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LE “NUOVE” INDICAZIONI PER IL CURRICOLO
della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione Elementi essenziali e commento a cura di Ermanno Cortis
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Presentazione Ufficializzazione: 4 settembre 2007
Sostituiscono le “Indicazioni nazionali per il primo ciclo”, allegate al D.Lgs. 59 del 2004, in attuazione della legge di riforma degli ordinamenti (L. 53 del 2003) tuttora vigente Documento “corposo” (114 pagine), ma, comunque, molto più snello del precedente
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A quando le indicazioni per le Superiori?
L’emanazione delle Indicazioni per il secondo ciclo è prevista a far data dall’a.s , per cui esiste una delega legislativa “aperta”. Al momento, per il settore secondario superiore, la novità è rappresentata dall’entrata in vigore dell’estensione dell’obbligo di istruzione fino a 16 anni, introdotta nella legge finanziaria per il 2007 e recentemente normata da apposito Regolamento di attuazione.
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Che cosa sono? Le nuove Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione tracciano le linee e i criteri per il conseguimento delle finalità formative e degli obiettivi di apprendimento per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo, in sostituzione delle precedenti Indicazioni nazionali, proposte transitoriamente negli anni scorsi.
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Che cosa comprende il testo?
Il testo comprende: Una cornice culturale comune ai diversi gradi scolastici (denominata “Cultura, scuola, persona”) una breve introduzione all’uso dei termini correnti (connessi all’idea di curricolo nel contesto dell’autonomia) il corpus vero e proprio delle Indicazioni, distinte per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo
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Come sono articolate le Indicazioni?
Entrambi i segmenti scolastici presentano: una stringata introduzione pedagogica (che dovrebbe offrire il “senso” di ogni ciclo scolastico) a seguire, l’articolazione rispettivamente in 5 campi di esperienza (per la scuola dell’infanzia) ed in dieci discipline (per le due scuole del primo ciclo). Ogni campo o disciplina presenta un primo inquadramento concettuale, in forma narrativa, ed una analitica individuazione dei traguardi di competenza da conseguire, al termine di ogni livello scolastico. Per la scuola elementare e media, oltre ai traguardi in uscita sono indicati anche obiettivi di apprendimento, sempre distinti per disciplina, ad un maggior livello di dettaglio, per la 3^ elementare, la 5^ elementare, la 3^ media.
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Quando partono? Le scuole sono chiamate da quest’anno alla elaborazione dei curricoli di studio, tenendo conto delle nuove Indicazioni, secondo una metodologia operativa di studio e di approfondimento, accompagnata da flessibilità e gradualità di applicazione. Devono, quindi, utilizzare fin d’ora le parti compatibili e coerenti con il P.O.F.
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Quanto durerà la sperimentazione?
La fase sperimentale di attuazione durerà, quindi, fino al Essa consentirà alle scuole di conoscere e sperimentare le nuove Indicazioni e al Ministero di raccogliere suggerimenti, valorizzare le “buone pratiche” e favorire processi di condivisione e di sostegno. L’intento è quello di favorire un processo di “validazione sociale”, che è l’unico capace di trasformare un atto normativo in un processo di innovazione delle pratiche didattiche in classe e di effettivo miglioramento dei risultati scolastici. Dal le Indicazioni per il curricolo entreranno definitivamente a regime, accompagnate da apposito Regolamento.
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Quali riflessi sull’organizzazione e quanti fondi a disposizione?
Le Indicazioni sono proposte culturali, ma non toccano l’organizzazione oraria degli insegnanti. Dopo la sperimentazione dei due anni, si procederà a una risistemazione complessiva di tutto il periodo dell’obbligo. Per la fase iniziale di accompagnamento saranno stanziati 36 milioni di euro, come previsto dalla Finanziaria 2007.
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Le grandi aree disciplinari
Le singole discipline sono considerate nella loro specificità, ma vengono proposte all’interno di tre grandi aree disciplinari: area linguistico-artistico-espressiva; area storico-geografica; area matematico-scientifico-tecnologica. Viene così sottolineata l’importanza di un insegnamento disciplinare non frammentato, ma capace di far cogliere le interconnessioni tra i diversi saperi e di avviare gli alunni ad una visione unitaria della conoscenza. Si favorisce l’interdisciplinarietà e il lavoro collegiale tra insegnanti di discipline diverse.
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Non “ricette”, ma criteri di buona scuola
La lista degli obiettivi è stata sfoltita e non scade nei dettagli. Tiene conto degli orientamenti europei, ma è anche attenta ai contenuti più significativi della nostra tradizione culturale. La didattica delle Indicazioni, senza trascurare una solida competenza strumentale, intende accrescere l’autonomia di pensiero, di studio e di apprendimento dell’alunno.
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Rispetto dell’autonomia
Le nuove Indicazioni intendono essere rispettose dell’autonomia degli insegnanti: definiscono i criteri che una buona proposta didattica deve rispettare, ma non prescrivono in modo dettagliato e minuzioso come devono lavorare gli insegnanti. I criteri sostituiscono le ricette, ci si rivolge ad una scuola adulta che, proprio per la libertà di cui può disporre, viene ulteriormente responsabilizzata.
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Il gruppo di coordinamento
Nella fase d’avvio, che si svilupperà nell’ultimo trimestre del 2007, sono previsti interventi degli Uffici scolastici territoriali, il coinvolgimento dell’Invalsi per il monitoraggio e la valutazione, un piano di ricerca da parte della Agenzia nazionale di sostegno dell’autonomia e, presso il Ministero della Pubblica Istruzione, l’attivazione di un apposito gruppo di coordinamento nazionale, con il compito di accompagnare questa fase.
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Il web Per favorire il confronto, la discussione e la messa in comune di esperienze nella fase sperimentale di applicazione delle Indicazioni, la Direzione Generale degli Ordinamenti realizzerà “un’area dedicata” all’interno del portale del Ministero per le interazioni telematiche necessarie per informare, orientare e documentare.
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La Consultazione Nella primavera del 2008, dopo la fase di iniziale accompagnamento, è prevista una Consultazione nazionale nelle scuole per la raccolta sistematica e ragionata di commenti, riflessioni e proposte, scaturite direttamente dall’esperienza degli insegnanti.
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QUALCHE ESEMPIO “IN PILLOLE”
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Storia L’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado (terza media) sarà dedicato alla storia del Novecento. (“L’analisi del mondo contemporaneo reclama un suo spazio educativo preciso: le guerre mondiali, il fascismo, il comunismo, la liberaldemocrazia, la decolonizzazione e le complesse vicende che caratterizzano il mondo attuale; la formazione dell’Unione europea; la nascita e le vicende della Repubblica italiana sono da considerarsi decisive, se osservate dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi di cittadinanza e della capacità di orientarsi nella complessità del mondo attuale e di progettare il futuro”). Sarà più collegata alla geografia.
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Geografia Si rivalutano gli aspetti di tipo morfologico (nomi dei fiumi, dei mari, dei monti etc.) e si recupera sin dalle elementari lo studio dell’Europa e del mondo. Viene dato rilievo anche agli aspetti sociali: ciò consentirà di affrontare, sin dalla scuola primaria, problemi contemporanei, comparati con il passato.
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Matematica Si dà più impulso all’area matematico-scientifica, per garantire quelle basi indispensabili per migliorare i livelli di conoscenze e competenze degli studenti italiani in ambito matematico. Il curricolo sarà fortemente integrato con l’insegnamento tecnologico-scientifico sin dalla scuola primaria, per favorire la formazione di una mentalità scientifica.
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Scienze sperimentali e naturali
Lo studio della scienza e della natura è visto in una prospettiva storica ed evolutiva. Si valorizza la sperimentazione e l’osservazione della realtà.
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Lingua italiana La lingua italiana ha un ruolo principe anche come strumento di identità culturale e deve essere oggetto di attenzione da parte di tutti i docenti: tutte le discipline devono concorrere al suo apprendimento (anche la matematica, le scienze, l’informatica...). Tornano in evidenza la grammatica e la sintassi (partendo dalla riflessione sulla lingua); deve essere incentivata l’educazione alla capacità di scrittura, di esposizione orale e di lettura degli autori fondamentali per il nostro patrimonio culturale.
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Lingua italiana Le attività di laboratorio e le biblioteche scolastiche devono essere valorizzate, per l’incontro con la lettura e con gli autori, non solo attraverso i testi strettamente “scolastici”. La lingua italiana si deve raccordare con tutti gli altri linguaggi: arte, musica… Sensibilizzare agli apporti che arrivano anche da altre lingue e culture, europee ma anche dell’area del Mediterraneo, diventa una risorsa anche per l’integrazione.
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Lingue comunitarie Si conferma lo studio della lingua inglese per tutto il primo ciclo e l’insegnamento obbligatorio di una seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado. Cruciale diventa il metodo comunicativo; assume grande rilievo l’uso dei laboratori linguistici.
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Nuove tecnologie informatiche
Viene dato ampio spazio all’aggiornamento per l’uso delle nuove tecnologie informatiche. Il computer è proposto come strumento per raccogliere dati, tabelle e appunti per lo studio; per conoscere le diverse forme testuali (poesia, racconto, video…) e produrre creativamente ipertesti.
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Meno “educazioni” più educazione
Si recuperano gli aspetti educativi presenti nel cuore di ogni disciplina; le “educazioni” frammentate e confinate “a parte” rendevano il curricolo appesantito. L’educazione alla salute, ad esempio, non può essere confinata in un’unica ora, ma deve essere valorizzata nelle scienze, nella pratica motoria ecc.. Lo stesso dicasi per l’educazione alla cittadinanza, per cui, ad esempio, le attività didattiche della lingua italiana o straniera sono pensate in situazioni di dialogo e di interazione, per educare al rispetto di punti di vista diversi dai propri.
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Crescita della persona, rispetto degli altri e della realtà
Ogni insegnamento disciplinare deve essere un contributo all’educazione intesa come aiuto alla crescita della persona (educare), al rispetto degli altri e della realtà.
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