parigi e ha modo di richiamare l’attenzione dei maggiori Stati europei sulla questione italiana. 1857 Società Nazionale Italiana “Italia e Vittorio Emanuele”
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4. Le tappe dell’unificazione
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 4. Le tappe dell’unificazione Con la Seconda guerra di indipendenza del 1859 il Regno di Sardegna acquisisce Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna. Nel maggio 1860 i volontari di Giuseppe Garibaldi abbattono il potere dei Borbone. Garibaldi consegna l’Italia meridionale nelle mani del re. Il 17 marzo 1861 nasce il Regno d’Italia.
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Gli Accordi di Plombières
Il Risorgimento e l’unità d’Italia 4. Le tappe dell’unificazione Nel 1858 la Francia si impegna a entrare in guerra accanto al Regno di Sardegna nel caso in cui esso venga attaccato dall’Austria. Gli Accordi di Plombières Nel 1858 a Plombières Cavour strinse con Napoleone III degli accordi segreti. Questi accordi prevedevano che: Napoleone III sarebbe intervenuto con un forte esercito contro l'Austria, ma solo se l'Austria avesse dichiarato guerra al Regno di Sardegna; dopo la vittoria, il Regno di Sardegna avrebbe ceduto alla Francia Nizza e la Savoia; l'Italia sarebbe rimasta divisa in quattro Stati: un Regno dell'Alta Italia sotto la guida dei Savoia, un Regno dell'Italia Centrale, lo Stato Pontificio, e il Regno delle Due Sicilie.
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4. Le tappe dell’unificazione Nel 1858 la Francia si impegna a entrare in guerra accanto al Regno di Sardegna nel caso in cui esso venga attaccato dall’Austria. Cavour provoca l’Austria: scoppia la Seconda guerra di indipendenza. Nel 1859 i franco-piemontesi strappano la Lombardia agli austriaci. L’11 luglio, improvvisamente, Napoleone III firma con gli austriaci l’armistizio di Villafranca: in base all’accordo l’Austria cede la Lombardia alla Francia, che a sua volta la “dona” al Regno di Sardegna.
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4. Le tappe dell’unificazione Nel 1859 i Ducati di Parma, di Modena, la Toscana e le Legazioni Pontificie (Bologna e la Romagna) votano l’annessione al Piemonte. Il Veneto rimane all’Austria. Il Regno di Sardegna annette Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Cede alla Francia Nizza e la Savoia. Nel Regno delle Due Sicilie, nel 1859 sale al trono Francesco II di Borbone. Lo Stato della Chiesa perde la Romagna.
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4. Le tappe dell’unificazione Nel maggio 1860 Garibaldi salpa da Quarto in Liguria alla guida della spedizione dei Mille, diretta a Marsala. Il Regno delle Due Sicilie crolla e viene “consegnato” da Garibaldi a Vittorio Emanuele II. Nel marzo 1861 il Mezzogiorno, l’Umbria e le Marche (strappate dai piemontesi allo Stato della Chiesa) si uniscono al Regno di Sardegna. Nasce così il Regno d’Italia.
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